TUTTI I VINCITORI DEL X CONCORSO INTERNAZIONALE “CASTELLO DI DUINO”

Riceviamo e pubblichiamo:

duino premiazione

 

 

DUINO – Taglia il traguardo della decima edizione uno dei più importanti premi letterari riservati ai giovani, il Concorso Internazionale di poesia e teatro Castello di Duino. Nei suoi dieci anni di vita il concorso, riservato ai poeti fino ai 30 anni di età, con una graduatoria speciale per i giovanissimi, una sezione riservata alle scuole e una sezione teatrale, ha coinvolto ben 10000 giovani poeti e un pubblico sempre più numeroso e appassionato. Nell’edizione di quest’anno a cimentarsi sul tema “Io/Tu: Alterità, dualità, fusione o separazione” sono stati ben 950 concorrenti, provenienti da 90 Paesi di ogni angolo del globo. Tanti di questi giovani autori arriveranno a Trieste, dal 18 al 23 marzo, per partecipare ai numerosi incontri in calendario per la “Festa della letteratura e della poesia”, che culmineranno con la cerimonia di premiazione del concorso, che ancora una volta si terrà al Castello di Duino.  A giudicare questi poeti in erba, valutandone le poesie nella loro lingua madre, una giuria internazionale composta da critici letterari, poeti e docenti universitari di letterature comparate: Cristina  Benussi, Marji Čuk, Arben Dedja, Antonio Della Rocca, Pietro U. Dini, Julius Franzot, Franco Gatti, Irini Karavalaki, Tomaso Kemeny, Giancarlo Micheli, Isabella Panfido, Sandro Pecchiari, Ana Cecilia Prenz, Marina Bartolucci Sedmak, Enaam Slaiby, Ingrid Stratti, Iza Strselecka e Anna Zoppellari. E a spuntarla quest’anno, aggiudicandosi la prestigiosa medaglia del Presidente della Repubblica, è un giovane autore turco, Neslişah Aslan, con la poesia “Zümrüd-ü anka” (Una fenice). Resta in Italia, e per la prima volta proprio a Duino, il primo premio del concorso, 500 euro vinti da Silvia Meterc con il componimento “Le strade”. Ex aequo per il secondo gradino del podio, sul quale salgono il cinese Chen Yue Jie, con la poesia “Solo. Triste” e l’italiano Daniele Campanaro, di Latina, con “Bunker”, aggiudicandosi 250 euro ciascuno. E’ spagnolo invece il terzo classificato, Pérez Oscar Lazarus, che con “Distancias” (Distanze) vince 500 euro. Va all’Ungheria la Targa Centro UNESCO di Trieste, vinta da Hamóri Eszter con “Fuga a due voci”, mentre la Targa Alut va alla Bosnia, con Halid Bulić e la sua “Poslanica imperatoru” (Messaggio all’imperatore). La Targa dedicata a Sergio Penco, compianto membro della giuria, generoso e raffinato poeta amico dei giovani, va a due poeti under 16: Džiho Naida (Bosnia), con “Silver girl” e Khalid Abudawas (USA), con “Palestinian Fears”. Saranno assegnate inoltre delle menzioni speciali a poeti davvero giovanissimi, dagli otto ai 14 anni. E premi per la sezione teatrale del concorso, che richiedeva l’invio di un monologo o dialogo tra due personaggi, e per i progetti scuola. A testimonianza del forte impegno civile che caratterizza il concorso, promosso dall’Associazione di volontariato “Poesia e Solidarietà” di Trieste presieduta dalla professoressa Gabriella Valera Gruber, parte dei premi in denaro sarà devoluta dai vincitori a progetti umanitari nel loro Paese d’origine e, per volontà di Antonietta Risolo, titolare della Casa Editrice Ibiskos Risolo, anche il ricavato del libro che raccoglierà le poesie dei vincitori andrà alla Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin.

Per la sezione riservata al teatro invece, che richiedeva l’invio di un monologo o dialogo tra due personaggi, la giuria composta da Giuliana Artico, Paolo Quazzolo, Gianfranco Sodomaco, Fabrizio Stefanini e Giuliano Zannier, assegna il primo premio a Michael Crisantemi (Terni) e al suo “Dialogo di un clandestino errante nel Mediterraneo”. “Diviso due” di Davide Potente (Bollate, Milano) si aggiudica il secondo premio, mentre il terzo gradino del podio se lo spartiscono Pippo Zarrella  di Salerno, con “Sbarca tu che sbarco anch’io” e Daniele Francia, di Genova, con “L’uomo senza fantasia”.

