Pedofili ok, stupratori di suore anche… ma sposati proprio no!

Ahinoi, quello che temevamo è successo: Milingo è ufficialmente scomunicato.

MILINGO: VATICANO SCOMUNICA LUI E NUOVI VESCOVI SPOSATI

Il Vaticano condanna nel modo piu’ netto mons. Emanuele Milingo e i quattro sacerdoti sposati da lui consacrati illecitamente vescovi negli Stati Uniti. “Sia l’arcivescovo Milingo che i quattro ordinati sono incorsi nella scomunica latae sententiae, prevista dal canone 1382 del Codice di Diritto Canonico”, afferma oggi una nota della Sala Stampa della Santa Sede.

Quanto zelo, cara Chiesa Cattolica, quanto zelo quando non ce n’è alcun bisogno.

Oriana vola da Allah

“Piango la morte di un simbolo della cultura, dell’onestà intellettuale e della libertà. Piango chi, nonostante la propria malattia, ha previsto e denunciato i rischi del diffondersi del fondamentalismo islamico in mezzo a un mare di omertà e silenzio vigliacco”. Lo afferma in una nota il coordinatore delle segreterie della Lega Nord, Roberto Calderoli.

Se qualcuno, nel morire, guadagna un siffatto elogio funebre da cotanto ingegno, evidentemente in vita qualche indigeribile cavolata l’avrà pur detta.

Oggi schiavi

Qual è quel paese dove, quando arrivi, vieni obbligato a lavorare, vivi in tuguri senza acqua in preda alle malattie, il padrone esige una ragazza da violentare per permetterti di lavorare, non ti viene consetito nemmeno di mangiare e i pochi soldi che ti danno ti vengono sottratti?

Qual è quel paese dove, se provi a ribellarti anche solo per poter sopravvivere, puoi venire ucciso e il tuo cadavere non verrà mai più trovato o identificato?

Qual è quel paese dove non puoi rivolgerti né ai medici né alle autorità, perché sono tutte colluse con il padrone che ti schiavizza?

1) Cina

2) Italia

3) Russia

Per vergognarsi di vivere in questo paese, cliccare sulla risposta giusta.

L’omertà è un omicidio.

Il Cielo di Beslan

Fa sempre bene vedere quello che normalmente nessuno ci fa vedere.
Abbiamo ricevuto in redazione la segnalazione di un’installazione fotografica che volentieri giriamo a tutti i nostri lettori:

NICOLAJ PENNESTRI

“Il Cielo di Beslan”

PASTIFICIO CECERE

Via degli Ausoni, 7 – 00185 Roma

Inaugurazione martedì 5 settembre ore 19.30

5 settembre – 20 settembre 2006

A due anni di distanza dalla tragedia avvenuta nella scuola n°1 di Beslan, in Ossetia, nel sud della Russia, la Fondazione Pastificio Cerere presenta oggi un progetto di Nicolaj Pennestri dal titolo Il cielo di Beslan.

Nel luglio 2005 Nicolaj, insieme ad altri due artisti, a seguito di un’iniziativa della Protezione Civile Italiana e con il sostegno della Fondazione Pastificio Cerere stessa, è stato inviato in Ossezia del Nord, per realizzare delle opere per l’ospedale Pediatrico di Vladikavkaz, (Beslan) ospedale ristrutturato in aiuto ai bambini superstiti.

Nicolaj Pennestri presenta una installazione fotografica dal significato forte per rivelare e raccontare le sue emozioni.

Il lavoro si divide in due parti concettuali.

Nel cortile della Fondazione viene presentata una installazione con dei fili elettrici sospesi in aria che alimentano delle lampadine che rappresentano le vittime della tragedia. Soltanto alcune sono illuminate. Come le anime dei bambini volate in cielo. Altre lampadine sono legate a dei sacchi di plastica colmi d’acqua. Colmi di quella sostanza che ha fatto disidratare il futuro di un paese del bene più prolifico: i propri figli.

All’interno della Fondazione viene ricreato un percorso immaginario, una sorta di sentiero geoemotivo, costruito da foto del cielo che veste le montagne di Beslan, isolandola tra i boschi fino ad arrivare alla scuola N°1. E’ come se le mura della scuola fossero ancora in piedi a testimonianza del fatto, che una semplice foto, può essere più forte di tante parole effimere soffiate sul cielo di ogni paese del mondo.

