Italiani, Brava Gente


Sono vivamente preoccupato. Così come sono convinto di una cosa: fino a che una nazione non viene a patti con le pieghe più oscure del proprio passato, compiendo una netta transizione dall’ignorare/negare alla piena consapevolezza degli errori commessi, essa non sarà mai una nazione adulta bensì una compagine infantile e frammentaria, priva di coscienza civile e politica, incapace di autodeterminazione, inadatta alla democrazia e perennemente alla ricerca di figure genitoriali “forti” o presunte tali, anche se queste ultime sono palesemente menzognere tigri di carta, ulteriori esempi di infantile capricciosità ed irresponsabilità.
In questo paese si buttano nonne dal balcone, si abbandonano cani in autostrada, si abbandonano bambini in macchina, nei parcheggi, per poter concedersi qualche ora in una sala bingo, si spendono un sacco di soldi per i cosmetici, per la chirurgia estetica, per la “difesa”, per i telefoni cellulari. La polizia pesta sempre più volentieri, mentre si approvano leggi che consentiranno l’innestarsi di un nuovo trend: la pistola come regalo per compleanni, natali, anniversari di nozze. Questo è un paese disgustoso.
Nel Giorno della Memoria, chi intende arrivare all’equiparazione per legge di partigiani e repubblichini lacché dei nazisti, momentaneamente tace. Forse è il momento di ricordare ancora una volta, a chi sostiene che Mussolini inviava gli oppositori in villeggiatura (e si dimentica di inserirlo in un manifesto “contro le dittature”), che il regime fascista ebbe una parte attiva nello sterminio di ebrei, zingari, omosessuali, testimoni di Geova, malati mentali.
Sono capitato su un post in Usenet che rimandava a questo libro di Angelo del Boca, un libro che andrebbe fatto circolare nelle scuole al posto di trionfalistici e balilleschi sussidiari corretti e rivisti da una nuova progenie di “storici” revisionisti, competenti quanto Luca Giurato.
La quarta di copertina di Italiani, Brava Gente, Neri Pozza, dice:

Negli anni che vanno dall’unità del nostro Paese alla fine della seconda guerra mondiale si sono verificati molti episodi nei quali gli italiani si sono rivelati capaci di indicibili crudeltà. In genere le stragi sono state compiute da «uomini comuni», non particolarmente fanatici, non addestrati alle liquidazioni in massa. Uomini che hanno agito per spirito di disciplina, per emulazione o perché persuasi di essere nel giusto eliminando coloro che ritenevano «barbari» o «subumani».
Angelo Del Boca esamina, in questo libro, gli episodi più efferati, quelli che costituiscono senza dubbio le pagine più buie della nostra storia nazionale: i massacri di intere popolazioni del meridione d’Italia durante la cosiddetta «guerra al brigantaggio»; l’edificazione nell’isola di Nocra, in Eritrea, di un sistema carcerario fra i più mostruosi; le rapine e gli eccidi compiuti in Cina nel corso della lotta ai boxers; le deportazioni in Italia di migliaia di libici dopo la «sanguinosa giornata» di Sciara Sciat; lo schiavismo applicato in Somalia lungo le rive dei grandi fiumi; la creazione nella Sirtica di quindici lager mortiferi per debellare la resistenza di Omar el-Mukhtàr in Cirenaica; l’impiego in Etiopia dell’iprite e di altre armi chimiche proibite per accelerare la resa delle armate del Negus; lo sterminio di duemila monaci e diaconi nella città conventuale di Debrà Libanòs; la consegna ai nazisti, da parte delle autorità fasciste di Salò, di migliaia di ebrei, votati a sicura morte.
È vero che nell’ultimo secolo e mezzo molti altri popoli si sono macchiati di imprese delittuose, quasi in ogni parte del mondo. Tuttavia, soltanto gli italiani hanno gettato un velo sulle pagine nere della loro storia ricorrendo ossessivamente e puerilmente a uno strumento autoconsolatorio: il mito degli «italiani brava gente», un mito duro a morire che ci vuole «diversi», più tolleranti, più generosi, più gioviali degli altri, e perciò incapaci di atti crudeli.
Con la sua scrittura chiara e documentata, Angelo Del Boca mostra invece come dietro questo paravento protettivo di ostentato e falso buonismo si siano consumati, negli ultimi cent’anni, in Italia, in Europa e nelle colonie d’oltremare, i crimini peggiori, gli eccidi più barbari. Crimini ed eccidi commessi da uomini che non hanno diritto ad alcuna clemenza, tantomeno all’autoassoluzione