Concorso Internazionale di Poesia Castello di Duino 

Trieste – Duino (varie sedi)

18-23 marzo 2014

http://home.castellodiduinopoesia.org

Immersioni Libri

Riceviamo e pubblichiamo:

4 e 5 maggio 2013

presso il Coworking SPQwoRk

Via di Portonaccio 23b – Roma

 

Stanza 101 Agenzia di Comunicazione e Libra 2.0 presentano: Immersioni Libri, sabato 4 e domenica 5 maggio 2013 presso il Coworking SPQwoRk, in via di Portonaccio 23b. Due giornate  per tuffarsi nel mondo della lettura e della scrittura, con un ampio spazio dedicato alle case editrici e al bookcrossing, incontri con scrittori e fumettisti, laboratorio poetico per bambini, musica live, workshop, reading e tantissimi ospiti: la scrittrice Isabella Borghese che presenterà il suo nuovo romanzo Dalla sua parte; Bruno Ballardini, esperto di comunicazione, saggista e blogger de Il Fatto Quotidiano, la Scuola Internazionale di Comics, Vincenzo Sparagna, direttore delle riviste Frigidaire e Il Nuovo Male, il fumettista Toni Bruno. Da non dimenticare la musica live dei Malo, con il loro ultimo disco Il bene e il Malo, e della musicista Alice Clarini. Le Associazioni Culturali Monteverde Legge e Libra 2.0 ci racconteranno il loro impegno di promozione alla lettura.

Durante le due giornate, tutti i visitatori potranno scambiare i propri libri con quelli esposti nell’allestimento del Coworking, grazie alla campagna: Tuffati nello scambio…porta un libro anche tu!

 

Lo spazio industrial del Coworking SPQwoRk di Via di Portonaccio, sarà anche la cornice del workshop Gli strumenti di web marketing per le case editrici a cura dall’Agenzia di Comunicazione Stanza 101, e del workshop Dalla Stampa ai caratteri mobili a cura della Stamperia del Tevere.

 

Immersioni Libri fa parte de Il maggio dei libri, campagna nazionale promossa dal Centro per il libro e la lettura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali in collaborazione con l’Associazione Italiana Editori, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO.

 

Per info e contatti:

Ufficio Stampa Stanza 101 Multimedia Service

ufficiostampa@stanza101.it – tel. 339 3551343

MONDO PICCOLO LE TERRE CARE A GIOVANNINO GUARESCHI NELLE FOTOGRAFIE DI PAOLO SIMONAZZI IN MOSTRA AL CENTRO CULTURALE CANDIANI

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

La nuova mostra del Centro Culturale Candiani, Mondo Piccolo. Fotografie di Paolo Simonazzi, curata da Sandro Parmiggiani, sarà inaugurata venerdì 1 marzo 2013 alle ore 18.00  alla presenza di Tiziana Agostini, Assessora alle Attività Culturali, Roberto Ellero, Direttore Attività e Produzioni Culturali, Enrico Franceschini, giornalista di Repubblica e l’artista.

 

Visitabile fino al 24 marzo p.v. l’esposizione raccoglie oltre cento immagini a colori del fotografo reggiano  che documentano un percorso di ricerca, iniziato nel 2007, sulle realtà segrete della Bassa parmense, reggiana e mantovana.

Nato a Reggio Emilia nel 1961, Paolo Simonazzi divide la propria vita tra l’attività di medico e quella di fotografo, cui si dedica con tale passione e curiosità da essere sempre pronto ad intraprendere un viaggio che gli consenta di inseguire e sviluppare un tema. Ripercorrere le terre care a Giovannino Guareschi, luoghi dell’anima più che della geografia, lo ha portato a sviluppare il  progetto Mondo Piccolo, titolo che fa esplicito riferimento a quel peculiare universo umano e sociale dell’immediato dopoguerra creato dallo scrittore.

