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Avete presente quella cosa tonda che se ne sta andando a puttane?

A la matina, quand el leva su, ciapa l’economist e sel pica in del…

Mi piaceva titolare in inglese questo post, dal momento che qui si celebra una grande vittoria del giornalismo sull’arroganza del soldo.
Qui il testo della sentenza che impone al nano di pagare le spese processuali, a lui che aveva chiesto UN MILIONE di euro per danni morali per questa copertina che dice una grandissima verita’ e se ne stanno rendendo conto tutti gli insegnanti d”italia (87.000 dei quali sono in esubero e resteranno a casa), quelli dell’alitalia alcuni dei quali avranno creduto al “ci penso io” del solito nano (li’ solo 9.000 sono in esubero, tranquilli), ma anche tutti i cittadini italiani che ormai sono senza speranze e tristi, circondati da finti arricchiti cafoni che si nutrono di tv, senza un euro per programmare il futuro, ma anche solo una vacanza.
Qui il testo dell’articolo “An Italian Story” (che ironia, lo stesso titolo di quei fogliacci patinati mandati a lobotomizzare tutti gli italiani qualche anno fa proprio da naniz).

copertina The Economist

I cinesi le sparano grosse

L’ambasciatore di Pechino si lamenta della scelta di Bertinotti di ricevere il Dalai Lama, premio nobel per la pace e rappresentante del governo tibetano in esilio, il pezzo forte [da repubblica.it]:

Il diplomatico ha ricordato che la Cina è un Paese “multietnico”, in cui “i diritti delle minoranza sono protetti dalla Costituzione e ci sono cinque regioni e oltre mille villaggi autonomi”.

ROTFL
Un po’ come se Hitler dichiarasse che il nazismo aveva tra i suoi valori la protezione degli ebrei e dei diritti degli omosessuali.

La Cina sta devastando il tibet con un programma di sinizzazione che va avanti dal 1950 quando l’esercito “di liberazione” cinese ha invaso il Tibet mettendo in fuga il Dalai Lama. Tramite internet è possibile documentarsi ampiamente su ciò che è accaduto, trovando le opinioni da entrambi i punti di vista: quello cinese e quello tibetano. Tra i punti a favore del punto di vista cinese viene spesso menzionato il fatto che il Tibet pre-invasione era fondato su valori mediovali, dove alcuni monaci si comportavano da feudatari sfruttando gli abitanti e impedendo lo sviluppo. In questo c’è del vero, il Dalai Lama e alcuni esponenti tibetani l’hanno già ammesso. Dall’altra parte la Cina ha pensato di risolvere il problema nel peggior modo possibile, con la distruzione dei monasteri e una missione che implica l’annientamento della cultura tibetana con la sinizzazione dell’area grazie anche a forti incentivi per gli Han (il ceppo etnico dominante) a emigrare negli ostili altipiani himalayani.

Alla guerra contro la cultura si accompagna una drammatica, tragica devastazione del territorio che vanta tra le ultime trovate la ferrovia Pechino-Lhasa. Un progetto economicamente suicida, condotto in fortissima perdita che ha come unico scopo l’affermazione della potenza cinese agli occhi della popolazione e lo sfruttamento, o la distruzione, di una delle più grandi ricchezze dell’umanità, l’ecosistema himalayano.

Animali irrispettosi

I danni della costruzione della ferrovia sono inquantificabili. Basti pensare che per consolidare alcuni tratti in quota è necessario mantenere la terra ghiacciata anche nelle ore assolate, per questo i cinesi hanno introdotto dei pali-frigorifero piantati su tutta la lunghezza interessata (circa 500km). Immaginate il costo in termini di consumi energetici. Alla scelleratezza si aggiunga il fatto che buona parte del tragitto si svolge in aree a forte rischio sismico come spesso accade nella catena dell’Himalaya.

Insieme alla facilità di trasporto sono arrivate le ruspe che, dichiarano i locali, quando scavano non si preoccupano nemmeno di ricoprire i buchi. I percorsi tradizionali della pastorizia sono sconvolti dalla stada ferrata: è possibile attraversarla solo in piccoli ponticelli ricavati solo per potersi vantare, come recita la voce nel treno, di aver realizzato il progetto nel pieno rispetto dell’ambiente e delle popolazioni locali. Ovviamente è impossibile far passare un’intera mandria in un passaggio di pochi metri, infatti i cinesi impongono ai pastori di pagare i danni eventualmente arrecati dagli yak indisciplinati che intralciassero il cammino del treno. Affiché ciò non accada i cinesi hanno comunque disposto delle guardie ogni pochi chilometri che controllano continuamente tutta la lunghezza del tracciato, non sia mai che passi qualche vandalo tibetano arrabbiato per lo sconvolgimento del suo ambiente.

