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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 3.5/5
  • valutazione
  • Bello, meno del primo ma bello. Forse proprio un po' più "freddino" (Uhuahahauhauhuhah)
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 4.5/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 8 lettori
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Info

L'era glaciale 2 - il disgelo

di Carlos Saldanha

 
    Dati
  • Titolo originale: Ice age 2: The meltdown
  • Soggetto: Peter Gaulke, Gerry Swallow
  • Sceneggiatura: Peter Gaulke, Gerry Swallow, Jim Hecht
  • Genere: Fantastico - Animazione
  • Durata: 91 min.
     
  • Nazionalità: U.S.A.
  • Anno: 2006
  • Produzione: 20Th Century Fox, Blue Sky Studios, Fox Animation Studios
  • Distribuzione: 20Th Century Fox Italia
  • Data di uscita: 00 00 0000
 
    Cast
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

Rimandando l'estinzione

di Luigi Faragalli

Il compito del sequel è sempre ingrato. Come già l'onesto Shrek 2, anche questo ottimo L'era glaciale 2 si scontra con un predecessore troppo illustre pagandone inevitabilmente lo scotto. Intendiamoci, non c'è assolutamente niente che non vada in questo film; è divertente, ha una trama ben strutturata, personaggi ben delineati, realizzazione tecnica sopraffina, tutto di altissimo livello eppure... eppure il primo film era più bello.
Forse la novità, forse il fatto di aver recuperato e reinventato un genere, forse semplicemente un superiore stato di grazia, fatto sta che il primo capitolo delle avventure del nostro branco glaciale aveva decisamente una marcia in più rispetto a questa, pur valida, nuova uscita.
Lo schema narrativo è in realtà molto simile al precedente: la base della trama è un viaggio e tutti gli altri accadimenti si sviluppano come sottotrame connesse alla principale. La trama principale serve al compimento di una missione palese e sociale, all'interno delle sottotrame episodiche si sviluppa invece una missione quasi inconscia, più intima. Nel primo film la missione sociale è la riconsegna del bambino agli umani e la missione intima è la scoperta dell'amicizia e del senso di appartenenza ad una comunità, anche tra individui molto diversi. In questo secondo film la missione sociale è il raggiungimento di una sorta di arca con conseguente fuga dalle acque incombenti, la missione intima è invece la riscoperta dell'amore, trionfante su tutto, anche sui traumi più grandi, sui più grandi dolori. Non manca, come già nel primo capitolo, una trama del tutto differenziata, seppur più volte convergente, dedicata integralmente al protoscoiattolo Scrat, ed anche stavolta è questa in verità la parte più visceralmente comica del film.
Scrat irrompe subito nel film con una scena di free climbing degna del Tom Cruise di Mission Impossible II, per poi cedere lo schermo ad una festa di ghiaccio ed acqua.
Siamo in una sorta di aquafan di Riccione però naturale. Gli scivoli, i giochi e i divertimenti sono prodotti naturali dell'innalzamento della temperatura, ogni rigola diventa un'attrazione per un nutrito gruppo di cuccioli delle più disparate specie animali. Ritroviamo qui lo strano branco promiscuo che avevamo lasciato alla fine del primo episodio. Sid il bradipo ha messo su una sorta di nido d'infanzia/parco giochi, senza ricevere in verità moltissimo rispetto da parte dei marmocchi. Manny il mammuth e Diego la tigre dai denti a sciabola restano lì nei paraggi, vigili e pronti a togliere il goffo amico dai guai.
Sarà proprio l'ennesima fanfaronata del bradipo bisognoso di attenzioni a far scoprire ai nostri eroi l'enorme pericolo che tutta la comunità animalesca sta per correre: la colossale diga di ghiaccio che li sovrasta è ormai prossima al collasso, una smisurata mole di acqua sta per abbattersi nella valle e travolgerli tutti. Comincia quindi l'esodo, grazie al quale si uniranno alla ciurma nuovi amici: Ellie, Crash, ed Eddie, una famiglia di opossum un po' particolare. Ellie è infatti l'unica opossum femmina di svariate tonnellate esistente sul pianeta.
Proprio grazie a questa singolare coincidenza di fattori le due missioni, quella sociale e quella intima, di cui parlavamo in precedenza si delineano e passo dopo passo arrivano a compimento durante l'arco narrativo del film.
Discorso a parte merita la trama incidentale dedicata a Scrat ed alla sua ghianda. Qui la struttura è quella consueta ad episodi autoconclusivi ma raccordati, una sequenza di tragedie minime ed inesorabili. I più accorti non faticheranno a riconoscere in Scrat un epigono di Wile E. Coyote. Identica è infatti la dedizione totale che i due personaggi mettono nella ricerca, nella caccia, una quasi devozione che rende l'oggetto delle loro attenzioni il vero e proprio fulcro di un'intera esistenza. Farebbero di tutto, davvero qualunque cosa, pur di raggiungere il loro agognatissimo premio, il loro tesoro. Ed è in questa disperata rincorsa che deflagra la loro sesquipedale sfortuna, generando in tutti gli spettatori la classica empatia divertita che si deve ai tapini. Lo scoiattoloide ed il coyote, poi, ad essere sinceri, si somigliano anche; il musetto lungo e salsiccioso è praticamente identico. Scrat è però, se possibile, anche più sfortunato perché, a differenza del Road Runner, la ghianda è completamente passiva, la ghianda non ha abilità, non ha furbizia, non agisce, è il fato, solo ed esclusivamente il fato, a prendersi gioco del nostro roditore.
Meravigliosa, proprio per questo, la scena ultraterrena che ha il compito di chiudere il film e di cui sarebbe un peccato dirvi di più.
Solo una nota: durante la visione di quest'ultima scena di Scrat, in sala più di uno spettatore si è abbandonato a sincera commozione.

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 6 commenti

 
 
utente
Luigi
  • indirizzo IP 151.52.70.138
  • data e ora Martedì 05 Settembre 2006 [22:02]
  • commento Eppure avrei tanto voluto saperne di più su questa cosa dell'evento catartico.
 
 
 
 
Pagine: 1 2
 
 
 
 
 
 
 
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