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del 11 11 2012

 
 
 
 
 
 
 
 
 
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La nave dolce - Dall'8 novembre al cinema

Riceviamo e pubblichiamo:

Presentato Fuori Concorso con grande successo di pubblico e critica all’ultimo Festival di Venezia, il film ha vinto il Premio Pasinetti, assegnato dal Sindacato Giornalisti Cinematografici Italiani. Ha ricevuto il plauso di molte associazioni, tra cui Unicef, Amnesty International, Emergency, Caritas, Libera. Coprodotto da Apulia Film Commission con Indigo Film, Ska-Ndal e Rai Cinema, in collaborazione con Tele Norba, il film è distribuito da Microcinema.
L’8 agosto 1991 una nave albanese, carica di ventimila persone, giunge nel porto di Bari. La nave si chiama Vlora. A chi la guarda avvicinarsi appare come un formicaio brulicante, un groviglio indistinto di corpi aggrappati gli uni agli altri. Le operazioni di attracco sono difficili, qualcuno si butta in mare per raggiungere la terraferma a nuoto, molti urlano in coro “Italia, Italia” facendo il segno di vittoria con le dita.
Il 7 agosto 1991 sono in corso le operazioni di scarico quando una folla enorme di migliaia di persone assale improvvisamente il mercantile, costringendo il capitano Halim Milaqi a fare rotta verso l’Italia. È una marea incontenibile di uomini, ragazzi, donne, bambini. C’è Eva che sale arrampicandosi lungo le cime d’ormeggio insieme al marito. C’è Kledi, un ragazzino che si trova in spiaggia con gli amici quando decide di seguire incuriosito la folla che va verso il porto. C’è il piccolo Ervis con la sua famiglia, c’è Robert, giovane regista con i suoi compagni di studi. Qualcuno, una volta a bordo, incontra un fratello, un amico. Il motore centrale è in avaria, non c’è cibo, né acqua. Solo zucchero. Il sole di agosto arroventa il pontile. Poi scende la notte, il capitano governa la nave senza poter utilizzare il radar, evita anche una collisione. Il mattino dopo, ad attendere la Vlora c’è una città incredula e stordita e uno stadio di calcio vuoto,! dove, dopo lunghissime operazioni di sgombero del porto, gli albanesi vengono rinchiusi prima del rimpatrio.
Sono passati ventuno anni da quel giorno. La maggior parte di coloro che salirono sulla nave, carica di zucchero, vennero rispediti in Albania ma gli sbarchi continuarono e qualcuno tentò ancora la traversata.

Guarda il trailer

 

“La nave dolce come Diaz ha lo stesso montatore, lo stesso direttore della fotografia e lo stesso musicista. Raccontano lo stesso tipo di gestione dell’ordine pubblico a dieci anni di distanza l’uno dall’altro” – Daniele Vicari

“Si chiama La nave dolce  ed è il più bel film italiano ad approdare in sala” – Piera Detassis, Huffington Post Italia

“Vicari è così abile a montare le storie dei testimoni con le immagini d’epoca che La nave dolce si segue come fosse un film di finzione capace di trasmettere l’emozione del reale” – La Stampa

“Uno dei film più importanti e riusciti di questa stagione” – Marco Giusti su Dagospia

“Questa è una storia che interroga le coscienze di tutti noi” – L’Unità

“Un film indispensabile” – Hollywood Party




 
 
 
 
 
 
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