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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Locandina
 
 
 
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Trama

Anna e Maria Bolena vengono spinte a conquistare il re Enrico VII. Ognuna metterà in campo le proprie strategie per sbaragliare la regina in carica. Praticamente i prodromi dei (rin)tronisti.

 
 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 3.5/5
  • valutazione
  • Il sesso come bene rifugio.
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 2.5/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 1 lettore
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  • dal
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La pelle che abito
  • di Pedro Almodóvar
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  • genere Drammatico
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Recensione 5
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  • genere Drammatico
  • tipo Sentimentale
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Info

L'altra donna del re

di Justin Chadwick

 
    Dati
  • Titolo originale: The Other Boleyn Girl
  • Soggetto: Philippa Gregory (romanzo)
  • Sceneggiatura: Peter Morgan
  • Genere: Drammatico - Sentimentale
  • Durata: 117 min.
     
  • Nazionalità: UK, USA
  • Anno: 2007
  • Produzione: BBC Films, Focus Features, Relativity Media, Ruby Films, Scott Rudin Productions
  • Distribuzione: UIP
  • Data di uscita: 24 04 2008
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

Le relazioni pericolose

di Elena De Dominicis

Inghilterra, una famiglia nobile ha l'onore di ospitare nella propria casa di campagna il re Enrico VIII per una battuta di caccia. E' un'occasione unica per ingraziarsi la simpatia del sovrano perciò viene mandata in avanscoperta Anna (Natalie Portman), ma durante la cavalcata il re, per seguirla, cade in un fosso ferendosi gravemente. Tutti temono il peggio, e i Boleyn piu degli altri incolpano la figlia per l'accaduto ritenendola responsabile di quella che soprattutto per loro rappresenterebbe una disgrazia e un disonore incalcolabili. Enrico viene curato da Maria (Scarlett Johansson), sorella di Anna, promessa sposa di un giovane del posto. Presto il monarca si riprende e, lasciando la tenuta dei Boleyn, palesa ammirazione per la giovane soccorritrice. Viene emessa un'ordinanza per cui l'intera famiglia si deve trasferire a Londra, e Maria e Anna vengono assegnate all'entoruage di Caterina D'Aragona, regina sfortunatissima che dopo un aborto, un figlio maschio nato morto, altri due vissuti brevemente e una figlia femmina, vive una vita coniugale inaridita dalle aspettative disattese di dare alla luce un erede maschio. Le attenzioni per Maria da parte del re si fanno sempre più insistenti, anche se la giovane è reticente, viene spinta dagli stessi familiari, giovane marito compreso, a soddisfare il re, che ovviamente non va mai contrariato, soprattutto per non rischiare di perdere tutti i privilegi ottenuti. La ragazza ubbidisce e scopre un uomo affettuoso e gentile, ma l'invidia della sorella è dietro l'angolo.

Anna è molto indipendente e ambiziosa, ma anche turbolenta e dopo un ennesimo errore di comportamento viene mandata in esilio a Parigi. Esilio che durerà poco perché nel frattempo Maria affronta una gravidanza difficoltosa che la costringe a lungo riposo coatto rendendola poco appetibile agli occhi di Enrico. La famiglia fa richiamare Anna che intanto ha appreso in Francia raffinate arti di seduzione che metterà in atto, dietro spinta dei suoi per garantire la loro posizione sociale all'interno della corte. Anna riesce a farsi notare dal re che la corteggia con insistenza, facendole regali sontuosi che lei strategicamente rifiuta. La figura di Anna è veramente diabolica perché riesce a tenere il Tudor sulla corda fino allo stremo fino a convincerlo che se lui vorrà averla dovrà sposarla per non disonorarla. Il re comincia a coltivare l'idea di una separazione con la regina o di una soluzione analoga, spinto dalla Boleyn che lo convince che essendo il re lui può tutto. A detta di sceneggiatore e regista il più importante e significativo scisma della storia viene fatto non per attenersi alla legge salica ma per un capriccio sessuale del regnante, completamente soggiogato da una ragazzina. Anna riesce a sposare Enrico e a diventare regina ma la situazione precipiterà velocemente per via di aborti e figli nati morti, il monarca comincerà a trascurare la consorte e a farsi vedere a corte con Jane Seymour. Anna verrà condannata per stregoneria e alto tradimento in quanto sorpresa in rapporti incestuosi col fratello nella speranza di poter avere un figlio maschio da far passare come figlio del re e Maria porterà in salvo il di lei figlio e la figlia della sorella, Elizabeth.

La Johansson si conferma attrice eclettica, in grado di passare dalle commedie di Woody Allen, che le permettono di esprimere la sua irresistibile e trascinante vena ironica ai film drammatici risultando ugualmente credibile. Natalie Portaman non è mai stata un'attrice da oscar, si sa, e in questo film rimane comunque abbastanza inespressiva se non durante il momento della decapitazione, dove riesce a trasmetterci la paura vera, molto più che non in V for Vendetta. In questa scena finale riesce a mette in scena il senso di inevitabilità e irreversibilità, di disperazione inteso come senza speranza appunto, l'istinto di sopravvivenza, la fine imminente, quella disperazione che forse la sua gente ha scritta nel proprio DNA e che proprio grazie a questa scena, conoscendo le sue origini, riusciamo a vivere con un coinvolgimento maggiore. Eric Bana è bravo ma poco credibile come Enrico VIII: conosciamo tutti l'aspetto del Tudor e di certo non era un figurino con un bel visetto.

 
 
 
 
 
 
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