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E smettiamola col pensare che la politica sia una cosa sporca

LUNEDI’ 3 DICEMBRE AL TEATRO VITTORIA LA CITTA’ E IL PAESE CHE VORREI

In bocca al lupo a Roma ed alla regione Lazio tutta, con la speranza che riescano a tirarsi via dal pantano di ruberie, incapacità e violenze in cui si erano cacciate con le scorse, pessime, scelte amministrative.

LA CITTA’ E IL PAESE CHE VORREI

Lunedì 3 dicembre ore 17.30
Teatro Vittoria, Piazza S. Maria Liberatrice – Testaccio 

UNA SERATA DI MUSICA, TEATRO E SPETTACOLO PER RIFLETTERE INSIEME SULLA CITTA’ E SUL PAESE CHE VORREMMO…

INTERVENGONO: Luca Barbarossa, Rossana Casale, Gianni Clementi, Niccolò Fabi, Anna Foglietta, Tiziana Foschi, La Sora Cesira, Ana Caterina Morariu, Max Paiella, Johnny Palomba, Gualtiero Peirce, Andrea Pistilli, Andrea Purgatori, Paolo Sassanelli, Ettore Scola, Giorgio Tirabassi, Tosca, Massimo Venturiello, Daniele Vicari

La nostra città e il nostro Paese sono un bene comune da proteggere tutelare e rilanciare. Per questo, grazie alla disponibilità di tanti amici artisti, abbiamo organizzato una serata durante la quale attori, cantanti e poeti ma anche precari, pensionati, donne e studenti possano proporre progetti, suggerire idee e dare indicazioni per migliorare la vita della comunità.
Una frase, un pensiero, una canzone, una breve pièce, una poesia sotto il comune denominatore de “La città e il Paese che vorrei” per presentare idee, spunti, progetti, guizzi creativi o semplici verità da consegnare a coloro che hanno l’ambizione di realizzare l’alternativa all’attuale governo della Regione e del Campidoglio.

Vi aspettiamo, abbiamo bisogno dell’energia di ognuno di voi perché serve un rinnovamento vero nella forma e nella sostanza del nostro essere cittadini, padroni e servitori convinti della democrazia.

DA IL BENVENUTO Gianluca Peciola, portavoce Associazione RomaFutura

ASCOLTANO: Enrico Gasbarra, Massimiliano Smeriglio, Nicola Zingaretti

INGRESSO GRATUITO
fino ad esaurimento posti

 

Come guardare la Gioconda al Louvre?

Io leggo molto i quotidiani online, sia italiani che stranieri, mi piace spulciare molte voci, alla ricerca di qualcosa di interessante, qualcosa che mi colpisca, nel bene o nel male. Ieri poche righe, scritte sul Corriere della Sera, hanno decisamente catturato la mia attenzione:

Mantovani è il capo del Pdl lombardo, ha fatto trovare a Berlusconi una modella svedese violinista dentro l’uovo di Pasqua. Era il caso?

«Embé? C’è qualcosa di male? Lo pensa chi ha la coda di paglia. Ma non è vietato divertirsi, danzare, ascoltare musica. È come guardare la Gioconda al Louvre».

Che c’entra la Gioconda?

«Per suonare il violino bisogna essere artisti. Non è come suonare le nacchere…».

L’intervistatore è Aldo Cazzullo, l’intervistata Daniela Santanché, la modella violinista Charlotte Krona (o Crona, c’è discordanza nelle fonti).

