Il voto del redattore
- voto
- 3.5/5
- valutazione
- Un interessante capitolo della filmografia di Demme
Il voto dei lettori
- voto medio
- 3/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 4 lettori
Editoriali
Vignette
Schede
Recensioni
Speciali
Rubriche
Cloache
Ring
A Dangerous Method
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
News
02 11 2013
The Manchurian Candidate
di Jonathan Demme
- Dati
- Titolo originale: The Manchurian Candidate
- Soggetto: Richard Condon, George Axelrod
- Sceneggiatura: Daniel Pyne, Dean Georgaris
- Genere: Azione - Politico
- Durata: 130'
- Nazionalità: U.S.A.
- Anno: 2004
- Produzione: Paramount Pictures
- Distribuzione: UIP
- Data di uscita: 00 00 0000
Recensione pubblicata il 24 11 2004
Questa recensione è stata letta 16379 volte
Chi ricorda il nome di quella nazione che combatteva per Libertà e Giustizia?
di Eduard Le Fou
Chi è Hans Blix? Cosa vi dice la parola Abu Ghraib? Ricordate cosa sta succedendo a Guantanamo? Se la memoria non vi aiuta a focalizzare con esattezza gli eventi collegati a questi nomi, allora The Manchurian Candidate è un film da non perdere. Ritorno al grande cinema di Jonathan Demme dopo circa dieci anni , The Manchurian Candidate riprende il soggetto di un classico di Frankenheimer, Va' E Uccidi, riportandolo ai nostri giorni. Un convincente, soprattutto quando è diretto da Demme, Denzel Washington è il capitano dell' esercito Bennet Marco che a dieci anni dalla Guerra del Golfo del '91 scopre di non essere l'unico ad avere ogni notte orribili incubi, inizialmente attribuiti dai suoi superiori alla sindrome dei reduci del Golfo. Soffre infatti degli stessi disturbi psichici uno dei suoi ex-commilitoni incontrato dopo tanti anni dai conbattimenti in Kuwait, con il quale aveva condiviso una brutta imboscata notturna subita ad opera di soldati iracheni. A salvare loro e quasi tutti gli altri soldati della truppa fu l'ambiguo sergente Raymond Shaw (Liev Schreiber), rampollo di una potente famiglia di importanti esponenti del partito Democratico americano, un uomo soggiogato alla volontà della madre-senatrice-megera, interpretata da Meryl Streep. Marco è convinto però che qualcosa non quadri nei suoi ricordi riguardo quella battaglia, e che le cose quella notte non siano andate come tutti credono. Ha infatti la indicibile sensazione di non aver fatto in battaglia ciò che effettivamente ha in memoria, poichè i suoi incubi gli riportano immagini diverse e più "reali" dei suoi stessi ricordi. Crede insomma che gli siano stati impiantati falsi ricordi. Quando poi viene a sapere che Shaw, grazie anche alle onorificenze ottenute per il suo presunto eroismo in Kuwait, è stato candidato alla vicepresidenza del governo degli Stati Uniti, il dubbio si trasforma in volontà. Inizia così un'inarrestabile azione di ricerca della verità, contro la propria memoria e contro politici e militari, che vogliono invece affermare un altro tipo di realtà. The Manchurian Candidate è ad un primo superficiale livello di interpretazione un film di fanta-politica, che poi fantascientifica non è: sfido chiunque a vederci qualcosa di fantascientifico quando si afferma che negli USA è in atto un piano per portare al potere il primo presidente degli Stati Uniti completamente controllato dalle multinazionali, o quando si svelano le collusioni tra corporation, politica, esercito e servizi segreti. Ad un più profondo livello, la visione delle travagliate vicende del comandante Marco induce lo spettatore ad un confronto con se stesso rispetto a ciò che sa e a ciò che crede di sapere sui fatti che stanno sconvolgendo il mondo negli ultimi anni. In The Manchurian Candidate tutto è manipolato e manipolabile: azioni, ricordi, immagini, notizie. Non può non nascerne la presa di coscienza che le martellanti informazioni cui siamo giornalmente sottoposti dai media non solo siano molto spesso lontane dalla verità, ma che alla fine riescano ad ottenere l'imbonimento della coscienza di tutti noi, e a modificare così anche il percorso della Storia. Ne scaturisce una pervasiva sensazione di inquietudine rispetto a ciò che ci circonda, che si allarga anche a tutti i personaggi del film. Demme infatti durante la narrazione sposta gradualmente la sua attenzione dal protagonista a coloro che lo circondano. Tutti, buoni e cattivi che siano, sotto l'azione di disvelamento della verità messa in moto dal comandante Marco, prendono dolorosamente coscienza della propria identità e del ruolo che hanno in questo imbroglio che investe tanto il mondo, quanto la loro sfera personale e più intima. Proprio come avveniva ne Il Silenzio Degli Innocenti o in Qualcosa Di Travolgente, quando l'indagine dell'agente Sterling o il viaggio di Charles con Lulu/Audrey altro non erano che un pretesto per raggiungere la consapevolezza del lato oscuro di se stessi e del mondo. The Manchurian Candidate non tocca i picchi di questi due film-capolavoro di Demme, ma resta nel guado. E' infatti la sua tambureggiante narrazione a prendere il sopravvento sull'approfondimento dei personaggi. La narrazione appare troppo appiattita al plot fantapolitico da cui prende vita, e infatti il finale, che dovrebbe essere a sorpresa, risulta in realtà piuttosto prevedibile. Resta comunque un interessante capitolo della filmografia di Demme, film i suoi che dimostrano sempre grande rispetto per lo spettatore e per le potenzialità maieutiche del Cinema.
I lettori hanno scritto 1 commento
- commento The Manchurian candidate è senzaltro da vedere. Avvincente descrizione di un incubo che si materializza in realtà, feroce apologo contro la politica malata di potere, analisi spietata delle forze che cercano di destabilizzare il gioco politico, il film non è esente però da difetti: eccessivo ricorso ad effetti speciali (inutili), varie incongruenze nella trama e soprattutto un finale da dimenticare (se Demme avesse tagliato gli ultimi dieci minuti il film avrebbe avuto ben altro spessore). Interpreti superlativi: Liev Schreiber è bravissimo, Denzel Washington offre una delle sue migliori interpretazioni e Meryl Streep Che dire? Da applauso come non mai nel caratterizzare un personaggio, per lei inusuale, odioso fin dalle prime inquadrature e che ribadisce, ancora una volta, il suo talento portentoso.
Partecipa
Cosa aspetti a diventare un utente registrato?
Queste funzioni sono abilitate soltanto per gli utenti registrati. Si possono votare i film ed esprimere opinioni su registi, attori o su qualunque altro aspetto riguardante le pellicole, si può commentare quanto scritto nelle recensioni e negli articoli e concordare o dissentire. Gli utenti registrati hanno inoltre accesso a molte altre funzioni personalizzate sul sito. Basta un minuto, registrati e fai sentire la tua voce.
Pubblicità