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MONDO PICCOLO LE TERRE CARE A GIOVANNINO GUARESCHI NELLE FOTOGRAFIE DI PAOLO SIMONAZZI IN MOSTRA AL CENTRO CULTURALE CANDIANI

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

La nuova mostra del Centro Culturale Candiani, Mondo Piccolo. Fotografie di Paolo Simonazzi, curata da Sandro Parmiggiani, sarà inaugurata venerdì 1 marzo 2013 alle ore 18.00  alla presenza di Tiziana Agostini, Assessora alle Attività Culturali, Roberto Ellero, Direttore Attività e Produzioni Culturali, Enrico Franceschini, giornalista di Repubblica e l’artista.

 

Visitabile fino al 24 marzo p.v. l’esposizione raccoglie oltre cento immagini a colori del fotografo reggiano  che documentano un percorso di ricerca, iniziato nel 2007, sulle realtà segrete della Bassa parmense, reggiana e mantovana.

Nato a Reggio Emilia nel 1961, Paolo Simonazzi divide la propria vita tra l’attività di medico e quella di fotografo, cui si dedica con tale passione e curiosità da essere sempre pronto ad intraprendere un viaggio che gli consenta di inseguire e sviluppare un tema. Ripercorrere le terre care a Giovannino Guareschi, luoghi dell’anima più che della geografia, lo ha portato a sviluppare il  progetto Mondo Piccolo, titolo che fa esplicito riferimento a quel peculiare universo umano e sociale dell’immediato dopoguerra creato dallo scrittore.

Proprio i libri di Guareschi, i suoi due indimenticabili protagonisti, il parroco Don Camillo e il sindaco comunista Peppone interpretati al cinema da Fernandel e da Gino Cervi, hanno universalmente diffuso la conoscenza del carattere della gente, i loro sentimenti semplici, i paesaggi e le atmosfere della fetta di terra che si snoda lungo le rive emiliane e lombarde del Po, in particolare nelle province contigue di Parma, Reggio Emilia e Mantova. Simonazzi si immerge in questo mondo portandosi dentro memorie personali, sogni e visioni, e resta in attesa del manifestarsi di un aspetto del reale che lui ha custodito dentro di sé, attento al perenne che si cela nel quotidiano e che viene estratto dal flusso della vita e del tempo.

Nel “mondo piccolo” tutto respira silenzio: le campagne, i canali e il Po, i pioppeti, i cimiteri sotto la neve, le piazze addormentate nella notte, che sarebbero piaciute a De Chirico. Accanto ai volti e ai corpi, luoghi abbandonati e cose perdute nello scorrere del tempo, tracce di passioni lontane, memorie che qualcuno si è lasciato dietro. Sono bagliori di una vita che è difficile capire se ancora sia in atto o se già si sia inabissata e spenta e il “Mondo Piccolo” potrebbe, nella sostanza se non nell’apparenza, essere un “mondo perduto”.

 

Mondo Piccolo è anche un film di Alessandro Scillitani, fatto di incontri con persone straordinarie, piccoli e grandi personaggi che hanno un proprio universo da raccontare. Tra i vari contributi spiccano quelli di Egidio Bandini, Massimo Bubola, Franco Piavoli e Zucchero Fornaciari. Un estratto del film sarà proiettato nella sala espositiva mentre la versione integrale sarà presentata sabato 9 marzo alle ore 18.00 con, tra gli altri, il regista, Paolo Simonazzi e Giacomo De Stefano.

 

Infine sabato 23 marzo alle ore 18.00 è in programma il Finissage della mostra con reading e performance musicale a cura dell’Associazione Voci di Carta.

 

(L’esposizione  nasce nell’ambito di Fotografia Europea 2010, curata da Sandro Parmiggiani e Gloria Bianchino, promossa dalla Provincia di Reggio Emilia e dalla Provincia di Parma, organizzata dai Comuni di Brescello (Re) e Roccabianca (Pr), in collaborazione con Palazzo Magnani di Reggio Emilia e CSAC di Parma, col patrocinio della Regione Emilia Romagna, del Comitato per le celebrazioni del Centenario della nascita di Giovannino Guareschi e della Camera di Commercio di Reggio Emilia).