confronto Charlotte Crona vs Gioconda

Irrispettoso confronto tra Charlotte Crona e Monna Lisa

Mi sono fermato a riflettere su questo breve scambio di battute in virtù di una circostanza abbastanza semplice: io la Gioconda al Louvre l’ho vista.
Della mia esperienza al cospetto (proseguendo nella lettura si capirà che non sto scegliendo queste parole per caso) del capolavoro di Leonardo ricordo diverse cose. La prima cosa che ricordo è una strana sensazione legata alle dimensioni della tavola: la Gioconda è piccola.
Il lato lungo del ritratto non arriverà nemmeno al metro di lunghezza, e la cosa si nota ancora di più per via della collocazione. La Gioconda è una minuscola regina in trono, al centro di una sala gigantesca, ammirata e adorata perennemente da una folla impegnata nell’indagarne con lo sguardo ogni più piccolo dettaglio.
Un secondo aspetto che mi colpì a suo tempo fu appunto l’atteggiamento della folla curiosa e adorante. Pur separata dal dipinto da funi e da uno spesso cristallo, si percepisce un desiderio di contatto da parte dei visitatori del museo, una voglia di arrivare più vicino, di cogliere qualcosa in più, qualcosa che consenta di comprendere anche solo in minima parte l’evidente grandezza dell’opera e dell’artista, tuttavia ci si contiene. Di fronte alla Gioconda si tende a parlare sottovoce, se non a tacere del tutto. Si tende a reprimere la propria voglia di andare più vicini, di toccarla, di capirla e, in fondo, di rubarla.
Un piccolo quadro espressione di un’arte così grande da intimidire, questo ricordo, questo per me è stato guardare la Gioconda al Louvre.

Personalmente credo che guardare una modella svedese seminuda mentre esce da un uovo di Pasqua, seppur con un violino in mano, sia un’esperienza sostanzialmente diversa.

C’è un limite a tutto.

Gli avvenimenti del mio privato mi hanno portato in questi ultimi mesi a tralasciare un po’ i post sul blog. E’ naturale, a volte di fronte ad una soverchiante sensazione di inutilità del proprio dimenarsi, di inadeguatezza personale ed altrui, di inevitabilità della deriva, si preferisce dedicare il proprio tempo ad altro, a cose più concrete.

Tuttavia a volte la cronaca rapisce la nostra attenzione e non si può davvero più far finta di non aver sentito.
Credetemi, io fatico a parlare del premier. Per me ormai chi c’è, c’è, e chi non c’è non c’è, inutile continuare a discutere. Chi ha fede cieca in Berlusconi non muterà  la propria idea di fronte a nulla. I suoi seguaci ( termine tecnico ) gli perdonerebbero qualsiasi cosa e lo giustificherebbero per tutto, reati compresi.
Dunque ogni possibile discussione è inutile.

Ultimamente quindi, le rare volte in cui mi calo in discussioni politiche, mi limito a muovermi sul terreno dell’inoppugnabile, cosicchè nemmeno un Bondi in gran spolvero possa contraddirmi senza sembrare un cretino.

Veniamo al dunque…

Il presidente del Consiglio “e’ eletto dal popolo” e quindi “deve essere rispettato”. E’ quanto ha affermato, riferisce chi sta partecipando all’ufficio politico del Pdl, il premier, Silvio Berlusconi. Berlusconi, spiegano le stesse fonti, non ha fatto alcun riferimento alle polemiche di questi giorni, ma si e’ espresso in particolar modo riguardo alle “aggressioni” ricevute da parte dei media in questi mesi.

Umh.

Ho capito bene?
Com’è che è eletto il Presidente del Consiglio?
Beh, è semplice verificarlo, basta leggere la Costituzione:

Art. 92

Il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei ministri.
Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri.

Silvio, il Presidente del Consiglio non è eletto dal popolo, il Presidente del Consiglio non è nemmeno eletto, se è per questo.
Il fatto che abbiate martoriato più e più volte la legge elettorale per far credere ai cittadini che stessero scegliendo il capo del governo non muta la realtà , i cittadini eleggono il Parlamento.
Il Presidente del Consiglio resta nominato, non eletto.

Ed ora piantala di dire sciocchezze, non meriti più rispetto di chiunque parli a vanvera.