All’inaugurazione parteciperanno tra gli altri Carlotta Miti, Paolo Romano, Ivan Bacchi,Tania Zamparo, Giorgio Borghetti, Alessia Tomba, Enrico Loverso, Cristina Moglia, Luca Calvani, Livia Vitale

Nel corso dell’iniziativa verrano raccolti fondi a favore del Centro Provinciale G. Fregosi – Tetto Azzurro di Roma, Centro Polifunzionale per la Diagnosi, il Trattamento e l’Accoglienza dei bambini in situazioni di maltrattamento e abuso, affidato dalla Provincia di Roma in gestione a S.O.S. Il Telefono Azzurro ONLUS.

special fund REVIVAL OF BESLAN

Amarena company

Telefono Azzurro

ASL de L’Aquila: cazzo, complimenti!

http://www.infolav.org/home/5079.htm

Randagio catturato e poi morto (L’Aquila)
31/08/2006-
Resi noti i risultati del rapporto di prova parziale, relativo all’esame
anatomo-patologico di Sebastiano, il cane randagio morto in circostanze
misteriose durante la cattura da parte di veterinari e tecnici del Servizio
Veterinario ASL di L’Aquila.
Le Associazioni animaliste, in attesa di sporgere formale denuncia,
pretendono da parte degli organi amministrativi competenti che sia fatta
chiarezza al più presto.

In seguito al drammatico episodio, avvenuto il 31 luglio 2006 nei pressi
dell’ufficio dell’INPS di L’Aquila, che ha portato alla terribile fine di
Sebastiano, incrocio di pastore abruzzese catturato dal personale del
Servizio Veterinario ASL solo per aver “infastidito” una cagnetta padronale
in calore, sono pervenuti i primi risultati dell’esame necroscopico eseguito
dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo.

Dalla visione del referto si evince la presenza di ferite
contusive-compressive all’asse del collo, lesioni multiple di presumibile
natura traumatica e una grave emorragia interna, che palesano un ragionevole
dubbio sul trattamento al quale sia stato sottoposto il cane nelle varie
fasi della cattura, al punto da provocarne la morte.

Il dato ormai certo comunque è che il cane è transitato dal marciapiede
(dove dormiva inerme) al furgone della ASL Veterinaria per ritrovarsi,
infine, all’interno di un secchio della cella frigorifera della medesima
struttura, annegato in una pozza di sangue, scavalcando suo malgrado tutte
le tappe sancite dalla Legge.

Pertanto, le associazioni LAV, Animalisti Italiani, LEAL, Lega Nazionale per
la Difesa del Cane, chiedono al Sindaco della Città, al Prefetto, alla
Presidente della Provincia di L’Aquila, al Presidente della regione Abruzzo
e all’Ordine dei Medici Veterinari di L’Aquila:

- che sia avviata in tempi brevi un’inchiesta ufficiale che chiarisca la
dinamica dei fatti;
- che, una volta identificati i veterinari ed i tecnici del Servizio
Veterinario ASL responsabili dell’accaduto, siano presi immediatamente tutti
i provvedimenti previsti dalla legge ed eventualmente, anche il sollevamento
dall’incarico ricoperto;
- che siano chiarite eventuali responsabilità della dirigenza del Servizio
Veterinario di Sanità Animale della ASL n.4 dell’Aquila – Dipartimento di
Prevenzione, il cui operato è già oggetto di un procedimento penale in corso
per episodi analoghi;
- che sia predisposto un nuovo piano di controllo dell’emergenza randagismo
che preveda una rinnovata e proficua collaborazione fra Associazioni
Animaliste e Enti all’uopo preposti dalle normative vigenti, attraverso l’istituzione
di un tavolo di lavoro permanente sul randagismo, nonché l’assunzione di
nuovo personale in grado di svolgere le proprie funzioni istituzionali e
collaborare fattivamente con gli altri enti interessati.

E’ fondamentale che chi gestisce un servizio veterinario pubblico, allo
scopo di tutelare insieme valori fondamentali quali la salute dei cittadini
ed il benessere degli animali, agisca sempre rispettando i criteri della
massima legalità e trasparenza come sancisce l’art. 96 della Costituzione.
Si chiede, inoltre, che il Sindaco di L’Aquila vigili sulla popolazione
canina residente nel territorio comunale, affinché sia ristabilito al più
presto in città un più corretto e sereno rapporto fra uomo e animale e
perché simili azioni non abbiano a ripetersi in futuro.