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Popolo & Pipolo

Rubrica del 18 10 2005

 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Rubrica

Il bacio di Totò

di Giuseppe Moccia e Fabrizio Ferrero

[Secondo numero di Popolo & Pipolo. Questa volta a porre le domande a Giuseppe Moccia troviamo Fabrizio Ferrero, il nostro gianduiotto psicologico. Dopo l'esordio della rubrica sono già arrivate in redazione svariate email dei nostri lettori, Pipolo risponderà a tutti, non temete.
Vi ricordiamo che potete spedire le vostre domande all'indirizzo pipolo@cineboom.it

Vi lasciamo adesso a questa bella chiacchierata su censura, facce di bronzo, fumetti e Totò. ]

 

 

Dopo Sara, gentile Pipolo, tocca a me passarti al setaccio. Benvenuto in questa redazione di spostati anche da parte mia.

Ciao Fabrizio e grazie dell'accoglienza tua e degli altri.

 

La tua carriera ha preso il via in anni non proprio libertari per questo paese, tanto meno libertini; ti sembra che il passato si stia ripetendo oppure nulla è mai cambiato in realtà?

Secondo me, il passato si ripete nel senso che i film vengono tagliati o vietati ai minori per delle scene di nudo che non so perché siano giudicate immorali. Oppure per delle parolacce molto più leggere di quelle che i giovani spettatori dicono al cinema guardando il film censurato. Mentre nei film polizieschi o di azione americani vediamo carneficine e crudeltà ingiustificate e non vietate. Anche in altri film come in Romanzo criminale (che per altro mi è piaciuto molto ma io non sono un ragazzino influenzabile) vediamo, giustificata dalla cronaca, l'esaltazione della violenza e l'elogio dei soldi facili acquisiti attraverso la delinquenza senza che questo scateni alcuna reazione censoria.

 

Ecco, parliamo allora di censura. Sei mai stato censurato in modo eclatante? In modo ottuso e cieco? Se si, ci racconti un episodio memorabile?

Ti potrei raccontare molti episodi di censura, spesso rivelatori di grande stupidità.
Nel film I baccanali di Tiberio con Walter Chiari, un film che si svolgeva nell'antica Roma, c'è una scena in cui Walter passa un esame per diventare  un soldato delle legioni di Tiberio. Un esame disastroso che si conclude con questa frase: "Sei troppo stupido per fare il soldato,  farai l'ufficiale" che è stata censurata e tagliata per "vilipendio dell'esercito" (di Tiberio!).
Anche La voglia matta che scrivemmo per Ugo Tognazzi e Catherine Spaak, diretto da Luciano Salce, ha preso il vietato ai diciotto anni per il fatto che i ragazzi del film passavano un weekend in comune in un capanno sul mare. Come probabilmente facevano anche i figli di quei censori.
In tivù, poi, ancora peggio.  In una scenetta di "Pappagone" avevamo scritto che Peppino De Filippo riceveva dei giornalisti per una conferenza stampa. Ognuno di loro entrava e si presentava dicendo: "Messaggero!" "Tempo!" "Corriere della Sera!" finché alla fine arrivava un nanetto che diceva. "Corriere dei Piccoli!".
Battuta goliardica ma innocente. Ce la tagliarono. "Ma perché?" chiedemmo noi. "Avanti, non fate i furbi" ci risposero "…voi alludevate a Fanfani!" (per i giovanissimi preciso che Fanfani era un potente uomo politico di quei tempi molto potente e molto basso).

 

E a proposito del fatto che si censurino i comici come se fossero terroristi sanguinari, non trovi che sia una cosa tra il ridicolo e l'incubo di uno psicotico ormai alla frutta?

