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Rubrica del 27 07 2006

 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Rubrica

MArteLive 2006

di Antinoo

CelebriaMo così il ritorno del Divino, ma senza dilungarCi troppo, che abbiaMo da scrivere, e da far leggere:

Entrare con un accredito ha sempre una gran componente di divismo: basta alzare un sopracciglio e sventolare il foglietto uso bastone mosaico, e subito la folla si apre e l'impervia security si appecora che è una bellezza. Entro all'interno di un Alpheus decisamente diverso da quello a cui sono, in genere, abituato: meno lustrini, assenza (beata) di paillettes e vera vita pulsante, anche fittizia, comunque nascosta abbastanza bene, in quella che è finora la Mia esperienza romana. Mi aggiro attraverso i vari ambienti, cercando di capire dove proiettino i corti, visto che non è né spiegato né accennato, tranne che per una lettera dell'alfabeto da riconoscere misticamente nell'accedere. Osservo fotografie, allestimenti video, concertini, e Mi fermo, cercando e annusando l'aria di quel corpo un pò sfuggito.
Becco una performance rockettina, sfollata dal pubblico, dei Fumisterie (nome che scopro grazie ad un tipo che canta a menadito qualsiasi cosa, di riflesso al vocalist dal carisma altalenante, e dal completino da supposta, condito da pinocchietto. Ottima voce, ottima strumentazione (forse un pò troppo alta per i Miei gusti), poi Mi dirigo verso la galleria fotografica con le inutili "Coppie" di Fabio Pagani ("foto fatte per divertimento", e si vede) gli "Untiteled" di Federico Chiesa, donne raffinate e retrò e "Tele a nudo" di Alessandra Sorge, che potevamo tranquillamente chiamarsi "fuffa". Poi è la volta di "Silence is Sexy", gruppo in concorso caratterizzato dalla cantante posona e dalla splendida vocalità. Carillon e batterie elettroniche, perfette per un dopo rave, in cui il "mac" è elevato a potenza creativa.
Magari chi legge vuol sapere che fine hanno fatto i Corti. In effetti era la stessa domanda che Mi ponevo IO. Finalmente qualcuno sa indirizzarMi agli scantinati che, in genere, ospitano il guardaroba, ed è lì che Mi fiondo, assiso su una sedia e in discreta posizione, nonostante lo scandaloso proiettore, la musica assordante proveniente dalle varie sale e una location un pò dimessa.

1) Maicol Borghetti - My mind mine: peccato averlo beccato solo alla fine, non potendoMene fare un'idea completa, di conseguenza. Claustrofobia in bianco e nero e su 4 ruote che si conclude con una citazione di Beckett.

2) Cristiano Beffa - Stringimi: non c'era già Lègami di Almodovar?! Ben musicato, ma con pessimo attore legato e procace attrice protagonista.Trama discreta, anche se versione femminile della "hit" de La Sintesi "Ho mangiato la mia ragazza". Interessante la regia del tremore, per l'uomo che è l'unico animale triste dopo l'orgasmo, specie se donna. L'incursione dell'attivista per i diritti delle donne e gli abusi ad essa riservati è decisamente geniale, visto che di là c'è il sesso forte ridotto all'impotenza. Citazione da Romeo e Giulietta decisamente superflua, e un Picasso che torna e che poteva tranquillamente non essere scomodato per una storiella innocua.

3) Fabio Baccelliere - La Voce del Mare: per mood, ovviamente, è una sorta di elezione presso di Me. Espressivi sia gli attori che lo sciabordio. Una cassetta con su scritto il titolo del corto e chiacchiere e dichiarazioni fatte dentro una bottiglia, da ascoltare. Cosa può incantare e rendere complici più che le onde? Il terzo incomodo, ad esempio, che porta via la bella ed ottima protagonista. Peccato per il monologo finale, degno della rubrica della posta del "Cioè".

4) Andrea Traina - Sui Generis: si punta sul thrillerino, smorzato da un prevedibilissimo effetto sorpresa che non lo è mai di default. La protagonista è l'archetipo del fototipo "studentessa calabrisella fuori sede". La storia è ancor più un cliché: noleggia il video, in omaggio l'assassino, special guest te stesso nello schermo. Interessante il sonoro. Simpatico e privo di carisma il regista. Racconta che il tema da cui è stato tratto era l'invito di Sky a fare qualcosa sulle "Pause". Il regista ha interpretato il tema pansando all'omonimo tasto del telecomando. In questo caso, anche "Stop" sarebbe stato perfetto.

