ESPIRITU MAYA UN VIAGGIO TRA MISTICISMO E TRADIZIONI DEL GUATEMALA NELLE FOTOGRAFIE DI LUCA RINALDINI

Riceviamo e pubblichiamo:

Sarà inaugurata venerdì 23 novembre alle ore 18.00 al Centro Culturale Candiani la mostra Espiritu Maya. Guatemala tra misticismo e tradizioni Fotografie di Luca Rinaldini visitabile fino al  23 dicembre 2012.

 

Misconosciuto perché ininfluente sullo scacchiere internazionale il Guatemala – come afferma Lucia Bonato, docente di Italiano all’Università di San Carlos de Guatemala – in questo 2012 si è imposto con prepotenza a un immaginario collettivo che, sapientemente orchestrato, ha trasformato antiche previsioni astronomiche in apocalittiche profezie.

Con il solstizio d’inverno, il 21.12.2012 si conclude infatti  l’Oxlajuj Baqtun, un’era lunga oltre 5000 anni, che il calendario maya della “cuenta larga” ci rivela aver avuto inizio nel 3114 a. C.

Come ogni sibillino vaticinio lanciato attraverso i secoli, questa data offre varie chiavi interpretative: da un lato tuonano le sinistre visioni della fine del mondo, anticipata e seguita da disastri epocali che la natura, tra maremoti, eruzioni vulcaniche e passaggi di uragani non si stanca di offrire copiosamente; dall’altro qualche voce isolata ricorda che, secondo gli antichi maya, il singolare allineamento degli astri darà invece inizio ad un rinnovamento foriero di pace, armonia e sviluppo.

E così, tra lo spettro di una fine apocalittica e il miraggio di un inizio new age, questo piccolo Paese dal cuore grande continua ad essere un ossimoro palpitante i cui profondi contrasti sembrano suggellare un destino tormentato e inevitabile.

A fronte di un’uniformità che in Occidente avanza a passi da gigante, azzerando le differenze in nome di una qualità della vita che si avverte talora come un giogo, il Guatemala offre un paesaggio naturale, spirituale e umano sempre più raro, con lo spettacolo sontuoso dei vulcani affacciati sul lago e all’esplosione festosa di colori che attraversa le stagioni in un mondo che stupisce, affascina e soggioga.

 

Evento collaterale alla mostra l’incontro con Massimo Novarin ,  Sugli altipiani del Guatemala in programma martedì 27 novembre, ore 18.00 organizzato in collaborazione con Dodici Lune viaggi e il finissage, venerdì 21 dicembre alle ore 18.00, I fortunati che si affacciano ad un nuovo mondo con Patrizia Tondini  presidente dell’Associazione Pachamama, l’astrologa karmica Sara Pompanin e le animazioni musicali con la marimba di Kikki Delli Santi.

 

Espiritu Maya. Guatemala tra misticismo e tradizioni                                                 Fotografie di

Luca Rinaldini                                                                                                                 

Centro Culturale Candiani

 

Inaugurazione mostra venerdì 23 novembre, ore 18.00

 

sala Paolo Costantini terzo piano                                                                                                 ingresso libero

SUCCESSO DI PUBBLICO AL CINEPORTO DI LECCE PER LA MOSTRA “TINA MODOTTI. FOTOGRAFA E RIVOLUZIONARIA”. L’ESPOSIZIONE SARA’ VISIBILE FINO AL 14 DICEMBRE 2012.

Riceviamo e pubblichiamo:

GRANDE AFFLUENZA DI PUBBLICO AL CINEPORTO DI LECCE PER LA MOSTRA “TINA MODOTTI. FOTOGRAFA E RIVOLUZIONARIA”. L’ESPOSIZIONE, CURATA DA REINHARD SCHULTZ, COMPRENDE UNA SELEZIONE DI 80 OPERE DELL’ARTISTA E SARA’ VISIBILE FINO AL 14 DICEMBRE 2012.

 

“La fotografia per il fatto stesso che può essere prodotta soltanto nel presente e sulla base di ciò che oggettivamente esiste di fronte alla camera, si impone come il mezzo più soddisfacente per registrare la vita oggettiva in tutte le sue manifestazioni; da ciò il suo valore documentario, e se a questo si aggiunge la sensibilità e la comprensione del problema e soprattutto un chiaro orientamento sull’importanza che deve assumere nel campo dello sviluppo storico, credo che il risultato meriti di occupare un posto nella rivoluzione sociale a cui tutti dobbiamo contribuire”. In questa frase di Tina Modotti c’è, forse, il senso della sua opera fotografica.

