Julian Temple utilizza gli archivi messi (solo) a sua disposizione e tratteggia la vita di Joe Strummer, mitologico leader dei mitologici Clash, la rock band di London Calling.
Il voto del redattore
- voto
- 4/5
- valutazione
- Joe Strummer raccontato da Julien Temple è una sorta di esteta che vive la vita "come fosse un'opera d'arte", proiettato verso la ricerca e la sperimentazione, consolato dal dolce sentimento del "sentirsi vivi, semplicemente".
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Il futuro non è scritto - Joe Strummer
di Julien Temple
- Dati
- Titolo originale: Joe Strummer: The Future Is Unwritten
- Soggetto:
- Sceneggiatura:
- Genere: Musicale - Documentario
- Durata: 119 min.
- Nazionalità: Irlanda, UK
- Anno: 2007
- Produzione: Nitrate Film, Parallel Films
- Distribuzione: RIPLEY'S FILM
- Data di uscita: 29 02 2008
Seguire solo e sempre la musica
di Marina Zabatino
Da "White riot", primo singolo del 1977, a "London calling", album del 1979, la storia di Joe Strummer, carismatico cantante-chitarrista, leader dello storico gruppo rock-punk The Clash, potrebbe essere scritta tutta quì. Ed invece in The future is unwritten di Julien Temple (regista nel 1999 di The Filth and the Fury, documentario musicale sui Sex Pistols), presentato con successo allo scorso Sundance Film Festival, questa è solo la genesi della storia di un uomo che è anche storia di una generazione, e che si riflette, attraverso un giocoso jump-cut in cui si mescolano immagini, musica e parole, nei racconti di vita di coloro i quali l'hanno conosciuto e ne sono stati ispirati. Tra l'inno alla "rivolta bianca" e il successivo "Londra sta chiamando!" lo spirito di ribellione passa da Joe al popolo londinese, al pubblico con il quale si sentiva tanto unito attraverso le parole dei suoi testi, travolgenti emozionanti e "infuocate" proprio perché intensamente intime, sentitamente vere. Così The future is unwritten è un documentario filmico che, attraverso spezzoni di immagini e foto di vita personale e artistica, registrazioni dalla London's calling recording della BBC, e una selezione di video e canzoni dai Clash fino ai Joe Strummer and the Mescaleros (la colonna sonora è stata pubblicata dalla Sony/BMG e spazia dal folk dei 60's -Tim Hardin, Woody Guthrie, Bob Dylan- al rock di Elvis, fino punk rock inglese -dalla sua prima band, The 101ers, in poi-) ci racconta la storia personale di John Graham Mellor (in arte Joe Strummer, Ankara, 21/08/1952), figlio di un diplomatico del governo statunitense: la rivolta di un giovane che già nella sua infanzia al collegio aveva compreso cosa fossero la violenza, la discriminazione, il potere e che, dopo aver ascoltato da un'antica radio di legno i Rolling Stones, aveva deciso di seguire "sempre e solo la musica" e aveva compreso che l'autorità "era qualcosa da evitare e combattere, se ci riesci."
E' la storia della ribellione individuale di John che dall'esperienza hippie in cui si faceva chiamare Woody (in onore di Woody Guthrie musicista folk americano che, attraverso la sua musica popolare, si era fatto portavoce della vita della gente, dei lavoratori, delle loro lotte e delle loro fatiche) comincia a suonare anche senza saperlo fare; e così Joe suona nelle stazioni della metro, riesce ad entrare a far parte di una band universitaria (anche se era stato espulso dalla scuola d'arte che frequentava), The Vultures. Ma è il 1974 che vede la nascita del leader di un gruppo che segnerà storicamente la storia della musica rock e diventerà anche punto di riferimento di molti giovani ai quali aprirà gli orizzonti (politicamente, eticamente, ideologicamente), e di artisti e musicisti, per i quali sarà continua fonte di ispirazione; è allora che nasce Joe Strummer: Joe, in arte, "lo strimpellatore". Il gruppo dei 101'ers (il nome proviene dal numero civico di uno dei palazzi sequestrati che era stato ri-abitato da giovani hippies, tra i quali lo stesso Joe nel '74) gli aveva fornito la possibilità di imparare a suonare con lo spirito di farlo, prima di tutto, per se stessi. Ma è l'incontro con i Sex Pistols a The Nashville Rooms che segnerà la sua vita, nel 1974, "l'anno zero": il punk, the Clash. La scelta è difficile ma necessaria: Londra "sta bruciando" (London's burning), la rivolta degli hippies è il passato, bisogna rivolgersi verso il futuro.
