Laicità?

Di pochi giorni fa la notizia che Ruini sottolinea la laicità dello stato.
Peccato che dall’avvento del papa Ratzinger la chiesa non manchi di mettere bocca in ogni quastione che riguardi la politica dello stato.
Già i commenti sulla finanziaria, di oggi poi la notizia che i vescovi si esprimono con perplessità sulla devolution. Da quando sono in grado di leggere giornali non ricordo periodo storico in cui si sia stata maggiore ingerenza della chiesa nelle questione prettamente politiche dello stato.

Allora, a questo punto mi aspetto che per coerenza il verbale di Ruini sia stato pieno di faccine. Una cosa come

“La chiesa rispetta la laicità dello stato ;-)))”

E così via.
Che brutto stare in un paese in cui neanche le dichiarazioni pubbliche hanno più valore.

Tette intorno a te

Giuliana è sorridente, ha i capelli scuri con la riga in mezzo ed una magliettina bianca, scollata in diagonale e con una manica sola. Sul petto la scritta “Hollywood”. Aspetta il via dal ragazzo che riprende col telefonino, come ogni brava velina pronta allo stacchetto. Al “VAI!” alza la maglietta e scopre il push-up, anch’esso bianco. Un compagno prontamente le infila un evidenziatore fra i seni. Scoprirò dal dialogo che trattasi di prova del nove per valutare la presenza o l’assenza di protesi al silicone. Qualcuno dei compagni ai metodi moderni preferisce la cara buona e vecchia tastata. Al “tira su di nuovo!” la ragazza solleva anche le coppe e lascia intravedere il seno per pochi istanti. Al “Rifallo! Rifallo!” l’ostensione dura di più e viene fatta anche al pubblico situato alle sue spalle.
Applausi.
Baci in camera.

Fine.

L’Arturo Malignani è un Istituto Tecnico di Udine, una scuola come tante, frequentata da ragazzi e ragazze contemporanei. Il 29 ottobre in questo istituto si sono tenute delle elezioni scolastiche. Alcuni intraprendenti scemotti per l’occasione hanno pensato bene di vendere i propri voti per qualche tetta, almeno questa è la versione di Studio Aperto, noto pseudotelegiornale specializzato in gossip ed anticipazioni delle trasmissioni di Italia Uno.
Questi pisquani, dicevamo, hanno preso una loro compagna, per la verità assolutamente non restia e, tra cori, urla da stadio, ed acclamazioni varie, hanno ottenuto il loro tanto sospirato strip. Le tette sono state chiaramente fotografate e riprese con l’ausilio dei telefonini di ultima generazione, alla luce del sole e senza nascondere minimamente la cosa alla ragazza che anzi era ben contenta di stare tanto al centro dell’attenzione.
Tutto il materiale circola liberamente su internet da giorni.

Ok, la ragazza ha fatto una stupidaggine ed i suoi compagni di classe sono spregevoli come qualunque adolescente, detto questo alzi la mano chi si sorprende.
Dopo le baby cubiste romane ed i loro baby magnaccia a me sembra chiarissimo che generazione sta formando la tv italiana con la complicità di genitori troppo superficiali e troppo distratti: ragazzine e ragazzini egoisti ed esibizionisti.

Guardando il filmato il moralismo becero, di Studio Aperto come dei vari presidi, se ne va ampiamente in malora, qua chiaramente non ci sono vittime né carnefici, solo un bel po’ di lobotomizzati ambosessi che giocano, ridono e si divertono da matti. Scandalizzarsi adesso serve a poco, così come da stolti è proibire nelle scuole superiori scollature, tanga e magliette corte (stessa solita logica strabica per la quale si vorrebbe colpire il consumo di eroina vietando ai ragazzi di farsi le canne).

Perché vi indignate adesso?
Sapete cosa ha fatto quella ragazza? Ha fatto quello che si vede nell’ultima pubblicità Vodafone: è rimasta a seno nudo di fronte ad un videofonino.
E cosa hanno fatto i ragazzi? Ma quello che si vede in American Pie: mettere una compagna nuda su internet.
Non mi sembra nessuno si sia indignato per quello spot o per il film.
O per i milioni di messaggi simili che arrivano ogni giorno ai ragazzi.
E allora? Volete forse far credere ai ragazzi che è sbagliato fare quello che si vede in tv o negli spot? E perché non vi indignate o non protestate mai contro questa tv e questi spot allora?

