La strategia comunicativa di destra

BASTA!

Ve ne rendete conto, vero?
Lettore qualunque che leggi questa pagina per caso, tu lo sai ormai, vero?
Sei consapevole che questi uomini della nuova destra hanno sposato ormai la pessima, subdola, sputorata stategia comunicativa del signor Silvio Berlusconi?
Il caposaldo di questa strategia è la menzogna e il raggiro della gente distratta. Spesso funziona. La campagna elettorale 2001 si basava sul “pericolo comunista”. Oggi basta ancora meno. Basta negare, accusare, ribaltare. Sono certo che a tutti i parlamentari vengono fatti briefing a mo’ di addestramento del personale (un imprenditore è ben esperto di questo genere di iniziative, le convention di Forza Italia lo dimostrano) che pongono l’enfasi su questi 3 capisaldi: negare, accusare, ribaltare.
Riporto ora un esempio che potrete verificare osservando, per esempio, le argomentazioni usate per difendersi dagli esponenti della CdL Alfredo Mantovano ed Enrico La Loggia in una delle ultime puntate di Ballarò, che riguardava le ultimi, peggiori trovate della CdL: legge ex-Cirielli per il taglio delle prescrizioni, per la gioia di previti, legge proporzionale ad-hoc per limitare i danni di una probabile sconfitta l’anno prossimo e anche i tagli dell’ICI a tutti gli immobili cattolici.

Negare

Tesi: La legge ex-Cirielli è ad-personam, per Previti e i vostri amici farabutti.
Innanzitutto negare, negare oltre ogni decenza, negare anche l’evidenza.
La Loggia nega. Non è vero! E’ un ottima legge.
Testimonianze di addetti ai lavori e dello stesso Cirielli che da iniziale autore l’ha misconosciuta, rendono impossiible proseguire su questa strada. Notate che se non ci fossero stati questi interventi come, per esempio, potrebbe accadere in un qualsiasi salotto di Vespa, già questa strategia poteva essere sostenibile e sufficiente. Purtroppo a Ballarò, che ancora cerca di mettere in difficoltà l’interlocutore anche quando è di destra, sono costratti a passare al secondo passo della loro strategia.

Accusare

La Loggia accusa: ma voi di sinistra nel vostro governo non avete fatto niente e poi questa legge si basava su un provvedimento già proposto da un governo di sinistra.
Già qui lo spettatore si perde, nella maggior parte dei casi non ha mezzi\voglia di verificare le afferamazioni, che spesso sono anche falso. L’inettitudine diffusa degli esponenti di sinistra che partecipano normalmente ai dibattiti è un punto di forza in questa cose. Molto spesso non capiscono che vengono presi in giro, stanno al gioco e negano a loro volta o si adirano, terminando in una polemica che non mostra la verità. A volte però questo non è sufficiente, perchè la legge è palesemente indifendibile e anche questi sotterfugi non hanno presa. Anche un bambino riuscirebbe a metterli alle corde, quindi gli interlocutori di sinistra ci riescono (a fatica). A questo punto scatta il jolly, la strategia finale che solo l’arroganza e la sfacciataggine di Berlusconi poteva rendere normalità. Negare l’evidenza, ribaltando le accuse sull’altra parte, anche quando questo è palesemente falso.

Ribaltare

Ribaltare le accuse. A questo punto è chiaro che non è più possibile dire nemmeno un briciolo di verità. La strategia impone dunque di accusare l’avversario delle PROPRIE malefatte. Ovviamente queste è spesso possibile solo con una gran faccia tosta, prescindendo in toto da dati reale. Per esempio:
Voi di sinistra state sostenendo una legge che non rappresenta la volontà popolare (parlando della riforma proporzionale). Semplicemente falso. Voi di sinistra fate leggi ad-personam (parlando della par-condicio, che Berlusconi vuole abolire per provare di nuovo a rincoglionire il paese con 5 spot elettorali al minuto). Voi a sinistra avete in mano la comunicazione e le televisioni. E vai all’infinito. Ripetendo queste falsità in ogni occasione (fateci caso, accade SEMPRE), il polo di difende dalle critiche delle peggiori truffe perpetrate contro lo stato e i cittadini. E’ semplicemente scandaloso.