Proprio i libri di Guareschi, i suoi due indimenticabili protagonisti, il parroco Don Camillo e il sindaco comunista Peppone interpretati al cinema da Fernandel e da Gino Cervi, hanno universalmente diffuso la conoscenza del carattere della gente, i loro sentimenti semplici, i paesaggi e le atmosfere della fetta di terra che si snoda lungo le rive emiliane e lombarde del Po, in particolare nelle province contigue di Parma, Reggio Emilia e Mantova. Simonazzi si immerge in questo mondo portandosi dentro memorie personali, sogni e visioni, e resta in attesa del manifestarsi di un aspetto del reale che lui ha custodito dentro di sé, attento al perenne che si cela nel quotidiano e che viene estratto dal flusso della vita e del tempo.

Nel “mondo piccolo” tutto respira silenzio: le campagne, i canali e il Po, i pioppeti, i cimiteri sotto la neve, le piazze addormentate nella notte, che sarebbero piaciute a De Chirico. Accanto ai volti e ai corpi, luoghi abbandonati e cose perdute nello scorrere del tempo, tracce di passioni lontane, memorie che qualcuno si è lasciato dietro. Sono bagliori di una vita che è difficile capire se ancora sia in atto o se già si sia inabissata e spenta e il “Mondo Piccolo” potrebbe, nella sostanza se non nell’apparenza, essere un “mondo perduto”.

 

Mondo Piccolo è anche un film di Alessandro Scillitani, fatto di incontri con persone straordinarie, piccoli e grandi personaggi che hanno un proprio universo da raccontare. Tra i vari contributi spiccano quelli di Egidio Bandini, Massimo Bubola, Franco Piavoli e Zucchero Fornaciari. Un estratto del film sarà proiettato nella sala espositiva mentre la versione integrale sarà presentata sabato 9 marzo alle ore 18.00 con, tra gli altri, il regista, Paolo Simonazzi e Giacomo De Stefano.

 

Infine sabato 23 marzo alle ore 18.00 è in programma il Finissage della mostra con reading e performance musicale a cura dell’Associazione Voci di Carta.

 

(L’esposizione  nasce nell’ambito di Fotografia Europea 2010, curata da Sandro Parmiggiani e Gloria Bianchino, promossa dalla Provincia di Reggio Emilia e dalla Provincia di Parma, organizzata dai Comuni di Brescello (Re) e Roccabianca (Pr), in collaborazione con Palazzo Magnani di Reggio Emilia e CSAC di Parma, col patrocinio della Regione Emilia Romagna, del Comitato per le celebrazioni del Centenario della nascita di Giovannino Guareschi e della Camera di Commercio di Reggio Emilia).

 

 

Mondo piccolo. Fotografie di Paolo Simonazzi

Centro Culturale Candiani

 

Dal 2 al 24 marzo 2013

 

venerdì 1° marzo, ore 18.00

Inaugurazione mostra

 

orario:

dal mercoledì al venerdì 15.30 – 19.30

sabato e festivi 10.30 – 12.30 e 15.30 – 19.30

chiuso lunedì e martedì

 

sala espositiva secondo piano – ingresso libero

 

Mostra e catalogo Mondo Piccolo. Fotografie di Paolo Simonazzi  (Umberto Allemandi & C)

a cura di Sandro Parmiggiani 

 

Il catalogo e il DVD del film saranno in vendita in mostra

 

FOTOGRAFA LA CRISI (AL FEMMINILE): C’E’ TEMPO FINO AL 27 FEBBRAIO PER PARTECIPARE A “DOLCE VITA, CARO VITA”, CONCORSO NAZIONALE DI FOTOGRAFIA.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

In palio per la prima classificata 400 euro e la propria foto in esposizione. Organizzato dall’Associazione ONLUS Futuro Donna di Trieste, il concorso è a partecipazione gratuita.  

 

La crisi economica vista (e fotografata) con gli occhi delle donne. E’ questo il tema del primo Concorso nazionale di fotografia femminile organizzato dall’Associazione ONLUS Futuro Donna di Trieste, con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia.

Dolce vita, caro vita”, questo il nome del concorso, mira a raccontare per immagini quelle che sono le difficoltà delle donne alle prese con le spese quotidiane al giorno d’oggi.

