Campagna LAV contro i canili lager

Ci scrive Annamaria, dell’ufficio comunicazione della LAV.
Come sempre rispondiamo prontamente al suo appello, e ricordiamo a tutti che chi fa del male agli animali può far del male a chiunque.

Gentili amici,

il fenomeno del randagismo assume dimensioni sempre più preoccupanti nel nostro paese, sono migliaia i cani abbandonati ogni anno, e circa 550.000 quelli reclusi nei canili. Molti comuni sono impreparati a gestire il fenomeno del randagismo e affidano la gestione dei canili ad esterni pagando una diaria per cane che varia dai 2 ai 7 euro.

Questo meccanismo ha determinato la nascita di un business milionario dove l’interesse dei gestori non è rivolto ai cani in custodia, ma alla cospicua opportunità di profitto che essi rappresentano: 1000 cani possono fruttare fino a 2,5 milioni all’anno. Così i cani vengono relegati in strutture sovraffollate e totalmente inadatte, in condizioni sanitarie inadeguate, privati di cure veterinarie, maltrattati e denutriti: puoi vederlo con i tuoi occhi su www.nolager.com

La LAV è impegnata in una campagna di sensibilizzazione su questo fenomeno che avrà il suo momento di lancio in due giornate nazionali di sensibilizzazione: 1 e 2 aprile saremo presenti in oltre 300 piazze italiane, per raccogliere firme in favore delle nostre proposte, distribuire materiale informativo e raccogliere fondi attraverso la cessione dell’uovo di cioccolato equo e solidale realizzato appositamente per l’evento.

Anti Anti Anti


Pausa. Anzi, basta. Basta urlare, basta campagna elettorale, basta catzillo, basta facce untuose, basta fascisti, basta banane, basta leinonsochisonoioiolaquerelo.
Facciamo un breve salto nella modernità. Musica.

* Arthur Baker & Tim Wheeler: Glow (Arthur’s RTNY remix) [Underwater]

Non so quanti anni abbia Arthur Baker, probabilmente 130. Ha fatto tutto, ha prodotto tutti, ha remixato tutti. Glow sembra una canzone semi-gioiosa dei New Order, circa 1982, con un tappeto chitarristico alla TV On The Radio e un basso pulsante. Uno dei migliori singoli di sempre. Suonare a ripetizione cospargendosi di petali di ciliegio. Da ascoltare anche il remix di Jagz Kooner che, invece, è New Order circa 1985.

* Placebo: Because I Want You (Bloc Party Remix) [Virgin]

Russell Lissac dei Bloc Party mette mano al secondo singolo cavato dal mediocre Meds.
E si sente, sacrebleu! Oscuro e convulso, sincopato e sufficientemente death disco, rappresenta perfettamente lo zeitgeist: non ci sono più confini.

* Test Icicles: What’s Your Damage (Digitalism Remix) [Domino]

Remix rallentante per i rumorosissimi londinesi. Tra uno stile vocale beastieboyco, bassone e microframmenti chitarristici in loop. Un risultato belluino e mefistofelico per fare strage di civili nei club dot – alt.

* Depeche Mode: The Darkest Star (James Holden Remix) [Mute]

Fantastico e spettrale lavorìo di glitches e clicks con echi di spolverate chitarristiche e strati di rumorismi. Mai una traccia così tendente al minimal ha suonato in modo così minaccioso. L’avrei vista perfettamente all’interno di Stay o di qualche altro thriller intelligente.

* Smash TV: Air [Bpitch Control]

Primo singolo di Smash TV da un anno a questa parte: minimal, intimista e malinconico, ricorda certe cose (mais mises au jour) dei Global Communication.

* Ellen Allien & Apparat: Way Out [Bpitch Control]

Spettacolare. Assoluto. Commovente.
Ellen canta su una base di asciutti breaks e chitarre post – punk, guardando in uno specchio l’immagine di Rachel Goswell. Dal nuovo album in uscita Orchestra of Bubbles

* Trick & Kubic: Orbital Dance Machine (Tomas Andersson Nervous Disco Remix) [Great Stuff]

Come essere presi di mira da uno sciame di api assassine di silicio. Frustate electro per difendersi. Acido e amfetaminico con tentazioni bleep house.

* Goldfrapp: Ride the White Horse (Serge Santiago Re-Edit) [Mute]

Ancora la mia femme fatale preferita in una performance di massiccio rotolamento mitragliante moroderiano. Lei, sublime e distaccata, dispensa petali di peltro e carezze ormonabili, parte velluto, parte latex.