Notate anche come la stessa strategia possa essere sfruttata anche per mistificare e distogliere l’attenzione dal suo utilizzo. E’ un periodo brutto per Silvio, forse perderà e ancora non ci è dato sapere se hanno distrutto a sufficienza questo sistema tanto da permettere al suo esagerato potere di resistere anche a una sconfitta politica. Per questo motivo, e per le scandalose leggi che ha riservato il polo per fine legislatura, questa strategia è usatissima negli ultimi giorni. Ecco perciò una recente dichiarazione di Silvio:

“Quando fu approvata la riforma della scuola la sinistra scatenò una campagna che ci accusava di aver abrogato il cosiddetto ‘tempo pieno’. Non era vero, ma stampa e televisione presero per buona questa affermazione senza neppure verificarla e fummo costretti per mesi a difenderci da questa falsa accusa. E’ questo il metodo abitualmente adottato dalla sinistra: quello di ripetere continuamente una menzogna sino a farla apparire verità.”

Questo lo dice il padrone della gran parte dell’informazione in italia, giornali, televisioni, che ha il potere di farsi ascoltare dalla quasi totalità dell’elettorato e va da anni ripetendo che i mezzi d’informazioni sono coalizzati contro di lui. Lo ripete continuamente, finché il pubblico non si abitua alla menzogna e l’accetta come verità.

Vi rendete conto del livello di disonestà che raggiungono questi farabutti, vero?

Dittatori Disperati (Desperate GardenDwarfs)

Le tende pesanti lasciano filtrare pochissima luce nella stanza ricolma di ninnoli e simboli di una levatura tanto affannosamente braccata quanto mai raggiunta.
Il Presidente del Consiglio è piccolo e rannicchiatto, quasi in bilico sull’orlo dell’enorme poltrona in pelle. Sono arrivati i sondaggi di Pagnoncelli. Silvio mette i suoi occhiali, quasi a volerci vedere meglio, quasi non credendo a quanto letto un istante prima. Odia, quegli occhiali, lo fanno sembrare anziano.
In piedi, vicino alla finestra, Pierferdinando scosta le stoffe e guarda fuori, lontano. Cerca forse l’amico, quello che ha detto basta, quello che ha ritrovato la dignità, quello che non c’è stato più. Lo cerca nelle finestre di fronte, lo cerca per strada, niente.
Un raggio di freddo sole autunnale raggiunge le pupille irritate di Silvio.
- Chiudi.
Pierferdinando si gira di scatto tenendo ancora con la mano una tenda discosta dall’altra, ha le sopracciglia aggrottate e il grugno infantile teso nella buffa espressione che gli vien fuori quando vuole esprimere disappunto.
- Per favore, – aggiunge Silvio, stancamente.
- Che dicono?
Qualche secondo di grave silenzio contrappuntato soltanto dai rumori del distante traffico cittadino.
- Quattro e mezzo, forse cinque sotto.
Pierferdinando torna a guardare fuori.
- Ma questo Pagnoncelli è dei loro, vero? E’ comunista, no?
- Silvio, i sondaggisti li paghiamo tutti noi. Siamo i proprietari o i migliori clienti di ogni singolo istituto. Tutti i sondaggi sono pure aggiustati, va anche peggio di quel che ti dicono.
- Ma mi avevate assicurato che tornando indietro al proporzionale avremmo recuperato.
- Infatti, prima eravamo spacciati, adesso almeno perdiamo con una parvenza di dignità.
Silvio stringe il foglio nel pugno e lo accartoccia di scatto, poi comincia a strapparlo a due mani. Pierferdinando continua a guardare fuori.
- Silvio, smettila.
- IO NON VOGLIO PERDERE!
- Piantala.
- Deve esserci un modo, DEVE ESSERCI UN MODO!
- Non c’è, gli italiani ti odiano. Le primarie sono state un successone, Prodi ha fatto il record di ascolto a Porta a Porta, Celentano ha fatto il 50% di share inneggiando alla libertà, per strada tutti parlano male di te.
- Non ci credo, NON VI CREDO. Quando parlo ai congressi io vedo solo gente che mi vuole bene e che applaude ad ogni mia parola.
- Silvio, li paghiamo.
- Co… cosa?
- Dai, Silvio, lo sai benissimo.
Il piccolo uomo si alza di scatto e cammina veloce, ha il fuoco negli occhi. Arriva alla finestra e prende l’altro per un braccio, negli strattoni gli rimane in mano soltanto la stoffa della giacca ma lui non molla e la stringe forte tra le dita:
- DOVETE SMETTERLA! Voi non siete niente, non siete niente. VOI DOVETE PENSARE QUELLO CHE PENSO IO! Ed io non voglio perdere. Non posso perdere. Non posso. Avete voluto il proporzionale, ve l’ho dato anche se tutta Italia era per il maggioritario, quelli della Lega hanno voluto la devolution e gliel’ho data anche se tutt’Italia è per l’Italia unita, Previti mi ricatta e mi dice che devo tirarlo fuori di galera, ed io lo tirerò fuori dalla galera anche se tutt’Italia vuole i delinquenti in carcere. TI CHIEDO SOLTANTO DI FARMI FARE TUTTI GLI SPOT CHE VOGLIO E TU MI DICI NO? TU DICI NO A ME? MA IO VI DISTRUGGO, A TE ED A TUTTA L’UDC, IO VI ANNETTO, VI ASSORBO, IO VI COMPRO!
- Silvio…
- IO VI COMPROOOOO
- Silvio dai…
- VI COOOOOMPROOOOOOOOOO!!!

