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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Il voto del redattore

  • voto
  • 3/5
  • valutazione
  • Una coppia nata nel desiderio di indipendenza, uccisa dall'incapacità di realizzarlo
  •  
 
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 4/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 1 lettore
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Info

Revolutionary Road

di Sam Mendes

 
    Dati
  • Titolo originale: Revolutionary Road
  • Soggetto: Richard Yates
  • Sceneggiatura: Justin Haythe
  • Genere: Drammatico - Sentimentale
  • Durata: 119 min.
     
  • Nazionalità: U.S.A., U.K.
  • Anno: 2009
  • Produzione: BBC Films, Evamere Entertainment, Neal Street Productions
  • Distribuzione: UIP
  • Data di uscita: 30 01 2009
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

E se Jack non fosse morto sul Titanic?

di Antinoo

Frank (Leonardo DiCaprio) ed April (Kate Winslet) Wheeler sono una coppia bella, ammirata ed invidiatissima da tutti i vicini di quella culla incantata di perbenismo che è la periferia dell'America degli anni '50. Più di oggi, intendo. Si sono conosciuti ad una festa, e subito innamorati. April è rimasta incantata dal fascino sognatore del giovane che la segue con lo sguardo, le stringe le mani ballando e non ha altra ambizione che seguire i propri sogni. April crede in loro: sono così simili ai suoi. Vuol diventare un'attrice e vivere le sue passioni fino in fondo. Ecco perché ritiene che entrambi siano  speciali e destinati a qualcosa di grande, migliore della gente che sta loro intorno. La stessa a cui, però, somigliano ogni giorno di più, trasferiti presso Revolutionary Road. La carriera di April non è mai decollata, mentre Frank è finito a fare il lavoro da sempre detestato del padre: impiegato presso la Knox, un'azienda elettronica.

La donna, da sempre più sensibile ed in grado di guardarsi dentro del giovane ma mai cresciuto marito, sente come tutti i compromessi che finora hanno accettato per garantire a se stessi ed ai figli, presto e inaspettatamente arrivati, tutto ciò che la gente crede essenziale, stiano per stritolarli. Il loro rapporto, agli occhi degli altri assolutamente perfetto, diviene ogni giorno di più una guerriglia verbale di non detto e non fatto, puntualmente rinfacciato. È evidente che si amano immensamente, ma non per quello che sono: per ciò che erano ed ancora potrebbero essere. C'è una profonda schisi tra cosa li ha portati a scegliersi e le conseguenze di questa scelta: April passa le giornate a riordinare casa e a curare i bambini, che ama immensamente. Jack mal sopporta gli estranianti ritmi lavorativi di una società basata sulla gerarchia più stretta che, uniti ai continui dissapori con la moglie, lo spingono a cercarsi ridicole e facili avventure con la sciocca segretaria di turno.

Tutto questo finchè April, conoscendo la natura più intima dei loro problemi, come individui e come coppia, decide di relazionarsi in maniera davvero realistica ed onesta con il ragazzo che l'aveva conquistata con la sua sincerità e il temperamento artistico, proponendogli una soluzione: lasciare tutto e trasferirsi a Parigi. Una città da sempre capitale della cultura alternativa e creativa, così distante dai vuoti e convenzionali sobborghi americani, pullulanti di vicini ficcanaso ed estremamente attenti alle formalità di buona creanza ed etichetta. Nel frattempo, la vita basata sulle convenzioni continua con (come unica ventata di nuovo) la visita del figlio della signora Givings (Kathy Bates): John (Michael Shannon), disadattato e distante dalle dinamiche di buon vicinato, appena tornato da una casa di cura e, proprio per questa sua diversità, immediatamente ben accetto dalla coppia.

