Per il momento però abbasso solo Irving

Faziosamente citiamo un po’ l’Unità:

Lo storico negazionista britannico David Irving è stato condannato dalla corte d’assise di Vienna a tre anni di prigione per aver negato 17 anni fa l’esistenza dell’Olocausto. Il processo si è basato su un’intervista del 1989 e alcuni discorsi tenuti durante una visita di Irving in Austria, in cui negò che il genocidio degli ebrei fosse un crimine. In Austria, la negazione dell’Olocausto è un reato punibile con la reclusione fino a dieci anni. Irving, era stato arrestato in novembre quando fu fermato mentre viaggiava su un’autostrada austriaca.

Lo storico ha ammesso che l’affermazione con cui escludeva che siano mai esistite le camere a gas era «falsa». All’arrivo in tribunale ammanettato, però, Irving aveva definito «ridicolo» essere processato per qualcosa detto 17 anni prima. «Non sono un negazionista dell’Olocausto, il mio punto di vista è cambiato, la storia è un albero in continua crescita. Più documenti ci sono, più apprendi, e io ho appreso tanto dal 1989».

Fortunatamente si può cambiare sempre idea.

14 pensieri su “Per il momento però abbasso solo Irving”

  1. Non ho capito se ha cambiato davvero idea o no:

    Lo storico britannico David Irving, condannato lunedi’ scorso dalla Corte di Assise di Vienna a tre anni di carcere per apologia del nazismo per aver negato l’Olocausto, e’ piu’ che mai intenzionato a ricorrere in appello, dopo che la procura ha chiesto un inasprimento della pena. In una intervista rilasciata dalla sua cella viennese a Sky News, ha dichiarato: “Vengo da un paese libero, non permettero’ che mi riducano al silenzio”. Riguardo al passo della procura, da lui definito una “follia”, ha sostenuto che con la richiesta di un aumento della pena “vogliono che stia zitto per un periodo piu’ lungo di tempo”. “Non ci riusciranno”, ha assicurato. Irving, arrestato lo scorso novembre, e’ stato processato per direttissima per aver negato in due discorsi tenuti in Austria nel 1989 l’esistenza delle camere a gas nel lager di Auschwitz. In aula il sessantasettenne storico britannico ha riconosciuto che in passato ha negato l’Olocausto, ma ha affermato che nel frattempo ha cambiato idea. L’ammissione di colpevolezza non gli ha risparmiato, tuttavia, una condanna. Per il reato di cui e’ stato imputato, Irving rischiava fino a 10 anni di carcere.

  2. Ho chiesto al professor Damiani cosa ne pensa della condanna.
    Ecco qua:

    Irving condannato, (in)giustizia è fatta.

