Il voto del redattore
- voto
- 2.5/5
- valutazione
- Può risultare anche piacevole se si prende per quello che è, un furbo remake
Il voto dei lettori
- voto medio
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- numero votanti
- Questo film è stato votato da 0 lettori
- di Woody Allen
- dal 17 10 2008
- genere Commedia
- tipo Sentimentale
- Chiara Orlandi
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
The Women
di Diane English
- Dati
- Titolo originale: The Women
- Soggetto: Clare Boothe Luce (spettacolo teatrale)
- Sceneggiatura: Diane English
- Genere: Commedia - Sentimentale
- Durata: 114 min.
- Nazionalità: USA
- Anno: 2008
- Produzione: Inferno Distribution, Jagged Films
- Distribuzione: BIM
- Data di uscita: 10 10 2008
Tutti i limiti del remake
di Roberta Folatti
Premessa indispensabile: George Cukor è su un altro pianeta. I paragoni finirebbero per risultare blasfemi. Il suo Donne rimane un gioiellino inimitabile, con tutta la classe che contraddistingueva il cinema americano degli anni '40.
Tornando ai giorni nostri e ai guasti che una certa cultura (o sottocultura) ha arrecato, il remake di Diane English, produttrice, sceneggiatrice e regista, non è completamente da buttare. Avendo adeguato la storia al nuovo secolo, ne esce un ritratto delle donne molto legato all'immagine, all'apparenza. Ma la English sostiene che, in fondo in fondo, queste cose esistevano già settant'anni fa: <La commedia originale e il film erano un atto d'accusa nei confronti delle donne vuote e mondane dell'alta società, sempre pronte a pugnalarsi alla schiena per un uomo. Era maliziosa, con un ritmo incalzante e un'ironia pungente. Dovevo trovare il modo di spostare il tiro. Io volevo che il mio film diventasse un tributo alle donne, ma senza rinunciare ad alcuni tratti distintivi dell'originale, primo fra tutti l'umorismo graffiante>.
L'intenzione di fare di The women un "tributo alle donne" si concretizza solo in parte perchè le protagoniste della pellicola mancano di quello spessore minimo per rendersi, se non indimenticabili, almeno degne di nota. La sensazione è che si tratti di ritratti superficiali, piuttosto prevedibili: la English ha badato di più ai dialoghi - incalzanti, quasi invadenti, concepiti per strappare spesso la risata - che alla messa a fuoco dei personaggi. Tra le attrici spiccano le comprimarie, Candice Bergen, Bette Midler, abilissime a tratteggiare personaggi ironici, caricaturando le ossessioni femminili, mentre Meg Ryan dà sempre l'impressione di essere imbambolata. Spalanca gli occhioni e assume quell'aria a metà tra l'ingenuità e la totale mancanza di idee... Ha fatto meglio Annette Bening nella parte della donna in carriera, talmente presa dal lavoro (e da se stessa) da non riuscire a farsi coinvolgere in nessuna relazione sentimentale. Nervosa, cinica, sempre a caccia dei difetti altrui, apparentemente distaccata, col proseguo della storia si rivelerà fragile, ricattabile, insicura anche riguardo le sue capacità professionali. Ma un gesto scorretto compiuto ai danni della sua migliore amica e il rischio di perdere per sempre la sua stima la farà riflettere sulle dinamiche disumane che governano un certo mondo troppo legato al profitto.
Alla fine il tema dominante di The women è la solidarietà fra donne; a differenza del mondo femminile descritto da Cukor che dipendeva ancora in modo pesante dal sesso forte - sia psicologicamente che materialmente - l'emancipazione oggi è nei fatti e si guarda alle cose da una prospettiva diversa. La protagonista, quando scopre che il marito la tradisce, reagisce disperandosi, ma il discorso che le fa sua madre, impernianto sulla pazienza e la "sopportazione", risulta un po' datato. La presa di coscienza della mite Mary Haines col suo riscatto personale, prima di tutto di fronte alla figlia adolescente, vuol rappresentare lo scatto d'orgoglio delle donne che oggi sanno fare a meno dell'altra parte del cielo. E in fondo non la rimpiangono neanche tanto...
Il film della English ha abbastanza ritmo, sfodera battute divertenti, intriga nelle ambientazioni. Ma la trama, anche se rispecchia da vicino quella della pellicola originale o proprio per questo motivo, finisce per puzzare di retorica e per sembrare scontata. A dimostrazione che è doppiamente difficile realizzare un remake che abbia una sua ragione d'esistere e regga il confronto...
I lettori hanno scritto 1 commento
- indirizzo IP 85.45.46.58
- data e ora Mercoledì 22 Ottobre 2008 [16:38]
- commento Ma com'è che Meg Ryan assomiglia, ogni fotogramma di più, a Courtney Love?
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