A Parigi April lavorerà come segretaria per qualche importante istituzione internazionale. Nel frattempo Frank avrà tutto il tempo di sperimentare ciò che più desidera, fino a trovare la sua dimensione lavorativa e sociale. Il progetto getta letteralmente nello scompiglio il piccolo entourage borghese dei due: quando mai si è sentito che la donna lavori e l'uomo stia a casa a fare ciò che preferisce. L'unico a comprendere il valore di una scelta simile è proprio il folle John, forse perché da sempre desideroso di questa possibilità, che non gli è mai stata concessa. In un'atmosfera di ritrovata libertà e nuova progettualità i legami della coppia si rinsaldano e Frank, con la prospettiva di andarsene, inizia a prendere il lavoro alla leggera, come se fosse un divertimento: un atteggiamento che lo ispira a tal punto da essere notato da un pezzo grosso tra i capi che gli promette un'importante promozione e un futuro nell'azienda. Come se non bastasse, April rimane inaspettatamente incinta. Lui dovrebbe rinunciare a una prospettiva di carriera, lei ad un'altra gravidanza: il prezzo della rivoluzione. Che sarà ancor più alto.

Revolutionary Road è tratto dall'omonimo libro di Richard Yates, tanto acclamato dalla critica quanto poco conosciuto dal grande pubblico. Il Time lo dichiara uno dei migliori romanzi di tutti i tempi, e Ci racconta come il Sogno Americano sia in grado di stritolarne ogni altro, completamente votato com'è al raggiungimento del bene comune, passando tranquillamente sopra quello individuale se, anche di poco, si discosta dai meccanismi di massa.

Il regista, e marito della protagonista nella vita reale, Sam Mendes, come già in American Beauty, indaga la borghesia americana in maniera feroce e spietata, concedendoCi ancora una volta, ma forse un po' troppo, uno sguardo assolutamente disincantato e asettico sulle misere rovine che lascia una vita di apparenza e bisogno di approvazione altrui. Proprio per il suo stile narrativo il film risulta poco coinvolgente e assolutamente incapace di far immedesimare lo spettatore nella vicenda trattata, nonostante l'ottima prova attoriale dell'intero cast: Kathy Bates è macchiettistica, petulante e formalmente ipocrita come il personaggio richiede; Michael Shannon è, forse, l'unico capace di suscitare una minima sensazione in chi guarda, con i suoi farneticanti deliri che assolvono alla funzione che nelle antiche tragedie aveva il coro: vedere ciò che sfugge agli altri e anticipare gli avvenimenti senza che si possa udirlo o comprendere fino in fondo, traendo il massimo vantaggio dalla capacità profetica. Poi loro, i sopravvissuti al Titanic: Leonardo DiCaprio e Kate Winslet. La loro fisicità è sempre perfetta: Frank urla, piange, tradisce sé e la moglie davvero. April lotta, tenta, si vendica e punisce sé e il marito davvero.

Un esperimento interessante ed una continuazione ideale: se Jack non fosse morto durante il naufragio, sarebbe riuscito ad essere all'altezza di tutte le promesse che Rose ha invece mantenuto, divenendo una donna indipendente, distantissima dal destino che la madre, il fidanzato e l'epoca avevano già deciso per lei?

Qualunque sia la risposta a quell'altra storia, qui April decide di naufragare, piuttosto che lasciarsi strangolare dalla società.

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 8 commenti

 
 
Antinoo
  • indirizzo IP 85.45.46.58
  • data e ora Venerdì 06 Marzo 2009 [12:13]
  • commento Inizio e finale sono praticamente identici, e l'incipit è quello, ma i personaggi del film sono più credibili perchè meno ingessati nel ruolo e dotati di una psicologia più mobile ed autentica
 
 
 
 
 
Antinoo
  • indirizzo IP 85.45.46.58
  • data e ora Venerdì 06 Marzo 2009 [12:14]
  • commento E l'inquadratura di April da dietro alla finestra, un capolavoro di luce ed ambiente asettico come sfondo ad un dramma interiore e fisico, è assolutamente assente. Quindi ottimo adattamento
 
 
 
 
 
Antinoo
  • indirizzo IP 85.45.46.58
  • data e ora Venerdì 06 Marzo 2009 [12:17]
  • commento con qualcosa in più. E la Winslet, davvero, in stato di grazia.
 
 
 
 
Pagine: 1 2
 
 
 
 
 
 
 
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