Il voto del redattore
- voto
- 4/5
- valutazione
- Quando vedremo Hayden Christensen completamente libero dal lato oscuro della forza???
Il voto dei lettori
- voto medio
- 0.5/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 1 lettore
Star Wars: La vendetta dei Sith
- di George Lucas
- dal 20 05 2005
- genere Azione
- tipo Sci-fi
- Sara Troilo
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02 11 2013
Jumper
di Doug Liman
- Dati
- Titolo originale: Jumper
- Soggetto: Tratto dal romanzo omonimo di Steven Gould
- Sceneggiatura: David S. Goyer, Simon Kinberg, Jim Uhls
- Genere: Azione - Sci-fi
- Durata: 90 min.
- Nazionalità: U.S.A.
- Anno: 2008
- Produzione: Twentieth Century-Fox Film Corporation, New Regency Pictures, Created By
- Distribuzione: 20th Century Fox
- Data di uscita: 29 02 2008
- Link
- Tutti gli articoli di Elena De Dominicis
- Tutti i film di Doug Liman
- Il sito ufficiale in inglese
- Il trailer
- Video intervista con Doug Liman
Recensione pubblicata il 24 03 2008
Questa recensione è stata letta 16452 volte
Il ritorno del Sith
di Elena De Dominicis
Hayden Christensen ritorna nella parte di antieroe tormentato, giovane e bello, diviso come un bivio non più tra bene e male ma tra giusto e sbagliato. Ormai abbiamo capito che anche i cattivi hanno un cuore e che anche loro godono di diritti come se non addirittura più dei buoni, come la Hollywood buonista e conformista vuol farci credere. I buoni propriamente detti sono già nell'empireo e sono i cattivi che vanno recuperati e compatiti, forti (o meglio dire deboli) del fatto che hanno avuto una vita travagliata. Poverini. Ecco che allora qui la scelta di essere cattivo non è dettata da un'ambizione o un'avidità di raggiungimento di un livello superiore di potere e conoscenza e nemmeno dall'attrazione che esercita il lato oscuro della forza nei confronti del superantieroe, ma semplicemente dalle necessità vere o presunte di un giovane di periferia. E' sbagliato rubare? Certo, ma se si ha la capacità di poter entrare dentro il caveau di una banca lasciando solo una temporanea cicatrice spazio temporale allora è un altro discorso. Perché rinunciare a una vita brillante quando si ha la possibilità di viverla senza fare nessuna fatica? "Il lavoro nobilita l'uomo" si diceva una volta, ma cosa c'è di nobilitante per un uomo se un lavoro onesto non gli permette altra scelta se non quella di decidere se questo mese si deve pagare l'affitto o il riscaldamento? Magari con quella carta straccia che ormai sono diventati i dollari?
Ecco che allora il protagonista si concede quello che è giusto con mezzi ingiusti: una vita agiata in cui certo non c'è nulla di deprecabile, pur essendo stata conquistata con un mezzo vergognoso, quello del furto che in questo film però viene quasi perdonato dal momento che il ladro è giovane, sexy e anche innamorato e fino a quel momento non corrisposto, poi naturalmente, si sa, " i soldi fanno tornare la vista anche ai ciechi". Insomma una vita normalmente brutta e degradata finchè non avviene la scoperta del proprio dono che permette al protagonista di potersi teletrasportare e quindi di poterla recuperare evitando assistenti sociali e psicanalisti da consultorio e ottenendo chiaramente risultati molto più soddisfacenti. Ma non è per tutti così. Anzi. E quasi come in un patto col diavolo il ragazzo scoprirà che non può andare avanti a fare il Robin Hood per se stesso, incontrando un altro jumper (Jamie Bell che ricordiamo tutti nello splendido Billy Elliot), che invece di condurre una vita da ricco , è costretto a nascondersi dai paladini, personaggi che danno la caccia ai jumper da secoli. I due ragazzi hanno aspettative completamente diverse. Il primo è volto al riscatto sociale: si è sempre sentito un perdente, vessato dai bulletti del liceo, e sfrutta i suoi poteri per affascinare la ragazza che ama, l'altro vive immerso nel suo mondo di persona con doti incomprese e quindi vissute come handicap, nascosto, braccato da nemici ai quali lui stesso dà la caccia fin da quando era piccolo, per poter essere libero o sentirsi almeno un po' normale.
Il film è stato girato in molte parti del mondo e si passa dall'ambientazione romana, girata dentro al Colosseo con la macchina a mano, che fa tanto film europeo, a Tokyo, fino alla piana di Giza in Egitto attraversando molti altri posti. Hayden Christensen si riconferma attore portato per questi ruoli tormentati, ambigui, e molto magnetici. Certamente il personaggio non è così sfaccettato come Anakin Skywalker, che gli permise di mettere in scena una prova d'attore veramente superba e indimenticabile, soprattutto nel terzo episodio della saga, ma si può certamente dire che anche qui se l'è giocata molto bene. Chissà, forse il sangue napoletano di sua nonna gli consente un ventaglio di sfumature espressive che permettono a un attore di distinguersi, fatto sta che Christensen sa esprimersi benissimo, sia nei momenti drammatici che in quelli meno impegnativi, conferendo al personaggio non solo un'anima turbata ma anche sguardi ironici. Indubbiamente l'attore sa gestirsi lo spazio scenico, sa usare il viso come pochi attori americani sanno fare. Peccato che non si senta la sua voce, calda e profonda, con un sentore quasi da baritono, bellissima ed espressiva. È tuttavia magistralmente doppiato da Francesco Pezzulli, eccellente doppiatore di origine napoletana, sua voce ufficiale, e anche voce ufficiale di Leonardo Di Caprio, anche lui strepitoso attore, tra l'altro di origine campana.