A la matina, quand el leva su, ciapa l’economist e sel pica in del…

Mi piaceva titolare in inglese questo post, dal momento che qui si celebra una grande vittoria del giornalismo sull’arroganza del soldo.
Qui il testo della sentenza che impone al nano di pagare le spese processuali, a lui che aveva chiesto UN MILIONE di euro per danni morali per questa copertina che dice una grandissima verita’ e se ne stanno rendendo conto tutti gli insegnanti d”italia (87.000 dei quali sono in esubero e resteranno a casa), quelli dell’alitalia alcuni dei quali avranno creduto al “ci penso io” del solito nano (li’ solo 9.000 sono in esubero, tranquilli), ma anche tutti i cittadini italiani che ormai sono senza speranze e tristi, circondati da finti arricchiti cafoni che si nutrono di tv, senza un euro per programmare il futuro, ma anche solo una vacanza.
Qui il testo dell’articolo “An Italian Story” (che ironia, lo stesso titolo di quei fogliacci patinati mandati a lobotomizzare tutti gli italiani qualche anno fa proprio da naniz).

copertina The Economist

Dove siete tutti?

Devo dire la verità: io ce l’ho con gli italiani.

Sì, me la sono presa, di brutto, e non credo che li perdonerò a breve. Anzi, guardando ancora più in profondità nel mio intimo, spero proprio che l’Italia vada a rotoli come sempre quando governa Berlusconi.
Anzi, no, spero che vada un po’ peggio del solito. Quanto basta per permettermi di poter dire a tutti: io lo sapevo.

E sapete una cosa? sono così arrabbiato e deluso, da mesi, che forse non direi niente comunque.





Un grazie di cuore, come ogni volta, a Stefano Disegni, ed alle perle che regala di tanto in tanto a noi fortunati minuscoli indirizzi.

Il governo delle non libertà

Scrivo velocemente solo per l’indignazione di non trovare sulle pagine dei nostri pessimi quotidiani nemmeno un accenno a questa importantissima notizia.

Nel regime cinese, come forse saprete, le autorità  bloccano fisicamente l’accesso a tutti i siti internet che il governo non ritiene “consoni”. Ebbene, da oggi succede anche in Italia. Da oggi infatti il sito piratebay.org, noto sito svedese attivo sul fronte della libertà  di scambio delle opere d’intelletto, è stato bloccato dal nostro governo che, evidentemente, applica il concetto di liberismo estremo solo quando si tratta di coprire gravi reati a danno del nostro ambiente, della nostra cultura o dei nostri soldi.
Ovviamente The Pirate Bay era un sito di scambio di materiale anche illegale, ma come nei regimi assistiamo anche in Italia a un atto autoritario del governo che ci priva di una libertà  per fare un piacere alla SIAE. Ovviamente grazie a The Pirate Bay era possibile trovare anche moltissimo materiale legale, film liberti da copyright, libri, eccetera. Al governo non interessa.

D’altronde questo governo è anche quello che ha inventato la geniale tassa pro-SIAE sui supporti di archiviazione (DVD, hard disk) che ha di fatto ucciso le aziende che producevano supporti ottici in Italia costringendole a emigrare e ha fatto fiorire gli importatori di supporti ottici che importano da altri paesi anche europei in cui non c’è.
Insomma, un ulteriore provvedimento inconcludente di un governo schizofrenico che non riuscirà  certo a impedire la storica tradizione della pirateria in Italia. Altri inutili favori alle lobby, altri danni ai cittadini. Altro deja-vu.