 

 

Mondo piccolo. Fotografie di Paolo Simonazzi

Centro Culturale Candiani

 

Dal 2 al 24 marzo 2013

 

venerdì 1° marzo, ore 18.00

Inaugurazione mostra

 

orario:

dal mercoledì al venerdì 15.30 – 19.30

sabato e festivi 10.30 – 12.30 e 15.30 – 19.30

chiuso lunedì e martedì

 

sala espositiva secondo piano – ingresso libero

 

Mostra e catalogo Mondo Piccolo. Fotografie di Paolo Simonazzi  (Umberto Allemandi & C)

a cura di Sandro Parmiggiani 

 

Il catalogo e il DVD del film saranno in vendita in mostra

 

FOTOGRAFA LA CRISI (AL FEMMINILE): C’E’ TEMPO FINO AL 27 FEBBRAIO PER PARTECIPARE A “DOLCE VITA, CARO VITA”, CONCORSO NAZIONALE DI FOTOGRAFIA.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

In palio per la prima classificata 400 euro e la propria foto in esposizione. Organizzato dall’Associazione ONLUS Futuro Donna di Trieste, il concorso è a partecipazione gratuita.  

 

La crisi economica vista (e fotografata) con gli occhi delle donne. E’ questo il tema del primo Concorso nazionale di fotografia femminile organizzato dall’Associazione ONLUS Futuro Donna di Trieste, con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia.

Dolce vita, caro vita”, questo il nome del concorso, mira a raccontare per immagini quelle che sono le difficoltà delle donne alle prese con le spese quotidiane al giorno d’oggi.

Far quadrare il bilancio familiare, compito ancora quasi esclusivamente al femminile, nella  situazione contingente di generale disagio economico su scala mondiale, è sempre più difficile: non a caso aumentano sempre più, secondo i sondaggi, le famiglie italiane che dichiarano di faticare ad arrivare a fine mese. Stando agli ultimi dati diffusi da un sondaggio Confesercenti-Swg, il 59% delle famiglie ha dichiarato di non essere riuscita a far fronte alle spese della quotidianità e il restante 41% ha comunque ammesso di avere grosse difficoltà a far quadrare i conti anche con l’aiuto dei familiari.

L’obiettivo del concorso, riservato a tutte le donne maggiorenni e aperto fino al 27 febbraio 2013, è quello di raccogliere, attraverso la fotografia, immagini, sensazioni, situazioni, fatti di ogni giorno ed eventi straordinari che testimoniano un vivere quotidiano influenzato dai cambiamenti sociali, economici e culturali che attualmente viviamo. La partecipazione al concorso è gratuita e si possono inviare un massimo di tre immagini, che verranno poi valutate da una giuria composta da esperti di settore e rappresentanti dell’Associazione. La premiazione si terrà a Trieste il giorno 19 marzo 2013 alle ore 18 presso il CSV in Galleria Fenice 2 al terzo piano alla presenza delle Autorità, della giuria, degli organi di stampa, di esperti del settore, degli sponsor e delle socie dell’Associazione Futuro Donna. Tutte le fotografie premiate e segnalate saranno in mostra a Trieste nella sala espositiva del Circolo Assicurazioni Generali (piazza Duca degli Abruzzi 1), con inaugurazione giovedì 21 marzo 2013 alle ore 17.30. La mostra sarà visitabile ad ingresso libero fino al giorno 29 marzo 2013 nei giorni di apertura del Circolo con i seguenti orari: da lunedì a giovedì dalle 9.30 alle 12.30 e  dalle 15.30 alle 18 e il venerdì dalle 9.30 alle 12.30.

