Il voto del redattore
- voto
- 5/5
- valutazione
- Un impero della mente da cui non potrete uscire.
Il voto dei lettori
- voto medio
- 4.2/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 19 lettori
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
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INLAND EMPIRE
di David Lynch
- Dati
- Titolo originale: INLAND EMPIRE
- Soggetto: David Lynch
- Sceneggiatura: David Lynch
- Genere: Drammatico - Noir
- Durata: 168 min.
- Nazionalità: USA, Polonia, Francia
- Anno: 2006
- Produzione: Studio Canal
- Distribuzione: Bim Film
- Data di uscita: 00 00 0000
Tutti sudditi di Lynch
di Antinoo
Una luce taglia in due lo schermo. I rumori industriali tanto cari al regista, invadono la sala. Una puntina scivola, gracchiante e tagliente, su un vinile. La scena si apre su uno stereotipato vialetto americano dove una strepitosa Grace Zabriskie (gia' osannata nei panni della signora Palmer in quel capolavoro assoluto che e' Twin Peaks e nel prequel di questo, Fuoco Cammina con Me) si aggira con occhi sgranati e andatura incerta, fino a giungere ad un elegante cancello. Qui si presenta come nuova vicina a Nikki Grace (una Laura Dern in totale stato di grazia), attrice in attesa di tornare alla ribalta, e non solo le anticipa che otterra' la parte da lei desiderata, quella di Susan Blue, in un film diretto dal regista Kingsley Stewart (Jeremy Irons), ma le fa vedere di fatto la scena, mostrandole cio' che nessuno dovrebbe mai vedere: il proprio doppio. Ma mi sono già spinto troppo in là e ognuna delle parole appena scritte Mi sembra irrispettosa per coloro che andranno a vedere INLAND EMPIRE, perche' svelano gia' troppo e perche' e' inutile cercare una trama in questo film. Ci sono due modi per ammirare l'arte piu' visionaria (parlo di Hieronymus Bosch, Magritte, Dali' o Picasso, ad esempio): munirsi di comoda guida che sciorini tutti i significati nascosti e riconducibili a periodo, tecnica e simbologia personale; lasciarsi invadere totalmente da cio' che si sta guardando, limitandosi a disporsi alla possessione senza voler comprendere necessariamente ogni cosa e, proprio per questo, comprendendo cio' che a Noi e' destinato. Mi ero ripromesso quest'ultimo approccio, come faccio sempre nei confronti di cio' che mi interessa vedere e non guardare soltanto.
Mi spiace per i commenti che ho sentito da un pubblico di presunti addetti ai lavori prima della proiezione ("Dune e Fuoco Cammina con Me sono davvero brutti, degli scivoloni per un regista cosi' dotato", "No, non ho visto Una Storia Vera perche' l'ambientazione mi e' sembrata cosi' provinciale") e per la gente che a meta' se n'e' andata, quando conosco persone che avrebbero venduto la dentiera della nonna per esserci. E Mi sento solo di aggiungere che Lynch qui tira le fila di moltissimi semi sparsi in questi anni: scopriaMo che la misteriosa Axxon N. e' una sorta di soap radiofonica tra i solchi di un consunto vinile e ritroviaMo scene di Rabbits l'allucinogena sit-com che ha per protagonisti conigli umanoidi.
La novita' principale e' la decisione di girare totalmente in digitale, inoltre qui vengono toccati temi che in Lynch non riscontro spesso, come la critica allo show business (gia' presente in Mullholland Drive), ai talk show e ad una certa immagine patinata della Hollywood fisica: dalle celebri colline agli ancora piu' celebri viali "stellati", quasi una tragica e sublime parodia del sogno di ogni Pretty Woman. Molti, invece, sono i temi feticcio, dalla scelta della protagonista (attrice per eccellenza di Lynch), alle tende rosse, alle lunghissime soggettive che dipanano porte su porte e pareti su pareti, l'opera d'arte all'interno dell'opera d'arte, agli occhiali da sole come maschera di seduzione esplicita, allo schioccare delle dita ancora ed ancora, fino al pericolo totale a cui l'amore, di qualsiasi natura, espone sempre e comunque. Un film perturbante e disturbante di cui, alla maniera della mistica, non si puo' dire, ma sperimentare esclusivamente sui propri sensi.
I lettori hanno scritto 11 commenti
- indirizzo IP 83.103.92.98
- data e ora Lunedì 19 Febbraio 2007 [17:04]
- commento Troppo criptico e allucinato per i miei gusti (meraviglioso l'incipit). Ho preferito i suoi ultimi due.
- indirizzo IP 131.114.253.146
- data e ora Mercoledì 21 Febbraio 2007 [12:43]
- commento Sono passati diversi giorni e ancora non ho deciso se è vero che non mi è piaciuto. Ma ho molti dubbi: se anziché un collage di sequenze oniriche già conosciute e apprezzate da molti spettatori, tra i quali io, fosse stato un collage di frammenti sconosciuti, ci avrei riflettuto così tanto? Forse questo film fa leva su uno dei grandi punti deboli della critica, ovvero "è di Lynch, quindi deve essere per forza bello"? D'altronde lo stesso effetto mi fece Lost Highways, che apprezzai molto in seguito, ma che al confronto di I.E. è un film lineare e definito. Mentre lo guardavo non facevo che "desiderare" di vedere piuttosto The Grandmother, o Eraserhead o Six Figures Getting Sick. Erano necessarie 3 ore? Era necessario usare il digitale? Perché scegliere di rappresentare immagini così esteticamente imperfette? Una buona rappresentazione cinematografica della stream of consciousness sarebbe meravigliosa, eppure non mi sembra che qui ci sia la necessaria coesione per permettere di ammirare appassionatamente questo caos.
- indirizzo IP 83.103.92.98
- data e ora Mercoledì 21 Febbraio 2007 [14:34]
- commento Io sono ancora nella fase "ripensamento" ma, pur apprezzando la grandezza della regia di Lynch, non riesco ancora a staccarmi dall'idea che questo film è troppo insistito e volutamente eccessivamente
- indirizzo IP 83.103.92.98
- data e ora Mercoledì 21 Febbraio 2007 [14:37]
- commento criptico e fuorviante. Lost Highway è forse più "immaturo" e in via di definizione, ma l'ho "goduto" (proprio a livello di fruizione) maggiormente. E forse sì, 3 ore per l'impegno intellettuale che
- indirizzo IP 83.103.92.98
- data e ora Mercoledì 21 Febbraio 2007 [14:39]
- commento comporta il suo modus narrandi sono un po' troppe (anche se poi non è questo il punto).
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