    Una condanna esemplare: così tutti quanti ci penseranno bene prima di studiare la seconda guerra mondiale, sapendo che qualora i risultati delle loro ricerche differissero dalla Verità Ufficiale stabilita dal Grande Fratello la loro sorte sarebbe inesorabilmente segnata (noi lo sapevamo già, sapendo di Amaudruz, Berclaz, Rudolf, Graf, Zundel e degli altri).
    Sì, Ferrara, Battista e qualche altro faranno finta di indignarsi, per non smentire troppo apertamente il loro preteso liberalismo, ma sarà solo la solita sceneggiata. Manifesti, petizioni, sfilate con i libri di Irving, edizioni del “Foglio” con il faccione di Irving a tutta pagina (sul modello della bandiera danese), autodenunce, “Siamo tutti Irving”, “violare la libertà di uno è violare la libertà di tutti”? Pura utopia. Perché “Libero” non esce con allegati i libri di Irving? E magari, già che c’è, anche con quelli di Mattogno, di Faurisson, di Graf, di Rudolf, di Zundel? Così, a sfida del pensiero unico che tutti dicono di detestare. Ma come, tutte mammolette, nessuno con il gusto guascone della sfida?
    Che nel 2006 uno studioso di chiara fama, anche se di idee discusse (ma quali idee non sono discusse?) venga INCARCERATO PER TRE ANNI per i contenuti delle sue ricerche, in un paese dell’Unione Europea (che sarebbe, vedi la vicenda vignette, la culla delle libertà di pensiero, di parola, di stampa e chi più ne ha più ne metta), è fatto talmente mostruoso che dovrebbe occupare tutte le prime pagine dei giornali e dovrebbe dimostrare a ogni persona in buona fede che il regime in cui viviamo è il contrario di quel che dice di essere e che le “libertà” di cui ci lascia godere sono libertà fittizie, sono libertà limitate: siamo tutti in libertà vigilata. Lo siamo finché la Cupola che ci domina ci concede benignamente di esserlo, ma non dobbiamo tirare troppo la corda, non dobbiamo sfidare troppo apertamente il Padrone.
    Caro Ratzinger, Benedetto XVI, che vai dicendo contro la dottrina cattolica che ognuno deve essere libero di scegliere la religione che vuole (foss’anche, dobbiamo pensare, il satanismo?), perché non fai un bel discorso sulla libertà di pensiero e di ricerca storica, che deve valere SOPRATTUTTO per chi non la pensa come noi? Perché dovremmo, contro le parole del Dio-Uomo, essere liberi di accettare o no il Suo Verbo, mentre non lo siamo di aderire o di non aderire in coscienza a una determinata concezione storica, materia fino a prova contraria opinabile e “dubia”? Dove vanno a finire tutti i discorsi sulla laicità, sul dubbio laico, sul pluralismo?
    Singolare è poi che le opere di Irving possano continuare liberamente a circolare (le maggiori, “La guerra di Hitler”, “Norimberga ultima battaglia” e “Il piano Morgenthau”, sono qui accanto a me: lo dico a qualche giudice che volesse dar prova di zelo all’Antidefamation League). In carcere l’uomo, libere le opere. Forse hanno paura di somigliare troppo apertamente ai nazionalsocialisti che facevano roghi dell’”arte degenerata”: ci hanno infatti sempre ripetuto che i roghi di libri sono propri dei regimi totalitari. Le democrazie, invece, incarcerano gli autori. Il tutto avviene in quella democratica Austria che forse ha paura di dover pagare altre cifre spropositate all’ebraismo internazionale per i “danni di guerra” e che vuole dimostrare al padrone di essere un bravo cagnolino da guardia. Ci avevano già provato con gli scandalosi manifesti “europei” raffiguranti la concezione che i loro dirigenti hanno della politica. Eppure solo sei anni fa l’Austria stava per essere messa al bando dall’Europa per via di Haider. Ora davvero si è rifatta una verginità: “Felix Austria”.
    Chissà che si propongono con questa carcerazione: di far cambiare idea a uno studioso quasi settantenne? Gli forniranno materiali di studio atti a fargli rivedere le sue posizioni? E, dato che non credono, come non ci crede nessuno, alla sincerità della sua “conversione” (che tristezza vedere un uomo costretto ad abiurare le sue idee per paura del carcere; e poi se la prendono con la tortura dell’Inquisizione), se fra tre anni tornerà a dire le cose di prima lo rimetteranno in galera?
    Per le persone oneste questa è BARBARIE. Tutti dovrebbero avere il buon gusto di tacere, di non parlare più di democrazia, di diritti dell’uomo, di libertà fino a che Irving non fosse liberato e venissero abrogate in tutti paesi le leggi che uccidono la libertà di ricerca.
    Mi auguro che i giovani capiscano, che provino un salutare sdegno e sappiano valutare, d’ora in poi, il peso dei paroloni che cercano di inculcar loro. Cercano di irretirli con la musica rock, con la libertà sessuale, con i lustrini del consumismo, solo perché non si accorgano di vivere in una gigantesca prigione.
    Per quanto mi riguarda, dico con il dimenticato Voltaire: avesse anche torto marcio Irving, fosse anche uno storico infame (ma tutti sanno che non lo è, che è al contrario colui che meglio conosce il nazionalsocialismo), non mi sentirei in pace con me stesso finché non avessi fatto tutto quel che posso perchè potesse dire quel che realmente pensa. E questo per me significa continuare la battaglia cattolico-integrista contro questa società anticristiana;: anche se Irving non è certo un martire della fede.
    Agli altri, a quelli che fingono indifferenza o che gioiscono in cuor loro, dico solo: spero che riusciate a guardarvi allo specchio senza vomitare e che la notte riusciate a dormire.

    Franco Damiani

  3. E se si va in galera per quelle cose, e una persona fa quelle cose, ergo deve andare in galera, no? Poi a volte capita che le guardie si dimenticano di mettere in galera chi fa le cose per le quali si dovrebbe andare in galera.

  4. Viva la liberta’ di parola! (dico sulla fiducia, cazzo me ne frega, sono donna, non ho l’anima e ho i capelli rossi, il paradiso lo lascio a chi crede a babbonatale, la madonna e tutto il carrozzone vaticano-islamico)

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