Far quadrare il bilancio familiare, compito ancora quasi esclusivamente al femminile, nella  situazione contingente di generale disagio economico su scala mondiale, è sempre più difficile: non a caso aumentano sempre più, secondo i sondaggi, le famiglie italiane che dichiarano di faticare ad arrivare a fine mese. Stando agli ultimi dati diffusi da un sondaggio Confesercenti-Swg, il 59% delle famiglie ha dichiarato di non essere riuscita a far fronte alle spese della quotidianità e il restante 41% ha comunque ammesso di avere grosse difficoltà a far quadrare i conti anche con l’aiuto dei familiari.

L’obiettivo del concorso, riservato a tutte le donne maggiorenni e aperto fino al 27 febbraio 2013, è quello di raccogliere, attraverso la fotografia, immagini, sensazioni, situazioni, fatti di ogni giorno ed eventi straordinari che testimoniano un vivere quotidiano influenzato dai cambiamenti sociali, economici e culturali che attualmente viviamo. La partecipazione al concorso è gratuita e si possono inviare un massimo di tre immagini, che verranno poi valutate da una giuria composta da esperti di settore e rappresentanti dell’Associazione. La premiazione si terrà a Trieste il giorno 19 marzo 2013 alle ore 18 presso il CSV in Galleria Fenice 2 al terzo piano alla presenza delle Autorità, della giuria, degli organi di stampa, di esperti del settore, degli sponsor e delle socie dell’Associazione Futuro Donna. Tutte le fotografie premiate e segnalate saranno in mostra a Trieste nella sala espositiva del Circolo Assicurazioni Generali (piazza Duca degli Abruzzi 1), con inaugurazione giovedì 21 marzo 2013 alle ore 17.30. La mostra sarà visitabile ad ingresso libero fino al giorno 29 marzo 2013 nei giorni di apertura del Circolo con i seguenti orari: da lunedì a giovedì dalle 9.30 alle 12.30 e  dalle 15.30 alle 18 e il venerdì dalle 9.30 alle 12.30.

In palio per la prima classificata un premio di 400 euro (offerto da Fisiomed, sponsor ufficiale), per la seconda classificata 150 euro (offerto dalla Consulta Femminile di Trieste) e per la terza classificata 100 euro (offerto da Fisiomed, sponsor ufficiale) e ulteriori tre premi speciali in targhe offerti dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, dall’Associazione Futuro Donna  e dall’Associazione Espansioni.

Il regolamento integrale è visionabile sul sito www.futurodonna.it . Per ulteriori informazioni scrivere a dolcevitacarovita@gmail.com o telefonare al 328 001 46 54.

Il concorso è un’iniziativa promossa dall’Associazione ONLUS Futuro Donna – Donne per le Donne con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia.

LUNEDI’ 3 DICEMBRE AL TEATRO VITTORIA LA CITTA’ E IL PAESE CHE VORREI

In bocca al lupo a Roma ed alla regione Lazio tutta, con la speranza che riescano a tirarsi via dal pantano di ruberie, incapacità e violenze in cui si erano cacciate con le scorse, pessime, scelte amministrative.

LA CITTA’ E IL PAESE CHE VORREI

Lunedì 3 dicembre ore 17.30
Teatro Vittoria, Piazza S. Maria Liberatrice – Testaccio 

UNA SERATA DI MUSICA, TEATRO E SPETTACOLO PER RIFLETTERE INSIEME SULLA CITTA’ E SUL PAESE CHE VORREMMO…

INTERVENGONO: Luca Barbarossa, Rossana Casale, Gianni Clementi, Niccolò Fabi, Anna Foglietta, Tiziana Foschi, La Sora Cesira, Ana Caterina Morariu, Max Paiella, Johnny Palomba, Gualtiero Peirce, Andrea Pistilli, Andrea Purgatori, Paolo Sassanelli, Ettore Scola, Giorgio Tirabassi, Tosca, Massimo Venturiello, Daniele Vicari

La nostra città e il nostro Paese sono un bene comune da proteggere tutelare e rilanciare. Per questo, grazie alla disponibilità di tanti amici artisti, abbiamo organizzato una serata durante la quale attori, cantanti e poeti ma anche precari, pensionati, donne e studenti possano proporre progetti, suggerire idee e dare indicazioni per migliorare la vita della comunità.
Una frase, un pensiero, una canzone, una breve pièce, una poesia sotto il comune denominatore de “La città e il Paese che vorrei” per presentare idee, spunti, progetti, guizzi creativi o semplici verità da consegnare a coloro che hanno l’ambizione di realizzare l’alternativa all’attuale governo della Regione e del Campidoglio.

