Il voto del redattore
- voto
- 4/5
- valutazione
- Intenso, coraggioso, ben recitato
Il voto dei lettori
- voto medio
- 3.6/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 14 lettori
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La guerra di Mario
di Antonio Capuano
- Dati
- Titolo originale: La guerra di Mario
- Soggetto: Antonio Capuano
- Sceneggiatura: Antonio Capuano
- Genere: Drammatico - Sociale
- Durata: 100 min.
- Nazionalità: Italia
- Anno: 2006
- Produzione: Fandango, Indigo Film, Medusa Film, Sky
- Distribuzione: Medusa
- Data di uscita: 00 00 0000
Ragnatele di sentimenti
di Roberta Folatti
"Non mi appartiene", risponde Mario a chi gli chiede della sua nuova mamma, la signora della Napoli bene a cui è stato affidato.
E all'inizio sembra davvero alto il muro che tiene lontano il bambino, cresciuto in un ambiente difficile, dall'apertura e dalla disponibilità di Giulia, interpretata con toccante immedesimazione da Valeria Golino. La donna, insegnante d'arte, con la decisione di accogliere Mario si mette completamente in discussione e, soprattutto, è disposta a farsi cambiare da quell'esperienza. Forse sente d'aver bisogno di qualcosa che rivoluzioni in modo netto la sua vita, appagante, brillante, ma sostanzialmente vuota.
Chi si oppone al cambiamento è il suo compagno Sandro, che vive la novità in maniera negativa, si sente destabilizzato, anche perchè il bambino lo tratta da estraneo, lo esclude dal suo rapporto con Giulia. L'uomo non comprende e disapprova la totale adesione della compagna al mondo di Mario, ai suoi desideri, alle piccole ribellioni, al suo bisogno di isolarsi.
Forse avverte che con quel comportamento Giulia gli sta mandando un messaggio e che, a lei, ciò che condividono insieme non basta più.
Nel film di Antonio Capuano, tralasciando qualche personaggio un poco stereotipato, si respira un'aria di autenticità. Questa madre adottiva quarantenne, che mette a rischio tutto ciò che si è conquistata, dal rapporto di coppia assestato agli agi materiali che le semplificano la vita, esprime la voglia di lasciarsi alle spalle la futilità di una società vuota, ritrovando affetti primari del tutto privi di infrastrutture e di trucchi abbellenti.
Mario è un bambino a tratti ombroso ma infinitamente espressivo, un misto di furbizia e fragilità, sempre in bilico tra l'istinto di fidarsi e di affidarsi e quello di fuggire, rinchiudersi in se stesso, piombare nei suoi pensieri in bianco e nero, crudi e violenti, in cui è sempre costretto a fare del male.
Marco Grieco, il piccolo interprete, è formidabile, e più bravo ancora il regista a lasciare che si esprima, dando un'impronta indelebile al film.
La guerra di Mario è una pellicola che svetta per sensibilità e delicatezza nel panorama attuale del cinema italiano, ma il fiume di emozionalità che la attraversa, trattenuta, mutata in rabbia, disconosciuta e finalmente manifestata, la rende anche profondamente originale. La musica di Pasquale Catalano, già autore della colonna sonora de Le conseguenze dell'amore, contribuisce a veicolare questo flusso di emozioni.
Il disagio e la destabilizzazione che l'arrivo di Mario provoca nella coppia affidataria e nel bambino stesso, piroettato da un ambiente squallido e sordo alle sue esigenze alle attenzioni quasi eccesive di Giulia, diventano materia cinematografica viva e palpitante.
Napoli si presta a fare da sfondo alle emozioni che si rincorrono, con certi suoi luoghi malinconici, con le periferie, coi vicoli insofferenti. Una città che sembra contenere due mondi contrapposti, incapaci di dialogare e di comprendersi, come avviene durante gli incontri tra Giulia e la vera madre di Mario. Nonostante gli sforzi della protagonista, è difficile lanciare un ponte tra realtà così diverse e non basta essere disponibili all'ascolto.
Ma quando tra madre adottiva e bambino sembrano cominciare a sciogliersi le differenze, quando il piccolo Mario mostra a Giulia la sua predisposizione per il pianoforte, fino ad allora suonato di nascosto, arriva la decisione del giudice tutelare di interrompere quel percorso denso di piccoli segni significativi. Un percorso poco ortodosso, sbilanciato dal punto di vista educativo, ma forse in grado di arrivare al cuore di un bambino in fuga come Mario. Capuano non giudica, è lui stesso a chiarirlo, si limita a raccontare una storia dal finale amaro.
I lettori hanno scritto 4 commenti
- indirizzo IP 87.4.237.64
- data e ora Mercoledì 18 Ottobre 2006 [13:25]
- commento questo sì che è un gran bel film. Veramente toccante, riesce a metterti in contatto con un mondo emotivo così lontano dal tuo. Mette le radici. Da rivedere, che ne dite?
- indirizzo IP 62.94.3.209
- data e ora Giovedì 01 Marzo 2007 [16:56]
- commento è un bel film però non mi è piaciuta la morte del cagnolino comunque è un film molto bello, serio e impegnato, mi ha tocccato profondamente e consiglio a tutti! Mary e Claudia vi voglio bene!
- indirizzo IP 62.94.3.209
- data e ora Giovedì 01 Marzo 2007 [17:01]
- commento FILM BONO! ANZI BONISSIMO! ANZI, BONISSIMO QUELLO CHE INTERPRETA SANDRO! CIAO
- indirizzo IP 82.55.78.26
- data e ora Giovedì 19 Aprile 2007 [9:46]
- commento mi pare che il commento di amria letizia sia poco consono alla storia del film, una storia purtroppo nn inventata ma che rappresenta alcune realtà di oggi
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