* Metric: Monster Hospital (Mstrkrft Remix) [White Label]

Da Live It Out un remix che veleggia verso il basement della DFA, con handclaps, tastieroni e tonnellate di NYC. E una pernacchia benevola ai Rapture ci stava proprio bene, grazie a Emily Haynes, sensuale frontwoman.

* Massive Attack: Live With Me [Virgin]

E dulcis in fundo: i lenti! Come una volta. Dopo la colonna sonora di Danny the Dog i Massive Attack ritornano con singolo e (prossimo) album, ed è un salto indietro di quindici anni, periodo Blue Lines. Archi a profusione, malinconia e la voce soulful di Terry Callier.
Splendido. Splendido anche il video reperibile un po’ ovunque in rete.

Il malgoverno sulla nostra pelle

Credo che la propaganda, nel senso meno negativo del termine, sia ormai l’arma meno efficace da usare per questa campagna elettorale. In questo breve articolo voglio presentare il mio punto di vista, come ho già fatto in passato, tentando di evitare i temi più abusati.
Non credo ci sia bisogno di informare per fare capire ai cittadini quanto l’Italia è stata mal governata in questi cinque anni. Non a caso, infatti, la scelta dello schieramento di Silvio Berlusconi (il possessivo è d’obbligo) per cercare di vincere le elezioni è stata la cosiddetta “Operazione Verità”. Ovvero: o cittadini, voi che vedete con i vostri occhi che tutto va male, io vi convincerò che sono i vostri occhi a non funzionare, non il paese. Talmente puerile che l’accento è stato subito spostato da questa strategia a quella di una demonizzazione dell’avversario. Ovvero: o cittadini, che per colpa non vostra siete convinti che tutto vada male, perché i vosti occhi e le vostre orecchie sono state manomesse, beh, sappiate che in ogni caso con gli “altri” andrà peggio. Una scelta di politica “contro”, tra l’altro simile alla sciagurata campagna elettorale di Rutelli nel 2001, che non trova controprove nelle dichiarazione di nessun esponente dello schieramento di Berlusconi, le stesse parole di Fini e Casini che proponevano un dibattito sul futuro, sono state insabbiate e poco valorizzate dai quotidiani più vicini alla linea di governo.
Il quadro è chiaro, spero. Berlusconi non ha la minima intenzione di modificare la sua politica. Qualche motivo interno, sia la tutela dei suoi interessi, sia la mai tramontata adesione al piano di rinascita democratica della P2, sia l’ottusa idea che questo possa seriamente fare bene al paese, impediscono all’essere umano Silvio Berlusconi di fare alcuna critica al proprio operato. Eppure, pur ammettendo l’alibi della buona fede, appare evidente che le sue scelte politiche non hanno avuto successo in Italia. Credo che ciascuno di noi abbia almeno un paio di storie da raccontare su come la sua vita sia stata peggiorata dal governo Berlusconi, mi voglio riferire a esperienze dirette, proprio perché è veramente facile stroncare sul nascere la stupida tesi della propaganda di questo centrodestra che sia la fantomatica sinistra a mistificare la realtà. Quindi, glisserò su discorsi macroeconomici che più o meno tutti abbiamo provato negli ultimi anni e mi concentrerò su due fatti quasi irrilevanti, ma che sono rappresentativi dell’impostazione del governo di Silvio Berlusconi.

Annedoto 1: Vado in banca come ogni mese per versare l’affitto. Il locatore ha cambiato banca, perché la precedente aveva alzato le commissioni sui versamenti a una cifra assurda, eravamo arrivati a 6 euro per ogni versamento. Anche questa è una tenedenza comune rilevata dalle associazioni di consumatori che è esplosa in questi anni di governo di centrodestra. Bene, gli sportelli sono tutti paralizzati, parlando con gli impiegati, scopro che una nuova legge ha introdotto una normativa che impone a chiunque faccia un versamento su un qualsiasi conto di fornire le proprie generalità e venire schedato dalla banca. Nota bene, per qualsiasi importo. Posso intravedere l’utilità di questa norma, ma senza nessun tetto minimo, come mi conferma l’impiegato, non ha alcun senso. Senza contare che mi pare davvero irrazionale pensare che i riciclaggi di denaro passino per i microversamenti fatti, peraltro, di persona.

