Il voto del redattore
- voto
- 1.5/5
- valutazione
Il voto dei lettori
- voto medio
- 1.3/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 76 lettori
- di Ethan Coen, Joel Coen
- dal 22 02 2008
- genere Giallo
- tipo Thriller
- Sara Troilo
- di David Cronenberg
- dal 14 12 2007
- genere Giallo
- tipo Thriller
- Sara Troilo
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
The ring
di Gore Verbinsky
- Dati
- Titolo originale: The ring
- Soggetto: Koji Suzuki
- Sceneggiatura: Ehren Kruger
- Genere: Giallo - Thriller
- Durata: 110 min.
- Nazionalità: U.S.A., Giappone
- Anno: 2002
- Produzione: Amblin Entertainment, Asmik Ace Entertainment, etc.
- Distribuzione: UIP
- Data di uscita: 00 00 0000
The ring
di Sara Troilo
Qual è l'incipit più classico per un horror? Le due ragazzine (ok, il numero non è fondamentale) in casa da sole alle prese con il telefono. Bene, ci sono. Ora non rilassatevi pensando che tutto quello che vedrete sarà una variazione sul tema o farete un grosso errore perdonabile solo a patto che ignoriate che questo ennesimo colpaccio della DreamWorks ha un'illustre copia originale
giapponese: Ringu di Nakata Ideo a sua volta tratto da un romanzo. La vicenda si sviluppa attorno a un'indagine della giornalista Rachel Keller (Naomi Watts)circa la leggenda metropolitana di una videocassetta che porta alla morte le persone che la vedono; più nello specifico la maledizione funziona in questo modo: guardi questo videotape che nulla ha da invidiare a un'opera surrealista, con scale appoggiate alle pareti, cavalli morti nell'acqua, donne che si pettinano allo specchio, vermoni pelosi e altre amenità fino al pozzo di pietra che segna la fine del nastro e allora ricevi una cortese telefonata che ti avvisa che la tua dipartita avverrà esattamente sette giorni dopo. A questo punto, a meno che tu non consideri il corpo come orrenda prigione dell'anima o pensi di essere finalmente giunto all'ultima delle tue incarnazioni dopo di che solo il nirvana ti attende ci sono buone probabilità che il terrore ti prenda e infatti così accade, i malcapitati vengono ritrovati orrendamente sfigurati nel volto da una smorfia, vittime della loro stessa paura. L'indagine ha quindi inizio, la giornalista vede il vhs e ha sette giorni di tempo per scoprire il mistero che sta sotto questa temibile registrazione che nel frattempo ha visto anche suo figlio Aidan (David Dorfman), il movente personale ha la meglio e tutta una serie di maldestri accenni a una psicanalisi da quattro soldi gli fanno da contorno tanto che sconclusionati tentativi di portare il film su un piano meno scontato seguono a ruota libera. Quella che doveva essere una bella storia macabra sul sacrificio e la pazzia e contenere le visioni malefiche di una vittima diventa un percorso dissestato in cui si balza da un livello medio-alto in cui la tensione viene mantenuta e i dialoghi hanno un certo filo logico a un livello seminterrato in cui si assiste a scene inutili o tagliate malamente. Il fatto è che un regista senza talento (Gore Verbinski) non può pretendere, per quanto ben sovvenzionato e con un cast decente a disposizione, di prendere un film horror non solo terrificante, ma anche denso di significati altri rispetto al piano letterale e, a 4 anni di distanza, comprimendolo, sminuendolo e mortificandolo, renderlo adatto ai parametri slavati e politicamente corretti dell'industria di Hollywood senza pensare di sacrificare la gran parte dell'opera originale agli incassi e a un supposto gusto massificato. Per quanto il film nel suo complesso sia dignitoso ci si chiede come mai la DreamWorks di Spielberg abbia risparmiato su regista e sceneggiatore puntando tutto sull'attrice protagonista, meravigliosa interprete di Mullholland Drive, con il risultato di mostrarci un'opera che avendo dalla sua un illustre predecessore poteva rischiare un po' di più. La morale del film è edificante, su questo non vi è dubbio alcuno (grazie Nakata Ideo anche per questo), The ring potrebbe essere proiettato in risposta a quel vecchio spot con Abatantuono alle prese con un viaggio in aereo molto pericoloso che risale al periodo in cui ancora ci volevano far credere che il diritto d'autore fosse un valore. Ora siamo cresciuti e abbiamo sviluppato un'opinione differente, aspettiamo che Hollywood si adegui ai nostri gusti di spettatori europei meno ingenui e meno vitaminizzati degli statunitensi e, nel frattempo, cerchiamo in rete Ringu; prendetevela pure comoda, majors.
I lettori hanno scritto 8 commenti
- commento E' fantastico come la Watts riesca ad uscirsene da tutta la faccenda con un solo ematoma lieve sul volto... complimenti al truccatore e al regista!
- commento visto ieri su sky... se date tre a sta americanata,aspetto con ansia il prossimo xmen...
- commento c'e' in effetti stato un problema di trasferimento voti, questo era un tre su dieci, un po' diverso, insomma....
- commento Del resto la recensione è eloquente. :) Comunque mettiamo a posto prima possibile.
- commento oooh, capisco.
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