Alta complicità

La mia cara amica Marbillay mi gira questa mail. Dovrebbe essere stata originata dall’Associazione Antichi Passi di Avigliana. Non ho difficoltà a credere al coinvolgimento del ministro Lunardi, del resto già invischiato in conflitti di interessi palesi in un mare di opere pubbliche, una in più, una in meno, non penso che faccia una gran differenza. Fatico invece a credere all’intento censorio di Report, per quanto mi riguarda l’ho sempre considerata una trasmissione ottima e che ha dato in passato più volte prova di non guardare in faccia niente e nessuno.
Ad ogni modo leggete, cercate informazioni per conto vostro e fatevi la vostra opinione in merito.

Testo del messaggio

IMPORTANTE !

Per favore, leggete questo documento fino in fondo. Non vi chiedo che pochi minuti del vostro tempo.
Scrivo queste poche (spero) righe con l’unica intenzione di portare a conoscenza una situazione che la maggior parte dei media cerca di tener nascosta.
Da diversi anni è in corso in ValSusa una manovra di resistenza organizzata contro la linea ad alta velocità ferroviaria Torino-Lione (TAV).
Quello che fanno credere i media è che gli oppositori siano pochi e comunque motivati solamente dal fatto che “gli passa il treno sotto casa”.
Nella manifestazione di giugno c’erano 30.000 persone (in tutta la Val Susa ci sono 50.000 abitanti).
Non posso di certo smentire questa motivazione, ma in realtà i motivi veri (che vengono metodicamente nascosti dai media) sono ben altri:

1.. La tratta Torino-Lione è completamente inutile: nella Val Susa esiste già una linea ferroviaria sottoutilizzata, in grado di reggere il traffico richiesto (considerando i tassi di crescita) almeno fino al 2050.

2.. La linea in costruzione è esclusivamente merci, non si avrebbe alcun vantaggio in termini di tempo per la percorrenza da Torino a Lione. I treni passeggeri comunque continuerebbero a transitare nella linea storica con i tempi di percorrenza attuali.

3.. Nel tratto montano (e quindi da Torino alla Francia), comunque non sarebbe una tratta ad alta velocità perchè la conformazione del terreno montano non la rende possibile.

4.. L’amianto sotto al Musinè c’e’ veramente (è già ampiamente dimostrato), e nei progetti non c’è il minimo accenno ad un piano di messa in sicurezza dell’amianto estratto (è previsto semplicemente uno stoccaggio in valle a cielo libero), che con i frequenti venti della ValSusa verrebbe distribuito e respirato in tutta la cintura ovest di Torino ed in Torino stessa. Le malattie causate dalla respirazione di anche solo 1 fibra di amianto vengono diagnosticate 15 anni dopo l’inalazione. Dal momento della diagnosi la mortalità è del 100%, ed il tempo di vita medio è di 9 mesi.

5.. Il corridoio 5 (tratta Lisbona-Kiev) di cui questa tratta sarebbe parte fondamentale non esiste: da Trieste verso est l’opera è bloccata in tutti i suoi aspetti.

6.. Finanziariamente è un disastro annunciato: perchè vada in attivo, nella tratta dovrebbe passare un treno merci ogni 3 minuti, 24 ore al giorno. Per questo motivo, al momento nessun privato si è impegnato finanziariamente, banche e fondazioni comprese. La tratta è costosissima, ed i soldi non ci sono: è notizia recente che nella finanziaria di questi giorni sono stati tagliati quasi tutti i fondi per le grandi opere. Gli unici soldi su cui si regge l’opera sono i finanziamenti europei.

7.. Se dovessi elencare tutte le implicazioni legali del ministro Lunardi (! mi spiace, ma non riesco proprio a dare dell’onorevole ad una persona del genere) questo documento diverrebbe troppo lungo. Dico solo che l’appalto per la costruzione del tunnel di 52Km (7,5 miliardi di euro) è stato vinto da una ditta francese che l’ha subbappaltato alla francese RockSoil, di proprietà della moglie.

Forse ora è più chiaro e motivato perchè nelle proteste dei ValSusini sono presenti sempre, in prima fila, tutti i sindaci e le istituzioni di tutti i paesi della Valle, indipendentemente dal partito politico di appartenenza.

Il CIPE, incaricato di distribuire i fondi italiani, ha già eliminato la tratta Torino-Lione dalle opere da finanziare dallo stato italiano (nonostante quanto riferito dai media). L’unico obiettivo di chi il TAV lo vuole fare è quello di agganciare la pioggia di finanziamenti europei per le grandi opere; per far questo, devono entro fine anno poter dire che i lavori sono iniziati.