Annedoto 2: Sciopero della mensa universitaria. Il personale delle mensa ha effettuato diversi scioperi negli ultimi tempi, ma sempre di poche ore per non pesare troppo sui già disagiati studenti, perché dopo i tagli e le decisioni dell’azienda del diritto allo studio, l’appalto dei servizi che prima era pubblico, affidato a personali interno, è stato affidato a società private le quali, per risolvere i problemi di mancanza di risorse e personale si sono affidati a personale precario e a momentanee soluzioni tampone. Nel frattempo, i dipendenti “regolari” che, da utente regolare, posso confermare che svolgono il lavoro molto bene da vari anni a differenza dell’idea comune di “dipendente pubblico” non hanno ancora ricevuto 5 anni di arretrati di stipendio. Altro esempio rappresentativo di come i moderni capitalisti non si vergognino mai di tirare la corda fino ad arrivare a un passo dell’azione legale, pur di guadagnare qualche interesse in più. E sulla tutela della legalità, la paralisi della giustizia fa tutto il resto.
Ancora di più, si tratta di un caso comune di devoluzione di un servizio pubblico ad aziende private dirette da un’imprenditoria italiana che non ha mai avuto lo stimolo dal governo alla responsabilizzazione, a offrire un servizio alla società, ma un messaggio ben diverso: lo stato vi sta tassando in modo eccessivo e sta limitando la vosta libertà, il vostro unico obiettivo è il profitto. Questo è il capitalismo italiano, tutelato dal governo Berlusconi dietro alla populistica parola “libertà”. Forza Italia, forza di libertà (degli sfruttatori, di fare quello che gli pare).
Ci sarebbe anche un annedoto 3 anch’esso di mia esperienza diretta, che riguarda un’altra “riforma” di un’azienda che passa dalla tutela della dignità dei propri dipendenti, della loro professionalità, all’applicare la dottrina dello sfruttamento utilizzando politiche illegali, sacrificando la fiducia, la serietà, la dignità, la professionalità dei suoi dipendenti in nome di un margine di profitto maggiore. L’illegalità, lo sappiamo tutti, è quasi all’ordine del giorno in Italia, in quasi ogni ambito. Uno stato e un governo responsabile, però, sa che deve fare i conti con questa realtà limitando il più possibile lo sfruttamento dei cittadini da parte dei poteri forti della società. Il messaggio che deve passare è quindi quello della solidarietà, non della “libertà” incondizionata che -se ben ricordate- si chiama anarchia e non è un diritto, ma il caos.
Era prevedibile che ciò accadesse, dopo aver avuto per cinque anni un presidente del consiglio che proprio di questa politica ha fatto la sua bandiera e con essa la sua fortuna.
Certo, direte, ancora non siamo alla fame, in italia. Perché vuoi per il piccolo raggiro che possiamo effettuare a nostra volta, vuoi con l’accortezza che ci permette di evitare un ulteriore fregatura, riusciamo ancora a “sopravvivere”. Ma cosa abbiamo veramente guadagnato in 5 anni? Io ho guadagnato: stress, mancanza di fiducia, difficoltà economiche.

Come ho già detto, non c’è nessuna speranza che il presidente del consiglio, che continua a militarizzare la propria coalizione, decida di cambiare politica. Cinque anni fa alcune persone che conoscevo e che non ritenevo affatto stupide hanno votato Silvio Berlusconi “per provare”. Bene, avete provato.
Questo governo ha fatto acqua da tutte le parti, ha confezionato leggi dannose in fretta e furia, ha fatto favori a lobby distruggendo l’industra italiana. Come il caso della tassa della SIAE su CD e DVD. Di recente, proprio un’industria italiana che produceva supporti vergini ha chiuso i battenti. La grande clientela si è spostata all’estero dove poteva acquisate prodotti migliori a un prezzo inferiore del 50% o più, in modo completamente legale.
Ogni liberista, ogni seria persona di destra deve riconoscere che questa politica NON FUNZIONA.
Il voto del 9 Aprile può essere visto con una dichiarazione di fiducia alla sinistra, ma anche -ed è questo che io mi auguro- come una dichiarazione di sfiducia alla politica di questi anni. Le mie speranza nella produttività e nell’efficacia della coalizione di centrosinistra non sono altissime ma quello che spero emerga da questo voto è che l’assetto dato alla politica da quel fenomeno politico / commerciale chiamato Forza Italia deve cambiare. Poi, diciamolo, il pericolo più grande del concedere una vittoria alla coalizione di centrosinistra, magari con l’astensione, è che non riescano a concludere molto o a riformare alcunché. Ma la vera riforma in cui sperare è quella del centrodestra, che le persone serie rimaste decidano di abbandonare l’egocentrica politica di Silvio Berlusconi e del suo Forza Italia. Perché ha peggiorato il paese, perché ha pesato sulle nostre vite, perché in nome della “libertà” di pochi, ha rubato la felicità a molti.