Vi aspettiamo, abbiamo bisogno dell’energia di ognuno di voi perché serve un rinnovamento vero nella forma e nella sostanza del nostro essere cittadini, padroni e servitori convinti della democrazia.

DA IL BENVENUTO Gianluca Peciola, portavoce Associazione RomaFutura

ASCOLTANO: Enrico Gasbarra, Massimiliano Smeriglio, Nicola Zingaretti

INGRESSO GRATUITO
fino ad esaurimento posti

 

ESPIRITU MAYA UN VIAGGIO TRA MISTICISMO E TRADIZIONI DEL GUATEMALA NELLE FOTOGRAFIE DI LUCA RINALDINI

Riceviamo e pubblichiamo:

Sarà inaugurata venerdì 23 novembre alle ore 18.00 al Centro Culturale Candiani la mostra Espiritu Maya. Guatemala tra misticismo e tradizioni Fotografie di Luca Rinaldini visitabile fino al  23 dicembre 2012.

 

Misconosciuto perché ininfluente sullo scacchiere internazionale il Guatemala – come afferma Lucia Bonato, docente di Italiano all’Università di San Carlos de Guatemala – in questo 2012 si è imposto con prepotenza a un immaginario collettivo che, sapientemente orchestrato, ha trasformato antiche previsioni astronomiche in apocalittiche profezie.

Con il solstizio d’inverno, il 21.12.2012 si conclude infatti  l’Oxlajuj Baqtun, un’era lunga oltre 5000 anni, che il calendario maya della “cuenta larga” ci rivela aver avuto inizio nel 3114 a. C.

Come ogni sibillino vaticinio lanciato attraverso i secoli, questa data offre varie chiavi interpretative: da un lato tuonano le sinistre visioni della fine del mondo, anticipata e seguita da disastri epocali che la natura, tra maremoti, eruzioni vulcaniche e passaggi di uragani non si stanca di offrire copiosamente; dall’altro qualche voce isolata ricorda che, secondo gli antichi maya, il singolare allineamento degli astri darà invece inizio ad un rinnovamento foriero di pace, armonia e sviluppo.

E così, tra lo spettro di una fine apocalittica e il miraggio di un inizio new age, questo piccolo Paese dal cuore grande continua ad essere un ossimoro palpitante i cui profondi contrasti sembrano suggellare un destino tormentato e inevitabile.

A fronte di un’uniformità che in Occidente avanza a passi da gigante, azzerando le differenze in nome di una qualità della vita che si avverte talora come un giogo, il Guatemala offre un paesaggio naturale, spirituale e umano sempre più raro, con lo spettacolo sontuoso dei vulcani affacciati sul lago e all’esplosione festosa di colori che attraversa le stagioni in un mondo che stupisce, affascina e soggioga.

 

Evento collaterale alla mostra l’incontro con Massimo Novarin ,  Sugli altipiani del Guatemala in programma martedì 27 novembre, ore 18.00 organizzato in collaborazione con Dodici Lune viaggi e il finissage, venerdì 21 dicembre alle ore 18.00, I fortunati che si affacciano ad un nuovo mondo con Patrizia Tondini  presidente dell’Associazione Pachamama, l’astrologa karmica Sara Pompanin e le animazioni musicali con la marimba di Kikki Delli Santi.

 

Espiritu Maya. Guatemala tra misticismo e tradizioni                                                 Fotografie di

Luca Rinaldini                                                                                                                 

Centro Culturale Candiani

 

Inaugurazione mostra venerdì 23 novembre, ore 18.00

 

sala Paolo Costantini terzo piano                                                                                                 ingresso libero

SUCCESSO DI PUBBLICO AL CINEPORTO DI LECCE PER LA MOSTRA “TINA MODOTTI. FOTOGRAFA E RIVOLUZIONARIA”. L’ESPOSIZIONE SARA’ VISIBILE FINO AL 14 DICEMBRE 2012.