Lunedì 1 novembre ho partecipato al blocco dei lavori a Mompantero: in 500 persone (saremmo stati molti di più, ma alla maggior parte delle persone è stato impedito di raggiungere i luoghi della protesta, militarizzando Susa) abbiamo bloccato senza alcuna violenza per un giorno intero 1.200 demotivati esponenti delle forze dell’ordine. La notizia che i siti siano poi stati presi in possesso dalle forze dell’ordine in nottata (quando non c’era più nessuno ad opporsi e verificare) sembrerebbe falsa, alcune persone hanno verificato il giorno successivo che i siti erano ancora sgombri.
La questione NoTAV non è una questione di sinistra o destra: l’opposizione è trasversale, ed ogni persona di buon senso che sia informata sul problema non ha difficoltà a capire le nostre ragioni. Il problema è che la voce dei NoTav viene puntualmente soffocata dai media, per la grande quantità dei finanziamenti europei in gioco. Personalmente penso che anche i più accesi interessati questo lo sappiano benissimo, e dell’opera non gli importi proprio nulla. L’unica loro preoccupazione è farsi rigirare nelle loro casse i soldoni europei.

Non chiedo a chi legge questo messaggio di crederci ciecamente, ovviamente può essere inteso come propaganda di parte, ma di informarsi anche da altre fonti indipendenti. Purtroppo il quotidiano La Stampa ed il telegiornale regionale di Rai 3 sono le fonti di informazione che si sono rivelate più corrotte e di parte, non solo nei commenti alle notizie ma anche nel continuo riportare notizie false.
Qualche anno fa è venuta una troupe di Report diversi giorni in valle a fare un servizio sul problema. Risultato: il servizio non è mai andato in onda ed il giornalista è stato quasi licenziato.

Il mio intento non è solo di convincervi sulle nostre ragioni, ma prevalentemente di informarvi. Se credete che le informazioni di questo messaggio siano false, vi invito a verificarle. Penso che poi la convinzione venga da sola.

Vi prego di inoltrare questo documento al maggior numero di persone possibile.

Antidoti/Antiemetici 3.0

Questa volta ho voglia di pescare nei recessi contaminati e contaminanti di qualche tempo fa. I disordini di Brixton, Margaret Thatcher, quadretti bianchi e neri, gente molto nerovestita, 100 Club e Batcave. Un sacco di contrasti e integrazione degli opposti. Forse gli anni più fecondi e prolifici del ’900.

* The Specials: Ghost Town (12″ version)
* The Clash: Guns of Brixton
* Gang of Four: To Hell With Poverty
* PIL: Death Disco
* 23 Skidoo: Vegas El Bandito
* Pigbag: Papa’s Got a Brand New Pigbag
* Bauhaus: Kick in the Eye
* A Certain Ratio: Shack up
* The Selecters: On My Radio
* Alien Sex Fiend: Ignore The Machine

Buone ricerche o buon ascolto.

Videochiamami

Cabina di un aereo, apparentemente business class, sobria e vagamente paradisiaca, con toni dominanti di grigio-bianco .

- Ma lei è…
- Si direbbe. E lei invece è il giovanotto dei videofonini?
- Ma dimmi tu! Oh la la! Ma che combinazione! Ma guarda tu la vita! (ecc. ecc.)
- E invece la signorina farebbe bene a scegliersi un altro senatore. A vita.

Ora, non ci sarebbe nulla di male se uno dei testimonial fosse un politico di razza sul viale del tramonto che arrontonda la modesta pensione facendo pubblicità. Si dà il caso, invece, che il senatore che legge il giornale sia un famoso pentito di mafia, uno che baciava i boss, uno che non è stato assolto, ha soltanto beneficiato dei termini di prescrizione. Ed è uno che sa tutto di questo paese, sa chi l’ha fatta fuori dal vaso a partire dal 1945, chi ha messo tutte le bombe, sa chi comanda veramente questo paese da sessant’anni.
Mi auguro semplicemente che il gestore di videotelefonia in questione, la 3, per la precisione, possa perdere migliaia di clienti effettivi e potenziali grazie ad una scelta di manifesto cattivo gusto. Anzi, una scelta offensiva. Perlomeno, io mi sono risentito; non so voi, ma non sceglierò mai quell’operatore, neanche se si profondesse in scuse salameleccanti per i prossimi dieci anni.

L’ottimismo è il profumo degli IM-BE-CIL-LI

“In Italia c’e’ un benessere diffuso. Molte regioni sono all’avanguardia. L’81% delle famiglie italiane possiede un’abitazione, siamo il primo Paese come numero di telefonini, televisioni e automobili [...] c’e’ ancora qualche problema [...] l’Italia si presenta in modo ottimistico e guarda al futuro con fiducia [...] pesa a noi liberali [...] ancora, nella parte politica, ci sono partiti che hanno orgogliosamente l’espressione comunista nel nome e il simbolo dello stato totalitario: la falce e il martello [...] quanto la fine della II guerra mondiale. Se ci fossero ancora la ‘cortina di ferro’ e il giogo comunista – prosegue – non ci sarebbe stata per il mondo la possibilita’ di diventare una unita’ globale attraverso internet”

Non passa un giorno senza che il Presidente del Consiglio dica sciocchezze epocali. Stupidaggini così grandi che gli meriterebbero un bel calcio nelle natiche e via a nuove elezioni in ogni paese sano di mente al mondo, ma non in Italia.