Buon voto.

Il regime è regime fino all’ultimo giorno

Il sistema dell’informazione drammaticamente servile nei confronti del centrodestra e di Silvio Berlusconi non riesce a recuperare un minimo di dignità nemmeno in questi giorni di crepuscolo del regime. Qui in redazione riceviamo di continuo minacce, più o meno velate, spesso vere e proprie querele sventolate per intimidire. Come diceva un redattore: E’ ben triste aver lavorato così bene, aver raggiunto un vasto pubblico, e non potersi esprimere sempre liberamente perché non si ha magari la forza economica necessaria ad affrontare dure e lunghe battaglie legali.
Ma noi ce ne freghiamo abbastanza ed andiamo avanti perché, per nostra fortuna, abbiamo un editore completamente pazzo.
Non va così bene ad altri, ad esempio agli amici del Mucchio Selvaggio. Riportiamo qui il loro comunicato e gli offriamo tutta la nostra solidarietà:

La copertina del Mucchio Selvaggio di aprile “avrebbe” dovuto riportare un disegno di uno storico personaggio del fumetto italiano. Il “catzillo” è un fumetto underground, molto famoso negli anni Ottanta, che l’autore Gianfranco Grieco ha modificato per noi facendolo assomigliare a Berlusconi, ovviamente legato a un lungo articolo che mette in guardia sul votare Forza Italia alle prossime elezioni politiche.
Abbiamo usato il verbo “avrebbe” perché il distributore nazionale (Parrini) si è rifiutato di fare uscire il giornale in edicola. Non vuole correre il rischio di denunce penali. Il giornale verrebbe comunque boicottato da molti distributori locali non di sinistra, il tipografo nicchia, la par condicio, rapporti con il potere etc etc. Insomma paura. Paura di ritorsioni legali, economiche e magari anche fisiche da parte del soggetto raffigurato nel disegno.

La redazione trova ciò un atto di censura inqualificabile. La satira è un diritto affermato dalla nostra Costituzione (Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione – Art. 21). Se si va con la memoria indietro nel tempo a copertine, molto più feroci e provocanti, di giornali come il Male, Frigidaire o Cuore ci si rende conto di come è peggiorato il rapporto tra la stampa e il potere e di quanto la libertà di espressione sia sempre meno garantita.
La censura è sempre stata usata come strumento di repressione e negazione di valori e tematiche “scomode”.

Comitato di redazione del Mucchio Selvaggio.

Le tre I: Incoscienza, Irresponsabilità, Indecenza.


Riporto per intero l’articolo di Giulio Gargia, apparso su Megachip.info il 21 marzo scorso perchè ha dato forma perfetta, prima di me, a quello che in modo magmatico si agita nelle mie budella più recondite. Oggi, 23 marzo, sia il PresdelCons, sia il nostro Dipartimento di Stato agitano la possibilità di disordini gravi in seno a manifestazioni degli squadristi di sinistra ed invitano i nostri compatrioti della madre patria a lasciare la penisola. Anni ’70, gente: Stay Behind, Gladio e strategia della tensione. Non è previsto dai protocolli che il nano esca di scena, in un normale processo di avvicendamento ed alternanza, come avviene in tutte le moderne democrazie occidentali, ambito al quale non apparteniamo ancora.

Un attentato elettorale? Qualcuno ci pensa

Milano, 30 marzo 2006. Una bomba esplode a Villa S. Martino, residenza del presidente del Consiglio. Berlusconi rimane ferito a una gamba, insieme a due passanti colpiti dalle schegge del muro di cinta. Un sito arabo vicino ad Al Qaida esprime giubilo per l’attentato, che colpisce i fedeli alleati di Bush. La notizia fa il giro del mondo, le Tv e i giornali non parlano d’altro. Tutto il paese si stringe compatto intorno al presidente del consiglio, leader di maggioranza e opposizione si dichiarano “solidali e preoccupati”. Il calendario elettorale è stravolto, salta di fatto la par condicio, si aprono consultazioni con Ciampi per capire se è il caso di rinviare il voto. Le elezioni si tengono in un clima tesissimo, Forza Italia è il primo partito, e così la CdL vince di stretto margine alla Camera. A Berlusconi rimane la scelta se fare di nuovo il presidente del Consiglio o puntare alla presidenza della Repubblica.

Questo, per ora, è uno scenario di fantapolitica, forse l’unico che potrebbe portare il premier a rovesciare i pronostici. Un’ipotesi anticipata peraltro da Cossiga, grande esperto di ombre e occultismo politico, già il 1° marzo, quando dichiarava: “ L’unico modo che Berlusconi ha per vincere è che qualcuno gli organizzi un attentato contro ”.

