Storace l’Inquisitore

Il Sig. Francesco Storace (continuerò imperterrito a rifiutarmi di usare il disgustoso appellativo di onorevole, per tutti) dopo aver provocato scempi durante la sua presidenza alla Regione Lazio, (quali disavanzo pauroso della sanità, aumento ingiustificato e folle dei dirigenti regionali, occhio di riguardo per le case di cura private) è stato giustamente trombato alle regionali dell’aprile scorso. Ma invece di essere relegato in un cantuccio a meditare ed eventualmente pentirsi, è stato nominato ministro della salute. Ora, compulsate pure Google ma non troverete che uno scarnissimo curriculum vitae del nostro sferico ministro. Non stiamo parlando del ministero per l’esportazione delle banane, la sanità è una cosa importante, a volte è una questione di vita o di morte, c’è di mezzo il diritto ad essere tutti curati nel migliore dei modi e c’è di mezzo la scienza. E il neo ministro inaugura il suo nuovo incarico cercando di riportare in auge la famigerata “cura Di Bella” grazie alla quale alcuni pazienti oncologici ci hanno rimesso le piume, mentre tutti i massimi oncologi italiani sconfessavano dati alla mano quei due farabutti di Di Bella & Son. Storace – scienza non suona bene. Anche Storace da solo non suona molto bene, non è così offensivo quanto dire Calderoli in pubblico, ma siamo in quell’ordine di contumelie.
La mia convinzione è che Storace sia nemico della scienza; vediamo perché. Da qualche tempo Silvio Viale, un ginecologo dell’Ospedale S.Anna di Torino, sta sperimentando su un ristretto numero di volontarie la somministrazione di mefiprestone (seguita dopo qualche giorno da una prostaglandina), noto anche come RU 486 oppure pillola abortiva. Le fiamme dell’inferno si agitano nella mente di alcuni di voi? Ok, me ne frego. La Ru 486 è disponibile in Francia dal 1988 ed ormai in quasi tutta Europa, tranne Irlanda ed Italia (chissà come mai). E’ commercializzata persino negli Stati Uniti.
La pillola a Storace non piace, invia gli ispettori dell’Agenzia del Farmaco a Torino e pretende di sospendere la sperimentazione d’autorità. Ovvio, no? Sostiene che i protocolli non sono corretti quando in realtà tutto è stato condotto con il massimo scrupolo e la massima attenzione per la salute delle donne coinvolte. In pratica pone un diktat, come questo governo è abituato a fare da quasi cinque anni, senza tenere conto che negli altri paesi circa il 50% degli aborti sono indotti farmacologicamente. Ma lui senz’altro è un profondo conoscitore delle donne, soprattutto quelle che remunera. Per fortuna Silvio Viale e Mercedes Bresso, presidente della Regione Piemonte, sono persone progressiste e combattive, non si incurvano come un Vespa qualsiasi e annunciano che la sperimentazione continuerà. Che a Storace piaccia o no.
Partiamo dal dato di fatto che la legge 194 è ancora legge, quindi è consentito abortire nei termini previsti; perché continuare ad infliggere una inquisitoria sofferenza ad una donna che ha deciso di abortire? Perché non rendere le cose più umane e civili, come nei paesi civili avviene? No. La donna che abortisce deve essere punita. Questa è l’idea che circola nella testa di Storace appena sotto il livello della coscienza. Intanto continueranno i viaggi carbonari in Svizzera e in Francia di donne che come spacciatrici di ecstasy cercano di procurarsi il Mifegyne (questo il nome commerciale dell’ RU 486 che comunque va usato sotto stretto controllo medico), e chi non può permettersi di viaggiare continua con il vecchio, traumatico metodo degno di un paese che ha in odio il progresso e la civiltà.

