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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Info

Simone

di Andrew Niccol

 
    Dati
  • Titolo originale: S1m0ne
  • Soggetto: Andrew Niccol
  • Sceneggiatura: Andrew Niccol
  • Genere: Drammatico - Sentimentale
  • Durata: 104 min.
     
  • Nazionalità: U.S.A.
  • Anno: 2001
  • Produzione: Jersey Film, New Line Cinema, Niccol Film
  • Distribuzione: Nexo
  • Data di uscita: 00 00 0000
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

S1m0ne

di Sara Troilo

Dopo aver scritto The Truman Show e aver diretto Gattaca, il giovane Andrew Niccol torna con questo patinatissimo monito sugli inganni della visione. La scrittura è sempre curata, densa, sfaccettata, complessa e pluridimensionale, i personaggi ruotano intorno a una storia in cui protagonista assoluta è la menzogna, ma incarnata da un'anima candida: Simone (Rachel Roberts), donna splendida, angelica, eterea e irraggiungibile, perfetta e... irreale. Viktor Taranski (Al Pacino) è un regista alle prese con le bizze delle dive di Hollywood e con la spietata legge dell'incasso incarnata dalla produttrice nonché ex moglie Elaine Christian (Catherine Keener), proprio per questo sogna che tornino i bei tempi in cui i registi dicevano agli attori ciò che dovevano fare.
Hank Alino ha un tumore a un occhio e una sola settimana di vita, scopre che Taranski è in crisi e decide di lasciargli ciò su cui stava lavorando: un software in grado di creare un'attrice virtuale. Una sola avvertenza (lasciata da Hank) e cioè quella di mantenere una corretta distanza dal monitor, segna la svolta di questa storia, la vita di Viktor cambia radicalmente e Simone diventa un idolo, il suo successo si estende al globo, niente può arrestare l'ascesa di questa creatura incontaminata eppure inserita nel meccanismo della produzione cinematografica main stream, impossibile da toccare eppure sempre presente, profetessa di uno stile di vita, sacerdotessa dei riti collettivi e proiezione dell'anelito alla perfezione. Ciò che Hank (di fatto prima vittima) non ha detto a Viktor, e il fatto che sia morto ci dice che lo ignorava anch'esso, è che il vero pericolo non è la fruizione tout court, ma la visione a occhi chiusi, troppo simile al sogno; la credulità espressa all'ennesima potenza, una specie di malattia infettiva che non risparmia nessuno ha ucciso il pensiero di tutto il globo rapito dalle belle fattezze di Simone tiranna delle loro vuote carcasse terrestri, la regina malvagia che nessuno mai potrà smascherare, la dea del fasullo, ogni singolo individuo si proietta in essa rimanendo abbagliato da quanto ne esce migliorato. Simone è esclusivamente buona, non ha lati oscuri e quelli che vengono creati apposta per distruggerla la fortificano, da vera eroina borghese non si lascia scalfire da nulla, pur non esistendo riesce a volgere tutto a proprio vantaggio e il suo sorriso risolve ogni questione. Se siamo cresciuti immaginandoci i mostri brutti e cattivi Niccol ci sveglia bruscamente mostrandoci la bellezza sfolgorante della massificazione delle coscienze, la seduzione irresistibile cui siamo sottoposti continuamente, il canto della sirena che ci invita ad abbandonare il pensiero e lasciarci andare, finalmente quieti, alla morbidezza invitante del senso comune. Nessuna fatica, nessun contrasto, una corrente unica, bionda, alta e meravigliosa. No, mostruosa.
Attraverso un percorso fatto di dialoghi mai troppo insistiti e di immagini in cui ogni dettaglio è a fuoco, Niccol ordisce lo smascheramento della nuova divinità, da strumento di rivincita dell'arte nel cinema ad attrice insostituibile, a pop star, a donna ideale (e come tale creata da un uomo) e infine unica detentrice, ben guidata, del potere esercitato con ogni mezzo. In pieno controllo orwelliano manca paradossalmente la coercizione, nessuno mette in dubbio lo scintillante scettro manicheo di Simone, né la sconsolante banalità di ciò che dice; la seduzione è un'arma più efficace della forza e il "sorriso a prescindere" funziona meglio di qualsiasi discorso politico. La dicotomia tra reale e irreale si mostra appieno nel finale altamente esplicativo di quanto occorra stare in guardia da tutto ciò che fa ogni sforzo per apparirci come rassicurante; illuminazione perfetta e scelta oculata dell'ambientazione (mancava la libreria sullo sfondo...), demagogia abbondante e tanti sorrisi per ciò che smette di rappresentare un mito irraggiungibile e si incarna nutrendosi delle aspettative comuni, soffocando il dissenso (se mai ce ne fosse). Per salvarsi basta smettere di guardare? Forse l'invito è proprio quello contrario: occhi spalancati, sono i nostri unici strumenti per indicare la nudità del re.

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 14 commenti

 
 
utente
Luigi
  • indirizzo IP 151.52.65.255
  • data e ora Giovedì 06 Aprile 2006 [10:05]
  • commento Mi sfugge il senso di questo nuovo tipo di spamming. Che cavolo pensano di ottenere questi? :)
 
 
 
 
 
utente
Fabrizio
  • indirizzo IP 151.37.243.205
  • data e ora Giovedì 06 Aprile 2006 [18:15]
  • commento Luigi, insomma! Scrivere la lettera è necessario!
 
 
 
 
 
utente
Luigi
  • indirizzo IP 151.52.65.255
  • data e ora Giovedì 06 Aprile 2006 [18:26]
  • commento Umh, campagna di riposizionamento del marchio Babbo Natale?
 
 
 
 
 
utente
Fabrizio
  • indirizzo IP 151.37.243.205
  • data e ora Giovedì 06 Aprile 2006 [18:44]
  • commento Campagna di rilancio, fusione in vista. Però, pissi pissi bao bao, io non ti ho deto nulla.
 
 
 
 
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