Però invece l’idea che sia plausibile un attentato elettorale non è fantapolitica, ma cronaca.

Ieri, infatti Martino, ministro della Difesa, dichiarava: “Attentati in Italia alla vigilia delle elezioni? E’ una eventualità che non può essere esclusa – ha spiegato il forzista, secondo l’agenzia Adnkronos – quanto accaduto in Spagna ci ha insegnato che il terrorismo internazionale ama influenzare gli esiti politici dei nostri confronti democratici.(…).

Se questo accadesse, ricompatterebbe il paese senza nessuna esitazione”.

Contemporaneamente, Gheddafi gettava benzina sul fuoco: “Altre Bengasi o attentati in Italia? È da aspettarselo, purtroppo”. Lo afferma il leader libico in un’intervista esclusiva a Sky Tg24 curata da Ilaria D’Amico.

Insomma, c’è qualcuno che ci sta pensando. Da oggi l’ipotesi di un attentato elettorale (con il dichiarato fine di influenzare il risultato delle urne ) è nell’agenda ufficiale di questo paese. Alla stregua delle violenze di piazza a Milano, delle commissioni Mitrokhin e Telekom Serbia, dei servizi paralleli di Saya, dello spionaggio elettorale dei collaboratori di Storace.

In molti si sono esercitati, in questi anni, a discettare della natura eversiva di Berlusconi. Questa è la prova del nove. Che farà il premier quando – come probabilmente sta capitando adesso – i sondaggi gli diranno che nemmeno l’uso del suo corpo come kamikaze mediatico, introdottosi e fattosi “esplodere” nella tana del nemico, in Confindustria, è sufficiente a vincere?

Quale sarà la sua arma da “fine del mondo” che molti s’aspettano che tiri fuori ?

Tra le tante anime di servizi segreti, c’è un’ipotesi che si fa strada. C’è qualcuno che si sta muovendo secondo sperimentati schemi del passato, pensando a un attentato – magari più dimostrativo che sanguinario – con Al Qaida al posto delle varie brigate rossonere . Contando magari su una “captatio benevolentiae” ovviamente non dichiarata da parte di chi avrebbe vantaggi da questo sviluppo. Rimane il problema di capire a chi – dopo le magliette di Calderoli – gli italiani attribuirebbero la “colpa” politica di un attentato islamico.

Certo se l’attentato non fosse islamico, ma mafioso – magari dopo la cattura di Provenzano – allora il quadro diventerebbe decisamente diverso. E le affermazioni di Martino sarebbero un presagio abbastanza inquietante, già colto da qualcuno, come Jacopo Venier, del Pdci, che ha commentato: “Le parole del ministro Martino sono di una gravità assoluta: parlare in termini generici di attentati in Italia ed associarli al periodo elettorale e ai tempi del ritiro delle nostre truppe dall’Iraq, è un gesto di totale irresponsabilità”. Giusto. A meno che non sia una previsione fatta sulla base di informazioni che noi non abbiamo. E i servizi della Difesa invece sì.

Ps – Nell’intreccio di fantapolitica abbozzato sopra, dopo circa un anno dall’ipotetico attentato a Berlusconi, sul Washington Post esce un trafiletto nella pagina esteri: “Pentito di mafia: così ci accordammo col premier per l’attentato a Villa S. Martino”.

Quando la borghesia ha paura.


Scrivo queste righe perché se, per colmo di sventura e bizzarria della probabilità, dovesse ritrovarsi a vincere le elezioni il signor Silvio Berlusconi, considerato il suo attuale stato mentale, voglio avere un documento, una testimonianza del mio essere avveduto, un qualcosa da far vedere a figli e nipoti un giorno per poter dire: – Ecco, non fu colpa mia.

Perché una volta si può sbagliare, due già depongono male, tre condannerebbero il popolo italiano alla vergogna dell’ottusità irrecuperabile.

Ma come, direte voi, egli ha già vinto, e la repubblica non è morta. Uccidere la repubblica è cosa che richiede tempo, vi rispondo, e gli italiani gli stanno dando tutto il tempo che serve. E’ dunque sbagliato essere di destra o di centrodestra? No, non è sbagliato, lo si può essere tranquillamente, l’Europa tutta è colma di destra democratica e rispettabilissima, è piuttosto sbagliato essere fascista, antidemocratico, e Berlusconi lo è.

Ma no, direte voi, via, il fascismo era un’altra cosa.

