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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Il voto del redattore

  • voto
  • 4/5
  • valutazione
  • Un bel film, per lasciarsi coinvolgere dalla tecnica cinematografica e anche da qualche maestoso effetto speciale
  •  
 
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 2.8/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 17 lettori
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Info

King Kong

di Peter Jackson

 
    Dati
  • Titolo originale: King Kong
  • Soggetto: Merian Cooper, Edgar Wallace
  • Sceneggiatura: Peter Jackson, Fran Walsh, Philippa Boyens
  • Genere: Drammatico - Fantasy
  • Durata: 187'
     
  • Nazionalità: Nuova Zelanda, Usa
  • Anno: 2005
  • Produzione: Big primate Pictures, Universal Pictures
  • Distribuzione: Universal Pictures
  • Data di uscita: 00 00 0000
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

Chi è la bestia?

di Alice Trippolini

Peter Jackson, regista della trilogia de Il Signore degli Anelli, ha superato se stesso. Il suo ultimo kolossal King Kong, personale rivisitazione dell'opera uscita nel '33, è un capolavoro nel suo genere. Il regista, che ha sempre dichiarato il suo amore per questa storia, crea un'opera a sé, dove emergono le sue ossessioni e la sua ammirazione per le scenografie spettacolari. La protagonista del film è Ann Darrow (Naomi Watts), attrice di teatro senza soldi che incontra per caso Carl Denham (Jack Black), un regista di documentari in cerca della protagonista del suo film. Denham è ossessionato dall'idea di un'isola ancora inesplorata che vuole trovare per ambientarvi il film. Il viaggio condurrà alla scoperta di un mondo rimasto all'era primitiva, dove la creatura dominante è un gorilla gigante che si invaghirà della bella Ann. La sua infatuazione lo farà catturare e trascinare a New York dove morirà tragicamente.
Il personaggio del regista Denham diventa centrale per l'interpretazione della storia.
Attraverso di lui, Jackson mette in scena caratteristiche tipiche dell'uomo e di una certa mentalità, che si adatta bene al contesto di una New York anni '30: la costante curiosità per l'ignoto, la fiducia nei propri mezzi, la ricerca del profitto a tutti i costi e il disprezzo per l'essere animale, considerato solo un oggetto potenzialmente utile. Jackson contrappone bene uomo e animale: il primo si crede onnipotente ed ha una connotazione negativa rispetto all'animale, indifeso e senza secondi fini. Inoltre, il personaggio del regista è ossessionato dalla passione per l'immagine ripresa, al punto da anteporla alla vita degli altri. Il suo interesse principale è documentare, ma non a scopi benefici: l'immagine ripresa è un tramite per manipolare e ottenere profitto. Jackson sottolinea l'interesse incontrollato per il cinema, un'arte ancora nuova e ricca di aspettative. Ann e Denham sono due opposti che rappresentano due stereotipi: lei è una donna in cerca di protezione, che ha rispetto e ammirazione per quello che non conosce; Denham è invece l'uomo senza scrupoli, che usa tutto quello che trova fino a distruggerlo. Due differenti modalita' di approccio al mondo e alla natura, tra le quali il regista predilige quello di Ann. Nel film viene concesso molto spazio alla nascita del rapporto tra Ann e il gorilla, a sottolineare quanto siano simili uomo e animale. Si potrebbe cogliere anche una decisa preferenza verso l'animale: Kong tiene ad Ann più di Jack Driscoll (lo sceneggiatore del film interpretato da Adrien Brody), le dimostra subito il suo interesse ed è pronto a dare la vita per lei, senza pensare a nient'altro. Il loro modo di comunicare nasce senza difficoltà e Kong recepisce istantaneamente i suoi stati d'animo. Quando sono insieme nello schermo, il resto scompare.
Il film, diviso in tre blocchi principali, soffre un po' nella parte centrale, che inizia con lo sbarco nell'isola. Qui l'atmosfera diventa surreale e carica di tensione, alla Jurassic Park: la paura prende il sopravvento e l'uomo è costretto a scontrarsi con una natura primitiva e violenta, ma le scene di azione si dilungano troppo, facendo calare la tensione. In questa parte, Jackson descrive magistralmente la nascita del rapporto fra Ann e il gorilla, sottolineando la comunicazione attraverso gli sguardi e la mimica. Perfetta la scena in cui Ann intrattiene Kong con il suo repertorio di attrice comica teatrale. Nell'ultima parte Ann e Kong si ritrovano e la protagonista si dissocia dalla logica dello sfruttamento che pervade il mondo dello spettacolo. Una possibile interpretazione del film può partire dall'ultima scena, quella conclusiva. Ai piedi di Kong, a terra morto dopo essere saltato dall'Empire State Building, uno dei protagonisti, il regista Carl Denham lo guarda sconvolto. La sua conclusione è che la "Bestia non è stata uccisa dagli elicotteri, ma dalla Bella", cioè dalla sua ossessione. Un'ossessione negativa, poiché l'incontro tra uomo e animale e tra natura e mondo civilizzato (ma sarebbe meglio dire costruito e manipolato) è, in King Kong, un danno per entrambi. Unica pecca di quest'opera splendida e commovente: l'eccessiva durata. Il regista sa gestire molto bene i tempi lunghi, essendo reduce dalla trilogia de Il Signore degli Anelli, ma lo spettatore soffre inevitabilmente di cali di attenzione. Tre ore di film sono decisamente troppe. Alla fine di queste tre ore, in ogni caso, viene da pensare a chi sia la bestia, vedendo un gorilla così attaccato ad un altro essere al punto da adorarlo senza chiedere altro in cambio.

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 13 commenti

 
 
utente
Tetsuo
  • indirizzo IP 151.52.5.243
  • data e ora Mercoledì 04 Gennaio 2006 [23:15]
  • commento Non male... concordo... 4 pieno anche solo per la scena con gli insettoni, fenomenale
 
 
 
 
 
utente
Cruel
  • indirizzo IP 80.205.213.36
  • data e ora Giovedì 05 Gennaio 2006 [3:12]
  • commento Un'altisonante, luccicante, magniloquente ciofeca.
 
 
 
 
 
utente
alice
  • indirizzo IP 82.53.130.148
  • data e ora Giovedì 05 Gennaio 2006 [14:05]
  • commento sei troppo dura cruel, Jackson è bravo con la tecnica e ti coinvolge. Poi se la storia non ti piace, è un altro discorso
 
 
 
 
 
utente
Cruel
  • indirizzo IP 80.205.213.36
  • data e ora Giovedì 05 Gennaio 2006 [15:08]
  • commento Per carità,Alice: non parliamo di coinvolgimento.E' stata la prima volta in cui almeno 2 file intere (e non esagero!) speravano in una fine veloce del bestione per poter riprendere contatto col mondo.
 
 
 
 
 
utente
sand
  • indirizzo IP 82.57.96.203
  • data e ora Giovedì 05 Gennaio 2006 [17:24]
  • commento per me la scena della pattinata sul ghiaccio è una delle cose più belle viste quest'anno al cinema... capolavoro. 5
 
 
 
 
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