In palio per la prima classificata un premio di 400 euro (offerto da Fisiomed, sponsor ufficiale), per la seconda classificata 150 euro (offerto dalla Consulta Femminile di Trieste) e per la terza classificata 100 euro (offerto da Fisiomed, sponsor ufficiale) e ulteriori tre premi speciali in targhe offerti dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, dall’Associazione Futuro Donna  e dall’Associazione Espansioni.

Il regolamento integrale è visionabile sul sito www.futurodonna.it . Per ulteriori informazioni scrivere a dolcevitacarovita@gmail.com o telefonare al 328 001 46 54.

Il concorso è un’iniziativa promossa dall’Associazione ONLUS Futuro Donna – Donne per le Donne con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia.

ESPIRITU MAYA UN VIAGGIO TRA MISTICISMO E TRADIZIONI DEL GUATEMALA NELLE FOTOGRAFIE DI LUCA RINALDINI

Riceviamo e pubblichiamo:

Sarà inaugurata venerdì 23 novembre alle ore 18.00 al Centro Culturale Candiani la mostra Espiritu Maya. Guatemala tra misticismo e tradizioni Fotografie di Luca Rinaldini visitabile fino al  23 dicembre 2012.

 

Misconosciuto perché ininfluente sullo scacchiere internazionale il Guatemala – come afferma Lucia Bonato, docente di Italiano all’Università di San Carlos de Guatemala – in questo 2012 si è imposto con prepotenza a un immaginario collettivo che, sapientemente orchestrato, ha trasformato antiche previsioni astronomiche in apocalittiche profezie.

Con il solstizio d’inverno, il 21.12.2012 si conclude infatti  l’Oxlajuj Baqtun, un’era lunga oltre 5000 anni, che il calendario maya della “cuenta larga” ci rivela aver avuto inizio nel 3114 a. C.

Come ogni sibillino vaticinio lanciato attraverso i secoli, questa data offre varie chiavi interpretative: da un lato tuonano le sinistre visioni della fine del mondo, anticipata e seguita da disastri epocali che la natura, tra maremoti, eruzioni vulcaniche e passaggi di uragani non si stanca di offrire copiosamente; dall’altro qualche voce isolata ricorda che, secondo gli antichi maya, il singolare allineamento degli astri darà invece inizio ad un rinnovamento foriero di pace, armonia e sviluppo.

E così, tra lo spettro di una fine apocalittica e il miraggio di un inizio new age, questo piccolo Paese dal cuore grande continua ad essere un ossimoro palpitante i cui profondi contrasti sembrano suggellare un destino tormentato e inevitabile.

A fronte di un’uniformità che in Occidente avanza a passi da gigante, azzerando le differenze in nome di una qualità della vita che si avverte talora come un giogo, il Guatemala offre un paesaggio naturale, spirituale e umano sempre più raro, con lo spettacolo sontuoso dei vulcani affacciati sul lago e all’esplosione festosa di colori che attraversa le stagioni in un mondo che stupisce, affascina e soggioga.

 

Evento collaterale alla mostra l’incontro con Massimo Novarin ,  Sugli altipiani del Guatemala in programma martedì 27 novembre, ore 18.00 organizzato in collaborazione con Dodici Lune viaggi e il finissage, venerdì 21 dicembre alle ore 18.00, I fortunati che si affacciano ad un nuovo mondo con Patrizia Tondini  presidente dell’Associazione Pachamama, l’astrologa karmica Sara Pompanin e le animazioni musicali con la marimba di Kikki Delli Santi.

 

Espiritu Maya. Guatemala tra misticismo e tradizioni                                                 Fotografie di

Luca Rinaldini                                                                                                                 

Centro Culturale Candiani

 

Inaugurazione mostra venerdì 23 novembre, ore 18.00

 

sala Paolo Costantini terzo piano                                                                                                 ingresso libero

SUCCESSO DI PUBBLICO AL CINEPORTO DI LECCE PER LA MOSTRA “TINA MODOTTI. FOTOGRAFA E RIVOLUZIONARIA”. L’ESPOSIZIONE SARA’ VISIBILE FINO AL 14 DICEMBRE 2012.