Riceviamo e pubblichiamo:

GRANDE AFFLUENZA DI PUBBLICO AL CINEPORTO DI LECCE PER LA MOSTRA “TINA MODOTTI. FOTOGRAFA E RIVOLUZIONARIA”. L’ESPOSIZIONE, CURATA DA REINHARD SCHULTZ, COMPRENDE UNA SELEZIONE DI 80 OPERE DELL’ARTISTA E SARA’ VISIBILE FINO AL 14 DICEMBRE 2012.

 

“La fotografia per il fatto stesso che può essere prodotta soltanto nel presente e sulla base di ciò che oggettivamente esiste di fronte alla camera, si impone come il mezzo più soddisfacente per registrare la vita oggettiva in tutte le sue manifestazioni; da ciò il suo valore documentario, e se a questo si aggiunge la sensibilità e la comprensione del problema e soprattutto un chiaro orientamento sull’importanza che deve assumere nel campo dello sviluppo storico, credo che il risultato meriti di occupare un posto nella rivoluzione sociale a cui tutti dobbiamo contribuire”. In questa frase di Tina Modotti c’è, forse, il senso della sua opera fotografica.

 

Sta ottenendo una straordinaria affluenza di pubblico la mostra “Tina Modotti. Fotografa E Rivoluzionaria” allestita al Cineporto di Lecce, visibile fino al 14 dicembre 2012. L’esposizione, curata da Reinhard Schultz con la collaborazione della Galerie Bilderwelt di Berlino (fotografie di Tina Modotti) e il Center for Creative Photography di Tucson, Arizona, comprende una selezione di 80 opere dell’artista dal 1923 al 1930. La maggior parte delle opere riguarda il periodo messicano dell’artista, mentre la serie dei ritratti di della Modotti riguarda, invece, il periodo di Los Angeles e sono firmati da Edward Weston, inclusa anche una foto del periodo hollywoodiano sul set del film “The tiger’s coat”. Nel corso dell’inaugurazione sarà proiettato il film “Tina in Mexico” di Brenda Longfellow.

 

D’indole ribelle, proletaria per nascita, Tina Modotti (Udine, 17 agosto 1896 – Città del Messico, 5 gennaio 1942) appartiene a quella generazione di artisti che hanno intrecciato i fili dell’impegno sociale alle cause che, nella prima metà del XX secolo, hanno condotto a nuovi modi di intendere la ragion d’essere dell’uomo contemporaneo. Attrice di teatro e cinema, fotografa, rivoluzionaria, passionaria perseguitata, musa di grandi artisti come Pablo Neruda, modella dei pittori naturalisti messicani David Alvaro Siqueiros e Pablo Rivera, figura controversa dai molti nomi e dalle molte vite, la Modotti ha avuto una grande vera passione: la fotografia. Prima messa al servizio degli ideali sociali e  poi sacrificata per la lotta politica, rivelatasi quando aveva vent’anni grazie a Edward Weston, il maggior fotografo dell’epoca che l’amò e ne fece la sua musa.

 

Una donna dalla vita intensa e scandalosa per il costume dell’epoca, in largo anticipo sui tempi. È stata il simbolo della nuova condizione femminile del Novecento, sulla strada dell’emancipazione e della liberazione sessuale. Di recente la sua figura è stata sempre più spesso al centro dell’interesse sia degli studiosi che del vasto pubblico degli appassionati non solo in Italia, dopo anni di oblio.

 

“L’opera della Modotti –scrive Blanca María Monzón nel saggio “Tina Modotti, sujeto historico” - è un paradigma della fusione tra la cultura rivoluzionaria messicana e l’estetica fotografica d´avanguardia. A tutto ciò si legarono gli ideali di uguaglianza proposti dal socialismo, la sensibilità d’artista e la capacità di sentirsi un soggetto fortemente implicato nelle dinamiche sociali; questi furono in generale gli aspetti che apportarono un “senso” alla sua vita”.

 

La mostra, allestita il 21 settembre scorso (visibile dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 20 e la mattina dalle 10 alle 13) è realizzata con al sostegno della Regione Puglia -Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo-, in collaborazione con la Fondazione Apulia Film Commission e Cineporti di Puglia (Lecce).

 

La parmigiana e la rivoluzione.