Alla fine del tragitto si arriva a Lhasa, la città che rappresentava il fulcro della filosofia tibetana, tempio dell’introspezione e della ricerca della più intima natura umana, oggi trasformata in uno show di fuochi artificiali e luci simile all’hotel Bellagio di Las Vegas, per la gioia del turismo di massa che del Tibet introspettivo non se ne fa nulla.

Però la Cina tiene molto a cuore i diritti delle minoranze, senz’altro.

La maggior parte delle informazioni contenute in questo post provengono dal bellissimo documentario della giornalista francese Marie Louville “Tanggula Express, un train sur le toit du monde”

Volevo dirti che…

Mi scrive un mio fraterno amico:

- … ti ho sgamato sto sito troppo fico, forse l’hai già visto ma sennò devi vederlo subito!! a quanto ho capito ad hollywood c’è una specie di sciopero degli sceneggiatori (penso si dica writers) e gli attori solidarizzano con contributi in forma corto mostrando come sarebbe il cinema senza i writers!! c’è il corto di susan sarandon che parla con uno e dice solo bla bla bla e poi ce n’è uno in cui a un sacco di attori danno un copione bianco e chiedono di recitarlo: fantastico!! il sito è speechlesswithoutwriters.com un pacio in pocca!

Ovviamente solidarizziamo con tutti gli autori del mondo (a cominciare da quelli di Lost e dalla loro tartaruga magica)!

Qualche anniversario da festeggiare?

Richiedi anche tu il messaggio registrato di Bin Laden! Un simpatico ed estroso modo di affrontare le ricorrenze: il messaggio registrato di Bin Laden in lingua araba corredato di sottotitoli in inglese e, a grande richiesta, italiano. Puoi anche scegliere lo sfondo del messaggio registrato di Bin Laden! Hai voglia di natura? Scegli la grotta! Sei in vena di situazioni intime? Scegli il rifugio! Stupisci il tuo uomo o la tua donna con un messaggio registrato di Bin Laden e non si scordera’ mai piu’ il vostro anniversario!
Il messaggio registrato di Bin Laden e’ un servizio offerto dai ragazzi della CIA, guarda il loro catalogo in rete e richiedi da casa cio’ che piu’ ti aggrada fra: minacce, rivendicazioni, altre minacce. Non fidarti delle imitazioni.

Fascismo in brodo

Quand’è che il clima butta bene per un uomo forte, fortissimo, per uno che prenda a calci in culo gli stranieri delinquenti e ripulisca le strade per noi brava gente italica?
Ad occhio è croce direi che ci siamo quasi. E qualcuno non vede l’ora che accada.
Che una giovane prostituta rumena abbia ucciso una giovane italiana è ovviamente una tragedia.
Che il giornalismo televisivo nostrano non abbia perso occasione per sguazzare nella tragedia è altresì ovvio ed evidente.

Quello che forse salta meno all’occhio, il dato per cogliere il quale bisogna essere un filo allenati, è l’incredibile carico d’odio potenziale che questa vicenda innesca e che i nostri tg si sono preoccupati soltanto di incrementare.
Ad ogni servizio di Studio Aperto qualche giornalista Mediaset (mi scuso con la categoria per aver avvicinato la loro professione all’azienda che l’ha rovinata per sempre) da giorni si premura di pungolare ogni più recondito istinto barbarico e violento del pubblico televisivo.

Risultato?
Quella PUTTANA (fosse stata una badante rumena, o una ragioniera rumena, o una fisica nucleare rumena avrebbero ripetuto la professione ad ogni edizione?) ha ucciso una NOSTRA ragazza (ma come, gli italiani sono un popolo soltanto quando c’è da odiare qualcuno? Un romano, o un calabrese, o un napoletano, diventano uguali ai veneti o ai lombardi soltanto quando vengono colpiti da questi delinquenti immigrati?) e ci vorrebbe LA PENA DI MORTE (certo, perché il messaggio che Studio Aperto, o il TG5 o il TG4 e, purtroppo, talvolta anche i tg RAI tendono a far passare è proprio questo. L’ergastolo è poco per questa lurida assassina, no?).
E tutti vestiti al funerale come ad un comizio di Forza Nuova, tutti a fischiare il povero Marrazzo che mai in vita sua ha fatto un solo atto che potesse istigare alla violenza, tutti ad urlare in faccia al prete, durante l’omelia, che no, non si può perdonare quella puttana assassina, che certo, il cattolicesimo insegna proprio quello, a perdonare, e se siamo in una chiesa ad un funerale è perché dovremmo essere cattolici, ma no, non si può perdonare quella lurida puttana extracomunitaria (poco importa se i rumeni sono europei quanto noi da quest’anno).
Insomma, tutti là, pronti al linciaggio, pronti alla vendetta, carichi di rabbia, di livore, e di odio, pronti alla barbarie, pronti al medioevo.