Il personaggio di Joe Strummer rivelatoci da Julien Temple, guarda dritto in faccia la società a lui contemporanea; a lei rivolge le scottanti e provocatorie parole delle sue canzoni, ai "ragazzi e ragazzi" di London calling, l'anima della sua insurrezione: contro l'autorità del governo e il deviante potere dei media, contro una cultura di massa che vuole incarcerare le coscienze ("Stanno tutti facendo ciò che ci han detto di fare, nessuno vuole finire in prigione!" - White Riot), per una musica punk imbevuta di violenza ideologica ma che allo stesso tempo depreca lo stordimento e il successivo appiattimento generazionale ("stai salendo di grado o stai prendendo ordini?"- White Riot). Da Career opportunities a Policies and thieves e I faught the law, il docu-film di Temple ci accompagna attraverso la vita di Strummer e i racconti degli amici seduti attorno ad un falò, e mentre ascoltiamo London Calling, considerato uno degli album "storici" di Strummer, si fa avanti in maniera disarmante, con il suo ritmo cadenzato da marcia popolare, la volontà dissacratoria e satirica dei Clash nei confronti di alcune affermazioni ridicole dei media ed alcuni eventi "epocali": la catastrofe nucleare, la violenza dell'autorità, le condizioni urbane ("L'età del ghiaccio sta per arrivare, il sole si sta concentrando, una catastrofe prevedibile ed il grano si sta assottigliando, un errore nucleare ma io non ho paura, Londra sta annegando ed io vivo sul fiume"- London Calling). E se London Calling inneggia alla rivoluzione del popolo londinese, (" era la loro Anarchy in the UK", diceva Steve Jones, chitarrista dei Sex Pistols, ndr.) la "chiamata a livello mondiale" ("The call up"-1980) avviene con Sandinista! Album rosso e rivoluzionario dei Clash ispirato dalla rabbia del popolo oppresso del Nicaragua e sancisce la volontà di Strummer di diffondere la sua rivolta. L'esperienza dei Clash dev'essere un fenomeno globale, gli USA devono "sbatterci contro". E' probabilmente grazie all' "esperienza americana" dei Clash che ritroviamo nel docu-film di Julien Temple le testimonianze di Bono Vox, Martin Scorsese, Johnny Depp, Steve Buscemi, John Cusack, Jim Jarmusch, Flea e Anthony Kiedis dei Red Hot Chili Peppers, Curtney Love e Matt Dillon. Questi rappresentano "l'altra parte" di Joe, possiamo dire, il riflesso della sua vicenda artistica e umana che era il frutto di una ricerca individuale e di una sperimentazione continua che lo portarono a fare le esperienze più disparate (è attore in alcuni film di dubbio valore -fatta eccezione per Mistery train di Jim Jarmush-, compositore di colonne sonore, riappare sul palco in occasione del tour dell'album Hell's Ditch dei Pogues) e che lo incoraggiano in seguito a continuare coraggiosamente la sua carriera musicale con i Mescaleros.
Julien Temple ci racconta tutto questo, e ancora di più, mescolando molteplici punti di vista, visivi e interpretativi, e nel presentare il personaggio di Joe Strummer, la genesi e l'evoluzione della sua formazione come leader di un gruppo ma anche di una generazione, di un pensiero, di una ideologia, nel contempo dipinge nel medesimo "quadro visivo" lo stesso Joe che, diventato uomo, decide eroicamente di superare "la fine dei Clash", di affrontare il sentimento di solitudine e il momento di depressione: continuare la sua rivoluzione, vivere il presente, guardare alle nuove forme di espressione della musica della nuova "generazione X", che comunicano il loro senso di ribellione per mezzo di un genere underground, attraverso la musica techno, in cui l'esperienza hippie e punk si mescolano, manifestando fortemente l'aspetto comunitario di questa nuova generazione. E allora Strummer si mescola anche lui, dentro la musica, dentro il mondo, nella sua continua ricerca della verità in qualsiasi frammento di vita, dietro qualsiasi esperienza. Una ricerca che parte da una volontà individuale ma porta in sè l'anelito a coinvolgere, ad evolversi in ricerca collettiva, in spirito universale. Nella nostra rivolta personale "non siamo niente senza gli altri". E' il pensiero di Strummer riportato da Julien Temple, il quale si riflette negli spezzoni di vita del coro di amici e compagni, ammiratori e persone che lo hanno conosciuto, nella buona e nella cattiva sorte: sono riuniti attorno ad un falò a parlare di Joe, di loro, e delle loro esperienze con lui, per scambiarsi opinioni, scambiarle con noi, per coinvolgerci in questo viaggio nella ricerca della verità di un uomo e di un artista che, soprattutto nell'ultimo periodo della sua vita, se ne andava in giro a parlare con la gente, ad imparare dalla gente.
Nella cultura indiana, il fuoco, motivo cardine del docu-film, rappresenta simbolicamente la purificazione e la rinascita attraverso le ceneri. Il futuro non è scritto: siamo noi, attraverso le nostre opere a crearlo, il Joe Strummer raccontato da Julien Temple è una sorta di esteta che vive la vita "come fosse un'opera d'arte", proiettato verso la ricerca e la sperimentazione, consolato dal dolce sentimento del "sentirsi vivi, semplicemente"; un ritratto questo che sicuramente rende giustizia ad una delle figure più emozionanti e stimolanti del panorama musicale dagli anni '70 ad oggi.
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