Passiamo alla consueta confutazione degli argomenti clowneschi del premier:

Tesi: L’Italia sta bene, siamo pieni di telefonini.
Confutazione: Nessun istituto, ente, nazione, nessuna azienda, nessun bottegaio di periferia, nessuno al mondo ha mai considerato la diffusione dei telefonini quale indice di sviluppo economico o sociale. Negli Stati Uniti ad esempio i telefonini sono stati per lunghissimo tempo diffusi in una ristrettissima fetta della popolazione. Ragioni storiche, abitudini, mode, possono avere un peso troppo rilevante nella diffusione di un bene (vale anche per abitazioni ed automobili) per poterne fare un indicatore attendibile. E’ un fatto invece che il Fondo Monetario Internazionale fotografi puntualmente l’Italia come una delle economie più sofferenti dell’Europa occidentale.

Tesi: L’Italia guarda al futuro con ottimismo.
Confutazione: Secondo l’ultimo sondaggio Acri-Ipsos (condotto con criteri scientifici e non a caso come quelli di Forza Italia), la situazione reale degli italiani sarebbe rissunta in queste parole: – Mezza Italia tira la cinghia. Un italiano su due non riesce a risparmiare e ha difficoltà ad arrivare a fine mese. A grandi linee in crisi c´è il ceto medio, le famiglie numerose con i figli che studiano, i pensionati. E tra questi, nel 2005, il 22% è risultato proprio al verde, non riesce a tirare avanti ed è costretto a indebitarsi per sbarcare il lunario: solo cinque anni fa era il 13%.

Tesi: La falce e il martello sono il simbolo dello stato totalitario.
Confutazione: Lo stato totalitario, in quanto tale, non ha alcun simbolo. Sul manifesto di Forza Italia per la “lotta alla dittatura”, come abbiamo avuto modo di sottolineare su questo blog, nella teoria dei dittatori manca Mussolini. Il fascio littorio era ad esempio un simbolo di uno stato totalitario. Nella sua coalizione, oltre ad Alleanza Nazionale che ha in parte abiurato, si ritrovano partiti che si richiamano direttamente al pensiero di un dittatore. Per contro la falce e il martello simboleggiano fin dalla nascita la presa di coscienza sociale dei lavoratori. Già i partiti della seconda Internazionale fondata a Parigi nel 1889 ne fanno largo uso. Per la prima volta compaiono incrociati nel 1917 durante la Rivoluzione d’Ottobre. Simbolo di lotta popolare quindi, prima che vessillo del totalitarismo.
Senza contare che i partiti di sinistra italiani pur utilizzando questo simbolo sono sempre stati perfettamente inseriti in un sistema democratico e lo sono ancora oggi.

Tesi: Se ci fosse ancora l’Unione Sovietica il mondo non sarebbe unito da internet.
Confutazione: Il comunismo esiste ancora, in Cina, ed i cinesi fanno uso di internet, nonostante i tentativi operati dal governo per controllare e limitare il fenomeno. Il mondo poi non è affatto unito da internet, la stragrande maggioranza degli esseri umani non ha alcun accesso alla rete.

Non so voi ma personalmente sono stanco di avere un Presidente del Consiglio che dice quattro frottole ogni tre parole.

no, permettetemi una domanda.

ma voi veramente pensate che la gente abbandonerà il grande schermo per vedere un film di prima visione su un misero e tristissimo telefonino di ultima generazione?

io penso che se esiste qualcuno così stupido da comprarsi un super-telefonino solo per avere la possibilità di vedersi un film su uno striminzito schermuccio, questo qualcuno sia già abbastanza patetico di per sé da non meritarselo neppure, il cinema: quindi se queste persone non pagheranno più il biglietto per vedersi un film, tanto meglio!!!

almeno la visione non sarà più disturbata da suonerie fastidiose e maledetti brusii.

VIVA IL GRANDE SCHERMO!

IM-BE-CIL-LE

Silvio dimentica MussoliniDai, avanti, adesso spiegami dov’è Mussolini.
Dov’è?
Era forse un acceso democratico Mussolini?
Non era un dittatore?
Non era un violento?
Non ha condannato a morte un mare di giovani italiani trascinandoli in una guerra assurda?
E allora?
Perché Mussolini no?
Eh, Silvio, allora?

Ma che imbecille, che clamoroso imbecille!