Riceviamo e pubblichiamo:

GRANDE AFFLUENZA DI PUBBLICO AL CINEPORTO DI LECCE PER LA MOSTRA “TINA MODOTTI. FOTOGRAFA E RIVOLUZIONARIA”. L’ESPOSIZIONE, CURATA DA REINHARD SCHULTZ, COMPRENDE UNA SELEZIONE DI 80 OPERE DELL’ARTISTA E SARA’ VISIBILE FINO AL 14 DICEMBRE 2012.

 

“La fotografia per il fatto stesso che può essere prodotta soltanto nel presente e sulla base di ciò che oggettivamente esiste di fronte alla camera, si impone come il mezzo più soddisfacente per registrare la vita oggettiva in tutte le sue manifestazioni; da ciò il suo valore documentario, e se a questo si aggiunge la sensibilità e la comprensione del problema e soprattutto un chiaro orientamento sull’importanza che deve assumere nel campo dello sviluppo storico, credo che il risultato meriti di occupare un posto nella rivoluzione sociale a cui tutti dobbiamo contribuire”. In questa frase di Tina Modotti c’è, forse, il senso della sua opera fotografica.

 

Sta ottenendo una straordinaria affluenza di pubblico la mostra “Tina Modotti. Fotografa E Rivoluzionaria” allestita al Cineporto di Lecce, visibile fino al 14 dicembre 2012. L’esposizione, curata da Reinhard Schultz con la collaborazione della Galerie Bilderwelt di Berlino (fotografie di Tina Modotti) e il Center for Creative Photography di Tucson, Arizona, comprende una selezione di 80 opere dell’artista dal 1923 al 1930. La maggior parte delle opere riguarda il periodo messicano dell’artista, mentre la serie dei ritratti di della Modotti riguarda, invece, il periodo di Los Angeles e sono firmati da Edward Weston, inclusa anche una foto del periodo hollywoodiano sul set del film “The tiger’s coat”. Nel corso dell’inaugurazione sarà proiettato il film “Tina in Mexico” di Brenda Longfellow.

 

D’indole ribelle, proletaria per nascita, Tina Modotti (Udine, 17 agosto 1896 – Città del Messico, 5 gennaio 1942) appartiene a quella generazione di artisti che hanno intrecciato i fili dell’impegno sociale alle cause che, nella prima metà del XX secolo, hanno condotto a nuovi modi di intendere la ragion d’essere dell’uomo contemporaneo. Attrice di teatro e cinema, fotografa, rivoluzionaria, passionaria perseguitata, musa di grandi artisti come Pablo Neruda, modella dei pittori naturalisti messicani David Alvaro Siqueiros e Pablo Rivera, figura controversa dai molti nomi e dalle molte vite, la Modotti ha avuto una grande vera passione: la fotografia. Prima messa al servizio degli ideali sociali e  poi sacrificata per la lotta politica, rivelatasi quando aveva vent’anni grazie a Edward Weston, il maggior fotografo dell’epoca che l’amò e ne fece la sua musa.

 

Una donna dalla vita intensa e scandalosa per il costume dell’epoca, in largo anticipo sui tempi. È stata il simbolo della nuova condizione femminile del Novecento, sulla strada dell’emancipazione e della liberazione sessuale. Di recente la sua figura è stata sempre più spesso al centro dell’interesse sia degli studiosi che del vasto pubblico degli appassionati non solo in Italia, dopo anni di oblio.

 

“L’opera della Modotti –scrive Blanca María Monzón nel saggio “Tina Modotti, sujeto historico” - è un paradigma della fusione tra la cultura rivoluzionaria messicana e l’estetica fotografica d´avanguardia. A tutto ciò si legarono gli ideali di uguaglianza proposti dal socialismo, la sensibilità d’artista e la capacità di sentirsi un soggetto fortemente implicato nelle dinamiche sociali; questi furono in generale gli aspetti che apportarono un “senso” alla sua vita”.