Uno schianto e un tonfo.
Tutto quello che accade. Pierferdinando non si rende nemmeno conto. Non sa da dove è partito l’ordine che ha raggiunto il suo braccio, quell’ordine di strapparsi via dalle grinfie del piccolo uomo urlante. Non sa da dove è partito il comando alla sua mano, quell’imperativo volto a farla distendere ben aperta ed a farla saettare veloce nell’aria, dal bordo del busto alla faccia dell’altro.
Un sonoro schiaffone, tutto quello che accade.
E dopo Casini in piedi, appena spettinato ma in piedi, e Berlusconi rovinato al suolo, incredulo, con gli occhi colmi di lacrime di stizza e rabbia avvelenata.

Casini si rimette a posto, si passa una mano nei capelli, si volta e guarda fuori. Marco è giù in strada.
Marco alza la testa come guidato da un’antica telepatia, lo vede, alza la mano e lo saluta, sorridendo.
Pierferdinando ricambia, saluto e sorriso.

Prende il cellulare dalla tasca interna della giacca.
Compone un numero:
- Bruno?
- Sì…
- Chiama l’Ansa… digli che è caduto il governo.

L’ultima cosa che Tabacci sente prima che la chiamata si interrompa è qualcuno che urla: – NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!

[P.S. Ahimé, ogni riferimento a cose e persone realmente esistenti è puramente casuale. Casini non avrà mai le palle, purtroppo]

