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E smettiamola col pensare che la politica sia una cosa sporca

Hanno l’sms come il culo

Ieri, mentre sorseggiavo il mio caffé pomeridiano, mi giunge un sms.
E’ il mio operatore.
Mi comunica che, essendo buono bravo e bello, di sua sponte ha deciso di non farmi pagare più i costi di ricarica.

Penso:

Ma luride merde bavose, scarti di imprenditoria malsana, alfieri del sopruso, del malcostume italico di turlupinare i più deboli, carcasse putrescenti di capitalismo accattone, pensate sul serio che tutti i vostri clienti siano così ignoranti e disinformati?
Razza di associazioni a delinquere di stampo telefonico (cit. Beppe Grillo), ma davvero fate così affidamento sull’ignoranza dell’italiano medio?

Se questo governo non si fosse mosso contro i vostri balzelli indebiti, se Bersani non avesse deciso di rendere l’Italia un po’ più civile, voi sareste ancora là a farci pagare, unici in Europa, un costo fisso per ogni ricarica che non serviva assolutamente a niente se non a riempire le vostre lorde tasche.

Speravate con quell’sms di prendervi un merito del governo facendovi anche pubblicità?

Beh, andate pure a cagare, io leggo, io mi informo, io ho un cervello che funziona e voi siete delle aziende dai metodi criminali.
Tsé.

Peti e casse di risonanza

18:10 Berlusconi: “Prodi ha l’obbligo di dimettersi”

Dopo il vertice a Palazzo Grazioli, parla Silvio Berlusconi: “Dopo questo disastro Prodi ha l’obbligo di dimettersi”, dichiara l’ex premier. Insomma, “per ragioni di coerenza politica, di coerenza costituzionale, di coerenza etica, deve rassegnare immediatamente le proprie dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica”.

E a noi, essattamente, del parere del nano pelato, che ce ne fotte?
Ma soprattutto: coerenza etica? Ma per favore! Un minimo di contegno!

Football war

Il mio caro amico Antonio mi invia questo breve testo:

Caro piccolo sciacallo che, sopra un muro di Livorno, hai inneggiato alla morte dello “sbirro” Filippo Raciti: ma come fai a non sapere che lo sbirro sei tu? Raciti era un lavoratore di 38 anni, che per uno stipendio da operaio andava a farsi sputare addosso da quelli come te. Soldatacci, sbirraglia da curva, branco armato che per provare il brivido di essere qualcuno trasforma la miserabile identità di “tifoso” in valor militare. Tu sei lo sbirro, tu il repressore, tu il persecutore delle vite altrui, tu e tutte le cosche mafiose che, in tutti gli stadi italiani, presidiano il territorio della domenica (rubandolo agli altri) per dimenticare di essere uno zero tutti gli altri giorni. Credi di essere “di sinistra”, magari “rivoluzionario”, ma hai la tipica testa del maschio reazionario, piena delle parole retoriche e sceme della sedicente “cultura ultrà”: onore, gloria, vittoria, cascami di un linguaggio di guerra che ormai fa ridere anche nelle caserme, dove i tuoi coetanei la pelle la rischiano davvero. Magari avrai vent’anni, ma sei un vecchio. Un vecchio violento e ipocrita, che per ammantare di qualche ideale la tua frustrazione, la tua prepotenza, te la passi da ribelle. Non sei un ribelle, sei un conformista. Un piccolo conformista dal cuore vuoto. Vuoto quanto basta per diventare sbirro.

Michele Serra

Serra, come al solito, ha la vista lunga. E’ vero, spesso chi mena le mani lo fa per esistere. Solo in una cosa Serra sbaglia, quasi sempre le curve non si sentono né di sinistra né rivoluzionarie, quasi sempre si sentono di destra, estrema. Ed è lì che i cascami di un linguaggio di guerra si sposano benissimo con rimandi storici e simbolici terrificanti.

Le cassiere comuniste dell’Ipercooppe

Io, quando vado al supermercato, mi annoio.
L’umore mi resta decente per i primi venti minuti poi, inesorabilmente, di fronte ai muraglioni di variopinti vasetti di yogurt ed ai dubbi irrisolvibili che questi instillano solitamente negli astanti, mi deprimo.
Comincio a sognare di urlare.