 

La mostra, allestita il 21 settembre scorso (visibile dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 20 e la mattina dalle 10 alle 13) è realizzata con al sostegno della Regione Puglia -Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo-, in collaborazione con la Fondazione Apulia Film Commission e Cineporti di Puglia (Lecce).

 

La bellezza silenziosa. Fotografie di Antonella Monzoni

I nostri amici del Candiani riaprono i battenti:

OLTRE CENTO FOTOGRAFIE DI ANTONELLA MONZONI
IN MOSTRA AL CENTRO CULTURALE CANDIANI

Sarà inaugurata giovedì 30 agosto alle ore 18.00 al centro Culturale Candiani la mostra La bellezza silenziosa. Fotografie di Antonella Monzoni visitabile fino al 30 settembre p.v.

L’esercizio del reportage fotografico ha condotto Antonella Monzoni a maturare un rapporto con la realtà molto personale e intimo. La bellezza silenziosa è quella che si sente, che si vede nonostante tutto ciò che la nasconde, la contrasta, la nega; è quell’energia femminile che anche se non si esprime compiutamente in una singola vita non si spegne mai, anzi, come un tratto del codice genetico si riafferma nel passare di generazione in generazione attraverso la sofferta storia dell’umanità. Scoprirla è percepire nella realtà la potenzialità enorme di un’energia creatrice sotterranea e inarrestabile che, pur nelle enormi avversità, opera per dare un futuro migliore al mondo.

La bellezza silenziosa è un’opera che ha preso forma lentamente tra Lalibela nel 2003 e l’Iran nel 2012, in un percorso ispirato dalla sua più profonda intuizione e autocoscienza di donna emiliana dallo stile di vita proiettato verso la libertà espressiva del proprio essere. Ed è con negli occhi le penombre fluide e nel cuore il dono rivelatore de Lalibela che la Monzoni nel 2004 riconosce la bellezza della donna africana etiope con Silent Beauty.

Nel 2006 l’artista incontra la novantenne Henriette Niépce, pronipote dell’inventore della fotografia che conduce da cinquant’anni una vita appartata, della quale cattura la bellezza vedendo, attraverso la maschera della sua vecchiaia, la giovane Niépce che amava il bel mondo e la pittura. In Iran nel 2011 e 2012 Antonella Monzoni si immerge invece nell’Islam posto alla prova della modernità. Il fascino di un ambiente sociale in cui convivono la Religione Islamica e le spinte innovatrici indotte dalla modernità occidentale sono un esempio formidabile dell’energia sotterranea della Bellezza silenziosa che trasforma il mondo.

La bellezza silenziosa di Antonella Monzoni è quella che va sempre oltre lo stereotipo, irraggiungibile perché vive nel futuro e inarrestabile perché fa parte dell’essere umano e il suo linguaggio fotografico interloquisce col mondo con una poetica coerente che ne ha orientato il comportamento e quindi la visione nell’essere semplicemente “donna tra le donne del mondo”.

La bellezza silenziosa. Fotografie di Antonella Monzoni
Centro Culturale Candiani
dal 31 agosto al 30 settembre 2012

Inaugurazione
Giovedì 30 agosto alle ore 18.00

sala espositiva secondo piano
orario: da mercoledì a venerdì 15.30 – 19.30
sabato e festivi 10.30 – 12.30 e 15.30 – 19.30
chiuso lunedì e martedì

In occasione de Il Gusto della Cultura sabato 22 settembre la mostra rimarrà aperta fino alle ore 23.30

ingresso libero

Il sacro oltre i confini nelle emozionanti fotografie di Monika Bulaj al Centro Culturale Candiani

Altra lodevole iniziativa culturale al centro Candiani.

Gradito ritorno quello di MoniKa Bulaj che, dopo la mostra Genti di Dio nel 2007, torna al Centro Culturale Candiani con Aure. Il sacro in figura che sarà inaugurata venerdì 11 novembre alle ore 18.00 alla presenza dell’autrice e sarà visitabile fino 23 dicembre p.v.

