Il voto del redattore
- voto
- 3.5/5
- valutazione
- Un film estremamente lucido e interessante, che si colloca tra i migliori di questa nuova ondata di horror del sol levante
Il voto dei lettori
- voto medio
- 3.7/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 27 lettori
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02 11 2013
The Call - Non rispondere
di Takashi Miike
- Dati
- Titolo originale: Chakushin Ari
- Soggetto: Da un romanzo di Yasushi Akimoto
- Sceneggiatura: Miwako Daira
- Genere: Drammatico - Gore & splatter
- Durata: 112 min.
- Nazionalità: Giappone
- Anno: 2003
- Produzione: Naoki Sato, Yoichi Arishige e Fumio Inoue per Kadokawa, altri
- Distribuzione: Mikado
- Data di uscita: 00 00 0000
- Link
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Recensione pubblicata il 09 08 2004
Questa recensione è stata letta 20409 volte
Miike chi?
di Stefano Tirelli
Con un pessimo trailer, apparentemente studiato per scoraggiarne la visione, compare nelle sale italiane Chakushin Ari (l'arrivo di Ari) uno degli ultimi film di Takashi Miike. Il genere horror (asiatico e non) ha avuto negli ultimi tempi una vera e propria rifioritura, grazie al grande successo di The Ring/Ringu: The Call appartiene anch'esso a questo filone. Tuttavia, sebbene i promotori italiani non abbiano ritenuto necessario nominarlo nel trailer, questa volta abbiamo di fronte un film di uno dei più creativi e prolifici registi contemporanei, sicuramente poco avvezzo a dirigere film convenzionali. Lo spunto è decisamente abusato: la solita "anima in pena" che decide di vendicarsi e, questa volta, non usa una videocassetta per annunciare l'imminente morte della vittima di turno, ma una telefonata (nell'accezione più moderna, con video allegato e tutto quanto) che arriva dal futuro, effettuata dal cellulare della vittima nell'istante della sua morte. Evidentemente la presenza massiccia delle nuove tecnologie nella società è una fonte inesauribile di ispirazione per i moderni film maker. In questo caso, però, sin dalle prime scene ci rendiamo conto che non si tratta di un altro banale film della serie. Oltre all'ottima regia, come al solito evocativa ed efficace, dotata di tutti gli elementi caratteristici dello stile di Miike, a un'ottima interpretazione degli attori protagonisti, ciò che fa la differenza è, come al solito, l'estrema personalizzazione della sceneggiatura, grazie alla libertà che Miike pretende in ogni suo film. La tensione è mantenuta sempre alta e la curiosità stimolata da una trama decisamente articolata per un horror, che si svela poco a poco. Le trovate umoristiche, che alleggeriscono il film senza allentare la tensione e la caratterizzazione dei personaggi principali e secondari evidenziano un'attenzione per i dettagli all'altezza dei migliori cineasti di fama internazionale. L'elemento che più contraddistingue il genere horror, lo "splatter", questa volta quantificabile in termini di scene raccapriccianti piuttosto che in litri di sangue, è presente nella giusta misura, con picchi notevoli in corrispondenza dei punti di svolta della trama, anziché come riempitivo nei momenti di noia come troppo spesso accade. L'unico particolare che potrebbe rappresentare una pecca per alcuni spettatori potrebbe essere il finale che vuole forse aggiungere un po' troppa carne al fuoco, perdendo parte della coerenza che contraddistingue la prima parte del film. Tuttavia c'è almeno una spiegazione sensata che ricompone tutti i tasselli, benché l'interpretazione di alcuni elementi sia lasciata alla sensibilità e all'intelligenza dello spettatore, piuttosto che all'oggettiva analisi di un occhio critico. Che questo sia un pregio o un difetto, il risultato è comunque un film estremamente lucido e interessante, che si colloca tra i migliori di questa nuova ondata di horror del sol levante.
I lettori hanno scritto 16 commenti
- commento oimmena oimmena cè ki ci ha dormito sopra tranquillo su sto film....
- commento Un film geniale spacciato dalla propaganda italiana come l' ennesimo filmetto per adolescenti. Invece è intriso della più profonda filosofia e psicologia. Da vedere a tutti i costi.
- commento sembra un filmetto...invece è complesso...e io ancora devo capire bene la fine!
- commento bello e coinvolgente, ma non troppo pauroso (solo tensione). forse verso la seconda metà del film si perde un po' il tema principale dei telefonini. cmnq bello. Miike è proprio bravo (ichi the killer)
- commento è veramente bello!
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