Ah sì? Non è dunque fascismo usare i mezzi di comunicazione per raccontare al popolo una realtà che non esiste? Sapete voi lettori che al congresso americano erano assenti quasi tutti gli eletti, sostituiti per l’occasione da commessi, stagisti e figuranti? Sapete che l’”evento storico” è stato completamente ignorato negli Stati Uniti? Sapete che esistono due canali satellitari negli Stati Uniti che fanno solo cronaca parlamentare e che in nessuno dei due è stato dato in diretta il discorso di Berlusconi?
Sapete che al convegno di Confindustria non sono stati gli imprenditori ad applaudire Berlusconi?
Sapete che il presidente del Consiglio è entrato in sala assieme a 250 sgherri pronti ad ossannarlo ad ogni costo ed a ridurre al silenzio chiunque fiatasse? Sapete che fra di loro vi erano Niccolò Ghedini, deputato forzista veneto, Elisabetta Alberti Casellati, sottosegretaria alla Salute forzista veneta, Paolo Scarpa Bonazza Buora, sottosegretario alle Politiche agricole forzista veneto? No, non lo sapete perché nessuno ve lo ha raccontato, nessun telegiornale si è permesso. Ebbene, quando un presidente del Consiglio si presenta in un’assemblea, anche se soltanto di imprenditori, accompagnato da una squadraccia di suoi sostenitori e con la forza stravolge le regole, minaccia, lancia intimidazioni, si fa applaudire e fa ridurre al silenzio qualunque voce dissonante, allora, miei cari lettori, quest’uomo è fascista, lo è compiutamente, lo è nel profondo del suo cuore nero.
Qualora queste mie parole non vi fossero bastate, leggete pure quanto segue:

Che cosa é questo fascismo, contro il quale si accaniscono invano i nemici vecchi e nuovi? Che cosa é questo Fascismo le cui gesta riempiono le cronache italiane?

Forza Italia ha aperto il cammino di una nuova storia italiana. La sua nascita e la sua costituzione come soggetto politico hanno modificato l’assetto istituzionale e l’impianto culturale della democrazia repubblicana, chiamando a una nuova stagione di vitalità le grandi tradizioni democratiche e liberali della nazione e proponendo alla società un inedito orizzonte di valori e di comportamenti.

Sia concesso a noi, che abbiamo l’orgoglio di aver lanciato nel mondo questa superba creatura, piena di tutti gli impeti e gli ardori di una giovinezza traboccante di vita; sia concesso a noi di rispondere a queste domande.
Il Fascismo é una grande mobilitazione di forze materiali e morali.

Forza Italia non nasce da una precedente organizzazione politica o da un costituito sistema dottrinale. Nasce dall’appello di un uomo, Silvio Berlusconi, direttamente rivolto ad un corpo elettorale nel quale rischiava di aprirsi un enorme vuoto storico-politico di rappresentanza. Forza Italia si costituisce come risposta alla crisi dei partiti della Prima Repubblica; come reazione ad una possibile deriva illiberale del sistema politico; come offerta di rappresentanza all’area dei moderati nel quadro di una nuova democrazia dell’alternanza; come proposta di governo per realizzare una seconda modernizzazione italiana.

Che cosa si propone? Lo diciamo senza false modestie: governare la Nazione. Con quale programma? Col programma necessario ad assicurare la grandezza morale e materiale del popolo italiano.
Parliamo schietto: Non importa se il nostro programma concreto, non é antitetico ed é piuttosto convergente con quello dei socialisti, per tutto ciò che riguarda la riorganizzazione tecnica, amministrativa e politica del nostro Paese.
Noi agitiamo dei valori morali e tradizionali che il socialismo trascura o disprezza, ma soprattutto lo spirito fascista rifugge da tutto ciò che é ipoteca arbitraria sul misterioso futuro.

La scesa in campo di Silvio Berlusconi non contribuisce dunque soltanto a fondare un partito. La sua strategia di alleanze volta
a recuperare i filoni portanti della democrazia italiana e a dare piena costituzionalizzazione alle spinte della Lega e all’evoluzione della nuova destra, propone al Paese tre grandi obiettivi democratici: evitare che il governo diventi pertinenza irreversibile della sinistra democristiana e dei postcomunisti come pure un certo sistema di potere desiderava; superare lo storico ostracismo politico-culturale verso la destra; modificare l’antiquata idea di un centro politico immobile e conservatore. La nascita di Forza Italia, dunque, segna l’effettivo inizio della democrazia dell’alternanza e della Seconda Repubblica. Una svolta nella storia d’Italia.