Aura, vento lieve, brezza come scrisse scrisse Elémire Zolla ma anche atmosfere, suggestioni che nascono in luoghi e momenti in cui il sacro rompe i confini e le genti del Libro – ebrei, cristiani e
musulmani – rivelano la loro appartenenza comune.
Monika Bulaj, fotografa, scrittrice, documentarista racconta le aure che ha vissuto tra la gente del Libro e del Dio unico, nei lunghi spostamenti tra Gibilterra e l’Aghanistan secondo un’agenda – perfezionata anno dopo anno – che segue le ore elette, gli anniversari della nascita e della morte dei santi o dei profeti, e svela una trama.
Luoghi, gesti, abbigliamenti, luci, percorsi svelano allora analogie fra monoteismi e sorprendenti parallelismi, attorno alle Madonne si radunano donne musulmane, greco-ortodosse ma anche napoletane e stambuliote. Capita così di accorgersi che i momenti più forti e misteriosi scavalcano gli steccati eretti dai chierici o dai teologi e svelano un assieme solido e coerente, una continuità che abbiamo disimparato a osservare.
L’autrice indaga quindi il mistero della devozione passionale bollata dalla cultura “ufficiale” come “devotio stulta”, cioè popolare, folcloristica o esaltata, la manifestazione di fede espressa da “illiterati et idiotae”, mistici e poeti, santi e analfabeti quelli che lei chiama, appunto, «genti di Dio». Sono uniti, tutti, nel Libro dei libri, scritto non da Dio ma da uomini che hanno ascoltato angeli, uomini che hanno la certezza di avere sentito la Parola in mezzo a tante altre parole creando un’aura millenaria, inafferrabile e inconfondibile che lei coglie mirabilmente in tutti i suoi scatti.
Il progetto Il Sacro in figura 2000/10 è stato realizzato in Afghanistan, Albania, Azerbaigian, Bielorussia, Bulgaria, Egitto, Etiopia, Iran, Israele, Italia, Kosovo, Libia, Macedonia, Marocco, Polonia, Romania, Russia, Serbia, Siria, Slovacchia, Sud Sudan, Tajikistan, Turchia, Ucraina.

Nota biografica:

Monika Bulaj fotografa, scrittrice, documentarista, pubblica libri e reportage sui confini  estremi delle fedi, popoli nomadi e diseredati. Ha esposto dalla Germania all’Egitto. Ha al suo attivo circa 50 mostre personali. Collabora con diverse testate tra cui a, “GEO”, “National Geographic”, “East”, “Courrier International”, La Repubblica, “D – La Repubblica”, “”Io Donna – Corriere della Sera”, “Gazeta Wyborcza”,  “Internazionale”, “Gazeta Wyborcza”, “Il Venerdi di Repubblica”.  Ha publicato libri: ”Libya felix”, Mondadori 2002; “On the road”, Skira 2007, “Donne, storie e progetti”, Alinari 2004; ”Gerusalemme perduta” con Paolo Rumiz, Frassinelli 2005, “Figli di Noe”; Frassinelli 2006; ”Rebecca e la pioggia”, Frassinelli 2007, ”Genti di Dio. Viaggio nell’Altra Europa”, con la prefazione di Moni Ovadia, Frassinelli 2008, “Bozy ludzie”, Bosz Editions 2011. Premi: Grant In Visual Art da parte di European Association for Jewish Culture 2004, Premio Gelmi di Caporiacco 2008, Premio Bruce Chatwin “Occhio assoluto”, 2009, The Aftermath Project Grant Winner 2010, TEDGlobal Fellowship 2011, Premio Luchetta 2011.
www.monikabulaj.com

Aure. Il sacro in figura
Fotografie di Monika Bulaj

Centro Culturale Candiani
dal 12 novembre al 23 dicembre 2011

Inaugurazione
venerdì 11 novembre alle ore 18.00

sala espositiva secondo piano
orario: da martedì a venerdì: 15.30– 19.30
sabato: 10.30 – 12.30 e 15.30– 19.30
chiuso lunedì e festivi
ingresso libero