Solo con te vinciamo

Era la fine dell’estate 2002 quando con un amico si sfrecciava allegramente sull’Autosole di ritorno dal mare. Più o meno all’altezza di Modena vediamo sulla corsia di sorpasso una berlina blu preceduta da un altro paio di macchine nere, delle quali una aveva anche la sirena sul tetto. Incuriositi e già pronti al peggio, approfittiamo di un incolonnamento per affiancarci e sbirciare
l’identità del politico scortato: “cazzo ma quello è Prodi!”. Non so esattamente perché, ma vederlo seduto lì dietro, tutto indaffarato in maniche di camicia e al cellulare, ci fece un effetto di grande fascino, e provammo subito il desiderio infantile di salutarlo, di dirgli qualcosa. Ci affiancammo nuovamente e ci sbracciammo col massimo sforzo possibile per farci notare; Romano ci vide e dopo qualche istante, a metà fra lo stupore e la gioia contraccambiò i nostri saluti. Ci affiancammo una terza volta e in quest’occasione ci salutammo tutti e tre vigorosamente col pugno della mano sinistra chiuso, sorridendo, quasi esultando per non si sa bene che cosa. Fu allora che il mio amico prese un sacchetto del pane, me lo passò e mi disse “scrivi qualcosa, la prima cosa che ti viene in mente”. Il ricordo della sconfitta del 2001, arrivata in quel modo con Rutelli “o bell’ guaglione” era ancora vivido, l’amarezza aveva da poco iniziato a tramutarsi in rabbia per gli avvenimenti legati alla nuova classe dirigente. Scrissi “solo con te vinciamo”. Ruffiano, ultrà della curva sud, quello che volete, ma alla fine lo scrissi e schiacciai pure il sacchetto contro il finestrino, in attesa che Prodi lo leggesse. Quando vide il sacchetto, fece un sottile sforzo per vedere cosa c’era scritto e una volta letto scoppiò a ridere e ci fece un gesto come a voler significare “eh, magari!”. Forza Romano, facci gridare presto che forse non avevamo tutti i torti.

Antidoti/Antiemetici 2.0

Mi sento così magnanimo e così poco desideroso di abbandonarmi ai soliti conati che Vi scodello un’altra playlist. Questa roba mi tiene vivo. Da iniziare ad ascoltare da metà, o dal fondo, o dall’inizio.

* White Rose Movement: Love Is a Number
* Gwen Stefani: Cool (Photek Remix)
* Tiga: You Gonna Want Me (Isolée In-My-Bee Remix)
* Sono: A New Cage (Extended)
* Agoria: Les Beaux Jours
* Abe Duque: Ban
* Coburn pres. Dumb Blonde: We Have the Technology
* Death From Above 1979: Black History Month (Alan Brake and Fred Falke Remix)
* Vetosilver: When You’re With That Girl
* The Organ: Brother

Buone Cose

Istinto primario

Cammino e canticchio tra me e me:

Generalmente mi ricordo
una domenica di sole
una giornata molto bella
un’aria già primaverile

in cui ti senti più pulito
anche la strada è più pulita
senza schiamazzi e senza suoni

chissà perché non piove mai
quando ci sono le elezioni.

Ah, che bello. Che bello il seggio nel bar, che bella la fila, che belle le bandiere, che bello il fiume, che bello l’asilo, che bello il militante e che bello il professore, che bello l’impegnato e che bello il fricchettone, che bello il Che Guevara e che belle signorine (le ragazze di sinistra sono tutte troppo più belle, si sa).

Che belli i figli e che belli, nel complesso, i bambini che gironzolano qua intorno assime ai genitori. Che belle queste persone, queste persone vere, queste che le tocchi, queste che ci sono e non le freghi più.

Berlusconi, suca.

Che belli i vecchietti e le vecchiette, e che belli tutti, tutti quelli che cacciano pure un euro per dire la loro, per dire che ci sono, per dire che, quando si voterà, voteranno bene, loro, non come gli altri, non come i fessi col cervello fritto dalla tv, non come i ladri che evadono ed aspettano i condoni, non come i fascisti, non come i predoni. Ed hai voglia a dire che i diritti li dà qualche dio, i diritti se li prende l’uomo libero, e se li prende e basta, con buona pace di chi vuole controllare la vita altrui, con buona pace dei tiranni e delle religioni.

Ratzinger, suca.

Oh, voteranno bene, sì, lo firmano pure.
Dicono siano più di due milioni, io guardo questa fila e ci credo, e sono contento di quanto siano tutti gentili ed educati.