Oggi si compiono i due anni dal giorno in cui sorsero i Fasci italiani di Combattimento. Abbiamo appena il tempo di evocare la data. La battaglia infuria dovunque. Le cronache sono rosse o arrossate dal latin sangue gentile fascista. E poi, non abbiamo la stoffa dei commemoratori. Camminiamo avanti e guardando dinanzi a noi. E’ il nostro stile. Siamo giovani, nati ieri e non abbiamo storia. O ne abbiamo troppa. Ma non ci pesa. Non grava sulle nostre anime il passato, perché il tumultuoso presente c’incalza verso l’avvenire.

Dalla prima vittoria elettorale del 1994 alla seconda del 2001 questo percorso è stato reso accidentato da fattori interni ed esterni. Da una parte l’inevitabile instabilità delle alleanze nei primi anni della transizione, dall’altra l’aggressiva reazione di una parte rilevante dei poteri istituzionali e politici minacciati dal nuovo corso. Ma, a dieci anni dalla sua nascita, la nuova storia politica rappresentata da Forza Italia è ormai definitivamente affermata sulla scena nazionale e internazionale. La novità di questa storia è il primo, più importante manifesto della nostra identità. La vittoria elettorale di uno schieramento maggioritario composto da un’alleanza di partiti costituiva, infatti, un evento assolutamente inedito nella storia italiana del Novecento. Di più: nessuno, in tutta la nostra esperienza unitaria, si era mai trovato a comporre un governo, com’è accaduto per la prima volta a Berlusconi, come diretta conseguenza di un voto popolare.

Dopo due anni di lotte, varie e tempestose vicende, gettiamo uno sgurado sulla strada percorsa; il punto di partenza ci appare straordinariamente lontano. Il Fascismo dopo essersi affermato trionfalmente nelle grandi città, dilaga, straripa nei piccoli paesi e sin nelle più remote campagne..
Due anni! rapida successione di eventi! Tumulto e passare di uomini! Giornate grigie e giornate di sole. Giornate di lutto e giornate di trionfo. Sordo rintocco di campane funebri; squillore gioioso di fanfare all’attacco. Fra poco il Fascismo dominerà la situazione.
Nell’ annuale della fondazione, inchiniamoci dinanzi ai morti e salutiamo in piedi i vivi che si raccolgono a fiumane attorno alle nostre bandiere. E’ la migliore gioventù d’Italia, la più sana, la più ardimentosa. Intanto, dietro le armature possenti, tutto il cantiere fascista é all’opera. Chi porta le pietre, chi le depone, chi dirige e traccia i piani.
Avanti, Fascisti! Tra poco saremo una cosa sola! Fascismo e Italia!

(Benito Mussolini, Diario della volontà. Silvio Berlusconi, Carta dei valori. A voi distinguerli)

Veline

Non quelle col culo unto candidate con Forza Italia, ma come quelle di Fuori Orario: spezzoni di girato senza commento che gettano una luce sul delirio più impensabile.
Alcune perle tratte dalle pagine sms del sito del (l’ex) presdelcons.

IN CALABRIA CI STANNO MASSACRANDO SOS PRESIDENTE

RAGAZZI,IO SPERO E CREDO CHE CON L`AIUTO DEL SIGNORE IL 9 APRILE,IL NOSTRO CREDO PREVARRA`.NON DIMENTICATE,METTETE LA SVEGLIA AZZURRA,IL NOVE E IL DIECI! FORZA SILVIOOO

SILVIO UN GRANDE COME TE DEVE GUARDARE IN FACCIA LA TELECAMERA AL PROSSIMO CONFRONTO CON PRODI, TU SEI UN GRANDE COMUNICATORE E DEVI DIMOSTRARLO A TUTTI GLI INDECISI

HO CERCATO DI FARLE RECAPITARE UNA MAREA DI LETTERE ATTRAVERSO ESPONENTI DEL PARTITO MA NIENTE….CAVALIERE HO 2 LAUREE E TANTE IDEE VINCENTI PER SALVARCI MI CONTATTI

Presidente Lei è troppo gentile con la sinistra..un vero signore, ma con quelle bestie non bisogna essere così… ma molto duri… far capire che aria tira per loro

Mi dispiace ma Fini e Casini hanno ragione, l’andata e’ finita male. Ma c’e’ il ritorno. PRESIDENTE SI ESALTI! SIA AGGRESSIVO COL SORRISO! Vedra’ che la sx non regge!!!

