Il malgoverno sulla nostra pelle

Credo che la propaganda, nel senso meno negativo del termine, sia ormai l’arma meno efficace da usare per questa campagna elettorale. In questo breve articolo voglio presentare il mio punto di vista, come ho già fatto in passato, tentando di evitare i temi più abusati.
Non credo ci sia bisogno di informare per fare capire ai cittadini quanto l’Italia è stata mal governata in questi cinque anni. Non a caso, infatti, la scelta dello schieramento di Silvio Berlusconi (il possessivo è d’obbligo) per cercare di vincere le elezioni è stata la cosiddetta “Operazione Verità”. Ovvero: o cittadini, voi che vedete con i vostri occhi che tutto va male, io vi convincerò che sono i vostri occhi a non funzionare, non il paese. Talmente puerile che l’accento è stato subito spostato da questa strategia a quella di una demonizzazione dell’avversario. Ovvero: o cittadini, che per colpa non vostra siete convinti che tutto vada male, perché i vosti occhi e le vostre orecchie sono state manomesse, beh, sappiate che in ogni caso con gli “altri” andrà peggio. Una scelta di politica “contro”, tra l’altro simile alla sciagurata campagna elettorale di Rutelli nel 2001, che non trova controprove nelle dichiarazione di nessun esponente dello schieramento di Berlusconi, le stesse parole di Fini e Casini che proponevano un dibattito sul futuro, sono state insabbiate e poco valorizzate dai quotidiani più vicini alla linea di governo.
Il quadro è chiaro, spero. Berlusconi non ha la minima intenzione di modificare la sua politica. Qualche motivo interno, sia la tutela dei suoi interessi, sia la mai tramontata adesione al piano di rinascita democratica della P2, sia l’ottusa idea che questo possa seriamente fare bene al paese, impediscono all’essere umano Silvio Berlusconi di fare alcuna critica al proprio operato. Eppure, pur ammettendo l’alibi della buona fede, appare evidente che le sue scelte politiche non hanno avuto successo in Italia. Credo che ciascuno di noi abbia almeno un paio di storie da raccontare su come la sua vita sia stata peggiorata dal governo Berlusconi, mi voglio riferire a esperienze dirette, proprio perché è veramente facile stroncare sul nascere la stupida tesi della propaganda di questo centrodestra che sia la fantomatica sinistra a mistificare la realtà. Quindi, glisserò su discorsi macroeconomici che più o meno tutti abbiamo provato negli ultimi anni e mi concentrerò su due fatti quasi irrilevanti, ma che sono rappresentativi dell’impostazione del governo di Silvio Berlusconi.

Annedoto 1: Vado in banca come ogni mese per versare l’affitto. Il locatore ha cambiato banca, perché la precedente aveva alzato le commissioni sui versamenti a una cifra assurda, eravamo arrivati a 6 euro per ogni versamento. Anche questa è una tenedenza comune rilevata dalle associazioni di consumatori che è esplosa in questi anni di governo di centrodestra. Bene, gli sportelli sono tutti paralizzati, parlando con gli impiegati, scopro che una nuova legge ha introdotto una normativa che impone a chiunque faccia un versamento su un qualsiasi conto di fornire le proprie generalità e venire schedato dalla banca. Nota bene, per qualsiasi importo. Posso intravedere l’utilità di questa norma, ma senza nessun tetto minimo, come mi conferma l’impiegato, non ha alcun senso. Senza contare che mi pare davvero irrazionale pensare che i riciclaggi di denaro passino per i microversamenti fatti, peraltro, di persona.

Annedoto 2: Sciopero della mensa universitaria. Il personale delle mensa ha effettuato diversi scioperi negli ultimi tempi, ma sempre di poche ore per non pesare troppo sui già disagiati studenti, perché dopo i tagli e le decisioni dell’azienda del diritto allo studio, l’appalto dei servizi che prima era pubblico, affidato a personali interno, è stato affidato a società private le quali, per risolvere i problemi di mancanza di risorse e personale si sono affidati a personale precario e a momentanee soluzioni tampone. Nel frattempo, i dipendenti “regolari” che, da utente regolare, posso confermare che svolgono il lavoro molto bene da vari anni a differenza dell’idea comune di “dipendente pubblico” non hanno ancora ricevuto 5 anni di arretrati di stipendio. Altro esempio rappresentativo di come i moderni capitalisti non si vergognino mai di tirare la corda fino ad arrivare a un passo dell’azione legale, pur di guadagnare qualche interesse in più. E sulla tutela della legalità, la paralisi della giustizia fa tutto il resto.
Ancora di più, si tratta di un caso comune di devoluzione di un servizio pubblico ad aziende private dirette da un’imprenditoria italiana che non ha mai avuto lo stimolo dal governo alla responsabilizzazione, a offrire un servizio alla società, ma un messaggio ben diverso: lo stato vi sta tassando in modo eccessivo e sta limitando la vosta libertà, il vostro unico obiettivo è il profitto. Questo è il capitalismo italiano, tutelato dal governo Berlusconi dietro alla populistica parola “libertà”. Forza Italia, forza di libertà (degli sfruttatori, di fare quello che gli pare).
Ci sarebbe anche un annedoto 3 anch’esso di mia esperienza diretta, che riguarda un’altra “riforma” di un’azienda che passa dalla tutela della dignità dei propri dipendenti, della loro professionalità, all’applicare la dottrina dello sfruttamento utilizzando politiche illegali, sacrificando la fiducia, la serietà, la dignità, la professionalità dei suoi dipendenti in nome di un margine di profitto maggiore. L’illegalità, lo sappiamo tutti, è quasi all’ordine del giorno in Italia, in quasi ogni ambito. Uno stato e un governo responsabile, però, sa che deve fare i conti con questa realtà limitando il più possibile lo sfruttamento dei cittadini da parte dei poteri forti della società. Il messaggio che deve passare è quindi quello della solidarietà, non della “libertà” incondizionata che -se ben ricordate- si chiama anarchia e non è un diritto, ma il caos.
Era prevedibile che ciò accadesse, dopo aver avuto per cinque anni un presidente del consiglio che proprio di questa politica ha fatto la sua bandiera e con essa la sua fortuna.
Certo, direte, ancora non siamo alla fame, in italia. Perché vuoi per il piccolo raggiro che possiamo effettuare a nostra volta, vuoi con l’accortezza che ci permette di evitare un ulteriore fregatura, riusciamo ancora a “sopravvivere”. Ma cosa abbiamo veramente guadagnato in 5 anni? Io ho guadagnato: stress, mancanza di fiducia, difficoltà economiche.