- PRENDI UN CAZZO DI YOGURT A CASO!

Da solo, al centro del reparto latte e derivati.

- PRENDI UN CAZZO DI YOGURT A CASO!

Sogno anche di ficcare qualche bambino in un qualunque banco frigo, meglio se quello del pesce.
Sogno di strappare il contenitore delle caramelle a palline e riversarne il contenuto nella vaschetta del fiordilatte della gelateria. Sogno di alzare le gonne a tutte le giovani mamme.
Sogno di comprare i nuovi robottoni trasformabili… che belli che sono.
Sogno di essere l’inventore delle cassette verdi ripiegabili, e contemplo la loro perfezione, orgoglioso della mia idea geniale.
Sogno di dar fuoco al negozio di telefonini, tra le urla disperate dei commessi.
Sogno di rubare un intero espositore di cartucce per la mia stampante.
Sogno di tirare manichini contro i televisori giganti… di testa.
Sogno di mangiare un polletto arrosto ballando di fronte al riso integrale.
Sogno, sogno e intanto giro, dando risposte e pareri a casaccio, quasi sdraiato sul carrello, chiedendomi sempre perché si fanno le liste della spesa se poi non si rispettano mai.
Ci vogliono sempre ore prima di arrivare alla cassa, ed io faccio sempre il giro di tutti i miei sogni da supermercato, almeno un paio di volte.
Alla fine, poi, si arriva.

Le cassiere dell’Ipercooppe di Navacchio sono delle dee moderne.
Si parlano, da una cassa all’altra. I consumatori, giustamente, non esistono. Loro parlano attraverso, vedono attraverso.

- Oh bella, ti devo chiedere una ‘osina
- Oh me la devi proprio chiedere?
- Essì, eh.
- Dimmi, dai.
- Ma te dimmi, l’hai mi’a visto quel Perlana là, quello con l’estratto di cachemire?
- Deh, ccerto.
- Ecco, scusami, eh, ma il cachemire un l’è mi’a una lana?
- Eh.
- Eh che cazzata è? Spremono la pecora nel fla’one?
- Ma tu pensa a quelli che lo compran.
- E ci stanno, ci stanno.

Saggezza cassiera.

Incapaci di giocare pulito

Io li adoro.
Berlusconi, Fini, Cicchitto, Bondi, Don Totò Cuffaro, Scajola, Schifani, io li adoro.
Nemmeno la famiglia Addams mi fa tanto ridere.
Sono geneticamente programmati per imbrogliare, frodare, falsare, ingarbugliare, mentire, confondere, truffare e turlupinare. Non sono esseri umani, sono dei piccoli troll ridanciani che cercano in continuazione di rubacchiare, agli altri oppure tra di loro.
Adesso, per fare un esempio, ti organizzano la manifestazione del due contro Prodi, ok, è una cosa accettabile. In democrazia si manifesta, è normale. L’UDC però dissente, perché pensa che non ci siano contenuti di fondo e che questa sia una manifestazione tanto per far caciara. Loro preferiscono fare un’opposizione costruttiva in aula. Ottimo, posizione legittima anche questa.
Ma che ti inventa la cricca dei truffatroll del nano? Per mettere in cattiva luce Casini e compagni e dimostrare che gli elettori dell’UDC comunque vogliono bene a Silviuccio lo svenevole, non ti vanno ad ordinare lo stesso le bandiere dell’UDC da distribuire ai figuranti in piazza?
Ma dico, manco Totò, eh. Parlando dell’attore, non del governatore inquisito per mafia.

Dai nano, svieni ancora!

Molto interessante questo articolo .

Ecco cosa sta succedendo in America: l’FBI sta indagando su un produttore di Hollywood, Frank Agrama su richiesta delle autorità (sicuramente rosse eh) italiane. Che ha fatto il produttore? Niente di che, ha solo comprato i diritti di alcuni film (soprattutto Paramount) per 130 milioni di dollari per poi rivenderli a Mediaset per 315 milioni di dollari attraverso la società Olympus Trading. Pare però che questi diritti siano fittizi e che i prezzi siano stati gonfiati con società off-shore proprio da Mediaset per costituire fondi neri all’estero e ridurre i ricavi in Italia in modo da pagare meno tasse.
Silvio Ber******i dovrà comparire, salvo malesseri improvvisi, in tribunale a Milano il prossimo 1 dicembre per rispondere ai magistrati che lo accusano di frode fiscale e falso in bilancio in relazione all’acquisto dei diritti cinematografici negli U.S.A.