CaroPresidente io e la fam. abbiamo sempre votato per lei ma in questi ultimi due anni senza vedere un€uro in più e con gli aumenti Sono alla fame.Proviamo l’altroScusi

“Meglio maiale che fascista”

cosi’ recita la piu’ bella battuta del secolo di uno dei migliori film del mondo e cioe’ Porco rosso di Miyazaki. Ieri, invece, la pacata, raffinata, intellettuale e charmant Alessandra Mussolini ha proferito le seguenti parole dal salotto impregnato di bava di Vespa: “Meglio fascista che frocio”. L’affermazione merita un’analisi. Dico io, impossibile che una donna politica del suo spessore si abbassi a dire frasi da osteria di forza nuova, una donna come lei, con quei capelli biondo naturale, quelle labbra sempre prive di trucco e cosi’ semplici, quegli occhi da maschera egizia di carnevale e quel fare da camallo ubriaco e molesto. Dev’esserci stato un errore. Che abbia gia’ ritrattato la piccola principessa della politica italiana? Come i calciatori quando vengono inquadrati mentre scodellano bestemmie tra un segno della croce e un ringriaziamento al cielo dopo il gol, anche Alessandra – principessa Sissy – Mussolini avra’ gia’ precisato che no, lei non ha mai pronunciato quella frase, e’ stata fraintesa. Ha detto “Meglio scafista che mocio” per dire che piuttosto che pulire i pavimenti una donna dovrebbe condurre immigrati clandestini alla morte, del resto Alessandra – Donna Letizia – Mussolini e’ sempre stata in prima fila per i diritti femminili, no? Oppure ha detto: “Meglio basista che incrocio”, in una tipica esternazione surrealista, movimento artistico che la politica e fine intellettuale conosce bene e apprezza. No, perche’ se avesse davvero detto ” Meglio fascista che frocio” sai come si stara’ mordendo le mani il capobranco Fini che li stava addestrando tutti/e alla parvenza di democrazia?

Le favorite

La destra italiana mi fa schifo per un sacco di motivi e devo dire che Forza Italia, caparbiamente, incarna al suo massimo ognuno di questi motivi.
Parliamo di un motivo specifico: La considerazione che si ha in Forza Italia delle donne, ovvero oggetti, più o meno caldi, più o meno morbidi e più o meno senzienti, da utilizzare di tanto in tanto per complesse pratiche di masturbazione assistita.
Perché dico questo? Perché, come al solito, mi baso su evidenze.
Vi ricordate la tiritera sulle quote rosa? Bene, delle quote rosa non se ne fece niente ma, per riempirsi come al solito la bocca di buoni propositi indistinguibili da menzogne propagandistiche, il presidente del Consiglio promise che il suo partito le avrebbe applicate lo stesso. Ovviamente non lo ha fatto ma non è questo il punto.
La cosa più interessante è che qualche donna effettivamente Forza Italia in lista l’ha messa. Voi penserete a persone capaci, giusto? A delle professioniste affermate? Donne impegnate nel sociale, che hanno inciso nel loro contesto di provenienza? E’ normale che sia così, giusto?
Considerate poi che queste donne sono state messe nei primi posti nelle proprie liste quindi, grazie alla scellerata legge elettorale che ci troveremo ad utilizzare, che vinca o, più probabilmente, che perda il centrodestra, queste donne di comprovata esperienza politica e di inarrivabili capacità verranno sicuramente elette.
Ma chi sono queste novelle Nilde Iotti, queste rinate Evita Peron e queste Sonia Gandhi di casa nostra?

Eccole:

Una

E una due

La prima attricetta di quarto ordine con alle spalle poco più che un film con Tinto Brass, la seconda una di queste tante simil-veline che di professione fanno le ospiti in tv girando tutti i programmi possibili e sorridendo.
Nessuna delle due probabilmente è in grado di distinguere la destra dalla sinistra, questo vale per la politica, per le mani non so.

Ora, io conosco decine di donne FA-VO-LO-SE, di intelligenza folgorante ed assolutamente superiori come preparazione e capacità al 90% dei parlamentari italiani, tuttavia queste donne faticano ad affermarsi e si scontrano quotidianamente con un paese ancora sostanzialmente ed intimamente maschilista.

E poi, nel parlamento italiano, nel mio parlamento, ecco chi mi ritrovo.
Cosa hanno fatto queste due per meritarsi di diventare parlamentari?
Io capisco che, in fondo, un posto in una lista costa meno di una pelliccia di visone o del solito filo di perle però, visto che i soldi non mancano da quelle parti, i pezzi grossi di Forza Italia non potrebbero fare a meno di regalare i posti da deputato alle proprie amiche?