Organi sessuali recisi

Berlusconi è un poveraccio ed un mediocre, io lo so e lo sa anche lui.

giovedì 27 marzo 2008
L’Utopia di Berlusconi
di Marco Travaglio da La Repubblica cartacea

Il Cavaliere e il libro copiato allo storico: *Così mio marito Firpo lo smascherò – Una frase aggiunta a biro: *Per carità  non mi rovini!!!*…. -

TORINO – Un giorno d’estate di metà  anni 80 Luigi Firpo se ne stava in poltrona nella sua villa sulla collina torinese con la moglie Laura. Faceva zapping in tv. Su Canale 5 una graziosa signorina intervistava il padrone, Silvio Berlusconi. E ne magnificava l’enorme bagaglio culturale: – Lei è anche un grande studioso dei classici! -. Il Cavaliere si schermiva: – Ma no, non dica così!-. E lei: – Sì, invece, non faccia il modesto. Lei, dottore, ha appena pubblicato un’edizione pregiata dell’Utopia di Tommaso Moro, con una bellissima prefazione e una perfetta traduzione dal latino!-. E lui: – Beh, in effetti il latino non lo conosciamo tutti, bisogna tradurlo – .

Firpo, grande intellettuale torinese, polemista della Stampa con i suoi “Cattivi pensieri”, ma soprattutto docente universitario di Storia delle dottrine politiche e fra i massimi esperti di cultura rinascimentale, drizzò le antenne. Anche perchè aveva da poco tradotto e commentato un’edizione dell’”Utopia” per l’editore Guida di Napoli.

L’intervistatrice attaccò a leggere la prefazione del Cavaliere. Dopo le prime due frasi, l’anziano studioso fece un salto sul divano: – Ma quella prefazione è la mia! E’ tutta copiata! Ma chi è questo signore? Ma come si permette? – .

L’episodio è tornato in mente a Laura Salvetti, la vedova di Firpo, qualche giorno fa, quando Silvio Berlusconi in una delle sue tele-esternazioni elettorali si è così descritto in terza persona: – Il presidente del Consiglio si è nutrito di ottime letture e ha un curriculum di studi rilevantissimo…-. E’ corsa in archivio, ha estratto una cartella intitolata “Berlusconi”, ne ha cavato uno strano bigliettino autografo del Cavaliere e ha deciso di raccontarne il retroscena. – Era subito dopo le vacanze estive, credo in settembre. Firpo (lei lo chiama rispettosamente così, ndr), quando scoprì in tv che Berlusconi aveva copiato la sua versione dell’Utopia, si attaccò subito al telefono per avere quel libro. Gli risposero che era un’edizione privata, in pochi esemplari, riservata all’entourage del Cavaliere. Ma lui, tramite l’associazione milanese degli Amici di Thomas More, riuscì a procurarsi una copia in visione. La sfogliò e sbottò: “Non è un plagio, è peggio! Quello ha copiato interi brani della mia prefazione e la mia traduzione integrale dal latino, mettendoci la sua firma. Non ha cambiato nemmeno le virgole!”. Prese carta e penna e scrisse a Berlusconi, intimando di ritirare subito tutte le copie e annunciando che avrebbe sporto denuncia. Qualche giorno dopo squillò il telefono di casa: era Berlusconi -.

A questo punto inizia un irresistibile balletto telefonico, con il Cavaliere che cerca scuse puerili per placare l’ira dell’austero cattedratico, e questi che, sbollita la furia, si diverte a giocare al gatto col topo. Firpo minaccia di mettere in piazza tutto e trascinarlo in tribunale. – Berlusconi -, ricorda la moglie – incolpò subito una collaboratrice, che a suo dire avrebbe copiato prefazione e traduzione a sua insaputa. E implorò Firpo di soprassedere, pur precisando di non poter ritirare le mille copie già  stampate e regalate ad amici e collaboratori. Firpo, capito il personaggio, cominciò a divertirsi alle sue spalle. Lo teneva sulla corda con la causa giudiziaria. E Berlusconi continuava a telefonare un giorno sì e un giorno no, con una fifa nera. Pregava di risparmiarlo, piagnucolava che uno scandalo l’avrebbe rovinato -.