Un paese impazzito

Prodi aveva ragione.
Dai, smettiamola di far finta di prendercela, l’Italia è effettivamente un paese che non ci sta più con la testa. Cinque anni di Cavalier Banana in sella ci hanno ridotto ad una nazione sospesa tra il delirio populista sudamericano e la democrazia del raggiro statunitense. Da noi ormai illegalità ed ingiustizia sono talmente radicate nel tessuto sociale da apparire, al popolo stolto, quasi cose da difendere. Così ci arrabbiamo se ci tocca pagare le tasse invece di continuare ad evadere bellamente, ci va il sangue agli occhi se Lino Banfi fa una fiction su due lesbiche e invece trattiamo come un’eroina la tizia che adesso è a Buona Domenica grazie alla sua abilità nel sesso orale, sbraitiamo contro i giovani bulli senza accorgerci che sono figli nostri e che siamo stati noi a crescerli maleducati ed ignoranti e, soprattutto, non ci facciamo mai le domande giuste. MAI!
Siamo decisamente un paese impazzito.
Prendiamo il caso brogli. Il povero Deaglio, nel suo lavoro, ha detto una cosa semplicissima: – Guardate che c’è qualcosa di strano.
E qualcosa di strano effettivamente c’è. Anzi, visto che non amo parlare a vanvera pongo tre semplici domande, corredate da grafici per chiarezza. Seguitemi, sono molto semplici i quesiti ma richiedono un minimo di attenzione:

QUESITO NUMERO UNO: PERCHE’ LO SPOGLIO HA AVUTO UN ANDAMENTO PRATICAMENTE LINEARE?

Semplice, no? Considerando che i dati affluivano al Viminale in modo casuale è piuttosto bizzarro che si sia partiti col maggior divario possibile a favore dell’Unione e che questo si sia poi costantemente ridotto proseguendo con le operazioni, no? Per quale motivo i risultati dei primi seggi pervenuti sono stati così tanto favorevoli all’Unione ed i risultati degli ultimi invece via via più favorevoli alla Casa della Libertà? E’ questa una domanda che è giusto porsi oppure no?

QUESITO NUMERO DUE: PERCHE’ LE SCHEDE BIANCHE HANNO SUBITO UN TRACOLLO VERTICALE?


Anche questo è molto semplice. Perché in queste elezioni il numero di schede bianche è stato tra i più bassi della storia repubblicana? Perché un calo di schede bianche così radicale non ha alcun precedente dal dopoguerra ad oggi? Certo, è cambiata la legge elettorale, votare era meno democratico, senza le preferenze, ma di certo più semplice. Già, ma una scheda semplice rende più facile votare, quindi fa diminuire le nulle, non fa venir voglia di votare a chi la voglia non ce l’ha, no? E’ questa una domanda che è giusto porsi oppure no?

QUESITO NUMERO TRE: PERCHE’ IN TUTTA ITALIA LA PERCENTUALE DELLE SCHEDE BIANCHE E’ STATA MOLTO SIMILE?

Semplicissimo da capire. Perché, dopo anni in cui le percentuali di schede bianche subivano variazioni fortissime da regione a regione, all’improvviso tutti gli italiani hanno preso a comportarsi più o meno allo stesso modo? Perché in tutte le regioni la percentuale di bianche è compresa tra lo 0,8 ed il 2%? Perché la riduzione appare proporzionale ai comportamenti storici, ovvero è maggiore ove storicamente c’erano più bianche e minore dove ce n’erano meno? Strano, vero? All’improvviso calabresi e campani votano in massa, raggiungendo regioni che storicamente votavano pochissime bianche e dove, comunque, il numero di bianche diminuisce lo stesso, anche se di poco. E’ un po’ bizzarro tutto questo oppure no? E’ questa una domanda che è giusto porsi oppure no?

