Il voto del redattore
- voto
- 2/5
- valutazione
- Anche lontano da Scorsese, DiCaprio convince. Meno convincente la regia didascalica di Edward Zwick e le mossette seduttive della solitamente misurata Jennifer Connelly.
Il voto dei lettori
- voto medio
- 4/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 13 lettori
- di Sidney Lumet
- dal 14 03 2008
- genere Drammatico
- tipo Thriller
- Riccardo Lupoli
- di Andrew Dominik
- dal 18 10 2012
- genere Drammatico
- tipo Thriller
- Ernesto Fanfani
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Blood diamond - Diamanti di sangue
di Edward Zwick
- Dati
- Titolo originale: Blood diamond
- Soggetto: Charles Leavitt e C. Gaby Mitchell
- Sceneggiatura: Charles Leavitt
- Genere: Drammatico - Thriller
- Durata: 143 min.
- Nazionalità: U.S.A.
- Anno: 2007
- Produzione: Len Amato, Benjamin Waisbren, Kevin De La Noy
- Distribuzione: Warner Bros. Italia
- Data di uscita: 00 00 0000
La guerra sporca dei diamanti
di Francesca Paciulli
Quando gli occhi di Danny Archer (Leonardo DiCaprio), un cinico contrabbandiere di diamanti originario dello Zimbawe, incrociano per la prima volta quelli scuri di Solomon Vandy (Djimon Hounsou), ancora ignorano che il destino di quell'uomo strappato alla sua famiglia e costretto a lavorare nelle miniere di diamanti si legherà a filo doppio al suo. Solomon - sente raccontare Archer da un compagno di cella - ha trovato un raro diamante rosa e, prima di essere portato dietro le sbarre, lo ha nascosto nella giungla per impedire ai ribelli di sottrarglielo. Ad Archer non sembra vero: se riuscirà a farsi rivelare dall'uomo il nascondiglio della gemma preziosa, potrà recuperarla, rivenderla al suo contatto londinese e lasciare per sempre l'Africa, una terra che ama profondamente ma dalla quale ha ricevuto in dote ferite salatissime. Uscito di prigione e agganciato Solomon fuori da un campo profughi, eccolo unirsi all'uomo in un insidioso viaggio - fisico e spirituale - attraverso il territorio dei ribelli per impossessarsi del raro diamante rosa e ritrovare il figlio di Solomon, strappato al suo villaggio per essere trasformato in un bambino-soldato, come molti altri suoi coetanei della Sierra Leone, per costituire un esercito di infanzia negata e sorrisi spenti coinvolto in una sanguinosa guerra civile finanziata dalla vendita dei diamanti. Quegli stessi diamanti che, ogni giorno, dopo essere stato sottratto all'affetto di sua moglie e dei suoi tre figli, Solomon è costretto a cercare. Gli stessi che Archer rivende oltre il confine con la Liberia, in cambio di armi.
Due uomini dalle diverse origini e dai diversi obiettivi ai quali si unisce, lungo la strada, l'americana Maddy Bowen (Jennifer Connelly, bellissima anche con le chiome scarmigliate, ma fastidiosamente artificiosa nelle mossette smaccatamente seduttive del suo personaggio), una combattiva reporter decisa a mettere in luce le complicità dell'Occidente nel commercio dei diamanti insanguinati che indirettamente finanziano la guerra. Con Blood diamond - Diamanti di sangue, lo sceneggiatore Charles Leavitt riapre una recente ferita della storia, la sanguinosa guerra civile che ha colpito la Sierra Leone negli anni '90.
Una pagina dimenticata - come già la guerra civile raccontata in Hotel Rwanda da Terry George - che troppo spesso viene taciuta e che il film di Edward Zwick coraggiosamente riapre per mettere sotto il naso degli spettatori il 'Kimberley Process', quel sistema di garanzie internazionali che mira a bloccare la vendita di diamanti provenienti da zone di conflitto. Nel dicembre scorso, a Bruxelles, la Commissione europea ha ribadito che ancora lo 0,2% della produzione totale di diamanti proviene da zone di guerra ed è sottoposta all'embargo dichiarato dall'Onu perché rischia di essere 'insanguinata'. Nell'assumere la presidenza del 'Kimberley Process' per l'anno appena iniziato, la stessa Commissione ha dichiarato l'intenzione di consolidare il processo per evitare il rischio che diamanti non certificati siano immessi sul mercato. Il soggetto di Charles Leavitt e C. Gaby Mitchell mette in luce anche questo aspetto e lo fa con piglio sufficientemente risoluto, soprattutto nella prima parte del film quando il montaggio brutale di Steven Rosenblum fa "incrociare" i due protagonisti del film, il misurato Djimon Hounsou (probabile premio Oscar come miglior attore non protagonista, Eddie Murphy permettendo), e l'altrettanto intenso Leonardo DiCaprio, perfettamente sintonizzato nella sofferenza e nel cinismo di un giovane uomo che è allo stesso tempo carnefice e vittima di un ciclo di corruzione e sangue da cui forse riuscirà ad affrancarsi solo aiutando Solomon nella sua missione disperata.
I lettori hanno scritto 6 commenti
- indirizzo IP 88.45.225.213
- data e ora Giovedì 08 Febbraio 2007 [10:22]
- commento E' un film che fa male, decisamente. Moltissima violenza terrorizzante, perchè a differenza dei B Movie Splatter, è vera, è reale. Molti Africani in sala, chissà con che punto di vista sulla cosa.
- indirizzo IP 88.45.225.213
- data e ora Giovedì 08 Febbraio 2007 [10:27]
- commento Di Caprio bravissimo come al solito, ma meno che in altri film: all'inizio cede ad uno stereotipo recitativo che fortunatamente svanisce nel proseguo, mentre Jennifer Connelly è èassolutamente
- indirizzo IP 88.45.225.213
- data e ora Giovedì 08 Febbraio 2007 [10:28]
- commento inadeguata. La scena di seduzione tra i due è da spot Brooklin anni '80, per non parlare del finale. Battuta da ricordare: "In via confidenziale, prima di essere fottuto preferisco essere baciato".
- indirizzo IP 88.45.225.213
- data e ora Giovedì 08 Febbraio 2007 [10:30]
- commento Un film di denuncia circa cosa c'è dietro ogni carato, ma la cui sceneggiatura concede troppo alla fiction e a certe battutine frizzanti, troppo american style e decisamente da evitare.
- indirizzo IP 151.52.111.180
- data e ora Lunedì 12 Febbraio 2007 [0:45]
- commento Qualche concessione di troppo ad un'estetica alla Rambo, ma nel complesso un buon film, con ottime intenzioni ed un discutibile quanto improbabile finale.
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