5) Rino Alaimo - A milioni di chilometri dalla terra: premettendo che la fantascienza, anche la meno becera, Mi annoia a morte, di certo l'incipit "e la fantasia è un fiore che sboccia dentro di noi" non Mi aiuta. Padre e figlio si inquietano a vicenda, in un crescendo di tensione più che tirato per i capelli. La narrazione della vicenda è lasciata ai pupazzini semoventi che fanno tanto divertissement e poca sostanza. Sicuramente più divertente da girare che da guardare, e comunque nella rete esistono filmati di Barbie che scopa con lo storico Ken e l'auspicabile Big (appunto) Jim certamente migliori. La voce narrante del padre è di un impostato decisamente evitabile. Citazioni dai peggio filmacci anni '30 e dai '70 di Lupin III, con lo scienziato pazzo dalla risata lugubre e dall'hammond a tutto spiano. La location è ricavata dal gioco da tavolo "Brivido", un must degli anni '80. Scene di vari assassini ai danni dei militari a caccia dell'alieno, arrivando persino all'utilizzo feticistico delle feci. Peter Pan cresca. O si uccida.

6) Fabrizio D'Errico - Lettera a Hermann: animazione naïf, con il protagonista Alibracciapinne (un campione dell'autarchia e del solipsismo, visto che non solo non ha desideri, ma li soddisfa tutti in sè) che si mette in viaggio per il proprio pianeta ed oltre, incontrando qualsiasi cosa lo riguardi, fino a Dio e, visto che non invecchia mai, ha persino il tempo di sconfiggere il male totale. Il finale, tra il filosofico e lo scientifico, parlando di DNA mi sgomenta. Il regista ci racconta che quanto appena visto è l'alter ego di un amico psicotico, quindi Mi rimetto alla Mia buona coscienza.

7) Fabio Salvati - Proportions: il bimbo che, avendo catturato un insetto, sprofonda quasi nel suo fumetto preferito non lo vedevo dai tempi del video degli A-ha. Fumettoso come nemmeno Roger Rabitt, per una fantascienza di serie Z, e citazioni da bar de "I Ragazzi della Terza C". Il finalino ecologico fa davvero spavento. Il direttore musicale e vocalist Massimiliano Santoni penso sappia già perfettamente che esistono i Depeche Mode, quindi non vedo perchè ostinarsi tanto.

8) Francesco Ciccone - Countdown: ottima regia e bellissimo attore protagonista, Gianluca Morini, che offre una perfetta prova recitativa, specie a paragone dei secondini e della loro "La colazione dei campioni". Totale assenza di prospettive, rapida corsa fine a se stessa per un rinviare e mostrare un'esecuzione capitale.

Fuori concorso, perchè già vincitore di MArteLive 2006, La Sagoma di Federico Mazzi, dal livello decisamente superiore. Una sorte di novello Vincent Gallo, disegna le donne che vede, per "sentirle" a modo proprio. Interessanti cambi di registro sia nella recitazione che nel genere, in un finale che è un crescendo di orgasmo, assassinio, ironia e visionarietà. Fuori concorso, perchè opera del vincitore dell'anno precedente, Salutami con un bacio di Carlo Roberti, dalla regia spiccatamente di maniera, omosessuale e "profumosa" nell'intro. Bei visi, begli attori, validissima recitazione, per un drammone almodovariano che seduce la vista. La produzione è Solobuio e regala la stessa opportunità al vincitore di quest'anno.

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 181 commenti

 
 
utente
Luigi
  • indirizzo IP 151.65.227.108
  • data e ora Lunedì 14 Maggio 2007 [17:17]
  • commento Avevo interesse a correggere l'errore non certo più di te, diretto interessato. Avresti potuto dirci subito il nome invece di lanciarti nella tua sterile crociata contro il nostro redattore.
 
 
 
 
 
utente
Oneiromante
  • indirizzo IP 85.18.66.22
  • data e ora Lunedì 14 Maggio 2007 [17:17]
  • commento Perché, il vostro redattore può definire insulso il lavoro di qualcuno, ma si è maleducati a dire lo stesso del suo? Curiosa teoria...
 
 
 
 
 
utente
Oneiromante
  • indirizzo IP 85.18.66.22
  • data e ora Lunedì 14 Maggio 2007 [17:19]
  • commento Io non avevo alcun interesse a correggere l'errore, proprio perché non ne valeva la pena. Una critica negativa si accetta se ben scritta e costruttiva. Non se è inutile e per di più fatta con spocchia
 
 
 
 
 
utente
Luigi
  • indirizzo IP 151.65.227.108
  • data e ora Lunedì 14 Maggio 2007 [17:19]
  • commento Sì, il nostro redattore, nello scrivere una critica, può definire "insulso" il lavoro di qualcuno. Se ti calmi e lasci che la tua onestà intellettuale riprenda il sopravvento capirai che è ovvio.
 
 
 
 
 
utente
Luigi
  • indirizzo IP 151.65.227.108
  • data e ora Lunedì 14 Maggio 2007 [17:20]
  • commento Una critica negativa si accetta comunque. La tua valutazione di essa ti può essere utile per tenerla da conto o meno, ma non puoi certo pretendere che nessuno scriva male di te.
 
 
 
 
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