Domande, semplici domande, a cui la magistratura italiana pare non voglia dare risposta. Curioso poi che Deaglio sia stato incriminato e Berlusconi no. Non è stato forse il nano il primo a gridare ai brogli? Non è stato forse lui il primo a dire che il risultato doveva cambiare? Non è stato sempre lui a dire che c’erano un sacco di irregolarità a senso unico contro la Casa delle Libertà? Già, ma a lui niente interrogatorio, niente multa.
Quindi la giustizia italiana funziona così: se Berlusconi straparla e sbraita di brogli ai danni del centrodestra non succede niente, se Deaglio fa un’inchiesta evidenziando alcune stranezze e ipotizzando brogli ai danni del centrosinistra prima viene interrogato e poi inquisito.
Bella prova di equità, complimenti alla magistratura romana.

Ma ora veniamo alla fantapoltica:

Ieri sera è andato in scena a Matrix un orrido teatrino in cui Scajola e Di Pietro, benedetti da Mentana, hanno per tutta la durata del programma screditato Deaglio e sminuito la tesi dei brogli. Bene. Appare chiaro che la classe politica italiana, tutta, abbia deciso, a tavolino, che brogli non ci sono stati. Appare chiaro che tutti seguono questo copione.
Tutti tranne il nano che, prima di accasciarsi, sbrocca dicendo che i brogli li ha fatti il centrosinistra e che bisogna ricontare le schede di Calabria e Campania, chissà perché solo quelle poi.

Bene, alla luce di queste scene tristi io, che sono notoriamente un complottista dei più fantasiosi, avanzo un’ipotesi: i brogli li hanno fatti sia a destra che a sinistra, ma per ragioni diverse.
Seguitemi in questo parto della mia fantasia:
Ve la ricordate la campagna elettorale del nano? Fu matta e disperatissima. Cambiamento di legge elettorale, cambiamento di scheda, mani tese a tutti, dai nazisti agli squartatori di vergini, urla in faccia alla confindustria, coglioni che volavano, televendite sull’ICI, ve la ricordate o no? Ecco, il nano, secondo me, ha tentato anche la carta delle bianche trasformate in azzurre. Ha trovato il modo, da qualche parte nella catena di trasmissione dei dati, di intervenire e dirottare parte delle schede bianche su Forza Italia. Non chiedetemi quando e come, non è compito mio indagare. Sarebbe compito della magistratura, che non lo fa. Ora, secondo me, il nano voleva arrivare il più vicino possibile al centrosinistra, magari agguantare il pareggio, tentare la grande coalizione, di certo non sperava di rasentare la vittoria. Per infilare da qualche parte nella catena di trasferimento dei dati il suo trucchetto il nano si è inventato un diversivo, il famoso voto elettronico. Il voto elettronico, secondo me, non consentiva di fare i brogli, il voto elettronico ha solo permesso al nano due cose:
1) ha consentito a qualche uomo fidato di avere accesso a qualche sistema elettronico da ritoccare con la scusa dell’adeguamento alla nuova sperimentazione
2) ha permesso al nano di sapere come stavano andando le cose il giorno dello spoglio prima che lo sapesse il resto d’Italia
Già. Ma come stavano andando le cose, fortunatamente, lo sapevano anche i DS. Perché i DS avevano i loro uomini, le loro rilevazioni. I DS sapevano e, ad un certo punto, i DS hanno capito. Hanno capito che il nano stava tentando l’ennesima furbata, hanno capito, ci hanno pensato un po’, hanno mandato i loro deputati a presidiare le prefetture per “ripristinare il regolare andamento dello spoglio” e, per stare più tranquilli, hanno reso la pariglia al nano, “raddrizzando” un po’ le cose in quella Campania che nel frattempo si era fatta decisiva.

Oggi, cosa successe quella notte, lo sanno tutti, tutti tranne noi elettori. Tutti insieme i nostri politici hanno deciso che ormai va bene così, che si fa l’inciucino, che di brogli non si parla più, che bisogna tappare la bocca a Deaglio, il quale, poverino, ci è andato vicino ma non ha capito tutto.

Berlusconi ancora sbraita di brogli perché, si sa, lui i patti li rispetta soltanto finché gli conviene.