Come ho già detto, non c’è nessuna speranza che il presidente del consiglio, che continua a militarizzare la propria coalizione, decida di cambiare politica. Cinque anni fa alcune persone che conoscevo e che non ritenevo affatto stupide hanno votato Silvio Berlusconi “per provare”. Bene, avete provato.
Questo governo ha fatto acqua da tutte le parti, ha confezionato leggi dannose in fretta e furia, ha fatto favori a lobby distruggendo l’industra italiana. Come il caso della tassa della SIAE su CD e DVD. Di recente, proprio un’industria italiana che produceva supporti vergini ha chiuso i battenti. La grande clientela si è spostata all’estero dove poteva acquisate prodotti migliori a un prezzo inferiore del 50% o più, in modo completamente legale.
Ogni liberista, ogni seria persona di destra deve riconoscere che questa politica NON FUNZIONA.
Il voto del 9 Aprile può essere visto con una dichiarazione di fiducia alla sinistra, ma anche -ed è questo che io mi auguro- come una dichiarazione di sfiducia alla politica di questi anni. Le mie speranza nella produttività e nell’efficacia della coalizione di centrosinistra non sono altissime ma quello che spero emerga da questo voto è che l’assetto dato alla politica da quel fenomeno politico / commerciale chiamato Forza Italia deve cambiare. Poi, diciamolo, il pericolo più grande del concedere una vittoria alla coalizione di centrosinistra, magari con l’astensione, è che non riescano a concludere molto o a riformare alcunché. Ma la vera riforma in cui sperare è quella del centrodestra, che le persone serie rimaste decidano di abbandonare l’egocentrica politica di Silvio Berlusconi e del suo Forza Italia. Perché ha peggiorato il paese, perché ha pesato sulle nostre vite, perché in nome della “libertà” di pochi, ha rubato la felicità a molti.

Buon voto.

Il regime è regime fino all’ultimo giorno

Il sistema dell’informazione drammaticamente servile nei confronti del centrodestra e di Silvio Berlusconi non riesce a recuperare un minimo di dignità nemmeno in questi giorni di crepuscolo del regime. Qui in redazione riceviamo di continuo minacce, più o meno velate, spesso vere e proprie querele sventolate per intimidire. Come diceva un redattore: E’ ben triste aver lavorato così bene, aver raggiunto un vasto pubblico, e non potersi esprimere sempre liberamente perché non si ha magari la forza economica necessaria ad affrontare dure e lunghe battaglie legali.
Ma noi ce ne freghiamo abbastanza ed andiamo avanti perché, per nostra fortuna, abbiamo un editore completamente pazzo.
Non va così bene ad altri, ad esempio agli amici del Mucchio Selvaggio. Riportiamo qui il loro comunicato e gli offriamo tutta la nostra solidarietà:

La copertina del Mucchio Selvaggio di aprile “avrebbe” dovuto riportare un disegno di uno storico personaggio del fumetto italiano. Il “catzillo” è un fumetto underground, molto famoso negli anni Ottanta, che l’autore Gianfranco Grieco ha modificato per noi facendolo assomigliare a Berlusconi, ovviamente legato a un lungo articolo che mette in guardia sul votare Forza Italia alle prossime elezioni politiche.
Abbiamo usato il verbo “avrebbe” perché il distributore nazionale (Parrini) si è rifiutato di fare uscire il giornale in edicola. Non vuole correre il rischio di denunce penali. Il giornale verrebbe comunque boicottato da molti distributori locali non di sinistra, il tipografo nicchia, la par condicio, rapporti con il potere etc etc. Insomma paura. Paura di ritorsioni legali, economiche e magari anche fisiche da parte del soggetto raffigurato nel disegno.

La redazione trova ciò un atto di censura inqualificabile. La satira è un diritto affermato dalla nostra Costituzione (Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione – Art. 21). Se si va con la memoria indietro nel tempo a copertine, molto più feroci e provocanti, di giornali come il Male, Frigidaire o Cuore ci si rende conto di come è peggiorato il rapporto tra la stampa e il potere e di quanto la libertà di espressione sia sempre meno garantita.
La censura è sempre stata usata come strumento di repressione e negazione di valori e tematiche “scomode”.

Comitato di redazione del Mucchio Selvaggio.