E pronti, soprattutto, a mandarlo in diretta tv.

Neanche la Spectre

Prima di commentare vi riporto la notizia:

Mentre fuori si preparava un nuovo corteo di protesta contro il Cremlino, nel palazzo Kostantinovsky di San Pietroburgo ieri sera Vladimir Putin ha offerto a un gruppo di selezionatissimi ospiti uno degli spettacoli che piu’ ama: un combattimento tra marzialisti. Tra gli amici del presidente russo convenuti nel grande salone illuminato solo da candele c’era anche Silvio Berlusconi, ha riferito la televisione di stato.
Rispolverando motti da Guerra Fredda, Putin ha scelto per l’insolita rappresentazione il titolo ‘Russia contro America’.
Ovviamente ha vinto la Russia con il suo campione di arti marziali miste Fedor Yemelyanenko che ha sconfitto l’americano Matt ‘The Law’ Linland.
Per non turbare troppo gli invitati, molti dei quali probabilmente meno avvezzi allo scontro fisico del judoka Putin, gli spietati incontri sono stati intervallati da danze interpretate da ballerine in succinti costumi rossi. Le arti marziali miste, discendenti di una tradizione che risale ai greci, sono una pratica piuttosto violenta e senza esclusione di colpi: calci, pugni, gomitate, lotta.
La tv russa ha mostrato il presidente russo che, in nero ma senza cravatta, salutava uno a uno i campioni. “E’ uno sport molto duro, ma non manca di dignita’ e rispetto dell’avversario”, ha assicurato Putin, “e’ uno sport di coraggiosi”.
Il presidente ha offerto poi te’ e torte ai convenuti, fra i quali l’attore belga Jean-Claude Van Damme, virtuoso di arti marziali e interprete di una lunga serie di film del genere.
“Il discorso del presidente non e’ stato solo politico”, ha raccontato Van Damme, “ma di una persona che parlava con il cuore”.
Sui sentimenti di Putin hanno pero’ ben altra opinione i manifestanti che ieri sono sfilati a Mosca per protestare contro quella che hanno definito una dittatura della maggioranza. In piazza e’ sceso anche il campione di scacchi Garry Kasparov, arrestato con altri duecento dimostranti e rilasciato in serata.
Oggi la battaglia del movimento ‘L’altra Russia’ contro il pugno di ferro del Cremlino si e’ spostata proprio a San Pietroburgo. Sono circa 1.500 i partecipanti al corteo, circondati da un migliaio di poliziotti.

Ma che incredibile tammarata è?
Candele, manzi che si azzuffano e gnocche che sgambettano seminude? Capisco che Berlusconi si sia trovato a suo agio ma, mamma mia, che roba è?
Putin, da bravo agente del KGB, ha decisamente visto troppi 007.

Cyberazione: salva le foreste primarie con un clic!

Ci diamo sempre da fare per WWF, Lipu, canili e simili, potevamo rifiutare spazio a Greenpeace?

Le foreste primarie di tutto il mondo sono gravemente minacciate!

Gli alti tassi di deforestazione stanno portando l’ecosistema al collasso. Le emissioni di CO2 aumentano a causa della deforestazione. La forte richiesta di legname a basso costo sta alimentando il taglio illegale e distruttivo di alberi in tutto il mondo – dalla Papua Nuova Guinea al Canada, dall’Amazzonia alla Russia.

Serve al più presto una legge europea che vieti l’importazione di legname tagliato illegalmente. Servono sanzioni penali effettive per chi commette crimini forestali. Le aziende europee devono avere essere obbligate a dimostrare la provenienza del legname che utilizzano. E devono scegliere solo materie prime estratte legalmente e provenienti da una gestione sostenibile delle risorse ambientali.

La buona volontà delle singole imprese non basta più.
Serve la politica. E tu puoi smuovere la politica!

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PARTECIPA ADESSO ALLA NOSTRA CYBERAZIONE!
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Scrivi ai Membri della Commissione Stavros Dimas e Louis Michel, e chiedi loro di impegnarsi a presentare, nelle sedi opportune, una legge a tutela delle foreste primarie e contro il taglio illegale e distruttivo del legno.

A presto

Marcello Colacino
Webmaster Greenpeace Italia

Peti e casse di risonanza

18:10 Berlusconi: “Prodi ha l’obbligo di dimettersi”

Dopo il vertice a Palazzo Grazioli, parla Silvio Berlusconi: “Dopo questo disastro Prodi ha l’obbligo di dimettersi”, dichiara l’ex premier. Insomma, “per ragioni di coerenza politica, di coerenza costituzionale, di coerenza etica, deve rassegnare immediatamente le proprie dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica”.

E a noi, essattamente, del parere del nano pelato, che ce ne fotte?
Ma soprattutto: coerenza etica? Ma per favore! Un minimo di contegno!