Le schede, tuttavia, non si possono ricontare. Se si facesse, se si ricontassero tutte, probabilmente si scoprirebbe che sì, ci sono molte più bianche di quanto si è detto e che sì, Forza Italia ha preso molti meno voti e che sì, in effetti, in Calabria ed in Campania anche il centrosinistra ha fatto qualcosa di losco.

Se non ci credete leggete queste dichiarazioni di Amato, leggetele come se fosse vero tutto quello che, fantasiosamente, vi ho raccontato:

“Il recente articolo, accompagnato da un dvd, che ha sconvolto i titoli dei giornali, se solo fossero stati seguiti i criteri di professionalita’ che la Reuters applica ai suoi giornalisti, non sarebbe mai stato pubblicato. E tutto questo sconvolgimento non ci sarebbe stato. Tutta la vicenda evoca un bisogno di professionalita’. Ed e’ anche singolare che una notitia criminis, desunta da un articolo, di un crimine commesso da altri nel giro di una settimana diventi notitia criminis nei confronti di chi quell’articolo ha scritto. Se sin dall’inizio fosse stata vagliata con maggiore ponderazione si sarebbe evitato questo giro di 360 gradi sulla vicenda”.

“Abbiamo deciso di fermare la macchina del voto elettronico. Nelle elezioni del 2006 e’ stato sperimentato solo come sistema di voto, e non di conteggio in un numero limitato di sezioni, in chiave di esercitazione e senza alcun rilievo ai fini delle votazioni giuridicamente valide e tantomeno per il conteggio. Adesso saremmo arrivati alla fase in cui decidere se continuare, passando dalla fase della sperimentazione a quella della generalizzazione, avvalendoci della via informatica anche per il conteggio, e’ ovvio: ebbene, abbiamo deciso di fermarci. Si tratta di un suggerimento venuto dagli stessi uffici del ministero, che io ho esposto al presidente del Consiglio con una mia opinione conforme alla perplessita’ degli uffici, perplessita’ convalidata dallo stesso premier. Sara’ il trionfo degli antenati, ma per uno della mia generazione non e’ nemmeno sgradevole. Teniamoci il voto materialmente espresso e fisicamente contato perche’ meno facile da taroccare, e non si possono innestare software”.

Già, caro ministro Amato, non ci sono stati brogli col voto elettronico però, in futuro, eliminiamolo, va, perché potrebbero essercene.

Geniale… quanto ridicolo.

E poi c’è chi dice che questo non è un paese impazzito!

25-11-06 Buy Nothing Day

CHI COMPRA VOTA
Votate ogni volta che fate la spesa,
ogni volta che schiacciate il telecomando,
ogni volta che andate in banca
sono voti che date al sistema.
(Alex Zanotelli, missionario)

Sabato 25 novembre 2006 è il:
BUY NOTHING DAY

GIORNATA MONDIALE DEL NON ACQUISTO

La campagna “La mia spesa per la Pace”, coerentemente con il suo intento di contribuire a costruire la Pace con scelte di consumo critico nella spesa quotidiana, invita a non fare acquisti per 24 ore sabato 25 novembre 2006.

Per un giorno non comprate nulla.

Fate un gesto simbolico, importante, che mostri come si può sfuggire all’imperativo del consumismo riappropriandosi di una fetta di tempo per fare cose diverse dallo shopping di massa
Che cos’è la giornata del non acquisto (Buy Nothing day)

Una giornata dedi cata a tutto tranne che alle compere, per rendere concreto il dissenso verso il consumismo e smascherare le bugie di chi usa ogni mezzo per convincerci che l’unica via per uscire dalla crisi è tenere alti i consumi.

Ci dicono “grazie” perché aumentando i consumi aiutiamo la nostra economia a risollevarsi. Ma i nostri consumi rappresentano il carburante per un sistema economico insostenibile, che aumenta le diseguaglianze, esaurisce le risorse, inquina la Terra.

Ci fanno credere che è meglio usare il tempo per fare acquisti, anziché dedicarsi alle relazioni, ai figli, a un buon libro. Siamo proprio sicuri che sia così?

Nel 1992 è stato lanciato il “Buy Nothing Day”, una giornata di disintossicazione per fermarsi a riflettere: un’occasione preziosa per mettere in discussione il nostro ruolo nel funzionamento del sistema e per scoprire come sia possibile divertirsi e stare bene anche senza comprare nulla.