Pure Franzo Grande Stevens, famoso avvocato e consigliere di casa Agnelli, che di Firpo era amico anche per via della comune candidatura nel Pri, seguì la faccenda da vicino: – Firpo mi raccontò di quel plagio. Era esterrefatto. Anche perchè Berlusconi, anzichè scusarsi, dava la colpa a una segretaria. Poi cercò di rabbonirlo con regali costosi, che il professore rispedì sdegnosamente al mittente -.

- Passava -, ricorda la moglie Laura – intere mezz’ore al telefono col Cavaliere. E alla fine correva a raccontarmele, fra l’indignato e il divertito: sapessi quante barzellette conosce quel Berlusconi. E’ un mercante di tappeti, una faccia di bronzo da non credere, sembra di essere in una televendita -. Il tira e molla si trascinò per mesi. Anche con uno scambio di lettere, ancora riservate (saranno pubbliche solo nel 2009, vent’anni dopo la morte dello studioso). Per ora c’è solo quel bigliettino rimasto nei cassetti della signora Laura, visto che era indirizzato anche a lei: – Accompagnava un doppio regalo per Natale, credo del 1986. Nel frattempo Berlusconi aveva pubblicato un’edizione riveduta e corretta dell’Utopia, senza più la prefazione copiata e con la traduzione di Firpo regolarmente citata. Ma Firpo seguitava a fare l’offeso, ripeteva che la cosa era grave e la stava ancora valutando con gli avvocati. Un giorno lo invitarono a Canale 5 per parlare del Papa e si ritrovò Berlusconi dietro le quinte che gli porgeva una busta con del denaro, “per il suo disturbo e l’onore che ci fa”. Naturalmente la rifiutò. Poi a Natale arrivò un corriere da Segrate con un bouquet di orchidee che non entrava neppure dalla porta e un pacco: dentro c’era una valigetta ventiquattr’ore in coccodrillo con le cifre LF in oro -. Il biglietto d’accompagnamento è intestato Silvio Berlusconi, datato “Natale 1986″ (ma l’ultima cifra è uno scarabocchio) e scritto a penna: “Molti cordiali auguri ed a presto! Spero! Silvio Berlusconi”. Poi una frase aggiunta a biro: “Per carità  non mi rovini!!!”.

Ma Firpo continuò il suo gioco: – Rispedì la borsa a Berlusconi, con un biglietto beffardo: “Gentile dottore, la ringrazio della sua generosità, ma gli oggetti di lusso non mi si confanno: sono un vecchio professore abituato a girare con una borsa sdrucita a cui sono molto affezionato. Quanto ai fiori, la prego anche a nome di mia moglie Laura di non inviarcene più: per noi, i fiori tagliati sono organi sessuali recisi”, Non lo sentimmo mai più.

Questa è sicurezza?

Non so cosa stia diventando il nostro paese, so solo che non mi piace per niente.

CHE NON PASSI SOTTO SILENZIO L’ENNESIMO ATTO DI AGGRESSIONE INCIVILE

Milano, Stelian Covaciu, Rom e missionario cristiano evangelico, subisce un violentissimo pestaggio, con insulti razzisti e minacce, da parte di due poliziotti in divisa. E’ ricoverato in ospedale, in prognosi riservata. Gruppo EveryOne: “L’odio razziale ha ormai contagiato Istituzioni e autorità. E’ necessario che le componenti antirazziste e antifasciste italiane e dell’Unione europea si impegnino insieme per fermare l’imbarbarimento della nostra società”.

