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La Calabria saluta Angelo D`Arrigo
Riceviamo e pubblichiamo:
La Calabria saluta Angelo D`Arrigo
Un documentario con il deltaplanista recordman di traversate internazionali era stato premiato allo Jonio International Film Festival
<<Ha sorvolato mari, deserti, vulcani e la vetta del mondo, insieme ad aquile e rapaci di ogni specie, e il suo sguardo intenso ha impreziosito e reso speciale la serata della scorsa edizione dello Jonio International Film Festival>>, lo ricorda così il direttore artistico del festival cinematografico che si tiene in Calabria sulla costa jonica calabrese. Angelo D`Arrigo - l'uomo che ha sorvolato per la prima volta l'Everest con un deltaplano - 45 anni, tra i più famosi atleti di una specialità con medaglie poco celebrate, il volo sportivo (deltaplano, ma anche idrovolanti per lui), è scomparso domenica 26 marzo in un incidente aereo schiantandosi vicino a Catania (alla cloche del piccolo aereo da turismo non c'era lui, ma un esperto generale). Angelo, un vero talento della natura: la sua prima impresa di fama internazionale è stata la transvolata, in deltaplano, dell'Etna in piena eruzione, dove vola per la prima volta dal vulcano più alto d'Europa in piena eruzione, l'Etna. Più tardi alle pendici del vulcano tanto amato creerà una sua scuola di volo che poi diventerà il No Limits Etna Center. Da atleta negli anni Novanta vince due titoli mondiali di deltamotore e la Coppa del Mondo, gareggiando anche negli idrovolanti, infila un paio di Rally come il Trans Soviet Union o il Trans Maroc, vince la Trans Sahariana. Ma non ama il mondo delle gare e lancia la sua impresa, il progetto Metamorphosis, uno studio sulle tecniche di volo dei più grandi rapaci dei cinque continenti. Lo studio porta alla convivenza e con le sue aquile sorvola l'Everest in volo libero, senza motore, sorvola il circolo polare artico. Non è mai solo, in cielo. Nel 2002 ha aiutato le gru a tornare a casa, dalla Siberia al Mar Caspio: decollato a nord del Circolo polare artico, ha seguito le antiche rotte migratorie per oltre 5.000 chilometri fino ad arrivare in Iran. Durante il volo il suo deltaplano è diventato il nido per alcune uova, e lui stesso ha nutrito, con un finto becco, i pulcini che sono nati in volo. Le gru lo seguivano come uno di loro. Nel 2004 con l'aquila Gea ha sorvolato l'Everest, nel 2005 con l'altra aquila, Nike, il Sahara. In dicembre ha cambiato tipo di rapace, questa volta passando attraverso i nidi dei condor e sorvolando l'Aconcagua, il monte più alto del continente americano. D'Arrigo si era laureato all'Università dello Sport di Parigi. Guida alpina, maestro di sci (e sci estremo) e istruttore di volo. Ha amato la natura come pochi. Il 25 settembre scorso al documentario "FLYING OVER EVEREST" di F. Toncelli, prodotto dalla SD Cinematografica di Roma con protagonista Angelo D'Arrigo, lo Jonio International Film Festival aveva assegnato il "Premio Speciale", e la sigla introduttiva del festival portava le splendide sorvolate del famoso deltaplanista. Angelo sognava il Polo Sud e le montagne dell'Antartide, ma anche altre nuove imprese. Il suo volo si è fermato a Comiso, vicino Catania. Una fine strana, per chi ha amato il deltaplano al punto da girare con esso mezzo mondo. A nome di tutta la Calabria, il saluto più sincero nel viaggio verso le aquile.
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