Il “Buy nothing day” commemora le vittime delle politiche orientate alla massimizzazione dei consumi: dalle popolazioni del Sud del mondo deboli di fronte alla globalizzazione dei mercati, all’ambiente deturpato da rifiuti e inquinamento, alla colonizzazione dell’immaginario a opera di pubblicitari che propongono modelli di vita irrealizzabili per la maggior parte della popolazione del mondo. La giornata del non acquisto è un invito a “demarkettizzare” la nostra vita.

La giornata del non acquisto è un invito alla sobrietà e a ripensare alla solidarietà e alla gratuità quali componenti attive di un’economia sostenibile.

La giornata del non acquisto non è uno sciopero, e non è contro i commercianti.

La giornata del non acquisto vuole essere solo un piccolo passo verso un’economia più leggera, un’economia di giustizia, nella consapevolezza che il possesso di una grande quantità di beni non dà la felicità, ANZI.

Facciamo sentire il nostro peso: chi compra vota!

Per altre informazioni vedi:
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http://adbusters.org/metas/eco/bnd/ (sito di riferimento mondiale)
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http://www.bilancidigiustizia.it (sito della campagna “Bilanci di giustizia” nel quale si trovano iniziative e materiali sulla Giornata del non acquisto, tra i quali numerosi biglietti per la diffusione della campagna: “e se per un giorno non comprassi nulla?”, “No grazie, oggi consumo relazioni”, “Non compro… e sono felice”, ecc. vedi qui)
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http://www.terre.it/eventi/indici/77.html (sito di Terre di mezzo)

ATTENZIONE: la fondazione Banco alimentare onlus ha fissato nello stesso giorno l’annuale edizione della Colletta alimentare, iniziativa mediante la quale chi lo desidera può fare acquisti per i bisognosi, consegnandoli fuori dai punti vendita al personale della Colletta.

La campagna “La mia spesa per la Pace”, deplorando la sovrapposizione delle due iniziative, invita tutti coloro che sono intenzionati a partecipare alla Colletta alimentare ad acquistare i prodotti da destinare alla Colletta nei giorni precedenti il 25 novembre oppure ad effettuare gli acquisti il 25 novembre stesso, ma limitandosi solo alla merce da donare.

Vedi gli altri comunicati della Campagna …

Campagna “La mia spesa per la Pace”

info@lamiaspesaperlapace.it
www.lamiaspesaperlapace.it
Tel. e fax 029024617

A morte il tiranno

Stamattina guardavo Luca Giurato. Lo guardavo come si guarda un cane zoppo e rognoso che tenta con cipiglio di attraversare l’autostrada Firenze – Mare: con pietà.
Stamattina Luca Giurato parlava di pena di morte, nella fattispecie di quella per impiccagione comminata a Saddam Hussein, ex-dittatore che, chissà per quale motivo, anche adesso che si è prossimi a giustiziarlo tutti in occidente si ostinano a chiamare fraternamente per nome: Saddam.
Dunque Luca parlava di Saddam, ed in studio tutti con lui. Tutti a dire che via, che male c’è ad uccidere un uomo? Soprattutto poi se la legislazione irachena lo prevede. Che male c’è se, del resto, anche in paesi grandi e gloriosi come USA e Cina si pratica l’assassinio di Stato senza troppe remore?
Quel povero vecchio desideroso di stupire che è ormai diventato Sartori arriva a dire che, via, se la pena di morte esiste nella gran parte del mondo ci sarà un buon motivo, no? Rincara poi sostenendo che l’Europa è contraria, all’unisono, solo per fare una bella figura a buon mercato.

Beh, Sartori, Giurato, e compagnia cantante di aterosclerotici mattutini, sapete una cosa? non mi avete convinto per niente.

Sarò testardo ma resto convinto, intimamente convinto, che la pena di morte sia una barbarie inaccettabile.

E mi dispiace che la sua messa al bando, ciò che mi rende davvero fiero di essere europeo, venga ridicolizzata da una mediocre trasmissione mattutina per famiglie.

Uccidere è sbagliato, pur non credendo nel dio dei cattolici è sempre stato uno dei comandamenti ai miei occhi più sensato.