 

Sta ottenendo una straordinaria affluenza di pubblico la mostra “Tina Modotti. Fotografa E Rivoluzionaria” allestita al Cineporto di Lecce, visibile fino al 14 dicembre 2012. L’esposizione, curata da Reinhard Schultz con la collaborazione della Galerie Bilderwelt di Berlino (fotografie di Tina Modotti) e il Center for Creative Photography di Tucson, Arizona, comprende una selezione di 80 opere dell’artista dal 1923 al 1930. La maggior parte delle opere riguarda il periodo messicano dell’artista, mentre la serie dei ritratti di della Modotti riguarda, invece, il periodo di Los Angeles e sono firmati da Edward Weston, inclusa anche una foto del periodo hollywoodiano sul set del film “The tiger’s coat”. Nel corso dell’inaugurazione sarà proiettato il film “Tina in Mexico” di Brenda Longfellow.

 

D’indole ribelle, proletaria per nascita, Tina Modotti (Udine, 17 agosto 1896 – Città del Messico, 5 gennaio 1942) appartiene a quella generazione di artisti che hanno intrecciato i fili dell’impegno sociale alle cause che, nella prima metà del XX secolo, hanno condotto a nuovi modi di intendere la ragion d’essere dell’uomo contemporaneo. Attrice di teatro e cinema, fotografa, rivoluzionaria, passionaria perseguitata, musa di grandi artisti come Pablo Neruda, modella dei pittori naturalisti messicani David Alvaro Siqueiros e Pablo Rivera, figura controversa dai molti nomi e dalle molte vite, la Modotti ha avuto una grande vera passione: la fotografia. Prima messa al servizio degli ideali sociali e  poi sacrificata per la lotta politica, rivelatasi quando aveva vent’anni grazie a Edward Weston, il maggior fotografo dell’epoca che l’amò e ne fece la sua musa.

 

Una donna dalla vita intensa e scandalosa per il costume dell’epoca, in largo anticipo sui tempi. È stata il simbolo della nuova condizione femminile del Novecento, sulla strada dell’emancipazione e della liberazione sessuale. Di recente la sua figura è stata sempre più spesso al centro dell’interesse sia degli studiosi che del vasto pubblico degli appassionati non solo in Italia, dopo anni di oblio.

 

“L’opera della Modotti –scrive Blanca María Monzón nel saggio “Tina Modotti, sujeto historico” - è un paradigma della fusione tra la cultura rivoluzionaria messicana e l’estetica fotografica d´avanguardia. A tutto ciò si legarono gli ideali di uguaglianza proposti dal socialismo, la sensibilità d’artista e la capacità di sentirsi un soggetto fortemente implicato nelle dinamiche sociali; questi furono in generale gli aspetti che apportarono un “senso” alla sua vita”.

 

La mostra, allestita il 21 settembre scorso (visibile dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 20 e la mattina dalle 10 alle 13) è realizzata con al sostegno della Regione Puglia -Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo-, in collaborazione con la Fondazione Apulia Film Commission e Cineporti di Puglia (Lecce).

 

La parmigiana e la rivoluzione.

Riceviamo e pubblichiamo:

In Salento, in Puglia, in ogni sud del mondo, la frittura è metafora di una condizione collettiva di oltrepassamento dello stato di povertà per assurgere per un istante a strumento di rivolta, emancipazione dai bisogni, conquista del potere.

http://www.donpasta.com/2012/10/30/la-parmigiana-e-la-rivoluzione/

http://www.facebook.com/pages/Don-Pasta/112328748777331?bookmark_t=page

donpasta
La Parmigiana e la Rivoluzione.
Fritture ed altre pratiche militanti
da febbraio. Stampa Alternativa

8 novembre. Roma. Nuovo Cinema Palazzo

http://www.nuovocinemapalazzo.it/event/don-pasta-la-parmigiana-e-la-rivoluzione/

11 novembre. Paris. New Morning. Festival Poesir.http://www.poesir.org

18 novembre. Toulouse. Bakelite

24/25 novembre. Barcelona. Antic Téatre.

Donpasta prova i suoi nuovi testi sulle fritture, le militanze, la
democrazia a tavola, le resistenze nelle campagne.C’è un legame forte  tra il rock’n’roll e le cucine delle nonne, i Rolling
Stones e la porchetta. Entrambe servono per far festa, per proteggersi
facendo comunità, per resistere al cattivo mangiare e alle aberrazioni del
mondo del cibo.
Per farlo servono fritture, parmigiane, mixer, vinili, vino buono, sorrisi
e tante pratiche di
resistenza.
Donpasta in questi anni è andato in giro a conoscere gente che sapesse far
bene la festa e far da mangiare con passione. Ha trovato e raccolto storie
belle, di gente coraggiosa, ha rubato ricette a nonne e galeotti, le ha
raccontate a bambini e migranti.
Una riflessione filosofica sulla cucina popolare (antitetica alla cucina
dei cuochi VIP e di quella di plastica delle TV), perché le tante pratiche
che si incontrano di resistenza legate al cibo (GAS, progetti in prigione,
vini naturali, etc…) stanno cambiando totalmente il paradigma culturale
legato al cibo.
Cucinare è un atto politico e a tavola la forchetta va sempre messa a
sinistra.