Saw, come 'sega'. Ma saw anche come 'visto'. E, giunti al capitolo 3 della serie, verrebbe proprio la tentazione di pensare di non aver più motivo di seguire le avventure di Jigsaw… Ma che errore sarebbe! Come ogni buon sequel horror, Saw 3 propone più sangue e più crudeltà sparse del 2, che già ne aveva in serbo decisamente più del primo capitolo della saga horror!

Darren Lynn Bousman e compagni (James Wan e Leigh Whannell delegati a soggetto, sceneggiatura e produzione; Tobin Bell ancora nella parte di Jigsaw) sanno che è proprio questo crescendo di splatter che attira le masse - ok, un certo tipo di masse - in sala, e danno loro ciò che chiedono.  La trama, se interessasse: Jigsaw e la sua giovane aiutante Amanda sono sempre più efferati e innovativi nelle punizioni-trappole che infliggono a vittime (più o meno) innocenti. Anzi, lo sono talmente tanto che spingono le indagini della polizia fuori strada. 'Indagini' in effetti è una parola grossa: i detective si vedono poco, solo ad inizio film, e danno l'idea di brancolare completamente nel buio - prima di essere ovviamente e barbaramente uccisi.

Qualche personaggio minore dei due precedenti episodi ritorna in questo terzo, ma il destino che li accomunerà tutti è abbastanza prevedibile: una bella morte violenta! Da segnalare, senza troppi dettagli per non sconfinare in territorio spoiler: la scena dei maiali macellati (notevole!) e l'operazione a cervello aperto (ideona, davvero…). Tutto qui, direi. Del resto gli sviluppi narrativi non sono la parte più importante di questo tipo di pellicole (la cosa principale è ricordarsi i vari modi in cui sono commessi gli omicidi: sbudellamenti, scorticamenti, ecc. ecc.). Se poi è già stato reso noto che uno degli attori principali (non diciamo chi…) ha già firmato per interpretare i capitoli 4 (in uscita USA ad Halloween) e 5, pur sembrando inequivocabilmente morto in questo 3, si capisce senza alcun dubbio che il plot non interessa poi molto neanche agli stessi autori! Forse, per fare un appunto, si poteva evitare di calcare troppo la mano sulla redenzione di Jeff, personaggio che per riuscire ad aver salva la vita deve affrontare uno dopo l'altro dei faccia a faccia con tutti coloro che ha sempre ritenuto responsabili della prematura morte di suo figlio, potendo decidere quasi liberamente della loro vita o della loro morte. Un eccesso di pentimenti, redenzioni e affini che un po' stona in questo 'festival del gore'.

In conclusione: consigliatissimo a chi ama un certo tipo di cinema (Splatter! Splatter!), specie in tempi come questi in cui trovare in sala pellicole simili è diventato assai arduo. Anche se la sorpresona finale (un classico di questa serie, come un po' di tutto l'horror) stavolta lascia un poco a desiderare… Il giudizio è, nell'ambito e nei limiti, ampiamente positivo.