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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

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  • 3/5
  • valutazione
  • Joaquin Phoenix al top fa rivivere le gesta della stella del country Johnny Cash, accompagnato da Reese Witherspoon in un duetto da Oscar.
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 2.8/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 5 lettori
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Info

Quando l'amore brucia l'anima

di James Mangold

 
    Dati
  • Titolo originale: Walk the line
  • Soggetto:
  • Sceneggiatura: James Mangold, Gill Dennis
  • Genere: Musicale - Biografico
  • Durata: 136 min.
     
  • Nazionalità: U.S.A.
  • Anno: 2006
  • Produzione: Fox 2000 Pictures
  • Distribuzione: 20th Century Fox Italia
  • Data di uscita: 00 00 0000
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

L'uomo nero è tornato

di Emanuel Perico

Nella selva di bio-pic che ultimamente affollano le nostre sale cinematografiche, Quando l'amore brucia l'anima sembra scostarsi dal mucchio solo per i diversi interpreti, ma ciò che ci si aspetta è esattamente quello che vedremo nella pellicola di James Mangold, regista piuttosto "intermittente" che alterna prove interessanti (Girl interrupted - Ragazze interrotte) ad altre alquanto insipide (Copland, Kate&Leopold). In questo caso, la carriera travagliata della stella del country Johnny Cash, poteva essere un buono spunto per trarne un film di sicuro interesse.

Un antefatto: la morte del fratello in tenera età, il lancinante senso di colpa, la botta di "fortuna", l'ascesa nello sfavillante star system, la sbandata verso la dipendenza dalle anfetamine, il crollo, la redenzione. E in mezzo a tutto ciò, come se non bastasse, l'amore per una donna, inizialmente non corrisposto poi finalmente libero di esplodere.  Questa, in sintesi, la vicenda narrata in Walk the line, che va ad allungare la già folta lista delle pellicole ispiratesi a figure di rilievo del mondo delle sette note (Great balls of fire, La bamba, the Doors, Bird o il più recente Ray),  e che rimane piuttosto monocorde, con una sceneggiatura "a singhiozzo" che ogni tanto fa vacillare l'attenzione. Il perno attorno al quale ruota tutto è senz'altro la magistrale interpretazione di Joaquin Phoenix, calatosi nella parte dell' "uomo in nero" in maniera totale, tanto da cantare con la propria voce i brani di Cash e risultando addirittura convincente, sfoderando un'incredibile tonalità baritonale. Non è certo da meno Reese Witherspoon, nei panni (e voce superba) della collega June Carter, che ci regala un personaggio sorprendente, merito di un certo fascino vintage anni '50/'60, nonchè delle sue radici (è originaria della Louisiana). Peccato che il rapporto con gli altri membri della Sun Records (Jerry Lee Lewis ma soprattutto Elvis Presley) venga lasciato a margine, per dare più risalto alla love story tra Johnny e June. Una storia vissuta a metà, almeno all'inizio, visto che tutti due erano già sposati con altre persone. Ma del resto (soprattutto nel cinema…) l'amore trionfa sempre e la caparbietà di Cash avrà la meglio sul senso di colpa, sulle anfetamine e sulla granitica resistenza di June Carter che si frantumerà di fronte ad una bizzarra proposta di matrimonio fatta di fronte ad una platea gremita di persone durante un'esibizione canora. Sono proprio le canzoni i colori con i quali Cash dipinge una tela non sempre immacolata. Testi ruvidi e taglienti, che a volte escono dai canonici confini del country per addentrarsi nei territori malinconici del blues o in quelli, più provocatori e irriverenti, del rock. Ma anche dolci come il miele, specie quando indirizzati all'oggetto dei suoi desideri.

Il regista collaborò con Johnny Cash alla stesura della sceneggiatura prendendo spunto anche da due  libri dell'artista, ma la prematura scomparsa del cantante ritardò la realizzazione di questo film. Questo non gli ha impedito, comunque, di fare incetta di premi aggiudicandosi ben tre Golden Globes (Miglior Musical/Commedia, Miglior Attore protagonista e Miglior Attrice protagonista) e candidandosi addirittura a cinque premi Oscar (Attore, Attrice, Montaggio, Costumi. Sonoro).

Grosse idee registiche, obiettivamente, si fa fatica a trovarle e la vicenda scorre in maniera lineare e abbastanza retorica, lasciando ben poco all'immaginazione e reggendosi quasi totalmente sulle solide performance dei due attori principali, abbozzando solamente tematiche ben più importanti come, ad esempio, il rapporto con il padre, che lo ritiene resposabile della morte del fratello. Mangold non è certo Wenders o Scorsese, comunque questo Walk the line ha il merito di far conoscere al grande pubblico (in particolar modo quello italiano, non così avvezzo alla musica country) un vero e proprio mito, meno glamour di Jerry Lee e di Elvis, ma che meglio di altri è riuscito a raccontare un'America spesso dimenticata, quella della provincia, del Sud più arido, dei campi di cotone dell'Alabama. Forse è solo una coincidenza il fatto che Joaquin Phoenix e Johnny Cash siano legati dallo stesso luttuoso avvenimento(la morte del fratello in tenera età), ma comunque il dolore che si respira è reale, fin dalla prima sequenza nel carcere di Folsom.

Il ritratto che ne esce è quello di una figura che incarna in sé il diavolo e l'acqua santa, capace di far cantare allo stesso modo, con lo stesso trasporto, leggiadre fanciulle e rozzi avanzi di galera. Pellicola godibile, a parte l'imbarazzo di spiegare alla cassiera del cinema che Walk the line e Quando l'amore brucia l'anima  sono lo stesso film…
 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 3 commenti

 
 
utente
grahus
  • indirizzo IP 193.193.172.200
  • data e ora Venerdì 12 Maggio 2006 [11:38]
  • commento vorrei che qualcuno mi spiegasse l'Oscar della Witherspoon per questo film.....non e' certo come la Theron in Monster. Grazie.
 
 
 
 
 
utente
paoletta
  • indirizzo IP 87.9.221.9
  • data e ora Domenica 25 Febbraio 2007 [11:02]
  • commento bello bravissimo phoenix
 
 
 
 
 
utente
nicoletta86
  • indirizzo IP 82.55.78.100
  • data e ora Sabato 28 Aprile 2007 [17:48]
  • commento bravo e bello joaquin. lo amo!secondo me doveva vincerlo lui l'oscar...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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