Riceviamo e pubblichiamo:

In Salento, in Puglia, in ogni sud del mondo, la frittura è metafora di una condizione collettiva di oltrepassamento dello stato di povertà per assurgere per un istante a strumento di rivolta, emancipazione dai bisogni, conquista del potere.

http://www.donpasta.com/2012/10/30/la-parmigiana-e-la-rivoluzione/

http://www.facebook.com/pages/Don-Pasta/112328748777331?bookmark_t=page

donpasta
La Parmigiana e la Rivoluzione.
Fritture ed altre pratiche militanti
da febbraio. Stampa Alternativa

8 novembre. Roma. Nuovo Cinema Palazzo

http://www.nuovocinemapalazzo.it/event/don-pasta-la-parmigiana-e-la-rivoluzione/

11 novembre. Paris. New Morning. Festival Poesir.http://www.poesir.org

18 novembre. Toulouse. Bakelite

24/25 novembre. Barcelona. Antic Téatre.

Donpasta prova i suoi nuovi testi sulle fritture, le militanze, la
democrazia a tavola, le resistenze nelle campagne.C’è un legame forte  tra il rock’n’roll e le cucine delle nonne, i Rolling
Stones e la porchetta. Entrambe servono per far festa, per proteggersi
facendo comunità, per resistere al cattivo mangiare e alle aberrazioni del
mondo del cibo.
Per farlo servono fritture, parmigiane, mixer, vinili, vino buono, sorrisi
e tante pratiche di
resistenza.
Donpasta in questi anni è andato in giro a conoscere gente che sapesse far
bene la festa e far da mangiare con passione. Ha trovato e raccolto storie
belle, di gente coraggiosa, ha rubato ricette a nonne e galeotti, le ha
raccontate a bambini e migranti.
Una riflessione filosofica sulla cucina popolare (antitetica alla cucina
dei cuochi VIP e di quella di plastica delle TV), perché le tante pratiche
che si incontrano di resistenza legate al cibo (GAS, progetti in prigione,
vini naturali, etc…) stanno cambiando totalmente il paradigma culturale
legato al cibo.
Cucinare è un atto politico e a tavola la forchetta va sempre messa a
sinistra.

 

Questua tradizionale dei bambini “Su mortu mortu”

Dal 1° al 4 novembre p.v. l’ISRE donerà a tutti i bambini che visiteranno il Museo Deleddiano dolci e frutta secca che costituiscono l’offerta tradizionale delle famiglie nuoresi per la questua dei bambini detta “su mortu mortu”.

I bambini potranno fruire dell’iniziativa visitando il Museo accompagnati dai familiari o dai docenti all’interno della programmazione scolastica.

Per le visite delle scolaresche si prega di contattare il Museo Deleddiano al numero 0784 258088.

Si ricorda che il Museo sarà aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00. L’ingresso è gratuito.

Mostra fotografica “RAFFAELE CICERI – fotografie di Nuoro e della Sardegna nel primo Novecento”

L’Istituto Superiore Regionale Etnografico presenta al TRIBU – Spazio per le arti le fotografie realizzate da uno dei protagonisti de Il giorno del giudizio di Salvatore Satta, Raffaele Ciceri, farmacista a Nuoro tra Ottocento e Novecento.

Nato a Nuoro il 6 aprile del 1870, Raffaele Ciceri si avvicina alla fotografia durante il periodo giovanile trascorso nel Convitto Nazionale di Cagliari, ma è dopo l’avvio della sua attività di farmacista che vi si applica con passione e regolarità.

L’area del terminale superiore del Corso Garibaldi, dove ha sede la “Farmacia R. Ciceri, già Floris” è il luogo d’osservazione privilegiato per le immagini che Ciceri esegue con una Verascope Richard, macchina stereoscopica leggera e compatta, che gli permette di effettuare riprese veloci e senza cavalletto.

Altri scenari riguardano diversi paesi del Nuorese, come Orani e Oliena e varie località della Sardegna e d’oltremare, tra le quali Roma, Firenze, Milano, Genova, Pisa, Venezia, Tunisi.

Alto ed elegante, Ciceri è un uomo raffinato e di spirito; la sua farmacia è il luogo d’incontro di diversi intellettuali, tra i quali Sebastiano Satta eAntonio Ballero. Ma il farmacista fotografo è anche una delle colonne portanti della società del caffè Tettamanzi, nella zona centrale del corso Garibaldi.

