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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 1.5/5
  • valutazione
  • un remake fiacco e poco approfondito che trascura tutto ciò che rendeva valido l'originale.
  •  
 
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 1.7/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 7 lettori
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Info

Il Prescelto - The wicker man

di Neil Labute

 
    Dati
  • Titolo originale: The Wicker Man
  • Soggetto: Neil LaBute, Robin Hardy
  • Sceneggiatura: Neil LaBute, Robin Hardy
  • Genere: Giallo - Thriller
  • Durata: 102 min.
     
  • Nazionalità: U.S.A.
  • Anno: 2006
  • Produzione: Millennium Films Inc., Redbus Pictures, Saturn Films
  • Distribuzione: Medusa
  • Data di uscita: 00 00 0000
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

Lo sgambetto dei ricordi

di Gianni Malotto

Detective inglese approda su un'isoletta dell'arcipelago scozzese alla ricerca di una bambina scomparsa. Vi scopre una società patriarcale dedita al paganesimo celtico, e la sua ferrea autodisciplina puritana (ha fatto voto di castità) entra in conflitto con la promiscuità sessuale praticata dalle avvenenti fanciulle del luogo. Lo scontro - psicologico in primis - tra i due opposti fanatismi religiosi e la reciproca minaccia provocata dalla loro coesistenza nella società chiusa dell'isola è alla base della sottile tensione del film, interrotta da un finale convulso ed improvviso.

Non è la trama di The Wicker Man di Labute (maldestramente tradotto dal titolo-spoiler Il Prescelto) ma dell'originale film culto inglese, diretto da Robin Hardy nel 1973, del quale la pellicola è trasposizione fedele. Talmente fedele da cadere vittima del trabocchetto dei ricordi.  The Wicker Man è un bel film da ricordare, lo è molto meno da vedere. E' un concentrato tutto britannico di repressione sessuale e nevrosi, sta dentro gli anni 70 e nella società inglese in maniera così radicata che qualsiasi espianto è destinato al fallimento. Labute ci prova appiccicando il faccione stanco di Nicholas Cage all'ennesimo conflitto tra maschile-femminile (tema molto caro al regista, spesso accusato di misoginia) ma fallisce tragicamente.

La storia, oggi: il poliziotto losangelino Edward Malus, tormentato da indecifrabili visioni, si reca sull'isola di Summersile, abitata da una comunità di donne leggiadre ed uomini dementi e deformi, per ritrovare una bambina scomparsa. Qui si scontra con l'omertà ostile delle abitanti, organizzate in una struttura matriarcale e dedite ad una sorta di culto pagano, e nonostante la frustrazione crescente non capisce nulla sino agli ultimi dieci minuti, quando la verità colpisce lui e lo spettatore in fretta e senza pietà.  Fate voi il confronto. Manca qualcosa, vero?

Il ritmo pigro delle rivelazioni e lo stanco avanzare della struttura horror-thriller nascondono l'amara verità: non c'è tensione, non c'è paura. Cosciente di non poter spiegare né rivelare nulla per larga parte della pellicola, Labute sceglie di mostrare continuamente il poco che ha: la telecamera segue senza sosta Malus e ne accompagna la frustrazione e il decadimento fisico, in crescente contrasto con l'avvenenza dei personaggi femminili. Questa contrapposizione è l'unico reale elemento di interesse del film, che disinnesca la tensione sessuale-religiosa dell'originale senza rendersi conto che su di essa poggiava l'intera struttura narrativa. Malus non si sente oltraggiato dal comportamento disinvolto delle isolane, è solo frustrato dalla loro reticenza; l'incontro tra i due mondi è dunque ridotto al tipico cliché dello straniero che penetra in una società chiusa, senza il necessario sottotesto.  Labute ha spiegato che un protagonista vergine ai giorni nostri non sarebbe stato credibile (l'esistenza di una comunità isolata dal mondo che vive secondo i dettami del 1800 invece sì? A me l'idea pare ridicola qui come in The Village). Al posto del poliziotto fervente cattolico eccone dunque uno vittima dell'alienazione, causata tanto dalle visioni che lo perseguitano quanto dalla qualità della sua vita sociale. Una simile scelta evidenzia l'impossibilità di rendere in maniera adeguata la carica trasgressiva e sessuale che il paganesimo evocava negli anni 70 - chi ricorda Britt Ekland ballare nuda nell'originale sa cosa intendo - surrogata dal regista con l'inviolabilità della proprietà privata (eh sì: l'isola non è misteriosa, è privata) e con la suggestione del sacro femminino, termine che a nessuno sarebbe venuto in mente di usare in una traduzione prima di Dan Brown.

