Il t(r)uffatore

Fassino sprizza gioia da tutti i pori, è felice per la cazzata fatta dal premier, probabilmente la campagna avversa montata sul caso Unipol sarebbe continuata ancora per giorni senza la stupidaggine dell’andare a raccontar balle ai magistrati.

“Il premier ha fatto un tuffo dal quinto piano in una piscina senz’acqua”.

E meno male, fosse stato per le capacità espressive e l’autorevolezza dei leader della sinistra avremmo perso le elezioni per una telefonata in cui Fassino chiede a Consorte se questa cazzo di opa l’hanno fatta o no, dimostrando quindi di non saperne un bel niente, altro che coinvolgimento.

Non bastasse questo a rallegrare l’anemico segretario finalmente cominciano a saltar fuori un po’ di dichiarazioni di Fiorani. Sì perché, anche se i nostri comunistissimi telegiornali italiani hanno cercato di distruggere i DS per una telefonata, non bisogna dimenticare che, mentre Fassino non è indagato per un bel niente, esiste il ramo originario dell’inchiesta, quello di Fiorani e Ricucci, per capirci, in cui sono ben coinvolti politici del centrodestra, con tanto di reati, procedimenti in corso e capi d’accusa.
Innanzitutto abbiamo un bel sottosegretario di AN responsabile, secondo Fiorani, di aver informato Ricucci delle intercettazioni telefoniche disposte nei loro confronti. La dichiarazione suona abbastanza credibile considerando che questo sottosegretario è stato, per sua stessa ammissione, anche avvocato di Ricucci.
Ma non finisce mica qui:

“Ho incontrato Berlusconi in diverse occasioni. Almeno due. Una in pubblico. Un’altra in Sardegna”

Già già. Allora, secondo il teorema di Berlusconi secondo cui chi tifa soltanto non invita a pranzo e quindi invitare a pranzo vuol dire essere coinvolti, invitare in villa in Sardegna cosa vuol dire? Essere innamorati di Fiorani?

O magari di Gnutti, rinnegato dal Cavaliere, il quale, mentendo, ha dichiarato più e più volte di non essere socio, pur essendolo.

Alle 0,20 Fiorani chiama Emilio Gnutti, che è a cena proprio con il Cavaliere, e si raccomanda: “Riferisci al Presidente di chiamare il Number One”, ovvero Fazio. Infine Gnutti chiama la moglie Ornella e racconta anche a lei: “Il Governatore ha firmato proprio un minuto fa… Berlusconi è qui con me e ha parlato in diretta con Fiorani, gliel’ho passato io al telefono”. E Gnutti aggiunge a Fiorani di aver parlato a Berlusconi anche della scalata al Corriere della Sera: “Gli ho detto che andremo avanti con Rcs e che ci deve dare una mano”.

Ma mica è tutto, eh. Perché mentre il cazzaro va dai magistrati per non dirgli nulla di penalmente rilevante fortunatamente altri magistrati lavorano alacremente.

Legami del gruppo e della famiglia di Berlusconi con la banca di Fiorani emergono intanto dal monitoraggio dei conti correnti presso la Banca Popolare Italiana. Sarebbe emerso così un affidamento consistente (4,55 milioni di euro) della Bpi in favore dell’editore del giornale Il Foglio la cui legale rappresentante è Miriam Bartolini, in arte Veronica Lario, moglie del Premier. Niente di illecito, va precisato: come anche nel fido da 30 milioni di euro che la Popolare di Lodi nel 2002 offre a Paolo Berlusconi, fratello del Premier, per pagare una maxi-multa da oltre 50 milioni patteggiata nel processo per la discarica di Cerro. Nell’ottobre dello stesso anno il fratello del Cavaliere chiede un altro fido: 10 milioni di euro. E all’attenzione della Finanza è finito un altro movimento Lodi-Arcore di valore decisamente rilevante: 15 milioni di euro. Destinataria del prestito è Forza Italia. Nel 2002 il Presidente del Consiglio firma una fideiussione personale per far ottenere al movimento azzurro il prestito. Infine nel 1999 la società di produzione e distribuzione cinematografica Medusa, anch’essa della galassia Mediaset, ottiene un fido da 10 miliardi di lire.

E lui va dai magistrati, lui.

Ma che ci va a fare? Che aspetti un po’, no?
Saranno loro a chiamarlo.

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