Malati terminali

Bene, un altro ministro dell’economia se ne va. Il povero Siniscalco, professore un tempo rispettato, proprio non ce l’ha fatta. Ripetere le frottole scritte dal Cavaliere e da Tremonti di fronte agli esperti del Fondo Monetario Internazionale e perdere definitivamente ogni traccia di residua credibilità era un sacrificio che proprio non gli si poteva chiedere.
Se ne va Siniscalco, tristemente, e forse maledice un po’ il giorno in cui ha dato retta a questa banda di delinquenti pallonari che ci ritroviamo come governo.
Lo avevano mandato là assieme a Fazio, un uomo tanto cattolico quanto innamorato del potere, cose che normalmente dovrebbero essere in contraddizione, anche se ormai nessuno fa più notare piccole discrepanze come questa.
Là con Fazio, un uomo che non si dimette nemmeno se gli rapisci i nipotini e minacci di darli in pasto a Mike Bongiorno.
Beh, il povero Siniscalco non ce l’ha fatta.

Al suo posto questo governo-zombie vuole innestare un altro pezzo di cadavere, due le ipotesi:
- Interim a Berlusconi, ovvero fare ministro dell’economia un tizio che è convinto che sia giusto non pagare le tasse
- Incarico a Tremonti, ovvero fare ministro dell’economia un tizio che è convinto che si possano vendere le spiagge

Ora, dico, Ciampi, stacchiamo la spina o no?

Ciao Siny, quel niente di dignatà rimasta sul tuo petto, quasi come briciola di una rustichella consumata rapidamente all’autogrill, ti è stata fatale.

P.S.

Se il presidente del Consiglio sfiducia Antonio Fazio, Tremonti sarà il nuovo ministro dell’economia“.
Secondo me Fini beve.
Non si spiega altrimenti. AN odia Tremonti, stavano quasi facendo cadere il governo pur di toglierselo dai piedi e adesso danno una mano per rimetterlo in sella?
Quello beve, sul serio.

Perché Margherita è dolce, perché Margherita è vera

L’articolo su Repubblica

Rutelli. Paternalismo ora e sempre.
Ecco cosa ci si deve aspettare da chi vuole riformare la DC in Italia. Nient’altro che un atteggiamento populista e paternalista. I cattolici sanno e hanno sempre saputo cosa e’ meglio per tutt*. E lo dicono. Giudicano. Danno i voti. Se dissenti diventi una sovversiva, un’estremista, anzi se donna diventi una cretina che non sa che cosa significa crescere figli e occuparsi del focolare. Se uomo sei estremista e sovversivo. Forse pure finocchio. O miscredente. Magari filo arabo. Hanno le tasche piene di etichette, i cattolici, e le applicano prontamente. Ed ecco Rutelli, il piacione, in una lettera a la repubblica difendere il diritto di opionione e fare la parte del martire. Rutelli, il piacione, dice che ai tempi dei referenda sulla fecondazione assistita e’ stato attaccato e invece l’Italia la pensava come la Margherita. Ora di nuovo, non si puo’ parlare male dei pacs e delle unioni gay, ma di fatto sono incostituzionali perche’ alla base della famiglia c’e’ il matrimonio. Ora, siamo seri, uno che e’ sposato con quel relitto intellettuale della Palombelli, puo’ mai dire a qualcuno con chi deve o non deve sposarsi? Eh? Utile come l’appendiabiti per i gatti, simpatica come una malattia infettiva, efficace come un farmaco scaduto, la palombelli e’ dai tempi del mitico Cuore che viene bellamente derisa per i suoi articoli sull’inserto de La repubblica. Articoli in cui descriveva le cene a casa propria e i dettagli di bon ton. La giornalista. Ecco, Rutelli, tu hai sposato la Palombelli e lei ha sposato te che hai quella faccia. Vi si puo’ deridere, di sicuro. Ma nessuno viene a dirvi che siete incostituzionali. Come nessuno, nel caso in cui si dia modo di dare una tutela legale alle coppie gay, verra’ a dirvi che dovete divorziare per unirvi con persone del vostro stesso sesso. Anche perche’ altri sfigati che vi sposano difficilmente li reclutereste.