Questo film propone questa nuova teoria per cui non ci sono più né buoni né cattivi. I cattivi possono avere le loro giustificazioni e i buoni possono delinquere o quantomeno trasgredire per riscattarsi in maniera efficace da una vita non proprio vincente. Nelle guerre ci sono sempre stati i nemici, oggi invece le popolazioni "nemiche" chiedono aiuto a chi le bombarda, perché si è all'unanimità convinti che il pensiero di chi schiaccia il bottone rosso non sia in linea con le popolazioni che rappresenta. Ed è lo stesso in questi film. Buoni e cattivi si mescolano. Sono negativi, ma amano. Sono buoni ma fanno azioni comunemente percepite come sbagliate, finalizzate al raggiungimento di un obiettivo considerato equo e ragionevole e quindi vengono giustificati ed accettati. Finchè la giusta causa non smette di coincidere con quella del popolo con cui si viene in contatto.
Molto bello il sito del film, anche se ho trovato di pessimo gusto la sezione "jumper files" dove ci sono foto di bambini che di primo acchito sembrano scomparsi veramente e che invece vengono proposti come presunti jumpers. Pessimo sfruttamento emotivo per il lancio di un film.
Ecco che allora il protagonista si concede quello che è giusto con mezzi ingiusti: una vita agiata in cui certo non c'è nulla di deprecabile, pur essendo stata conquistata con un mezzo vergognoso, quello del furto che in questo film però viene quasi perdonato dal momento che il ladro è giovane, sexy e anche innamorato e fino a quel momento non corrisposto, poi naturalmente, si sa, " i soldi fanno tornare la vista anche ai ciechi". Insomma una vita normalmente brutta e degradata finchè non avviene la scoperta del proprio dono che permette al protagonista di potersi teletrasportare e quindi di poterla recuperare evitando assistenti sociali e psicanalisti da consultorio e ottenendo chiaramente risultati molto più soddisfacenti. Ma non è per tutti così. Anzi. E quasi come in un patto col diavolo il ragazzo scoprirà che non può andare avanti a fare il Robin Hood per se stesso, incontrando un altro jumper (Jamie Bell che ricordiamo tutti nello splendido Billy Elliot), che invece di condurre una vita da ricco , è costretto a nascondersi dai paladini, personaggi che danno la caccia ai jumper da secoli. I due ragazzi hanno aspettative completamente diverse. Il primo è volto al riscatto sociale: si è sempre sentito un perdente, vessato dai bulletti del liceo, e sfrutta i suoi poteri per affascinare la ragazza che ama, l'altro vive immerso nel suo mondo di persona con doti incomprese e quindi vissute come handicap, nascosto, braccato da nemici ai quali lui stesso dà la caccia fin da quando era piccolo, per poter essere libero o sentirsi almeno un po' normale.
Il film è stato girato in molte parti del mondo e si passa dall'ambientazione romana, girata dentro al Colosseo con la macchina a mano, che fa tanto film europeo, a Tokyo, fino alla piana di Giza in Egitto attraversando molti altri posti. Hayden Christensen si riconferma attore portato per questi ruoli tormentati, ambigui, e molto magnetici. Certamente il personaggio non è così sfaccettato come Anakin Skywalker, che gli permise di mettere in scena una prova d'attore veramente superba e indimenticabile, soprattutto nel terzo episodio della saga, ma si può certamente dire che anche qui se l'è giocata molto bene. Chissà, forse il sangue napoletano di sua nonna gli consente un ventaglio di sfumature espressive che permettono a un attore di distinguersi, fatto sta che Christensen sa esprimersi benissimo, sia nei momenti drammatici che in quelli meno impegnativi, conferendo al personaggio non solo un'anima turbata ma anche sguardi ironici. Indubbiamente l'attore sa gestirsi lo spazio scenico, sa usare il viso come pochi attori americani sanno fare. Peccato che non si senta la sua voce, calda e profonda, con un sentore quasi da baritono, bellissima ed espressiva. È tuttavia magistralmente doppiato da Francesco Pezzulli, eccellente doppiatore di origine napoletana, sua voce ufficiale, e anche voce ufficiale di Leonardo Di Caprio, anche lui strepitoso attore, tra l'altro di origine campana.
Questo film propone questa nuova teoria per cui non ci sono più né buoni né cattivi. I cattivi possono avere le loro giustificazioni e i buoni possono delinquere o quantomeno trasgredire per riscattarsi in maniera efficace da una vita non proprio vincente. Nelle guerre ci sono sempre stati i nemici, oggi invece le popolazioni "nemiche" chiedono aiuto a chi le bombarda, perché si è all'unanimità convinti che il pensiero di chi schiaccia il bottone rosso non sia in linea con le popolazioni che rappresenta. Ed è lo stesso in questi film. Buoni e cattivi si mescolano. Sono negativi, ma amano. Sono buoni ma fanno azioni comunemente percepite come sbagliate, finalizzate al raggiungimento di un obiettivo considerato equo e ragionevole e quindi vengono giustificati ed accettati. Finchè la giusta causa non smette di coincidere con quella del popolo con cui si viene in contatto.
Molto bello il sito del film, anche se ho trovato di pessimo gusto la sezione "jumper files" dove ci sono foto di bambini che di primo acchito sembrano scomparsi veramente e che invece vengono proposti come presunti jumpers. Pessimo sfruttamento emotivo per il lancio di un film.
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