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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

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  • 4/5
  • valutazione
  • Il Cinema dovrebbe forse essere una cosa illegale, e così il Sognare? Crediamo di no, ecco perché consigliamo vivamente di vedere questo film.
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 4.1/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 13 lettori
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Info

I Sognatori

di Bernardo Bertolucci

 
    Dati
  • Titolo originale: The Dreamers
  • Soggetto: Gilbert Adair
  • Sceneggiatura: Gilbert Adair
  • Genere: Drammatico - Sociale
  • Durata: 130 min.
     
  • Nazionalità: Italia/Francia/Inghilterra
  • Anno: 2003
  • Produzione: Jeremy Thomas
  • Distribuzione: Medusa
  • Data di uscita: 00 00 0000
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

Amore e Sogni al potere!

di Lucio Carbonelli

Isabelle e Theo sono due gemelli, vivono a Parigi, frequentano la Cinematheque. Isabelle e Theo sono duri e puri, non guardano la televisione, ma solo Cinema; in questo modo non sanno cosa succede "fuori", il Cinema è inesorabilmente sempre un "dentro" che non fa passare la Realtà, un rifugio illuminato da un raggio di luce, rischiarato da sogni. La Realtà irrompe nella vita dei due gemelli solo nel momento in cui viene a cozzare contro i loro sogni, appunto, nel film questo avverrà in due momenti precisi: quando la Polizia occupa la Cinematheque impedendo loro di nutrire le proprie passioni (questo li spingerà a chiudersi in casa) e quando non si può più rimanere chiusi in casa perché non è più possibile negare quello che sta succedendo lì fuori (questo li spingerà a precipitarsi giù in strada). Ma non di solo Isabelle e Theo ci parla questo film, il terzo sognatore si chiama Matthew e verrà trascinato prima dentro casa dai due gemelli, alla ricerca di sé e dell'amore, poi fuori, alla scoperta della vita e della dolorosa realtà. Questo è un film che, con forza, ci parla della violenza delle passioni, dell'amore, del sesso anche, la violenza dei sogni, ma anche quella della realtà, questo film ci parla della violenza dell'arte, e del Cinema, in particolare, una violenza che prende e non ci lascia più, facendoci dimenticare cosa c'è là fuori. I due gemelli vengono lasciati a casa, da soli, dai loro genitori che vanno in vacanza, loro invitano il loro amico Matthew, appena conosciuto, vivranno insieme per un po', sperimentando, conoscendosi, ridendo, piangendo anche. La casa diventa quasi un porcile, pieno di spazzatura, non c'è quasi più nulla da mangiare, ma non importa, questi tre ragazzi hanno il Cinema, i loro sogni, il loro amore, i loro corpi.
Il Cinema però non è passività, per loro: questi ragazzi si appropriano dei film che vedono, seduti in prima fila, dentro lo schermo, per non perdersi nulla, per prendersi le immagini per primi, agiscono il Cinema attraverso i propri corpi, vivendo loro stessi i film che hanno visto. Il Cinema diventa un mezzo di conoscenza, non solo di fuga.
Il loro amato, e usato, corpo diventa un mezzo per conoscere se stessi, infatti, il proprio amore, il proprio sesso, la propria identità; certo questi giochi pieni di gioia e morbosità possono diventare pericolosi, talvolta, portare anche alla disperazione, se non alla follia, ma questo è un rischio che bisogna correre.
Il '68 era un tempo in cui si diceva "Immaginazione al potere!", un tempo in cui, svegliatisi al mattino, i ragazzi potevano ancora sognare di trasformare i loro sogni in realtà, un tempo in cui tutto pareva possibile. Ma la vita non di soli sogni è fatta ("non sperare che i tuoi sogni si avverino, diventerebbero realtà", dicono alcuni) ecco che così, nel momento in cui la Realtà, attraverso un sasso alla finestra, irrompe nella casa in cui vivono, subito si apre un buco che risucchia questi ragazzi fuori, in strada. La strada è entrata in casa, tutti in strada!
Molti hanno accusato Bertolucci di voyeurismo, per il suo insistente indagare questi corpi, corpi così giovani, così belli… Ma il regista si difende bene da solo: "Dovrebbe essere illegale fare cinema", dice ironicamente per bocca di uno dei protagonisti, perché è "roba da voyeur".
Dovrebbe essere illegale sognare, forse? Sognare di essere giovani per sempre, sognare di amarsi per sempre, sognare che la Realtà non venga mai a derubarci di noi stessi.
E allora scendere in strada, preferire lo scontro e la guerra, oppure trovare un modo in cui poter conservare se stessi, mantenere i propri sogni, senza che diventino realtà?
"Tu adesso dovresti essere in Vietnam a combattere per la tua patria", dice Theo, a Matthew, quando quest'ultimo lo mette di fronte alle sue contraddizioni politiche, "perché sei qui?" Ognuno dei tre ragazzi farà la sua scelta, alla fine.
E, a volte, la pace, i sogni, la vita, la libertà, sono proprio le cose più difficili, da scegliere. 

 
 
 
 
 
 
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