Privata delle sue basi, l'esile sceneggiatura è costretta a cercare punti d'appoggio malfermi, atti a creare tensione artificiale: Malus esplora cripte e stalle guidato dai bisbigli standard del cinema horror (da dove vengono? boh), ha visioni inspiegabili destinate a rimanere tali, e persino il comportamento degli isolani appare del tutto incongruo alla luce degli scopi finali. Resta solo lo scontro tra i sessi, un'impari lotta tra astuzia e ottusità: Malus, deriso finanche dalle bambine del villaggio, deve ricorrere alla violenza come unico mezzo di sopraffazione, e libera la sua frustrazione in quell'urlo che conserva in gola per quasi tutto il film (" Puttane!"), ma ciò non gli evita una sconfitta talmente assoluta ed umiliante da rendere la pellicola oggetto fetish per masochisti maschi. Cage offre una delle sue poco memorabili interpretazioni da sfigato: fisicamente disfatto, invecchiato, tragicamente comico in divisa da poliziotto e accompagnato da una stonatissima Kate Beahan, che ha ben poco da offrire oltre alle labbra siliconate. A lui concediamo il beneficio del dubbio (ci fa?), a lei no (ci è). Brava Ellen Burstyn, la Madre dell'isola, sacrificata in una parte troppo minuscola, ma l'ombra di Christopher Lee, l'originale Lord Summerisle, incombe anche su di lei. Persino la colonna sonora di Badalamenti si rivela inadeguata a pareggiare quella originale di Paul Giovanni, divenuta piccolo oggetto di culto folk in patria - e sapete quanto sono schizzinosi gli inglesi in materia.

In conclusione: un horror-thriller superficiale, sonnolento, fuori moda; del tutto inaccettabile per spettatori viziati settimanalmente dai ben congegnati misteri di un Lost qualsiasi.

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 5 commenti

 
 
utente
Dudoski
  • indirizzo IP 213.140.11.139
  • data e ora Domenica 10 Dicembre 2006 [13:01]
  • commento "donne leggiadre"... Dove le hai viste? Ad ogni modo questo film è veramente ignobile. Come la recitazione di Cage.
 
 
 
 
 
utente
Dudoski
  • indirizzo IP 213.140.11.139
  • data e ora Domenica 10 Dicembre 2006 [13:04]
  • commento (anche se non è proprio colpa di Cage)
 
 
 
 
 
utente
Antinoo
  • indirizzo IP 85.41.56.35
  • data e ora Lunedì 11 Dicembre 2006 [17:35]
  • commento Ciao Galuscio.
 
 
 
 
 
utente
marina e matteo
  • indirizzo IP 217.223.228.74
  • data e ora Mercoledì 13 Dicembre 2006 [11:48]
  • commento nn male cm film...anche se mi aspettavo di piu...
 
 
 
 
 
utente
Stefania
  • indirizzo IP 87.2.97.3
  • data e ora Lunedì 18 Dicembre 2006 [1:15]
  • commento non mi è piaciuto per niente, dialoghi inconsistenti, recitazioni davvero scadenti! non andate proprio a vederlo... soldi buttati! anche se i paesaggi erano belli dai...:)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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