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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 3.5/5
  • valutazione
  • I Coen si confermano fra i pochi autori capaci di produrre commedia di qualità negli Stati Uniti.
  •  
 
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 4.4/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 6 lettori
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Info

Ladykillers

di Ethan Coen e Joel Coen

 
    Dati
  • Titolo originale: Ladykillers
  • Soggetto: William Rose
  • Sceneggiatura: Ethan Coen e Joel Coen
  • Genere: Commedia - Comico
  • Durata: 105 min.
     
  • Nazionalità: U.S.A.
  • Anno: 2004
  • Produzione: Touchstone Pictures, Jacobson Company
  • Distribuzione: Buena Vista International Italia
  • Data di uscita: 00 00 0000
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

Una negra grande come un ospedale (negra, sì, prendetevela con Vecchioni)

di Luigi Faragalli

Provarsi nel remake di una commedia inglese degli anni cinquanta interpretata da Alec Guinness e Peter Sellers, commedia tanto venerata dalla critica quanto sconosciuta al grande pubblico, è di certo un fantastico modo di suicidarsi per due autori.
Certo, questo varrebbe se avessimo a che fare con due tizi qualunque e non con gli autori de L'uomo che non c'era, Barton Fink, Fargo e Il Grande Lebowski. I Coen con Ladykillers si puntano ancora una volta alla tempia la pistola della commedia leggera e allegramente tirano il grilletto, restando chiaramente illesi, forse solo un po' scossi dal botto.
Negli Stati Uniti il film non ha riempito le sale e questo di sicuro depone a suo favore. Intendiamoci, non siamo di fronte ad un capolavoro, come non lo eravamo col precedente Intolerable Cruelty, film colpevolmente stuprato dal titolo italiano che per decenza nemmeno riporto.

Ladykillers è un divertissement di certo un po' di maniera ma ampiamente nobilitato dalla classe e dallo stile dei Coen, classe e stile che non mancano di emergere prepotenti dalla pellicola in più di un'occasione.
Ci troviamo da qualche parte nel profondo sud degli Stati Uniti, catapultati in un piccolo universo fatto di casinò galleggianti, isole di mondezza, cori gospel con tanto di urticanti tuniche sintetiche pastello, torme di grasse ed attempate signore di colore trasudanti tè e sani valori cristiani, sceriffi sudaticci e comprensivi, fiori, chiatte e tutto il resto.
Un panorama ben noto e scontato se non fosse per il tocco dei Coen che, con sapiente utilizzo di fotografia, luci ed effetti e con una cura maniacale del dettaglio, cuciono sul film un clima surreale fin dalle prime inquadrature. Il clima poi non manca di mutare in un crescendo di assurdità ai limiti del grottesco, fra esplosioni che mozzano dita e quadri che palesano i propri stati d'animo, fra gatti dispettosi con piena coscienza del disegno generale e  cani che, mascherati, soffocano.

Questo lo scomodo ambiente narrativo in cui si muovono i personaggi principali, ovvero una scalcinata banda di rapinatori e la loro ancora più improbabile ospite: un'enorme signora di colore con le gambe più storte di un pretzel. Tutto il resto del film è logica, o se preferite illogica, conseguenza di queste strampalatissime premesse. La sceneggiaturra caracolla spensierata gag dopo gag seguendo una traccia tanto prevedibile che quasi non ci si fa caso, impegnati come si è a sorridere spesso e sbellicarsi a volte.

Tom Hanks è bravo, molto bravo, come al solito, ma io lo detesto. Credo dipenda dai suoi tratti somatici,  mi dà l'idea di uno che mangia burro d'arachidi ed ha sotto al letto la scatola con le figurine del baseball, uno con cui non avrei molto di cui parlare insomma. Però è bravo, di sicuro è bravo.

Se dopo aver letto fin qui avvertite una specie di nostalgia, quasi che i Coen vi mancassero un po', sappiate che nel film è presente una delle battute meglio costruite che io abbia mai ascoltato, c'è di mezzo un letto ed una tazza di tè e si tratta di una giustificazione ad una situazione impossibile da spiegare, quindi ovviamente spiegata con estrema naturalezza e magistrale scelta di parole. Un piccolo colpo di testa del genio dei Coen che in quella battuta fa capolino e ci saluta come un vecchio amico.

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 10 commenti

 
 
utente
Zio Eustorgio
  • commento Anche Spielberg alterna film belli ad incomparabili monnezze...
 
 
 
 
 
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Sara
  • commento Prova a prendermi gli e' venuto bene, si'.
 
 
 
 
 
utente
Angelus
  • commento Comunque "Paris, je t'aime" non dovrebbe essere una commedia. Non so se sarà un film "alla Coen" o meno però.
 
 
 
 
 
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LunaRossa
  • commento voglio sceglierlo io il protagonista del prossimo film dei coen! Non esiste solo Tom Hanks!
 
 
 
 
 
utente
Mascalzone Latino
  • commento Un Colin Farrell lo vedrei bene.
 
 
 
 
Pagine: 1 2
 
 
 
 
 
 
 
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