Milano, 20 giugno 2008. La città di Milano è ancora teatro di una vile, brutale spedizione punitiva nei confronti di un cittadino romeno di etnia Rom, effettuata questa volta da agenti di polizia in divisa. Dopo l’aggressione avvenuta la mattina del 17 giugno nei confronti di Rebecca Covaciu – la bambina che si è aggiudicata il Premio Unicef 2008 per le sue doti artistiche – e dei suoi familiari, ieri sera, 19 giugno 2008, un altro pestaggio, ancora più violento e inquietante, ha colpito il papà di lei, Stelian Covaciu, missionario della Chiesa Cristiana Evangelica Pentecostale. In seguito al primo, drammatico episodio di matrice razzista il Gruppo EveryOne aveva lanciato un allarme internazionale, coinvolgendo i media nonché numerose personalità della cultura e della politica.
Contemporaneamente i deputati radicali – Pd depositavano un’interrogazione urgente al Ministro degli Interni. Immediatamente dopo la nuova aggressione, Gina Covaciu, moglie di Stelian, chiamava ancora Roberto Malini del Gruppo EveryOne che, insieme a una responsabile dell’associazione milanese Naga, allertava un’ambulanza e le forze della polizia di stato, che accorrevano sul luogo dell’agguato e conducevano l’uomo, pieno di contusioni e traumi interni, sofferente e in stato confusionale, presso l’ospedale San Paolo, dove veniva sottoposto ad esami e ricoverato. E’ tuttora in prognosi riservata. Dopo aver allertato il Partito Radicale, che raccoglieva i particolari dell’avvenimento per agire a tutela delle vittime sul piano politico, il Gruppo EveryOne contattava la questura centrale per assicurarsi che le autorità formalizzassero la denuncia di aggressione ed effettuassero indagini scrupolose. “Quando Gina ci ha chiamato,” riferiscono i leader del Gruppo EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, “era talmente agitata e disperata che faticava ad articolare discorsi comprensibili. Vicino a lei, Stelian si lamentava, pronunciando parole sconnesse. Quando la donna si è calmata, ci ha raccontato i particolari dell’agguato. Gli stessi energumeni che avevano picchiato, insultato e minacciato i Covaciu si trovavano ancora davanti a loro. Stavolta però erano scesi da un’auto della polizia, in divisa e armati di manganelli. Dopo la prima aggressione, la piccola Rebecca, che è una ragazzina molto intelligente e intuitiva, ci aveva già detto che gli aguzzini della sua famiglia indossavano guanti simili a quelli che indossano i poliziotti. Sospettavamo che avesse ragione, anche perché un numero crescente di Rom ci segnala di questi tempi un comportamento violento o intimidatorio da parte delle forze dell’ordine, ma speravamo di sbagliarci. L’ipotesi più grave, invece, è stata confermata dai fatti e gli agenti razzisti hanno colpito ancora”. Questa volta, però, la violenza degli uomini in divisa si è concentrata su Stelian. La loro azione brutale si svolgeva in piazza Tirana, nei pressi della Stazione San Cristoforo, dove la famiglia vive all’interno di un riparo di emergenza, fatto di teli e cartone. “Gli agenti si sono avvicinati all’uomo,” proseguono i leader EveryOne, “e l’hanno apostrofato con un tono minaccioso: ‘Ci riconosci? Hai fatto un errore a parlare con i giornalisti, un errore che non devi ripetere’.
Quindi hanno cominciato a picchiarlo con cieca violenza, sia con i pugni che con i manganelli, riducendolo in condizioni penose. Quindi, mentre Stelian era a terra, l’hanno insultato e minacciato: ‘Non raccontarlo a nessuno o per te saranno guai ancora maggiori’. Quando i due picchiatori si sono allontanati, Gina, i figli e alcuni concittadini di Stelian l’hanno soccorso. Lui si lamentava ed era in evidente stato di shock”. Intanto un’attivista sopraggiungeva sul posto e raccoglieva numerose testimonianze da parte dei Rom che vivono nei dintorni della stazione di San Cristoforo, che confermavano le parole di Gina Covaciu ovvero che due poliziotti in divisa, scesi da un’auto della polizia, erano gli autori del violento pestaggio. “E’ necessario che si ponga fine a questa persecuzione,”
concludono gli attivisti, “perché il diffondersi dell’odio razziale, di cui sono latori politici e numerosi media, ha scatenato una sequenza impressionante di atti di violenza nei confronti dei cittadini Rom. Sappiamo che le forze dell’ordine sono formate per la maggior parte da agenti che operano seguendo il codice etico europeo.
Ci appelliamo anche a loro affinché i razzisti e i violenti siano isolati e perseguiti, mentre le famiglie Rom, che rappresentano la parte più vulnerabile della società, siano protette. La violenza contro i Rom e le intimidazioni nei confronti degli attivisti che si battono per i diritti dei ‘nomadi’ crescono, in Italia, ogni giorno che passa. Famiglie intere vengono braccate fin sotto i ponti, nelle case abbandonate, nei parchi. Forze dell’ordine, sindaci e assessori- sceriffi, squadristi e giustizieri hanno scatenato una caccia all’uomo tanto feroce quanto irrazionale. I Rom vengono costretti a fuggire da un luogo all’altro, privati di qualsiasi forma di sostentamento – dall’elemosina ai servizi di strada – ridotti a fuggiaschi disperati, affamati, malati, senza alcun diritto. Nedo Fiano, Piero Terracina, Goffredo Bezzechi, Tamara Deuel, Mirjam Pinkhof, tutti sopravissuti all’Olocausto, avvertono con preoccupazione i cittadini europei affinché non cedano alle seduzioni del razzismo e paragonano la persecuzione dei Rom agli anni della Shoah, gli sgomberi e le spedizioni punitive ai pogrom. Rebecca, la figlia 12enne, di Stelian, è un grande talento, che l’Unicef ha premiato proprio nel 2008, ma che l’Italia punisce ogni giorno con il veleno dell’emarginazione, della povertà, dell’odio e della violenza.
Un Paese che si rende colpevole di una simile ingiustizia, un paese che accetta tanta violenza, tanta crudeltà verso un intero popolo è un paese imbarbarito, è un Paese che ha perso la strada dei Diritti Umani ed è vicino a una crisi dei valori tanto grave da essere paragonata all’Italia delle leggi razziali, dei manganelli, delle camicie nere e dei treni per Auschwitz”.

