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Speciale del 25 01 2007

 
 
 
 
 
 
 
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Speciale

Il futuro è servito

di Carlo Griseri

Quarto festival in circa due mesi per la città di Torino (dopo Cinemambiente, TFF e Sottodiciotto), ResFest Turin 2006 si è segnalato per un'offerta decisamente innovativa e per certi versi spiazzante.

Di cosa si tratta.

Svoltosi nell'arco di 4 giornate, il festival - alla sua seconda apparizione torinese, ma già giunto al decimo compleanno - è il massimo evento per ciò che riguarda la cultura digitale, e in particolare le varie applicazioni della tecnologia e dell'animazione al mondo del cinema e del corto (oltre che del video musicale e della pubblicità). Due nomi su tutti, tra quelli passati da qui in questi anni e ormai diventati dei registi di prima grandezza: Spike Jonze e Michel Gondry. Numerosissimi gli ospiti dell'evento. Si è trattato nella maggior parte dei casi di personaggi che non avevo mai sentito nominare ma che sono considerati geni nel loro campo (e in alcuni casi, ciò che sono riuscito a vedere mi ha davvero ammaliato!). In ordine sparso, sono giunti a Torino i registi PES, "il mago della Stop Motion", Luis Nieto, Emilio Ramos, Javier Jimenez, e poi giornalisti, esperti, produttori, eccetera eccetera. "Resfest è un Festival molto diverso da tutti gli altri", ha spiegato María Elena Gutiérrez, professore associato della State University of New York nonchè producer dell'evento, alla presentazione. "Non è localizzato in una sede, ma ha il suo punto di forza nel girare, in tour, oltre 40 città in tutto il mondo. Chi è selezionato passa direttamente dal suo computer a una straordinaria audience internazionale" (solo quest'anno, oltre 2.200 titoli proposti, ndr).

Cosa ho visto, e apprezzato.

Il mio esordio al ResFest 2006 è stato musicale. Radiohead, the Visionaries: A Decade of Breaking New Talent (Radiohead, i visionari: un decennio di talento all'avanguardia), in circa 60 minuti ha reso omaggio all'impegno della band britannica nel sostenere la causa dei più grandi innovatori nel mondo dalla visual music. Da Creep alle ultime creazioni, i video si segnalano per la loro estrema varietà (alcuni di essi passati migliaia di volte in tv, altri pressoché inediti).  A seguire, la mini-rassegna State of the Art, la più importante vetrina di corti, articolati in un'ampia varietà di forme: live action, animazione, motion graphics e documentari. I filmati mostrati arrivavano da tutto il mondo. Alcuni titoli degni di nota (tra gli 11 proposti).  A Perfect Red Snapper Dish (regia, sceneggiatura, composizione, musiche del coreano Hong-jin Na): una commedia nera, in cui un cuoco perfezionista è alle prese con la difficoltà di realizzare un perfetto piatto di pesce. Spassoso anche se assurdo.  Food Fight, dell'americano Stefan Nadelman, riassume la storia dei grandi conflitti, dalla Seconda guerra mondiale ai giorni nostri, usando i cibi per rappresentare i Paesi in lotta.  Game Over, di PES (personalmente, la vera scoperta di questo ResFest): utilizzando esclusivamente la stop-motion il regista ha ricreato cinque classici dei videogiochi (tra cui Pac-Man e Space Invaders) utilizzando cibi e oggetti d'uso comune. Geniale, imperdibile (sul suo sito si può recuperare). The Box, di Richard Fenwick, è l'inquietante storia di una donna che rientra la sera a casa da sola e, una volta accesa la tv, inizia a rivedere tutta la sua giornata scorrere sullo schermo, fino all'attimo in cui ha acceso l'apparecchio… Paura, davvero. Terza giornata di festival con la rassegna A Decade of Resfest: 10 Seminal Short Films. Una cerimonia, la selezione delle migliori produzioni in dieci anni di attività (e dei geni creativi scoperti nel frattempo). Qui si sono viste altre chicche notevoli. Fast Film, di Virgil Widrich, un gioiello per cinefili e per tecnici, realizzato utilizzando solo carta,  forbici, una stampante resistente e poco altro, un viaggio di circa 14 minuti realizzato con la stampa di oltre 65.000 immagini tratte da 300 film, ripiegate fino a farle diventare oggetti di carta e poi "animate".

E poi Le Grand Sommeil, regia/animazione/sceneggiatura di Pic Pic André, decisamente la cosa più divertente dell'intera esperienza: un estratto della serie animata belga Panico nel villaggio, descrive le avventure, ispirate a Rip Van Winkle, di un improbabile trio di amici chiamati Indiano, Cowboy e Cavallo. Per concludere la mia personale esperienza al ResFest, dopo un bombardamento continuo di nuove immagini e nuove invenzioni, un convegno su La pubblicità come forma d'arte, in cui alla presenza dei creativi degli studi Motion Theory e FastForward sono state spiegate e mostrate alcune delle migliori realizzazioni in campo pubblicitario degli ultimi anni. Molto interessante ma poca cosa dopo quanto già visto nelle tornate precedenti!

 
 
 
 
 
 
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