Salvatore Satta, ne Il giorno del giudizio, descrive ampiamente la vita che si svolgeva nel caffè, dedicando alla figura di Ciceri diverse memorabili pagine. Satta racconta anche della fase finale della vita di Ciceri e del sentimento di odio e disprezzo che il farmacista aveva alla fine maturato nei confronti della sua esistenza.

Muore nel 1921, a cinquantun anni, nella sua casa del corso Garibaldi. Nel testamento lascia tutti i suoi beni all’ospedale civile e chiede un funerale senza croci e una sepoltura senza nome nella nuda terra.

Attraverso la sua attività fotografica Ciceri contribuisce in misura significativa  al processo di ricostruzione / emersione di una sorta di catalogo visivo della società nuorese deleddiana che si aggiunge all’opera del fotografo professionista Sebastiano Guiso e dell’eclettico Piero Pirari e, ancora,  alle immagini di Sebastiano Satta e di Antonio Ballero, come Ciceri fotografi dilettanti.

Si possono distinguere nella sua opera due categorie principali di immagini: quelle relative ad amici e frequentatori della farmacia e del caffè Tettamanzi, dunque possidenti borghesi e alcuni professionisti e intellettuali, che ne costituiscono la parte più cospicua. Sotto questo aspetto le documentazione che Ciceri offre è preziosa e dà corpo e contesto a un universo sociale esclusivamente maschile, frequentemente ripreso a colloquiare in gruppo nel corso Garibaldi, ma anche durante escursioni nelle case dell’agro e nel corso di battute di  caccia nelle campagne del nuorese e in estesi territori della Barbagia.

Un’altra serie d’immagini attiene ad alcuni importanti eventi pubblici e a momenti di vita popolare che informano di una partecipazione sociale e di un intento documentario.

In tutte queste fotografie colpisce la modernità dello sguardo, uno sguardo da reporter che intende offrire un documento della realtà il più possibile immediato piuttosto che l’immagine equilibrata nella composizione e tecnicamente ineccepibile.

 

Le fotografie in mostra provengono dalla donazione Murgia Ulzega dell’ISRE e dalla raccolta di proprietà dell’Ilisso Edizioni.

Il fondo dell’ISRE consta di 309 lastre fotografiche che il giornalista nuorese Agostino Murgia ha donato all’Istituto nel 2008. Più precisamente comprende 300 lastre stereoscopiche al cloro-bromuro d’argento del formato di 4,5 x 10,7 cm, più altre 9 dimezzate, e tre stampe fotografiche. Le lastre sono state consegnate nelle loro scatole originali insieme a un visore e a un apparecchio fotografico stereoscopici Richard.

La raccolta dell’Ilisso è costituita da 92 lastre stereoscopiche rinvenute  tra i materiali fotografici e cinematografici, in parte realizzati e in parte collezionati dal reporter nuorese Piero Pirari (Nuoro 1886-1972). Si tratta di 91 negativi e di una diapositiva, tutti su supporto vitreo del formato di 10,7 x 4,5 cm.

L’esposizione si articola in due piani nei quali vengono presentate 109 fotografie delle dimensioni medie di cm. 5x 50, relative a Nuoro e altre località della Sardegna, 49 immagini di formato minore  inerenti  ai viaggi dell’autore in diverse città italiane e in Tunisia, nove gigantografie delle quali tre in 3D, che richiedono l’utilizzazione di appositi occhialini messi a disposizione dei visitatori.

Sono in mostra, altresì, alcune lastre con i contenitori originali, la macchina fotografica e il visore stereoscopici della donazione Murgia Ulzega.

Un ambiente del livello superiore presenta una ricostruzione scenografica in 3D di piazza Cavallotti, ora piazza San Giovanni, di Nuoro.

Catalogo ISRE / ILISSO 220 pagine, formato 32 x 29, copertina cartonata con sovraccoperta a colori, 419 immagini

TRIBU, Spazio per le arti

Nuoro, piazza S. Maria della Neve, 8

31 ottobre 2012-28 febbraio 2013

orari: 10,00-13,00 / 16,30-20,30 (lunedì chiuso)

Perché ogni tanto le maschere ci buttano fuori dalle sale