Per ulteriori informazioni:

il Gruppo EveryOne e l’ Associazione Nazionale Thèm Romano ONLUS, sede nazionale di Lanciano (CH) per il COORDINAMENTO NAZIONALE ANTIDISCRIMINAZIONE SA PHRALA – OGNI PERSONA è TUO FRATELLO
Tel: (+ 39) 334-8429527 – (+ 39) 331-3585406 www.everyonegroup.com

La mafia è roba per professionisti.

Il professionista:

Il Quirinale è preoccupato. Il vicepresidente del Csm Nicola Mancino altrettanto. Berlusconi lo sa, ma va avanti lo stesso.L’obiettivo è bloccare la sentenza del processo Mills dov’è imputato di corruzione in atti giudiziari. La strategia prevede due tempi: subito (oggi) un emendamento al decreto sicurezza, l’unico contenitore disponibile che gli può garantire la rapidità necessaria, per bloccare tutti i processi che “non destino grave allarme sociale” per i reati commessi fino al 2001 (come il suo). A seguire un disegno di legge per riproporre, con legge ordinaria, il lodo Schifani, inchieste congelate per le più alte cariche dello Stato.

I dilettanti:

Otto persone sono state arrestate in diverse città sulla base di provvedimenti emessi dal tribunale di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione in atti giudiziari, peculato, accesso abusivo in sistemi informatici giudiziari e rivelazione di segreti d’ufficio.Otto persone sono state arrestate in diverse città sulla base di provvedimenti emessi dal tribunale di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione in atti giudiziari, peculato, accesso abusivo in sistemi informatici giudiziari e rivelazione di segreti d’ufficio. [...] Per l’accusa gli indagati, alcuni dei quali legati dall’appartenenza a logge massoniche, avrebbero formato una rete attraverso la quale affiliati a Cosa nostra avrebbero ottenuto di ritardare i processi in Cassazione, in modo da poter avere la prescrizione dei reati.