Se, come credo di capire, lo psicotico a cui alludi è il nostro Presidente del consiglio alias Silvio Berlusconi, in generale non sono d'accordo. Un politico che si fa dire da Roberto Benigni: "Berlusconi riceve un avviso di garanzia praticamente ogni mese, ma continua a giurare sulla testa dei figli di essere innocente. Non può essere un padre così snaturato da giurare il falso sui suoi figli! Sorge quindi spontanea una domanda: di chi sono veramente i suoi figli?" Oppure da Beppe Grillo: "Berlusconi mi fa pena: è un nanetto che ride. E' talmente piccolo che in Cina lo metterebbero in giardino." O anche, da Ellekappa: "Il lavaggio del cervello. Finora la cosa più pulita che Berlusconi ha fatto agli italiani". E di nuovo, da Benigni: "Berlusconi. Fin da piccolo disse: - O divento Presidente del Consiglio o niente -. E' riuscito a diventare tutt'e due."  Ebbene, uno che non fa una piega come il Berlusca e accetta sorridendo tutto ciò e ben altro (basta guardare tutte le battute, barzellette, foto e gif contro di lui che vengono divulgate ogni giorno attraverso Internet) mi sembra una persona che apprezza il detto di Oscar Wilde "Parlate male di me ma parlate" e che invece ignora la massima di Rochefort: "L'umorismo è quella cosa che ti fa ridere finché non si parla di te".
Silvio può avere una gran faccia di bronzo ma (pensiamo anche al film della Guzzanti, Viva Zapatero, per altro intelligente e spiritosissimo, in circolazione in molte sale, e al Rockpolitik di Celentano con licenza di dire quello che gli pare ) non mi sembra un aguzzino della libertà di espressione. E a queste definizioni mi viene da aggiungerne una, appena coniata, di Pipolo: "Berlusconi: gliene dicono di tutti i colori e lui non  diventa mai rosso (nel senso di comunista)".

 

La scrittura nella tua vita è fondamentale; la lettura (non per lavoro) che ruolo ha? E quanto influenza ciò che andrai a scrivere? Perché la gente che legge, in Italia, è una specie di strana élite marziana?

Io credo che la gente non legga perché noi tutti abituiamo i nostri figli, fin da piccoli,  a guardare la televisione ad ogni ora del giorno. Con genitori indaffarati e nonni giovalinisti e distratti, nessuno si occupa più dei bambini. Vengono piazzati per ore davanti al video. Forse diventano più intelligenti e saputi ma nessuno gli insegna più a fare gli areoplani, le barchette e "Inferno e Paradiso" colorato di rosso e blu. La "nizza"? Chi se la ricorda? Era un piccolo pezzo di legno a due punte. Battendo con un bastone una delle due, saltava in aria e chi, colpendolo al volo con il bastone, lo lanciava più  lontano, vinceva. I coloratissimi aquiloni che, quando ero bambino, mi costruiva mio padre con la carta velina e le canne tagliate per lungo a metà, chi li sa fare più? Oggi i canneti sono scomparsi e le canne che interessano i ragazzi sono, purtroppo, di altro genere.

 

E la musica?

Anche la musica è fondamentale per la scrittura. Ma a questa domanda, per altro legittima, ti rispondo con un'altra: "E i fumetti?"
Non credi che siano il mezzo di comunicazione più di tutti fondamentale per il cinema? Gli americani lo sanno bene, visto il gran numero di film ( da Spiderman, Batman, Dick Tracy, I fantastici quattro  etc.) tratti dai loro fumetti di successo.  Le "Graphic Novel" di  Will Eisner, i racconti disegnati di Manara, i polizieschi di Chester Gould, non sono dei gran bei film illustrati? Come avrai già capito caro Fabrizio, sono un grandissimo estimatore dei fumetti del passato e del presente ("Dago", " I maestri dell'orzo" "Chico Montana") e se  verrai a casa mia (ma solo se porti anche Sara) ti permetterò di consultare la mia strepitosa collezione. Morale: leggete i fumetti, se volete fare cinema.

 

Ora la domanda che vuole uscire disperatamente e che dovrebbe soddisfare il mio voyeurismo: come è stato lavorare con il Principe de Curtis? Che persona era Totò fuori dal set?

