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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 2.5/5
  • valutazione
  • Non un capolavoro, si lascia guardare ma senza fare confronti con l'originale. Forse troppo corto, manca lo spazio per qualche spiegazione in più.
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Il voto dei lettori

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Info

Ultimatum alla Terra

di Scott Derrickson

 
    Dati
  • Titolo originale: The Day the Earth Stood Still
  • Soggetto: Edmund H. North
  • Sceneggiatura: David Scarpa
  • Genere: Drammatico - Sci-fi
  • Durata: 103 min.
     
  • Nazionalità: USA
  • Anno: 2008
  • Produzione: Earth Canada Productions, Twentieth Century-Fox Film Corporation
  • Distribuzione: 20th Century Fox
  • Data di uscita: 12 12 2008
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

Un pugno di lacrime ci salverà

di Carlo Griseri

Per recensire senza pregiudizi il remake di un caposaldo del cinema di fantascienza (l'originale Ultimatum alla terra è stato girato nel 1951 da Robert Wise) c'è solo una strada percorribile: affidarne la scrittura a qualcuno che, a costo di un po' di gogna pubblica, ammetta candidamente di non aver mai visto l'originale! Eccomi qui, dunque: sono pronto a scrivere di questa pellicola, moderna versione di "quel" caposaldo, senza timore alcuno...

Washington, oggi. Un ampio gruppo di scienziati e ingegneri (di varia natura e provenienza) viene convocato con estrema urgenza dalle autorità governative per una non meglio specificata emergenza nazionale. Tra di loro c'è anche Jennifer Connelly, una biologa di nome Helen Benson, esperta di vita nello spazio che arriva al quartier generale con tanto di pattuglie della polizia e strade chiuse per l'urgenza del suo arrivo. Il motivo? Un oggetto volante non identificato sta dirigendosi verso la terra ad una velocità notevole, e si appresta a schiantarsi sul nostro pianeta (distruggendolo) senza alcuna possibilità di intervento per noi umani. "Quanto tempo ci rimane?", chiede uno scienziato. "78 minuti", è la risposta... Negli ultimi istanti di volo, l'oggetto si rivela essere un'astronave in viaggio verso la terra, pronta a rallentare in fase di atterraggio. Da essa scende un enorme robot, lucente e minaccioso, e una forma di vita non meglio identificata, che in poche ora si trasforma in un essere umano dalle fattezze di Keanu Reeves.  Facendola breve, altrimenti vi racconto il film, l'alieno si chiama Klaatu e ha preso fattezze umane per sopravvivere sul pianeta ma soprattutto - parole sue - per non spaventarci. Il suo obiettivo è quello di andare a parlare all'ONU per dare al mondo un messaggio importantissimo.

Ma il governo statunitense decide di prendere in mano la situazione e di ottenere con la forza ciò che vuole: informazioni e controllo della situazione. Niente di più sbagliato, almeno in questo caso, perché Klaatu si convince che gli umani non vogliono starlo a sentire e passa alla fase successiva del suo piano. In cosa consiste? E' l'ultima cosa che scrivo sulla trama, sono arrivato al confine con la terra degli spoiler e mi devo fermare. L'umanità sta portando alla distruzione il pianeta, un pianeta dalle caratteristiche adatte alla vita che ci è stato dato "in gestione" e stiamo rovinando: gli alieni di tutto l'universo, rappresentati da Klaatu, stanno cercando di farcelo capire. Non avendo voluto ascoltare l'avvertimento, il nostro destino è segnato: saremo distrutti per salvare gli animali e le altre forme di vita.


Nell'originale degli anni '50 la minaccia che incombeva sull'umanità veniva dalle bombe atomiche e dal loro potenziale distruttivo, oggi - pur senza essere mai nominato - dal riscaldamento globale e dall'inquinamento. Ma la sostanza non muta: chi è causa del suo mal pianga sé stesso. Jennifer Connelly, che aiuta fin da subito Klaatu nella sua missione, contravvenendo alle disposizioni governative, cercherà per tutto il film di far cambiare idea (se possibile) all'alieno. Tranquilli, un pugno di lacrime ci salverà. Qualche parola sugli attori: la Connelly - vera protagonista - è sempre bellissima e forse un po' sprecata (dopo l'Oscar per A beautiful mind sembra non ricevere proposte del giusto livello o ruoli di degna importanza), Keanu Reeves ha sempre la stessa espressione ma in questo caso è anche giusto, il figlio di Will Smith, Jaden, è abbastanza fastidioso, Kathy Bates e John Cleese sono decisamente sprecati. A dirigere il tutto Scott Derrickson, regista anche di The Exorcism of Emily Rose.


Post Scriptum: Poche ore prima della pubblicazione di questa recensione, un canale satellitare ha riproposto la versione originale di Ultimatum alla terra. Mi è parso doveroso, anche se con colpevole ritardo, vederlo per aggiungere due righe di confronto tra le diverse versioni. Bene, i due film si somigliano per molti aspetti ma le differenze sono sostanziali. Il ruolo degli Stati Uniti, ad esempio, è radicalmente diverso: se oggi si è molto critici con il loro atteggiamento da "spacconi", nel '51 gli USA venivano visti come l'unica salvezza possibile, e sono loro (e non le emozioni umane) a fare breccia nelle convinzioni di Klaatu. Da segnalare il gap tecnologico tra le due versioni, a vantaggio però del film originale che nella sua scarsità di mezzi (eccezionale l'apparecchiatura con cui si studia la traiettoria dell'astronave in arrivo!) risulta oggi molto più sincero.

 
 
 
 
 
 
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