Il voto del redattore
- voto
- 2/5
- valutazione
- Difficile trovare in questo film qualcosa non tipicamente "british", dalla storia ai paesaggi, dagli interpreti alle reazioni agli eventi. Un film che farà pensare e discutere, capace come è di mettere tanta carne al fuoco e - volutamente - non dare risposte.
Il voto dei lettori
- voto medio
- 5/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 1 lettore
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Un giorno per sbaglio
di Julian Fellowes
- Dati
- Titolo originale: Separate lies
- Soggetto: Nigle Balchin (racconto: A way through the Woods)
- Sceneggiatura: Julian Fellowes
- Genere: Drammatico - Noir
- Durata: 85 min.
- Nazionalità: UK
- Anno: 2005
- Produzione: Celador Films, DNA Films
- Distribuzione: 20th Century Fox
- Data di uscita: 00 00 0000
Dire o non dire?
di Carlo Griseri
Basta, la trama è tutta qui. Non si può dire altro senza svelare troppo, solo si può aggiungere che l'incidente (mortale) del ciclista, ovviamente, diventerà sempre più centrale e le indagini sul colpevole porteranno alla luce inconfessabili segreti. Ma più che le vicende in se stesse, a interessare il regista sono le reazioni dei protagonisti agli eventi: verremo a sapere, citando come vuole la tradizione "il peccato ma non il peccatore", di numerose relazioni extraconiugali, di malattie incurabili, di denunce e di furti, di fedine penali sporche e di morti a cui sembra importare poco anche ai congiunti. Poco più di un'ora e venti minuti per raccontare tutto ciò, o così poco, a seconda dei punti di vista. Ma un dubbio rimane: in un rapporto di coppia, consolidato e all'apparenza felice, è giusto dire sempre la verità, raccontarsi tutto? O magari qualche bugia, a fin di bene, può risolvere situazioni altrimenti irrisolvibili? E un uomo (o una donna) quanto può aspettare e sopportare i tradimenti del coniuge, le sue pause, i suoi sbandamenti? Tante domande, tanti argomenti messi in ballo e non risolti: un atteggiamento che può anche irritare, ma forse inevitabile.
Fellowes, vincitore del premio Oscar nel 2002 per il film di Robert Altman Gosford Park (sempre con la Watson nel cast), ne riprende in questa pellicola alcune atmosfere e dà prova di sapere bene come gestire il nuovo ruolo. La campagna inglese, vista almeno mille volte in mille e più film, è come sempre verde e meravigliosa, nascondendo dietro la sua facciata di perbenismo e di felicità un risvolto di sregolatezze e di insoddisfazioni. E' soprattutto la prova degli attori, però quella che si apprzza nel film. E sono proprio i tre protagonisti a salvare il film: in particolare Wilkinson, famoso in Italia grazie a The Full Monty e a Se mi lasci ti cancello, nella parte del marito innamorato ma abbandonato, sempre pronto a perdonare la moglie e a proteggerla, nonostante tutto; ed Everett, in un ruolo da cinico benestante, così diverso dalle interpretazioni che lo hanno reso famoso (ll matrimonio del mio migliore amico e Shakespeare in Love), ma affascinante e convincente come poche altre volte.
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