Volendo soddisfare il tuo  voyeurismo sono costretto a fare tutto il possibile per farti vedere la scena del nostro (mio e di Castellano) primo incontro con Totò.
La strada: via di Monti Parioli a Roma con gli alberi pieni di fiori in aprile.
La casa: un palazzo di stile fascista molto elegante detto "del Girasole" perché, essendo in curva, è sempre illuminato dal sole.
L'appartamento: grandissimo, bene arredato ma molto buio con quadri tenebrosi, mobili scuri e pesanti tende alle finestre che non lasciavano passare il sole di quel tardo pomeriggio primaverile.
I personaggi: Castellano & Pipolo: molto alti, molto giovani e molto emozionati.
L'antefatto: avevamo scritto un soggetto dal titolo "Totò in Blu-Jeans" che ci sembrava molto adatto a lui, visto che spesso nei suoi film (Totò Le Mokò,  Fifa e arena, L'imperatore di Capri) interpretava parodie di genere. Eravamo riusciti a farglielo pervenire e in quel momento, a noi che venivamo da un giornale umoristico, il "Marc'Aurelio" e che iniziavamo a scrivere dei film comici, il fatto che Totò ci ricevesse sembrava un miracolo e mentre suonavamo a quella porta avevamo la sensazione di toccare, più che un campanello, il cielo con un dito.
La porta di casa si aprì lasciando apparire il suo factotum/maggiordomo/autista Edoardo: un tipo distinto dai capelli grigi vestito di nero e allampanato.  Ci scortò fino al salone dove c'era Totò, raccomandandoci sottovoce (come ci avevano già detto tutti) di chiamarlo "principe". E lui era là in fondo, un uomo anziano e triste di circa 65 anni, seduto vicinissimo a un televisore (in bianco e nero) che guardava con difficoltà e di lato. Perché allora, non essendoci le pellicole ad alta definizione, i riflettori del set erano potentissimi e Totò aveva gli occhi ormai rovinati da ore e ore di esposizione alla luce di novanta e più film.
Lo salutammo deferenti "Buonasera, Principe" e ci sedemmo di fronte a lui. Totò, spento il televisore, improvvisamente si animò, ci guardò soppesandoci prima uno, poi l'altro e infine disse: "Ragazzi, ho avuto il vostro soggetto. Devo dire che non ho mai letto…" Ci guardò ancora e poi concluse annuendo: "…una schifezza simile."
Restammo a bocca aperta, tutte le nostre aspirazioni e i nostri castelli in aria ci crollarono addosso. "Ma come, Principe…" disse uno di noi con un filo di voce "…e ci ha fatto venire fino qui per dirci questo?" "Si, perché dovete imparare che un film è una cosa importante. Mica sono fiaschi che si abbottano!" E così dicendo Totò fece il gesto di gonfiare, con il pollice vicino alla bocca, un ipotetico fiasco.
Alcuni mesi dopo, visto che i nostri primi film da sceneggiatori riscuotevano grande successo (Marinai, donne e guai, Guardatele ma non toccatele, Noi siamo due evasi)  fummo chiamati dai distributori Martino e Cevenini che ci chiesero di scrivere un film per Totò perché avevano un contratto con lui. Noi avevamo in mente la storia di un imbroglione che viveva di espedienti per mantenere una figlia in collegio. Era molto adatta a lui ma, dato quel micidiale precedente, per correttezza dicemmo a quei produttori che Totò non avrebbe mai girato una storia di Castellano e Pipolo. E loro dissero che non c'era bisogno di farglielo sapere. Così scrivemmo il copione di Totòtruffa 62 che girava per gli studi di Cinecittà senza il nome degli autori. Nel frattempo usciva sugli schermi Il Federale interpretato da Ugo Tognazzi, diretto da Luciano Salce e scritto da noi. Quel film andò benissimo, piacque a tutti e una mattina, mentre Castellano e io ci trovavamo a piazza Ungheria, una vecchia berlina nera si  fermò accanto al nostro marciapiede (allora era facilissimo posteggiare) e ne scese Edoardo, il segretario di Totò, questa volta in divisa da autista che ci indicò la berlina nera dicendoci: "Il Principe vi vuole parlare."
Raggiungemmo l'auto mentre si abbassava il vetro del finestrino. Si affacciò Totò che aveva visto Il Federale e ci disse: "Bravi ragazzi, questa volta avete scritto un bellissimo film!" Fu così che noi trovammo il coraggio di dirgli: "Anche il film che sta girando adesso, Principe, l'abbiamo scritto noi!"
E, come nelle favole, invece che dal Principe Azzurro fummo finalmente "baciati" da Totò, il Principe della Risata.

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 19 commenti

 
 
utente
Luigi
  • indirizzo IP 151.52.9.185
  • data e ora Giovedì 20 Ottobre 2005 [18:20]
  • commento Vuoi mettere le tre reti mediaset contro il megafono di votantonio votantonio votantonio? Non c'è partita. :)
 
 
 
 
 
utente
Sara
  • indirizzo IP 151.38.135.241
  • data e ora Giovedì 20 Ottobre 2005 [18:25]
  • commento qualcuno ha per caso scritto viva silvio? (brrr) no, ecco, si e' detto tutto. pero' voglio dire VIVA SABINA! E anche che la Voglia matta e' un grandissimo film.
 
 
 
 
 
utente
Marcaurelio
  • indirizzo IP 212.216.134.57
  • data e ora Domenica 27 Novembre 2005 [18:32]
  • commento Mi domando come saràpossibile fare della satira sugli uomini della sinistra: uno sforzo titanico! Però un Prodi col nasone del Vighi ce lo vedo...
 
 
 
 
 
utente
Luigi
  • indirizzo IP 151.52.6.183
  • data e ora Domenica 27 Novembre 2005 [18:45]
  • commento Beh, il D'Alema innamorato di se stesso della Guzzanti era meraviglioso. :)
 
 
 
 
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