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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 4.5/5
  • valutazione
  • Due. Un uomo e una donna. Cinque. Momenti cruciali della loro storia. Uno. L'amore che li annoda. I sussulti, gli slanci, i segreti, le paure sul ciglio della crisi. Non si torna indietro ma è impossibile farne a meno.
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 4/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 18 lettori
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Info

Cinqueperdue - Frammenti di vita amorosa

di Francois Ozon

 
    Dati
  • Titolo originale: 5 x 2 (Cinq fois deux)
  • Soggetto:
  • Sceneggiatura: Emmanuele Bernheim, Francois Ozon
  • Genere: Drammatico - Sentimentale
  • Durata: 90 min.
     
  • Nazionalità: Francia
  • Anno: 2004
  • Produzione: Fidelité Productions, France 2 Cinéma
  • Distribuzione: BIM
  • Data di uscita: 00 00 0000
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

5x2 (fa 1/1)

di Laura De Gregorio

Cinque episodi per due persone: Gilles e Marion nel cammino inverso della loro vita insieme, dal divorzio al primo incontro. Cinque momenti che moltiplicano le distanze e dividono il due per uno/uno: le parti non fanno l'intero, non diventano complementari, sono indivisibili come entità, non come insieme. Le frammentazioni non si compongono, la crisi si sottrae alla risoluzione, i cedimenti dell'uno si sommano a quelli dell'altra. Due universi a sé stanti che vorrebbero sfiorarsi e invece collidono perchè l'orbita in cui gravita il loro microcosmo li risucchia.
Il cerchio si chiude e l'unica cosa che unisce è la reciproca, insormontabile solitudine. Il finale del film coincide con il principio della storia che ha un doppio movimento, all'indietro -dalla disfatta all'incipit- e in avanti, l'inizio non può che rimandare alla fine. Una scena è esemplificativa: l'inquadratura rimane fissa, la macchina da presa imperterrita e immobile li lascia andare e li abbandona a sé stessi, immersi già fino al collo nel mare che li aspetta. Ozon non può, non deve intervenire perché il destino ormai è scritto, lo sa lui e lo sappiamo anche noi. Non lo sanno Gilles e Marion perché -e non c'è niente di scontato- si amano. Si amano ancora e disperatamente perfino da divorziati. Lo capiamo subito, fin dalla prima scena grazie all'intensissima performance dei due attori -Stéphane Freiss e Valeria Bruni Tedeschi- l'uno più bello dell'altra, sorprendentemente naturali e pregni di densa umanità. Scena madre che è pezzo di bravura anche per il regista, il quale senza indugi e senza requie squarcia il velo di una relazione fatta di strappi, carne, lacrime, violenza, dolcezza, perversione, coraggio, debolezza. Ozon regala attimi che restano negli occhi, sguardi che parlano da soli, situazioni che fanno stare scomodi sulla poltrona, silenzi imbarazzanti che ne suscitano altrettanti in sala, dialoghi affilati come lame che feriscono i benpensanti -chi non lo è? almeno un po'?- impulsi che sono colpi allo stomaco.
Quattro volte su cinque -l'ultimo episodio, il primo in ordine cronologico, è un po' debole perché più dispersivo- 5x2 non sbaglia un colpo, impone il coinvolgimento e lascia spiazzati. Forse perché Ozon parla della sua generazione -una coppia di trentenni- forse perché il sentimento che trapela è palese -splendida è la scena dei due sposi ebbri di felicità- forse perché Gilles e Marion non presentano "segni particolari" di un potenziale fallimento -sono intelligenti, affascinanti, affermati- nemmeno come genitori -fatta eccezione per la crisi da paternità che atterrisce l'uomo alla nascita del figlio, altro momento sinceramente toccante- e dunque forse perché capita a loro né più né meno di quello che potrebbe accadere a chiunque, forse per tutte queste ragioni e non da ultima l'esperienza personale del pubblico che -come ha dichiarato lo stesso regista- fornisce un senso ulteriore alla vicenda, 5x2 è decisamente credibile, ben strutturato e calibrato sulle emozioni dei suoi protagonisti. Ogni evento è colto dal loro punto di vista, loro che guardano il mondo in comune -ben connotate le dinamiche familiari dell'uno e dell'altra- e che si guardano, provando -poche volte riuscendo- a trovarsi. Lei più comprensiva e propositiva, lui più impulsivo e fragile, entrambi a fasi alterne spaventati e ugualmente soli. Non ci sono colpevoli e innocenti perché uomo e donna rivelano i lati più oscuri e nobili del loro sentire, si fanno del male e si pentono, si respingono e si perdonano, non si arrendono finché la resa non li piega a sé, infine pagando equamente il senso di perdita ormai incolmabile. Lo prova a riempire la musica, quando le parole non servono più a niente parla per loro e di loro. Ogni stacco tra gli episodi è legato con un ponte sonoro: non una colonna originale ma cinque brani tutti italiani. Scelta insolita per un film francese e pur riuscitissima: da "Una lacrima sul viso" a "Mi sono innamorato di te", passando per Paolo Conte, canzoni d'amore un po' fuori moda tornano a palpitare in un film del 2004 facendo da perfetto contrappunto alla temperatura emozionale, intensificando la delicatezza e complessità del momento e infine conferendo il respiro giusto per passare oltre.
Oltre c'è la felicità disperata che si nutre solo di sé stessa appaga e distrugge perché non fa vera unione.
L'amore non è bastato. Eppure era lì, da quel tramonto sul mare…

Esce a ottobre nelle sale italiane. Vale la pena vederlo!

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 6 commenti

 
 
utente
SPINOZA
  • commento Uno dei film più brutti e inutili visti a Venezia, intriso di luoghi comuni e stereotipi sentimentali. Un esercizio retorico del quale non si sentiva la mancanza, poche idee declinate tra tanta noia.
 
 
 
 
 
utente
alberto
  • commento Ma sta De Gregorio perché non è nell'elenco dei redattori ?
 
 
 
 
 
utente
Angelus
  • commento E' una nuova redattrice, la sua scheda comparirà a breve.
 
 
 
 
 
utente
Pipolo
  • commento però mi sembra che sia promettente... :D
 
 
 
 
 
utente
paula
  • commento è bellissimo questo film. anche la sua bso è bellisisma
 
 
 
 
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