E se laggiù dalle mie parti la ‘ndrangheta ammazza ad un seggio una persona onesta, stiano tranquilli anche loro, non regneranno per sempre, sarà libera anche la Calabria un giorno, oh, sì che lo sarà, sarà la gente a prenderli a calci in culo.

Mafia, suca.

Ma più di tutti deve sucare chi più rosica, è chiaro:

Silvio: – Prodi ha un solo modo per vincere le elezioni: far votare solo quelli della sinistra, proprio come ha fatto oggi
Romano: – Stia zitto. Ma non ne ha avute abbastanza oggi!?

Ehi, Silvio, lo senti il tempo che scorre, eh?

Ogni scusa è buona per sparlare del Cicciopanzo nazionale.

È chiaro che se in Italia a insegnare giornalismo e comunicazione ci si mette gente come il Cicciopanzo i risultati siano questi, inutile lamentarsi.

Un crollo improvviso blocca sottoterra sei ragazze impegnate in un’avventurosa spedizione speleologica. L’unica speranza è trovare un’altra uscita che le riporti verso la libertà. Cieche nel labirinto delle grotte sotterranee, le ragazze si rendono conto che oscure presenze le seguono nell’ombra…

Cioè, più che il comunicato stampa di presentazione di un nuovo film (The Descent) sembra una metafora a sfondo sessuale per descrivere un lesboporno d’autore con protagoniste 6 pornostar (il numero 6 – non dimentichiamocelo – nella smorfia napoletana sta a indicare “la cosa che guarda a terra”, a buon intenditor…) che, impossibilitate a sfogare “naturalmente” i propri bassi – ma giustissimi – istinti (l’avventurosa spedizione speleologica) causa ciclo mestruale (il crollo improvviso: tutte e sei insieme, eh sì), si dovranno arrangiare liberamente con ben altro orifizio (l’altra uscita/grotta sotterranea), ove – essendo assai inesperte (cieche) – dovranno purtroppo affrontare ben più consistenti problemi (le oscure presenze)… soprattutto se avranno mangiato fagioli, aggiungerei io.

Però quasi quasi per l’anteprima ci faccio un pensierino… ma solo se ci saranno le sei pornostar in sala ovviamente!

Repubblica privatizzata

Purtroppo io ed i redattori ancora non siamo abituati ad usare questo blog come si deve, capita quindi che talvolta discussioni fondamentali restino confinate nelle nostre mail private. Come è facile intuire non posso permettere una cosa del genere e quindi, nel pieno rispetto dello spirito bolscevico che mi anima, senza chiedere nemmeno il loro permesso sputtano tutto qui, sicuro di fargli cosa gradita.

[La verità è che ieri stavo cercando le parole giuste per descrivere il mio stato d'animo di fronte al golpe papocchio del centrodestra e, fortunatamente, le ho trovate in redazione, fra i miei disperatissimi amici. Scrivo che non sono informati del mio proposito delatorio esclusivamente per salvaguardarli in tribunale, si sa che in Italia quando le brave persone scrivono un po' di cose vere vengono puntualmente querelate dai delinquenti]

La discussione comincia ieri pomeriggio, durante le dichiarazioni di voto alla camera:

Io: – Ah, sto guardando in tv la nazione che muore e sono pervaso da una tristezza indicibile.
Lego: – Tu ti stai facendo male, tanto si sa come sta andando. Io sto consultando le pagine gialle alla voce “ambasciate”.
Sara: – Io non riesco proprio a scegliere, tu come stai messo? Ah, ma non incitavi alla resistenza armata in patria?
Lego: – Oh, Union Jack direi. Fammi organizzare un governo in esilio, trovare i finanziatori e mercanti d’armi di sinistra.
Io: – Dio, quanto sono triste.
Lego: – Diocristo. Non ho resistito a non appicciare il tg3. Ciampi non può firmare.
Stefano: – Perché? Ha una paralisi? E’ morto?
Lego: – Sì. E il nano ha preso l’interim. Tanto ormai le istituzioni non esistono più.
Io: – Oh, esistono, ma sono proprietà privata. Il parlamento è sovrano, il Presidente può rifiutarsi di firmare un paio di volte, poi deve firmare e zitto. Il guaio è che il parlamento è sovrano ed il parlamento è nelle mani di un imprenditore che ha suoi dipendenti nei banchi. Siamo una repubblica privatizzata, siamo un regno. Ecco, bravo, continua a farmi parlare, così mi rendo conto del perché sono così triste. E’ che io le so le cose, devo solo rimetterle in fila e superare il magone.
Stefano: – Io vorrei ubriacarmi ma ho mal di stomaco. Tuttavia, sospetto che ubriacandomi potrebbe passarmi.
Lego: – Mettiamo insieme maieutica socratica e metodo catartico.
a) Io sto rigurgitando bile perché è tutto tranquillo, pacifico, come se avesse perso la nazionale under 21; Prodi è un fiore, la gente sta gettando la pasta, i signori “la battaglia è appena iniziata” stanno cercando il proprio culo;
b) Ci sono ancore le elezioni (dovrebbero esserci perlomeno).
Stefano: – Io credo sempre che Berlusconi tenga anche Ciampi per le palle in qualche modo mafioso, minacce alla figlia o altre questioni simili. In ogni caso, credo proprio che firmerà, oggi abbiamo veramente toccato il massimo del sopruso. I tagli al 40% alla cultura sono bazzecole, la strada per la dittatura è spianata. Ormai credo davvero che Berlusconi metterà insieme un regime moderno, e conquisterà il potere assoluto “legalmente”, come sta facendo. Se gli è riuscita questa, può fare tutto – e lo sa.
Alice: – Anche io credo che sia così. Ciampi lo ha sempre lasciato fare, vuol dire che ha un po’ troppi appoggi che vanno oltre la classe politica che lo segue. Vedendo Viva zapatero mi venivano i brividi. Ma perché la sinistra lo ha rassicurato sull’eleggibilità e sulle tv? Non ci voglio neanche pensare, non riesco a immaginarmelo.
Stefano: – Io credo, semplicemente, perché sono molto stupidi e opportunisti, e credo che l’abbiano sottovalutato, pensando che CONVENISSE anche a loro, visto il potere che ha.
Lego: – Una gamba nella dittatura ce l’abbiamo già: Freedom House ha classificato Italia e Turchia come unici paesi “partly free” dell’Europa Occidentale. Per il resto è sufficiente che la gente continui a venir rincoglionita come è successo fino ad ora e a nessuno fotterà più nulla dei diritti fondamentali. Voilà il regime moderno: senza repressione poliziesca, senza incarcerazione di oppositori, basato interamente su rincoglionimento, distorsione delle informazionii, svuotamento di significato delle parole e riscrittura della storia.
Ciampi, bah… povera bestia.
Ricky: – Secondo me Ciampi si sente come Carlo Alberto sotto l’Austria e sogna di ripetere il Risorgimento. Perchè non è stupido, è uno dei pochi ex-DC ancora a galla salvabili, niente a che vedere con Andreotti o Cossiga, gente che sa chi ha messo la bombe a Piazza Fontana, Brescia, Bologna ma ciò nonostante continuiamo a chiamarla “presidente” e a leccargli il culo fino a farglielo luccicare.
Sara: – Nonostante io pensi che l’unico democristiano buono sia il democristiano morto (e vale anche con ex davanti), mi preoccupa molto piu’ l’ala diessina del parlamento. Niente ingenuita’, ne’ possibilita’ di sottovalutare uno che ha in mano tutta l’informazione (informazione???) italiana. Quelli il conflitto di interessi se lo sono venduti.

Ho già detto che sono molto triste?

Viva l’Italia.