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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 2.5/5
  • valutazione
  • Le scenografie e la Knightley possono catturare lo sguardo, ma la scrittura perde nettamente il confronto con il romanzo. Dovendo proprio spendere 7 euro per conoscere Elizabeth e Darcy, decisamente meglio buttarsi sul libro.
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 2.4/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 40 lettori
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Info

Orgoglio e pregiudizio

di Joe Wright

 
    Dati
  • Titolo originale: Pride & prejudice
  • Soggetto: Jane Austen (romanzo omonimo)
  • Sceneggiatura: Deborah Moggach, Emma Thompson (non accreditata)
  • Genere: Commedia - Sentimentale
  • Durata: 127 min.
     
  • Nazionalità: Francia, U.K.
  • Anno: 2005
  • Produzione: Working title films, Studio Canal
  • Distribuzione: UIP
  • Data di uscita: 00 00 0000
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

Frullato di Austen

di Piervittorio Vitori

Inghilterra, 1797: per cinque sorelle prive di rendita economica e sulla cui proprietà grava un vincolo destinato ad assegnarla, alla morte del padre, ad un lontano parente, il matrimonio diventa, oltre che una gioia, quasi una necessità. L'agiato signor Bingley, loro nuovo vicino di casa, sembra essere un buon partito, almeno per la maggiore delle ragazze, Jane, subito oggetto del suo interesse; peccato, considera la caustica Elizabeth, che giri sempre accompagnato da quel suo odioso e sprezzante amico, il signor Darcy…

Ad un decennio di distanza dalla stagione che vide il rinnovarsi delle fortune cinematografiche per Jane Austen (tra '95 e '96 uscirono in sala Persuasione, Emma e Ragione e sentimento, più Ragazze a Beverly Hills che di Emma voleva essere una versione aggiornata), ecco arrivare quell'Orgoglio e pregiudizio che due lustri fa dovette "accontentarsi" di una trasposizione televisiva per la BBC. Per la quarta volta sul grande schermo, il film propone alla sceneggiatrice Deborah Moggach, il cui lavoro è stato supervisionato da Emma Thompson, una sfida poco invidiabile. Condensare quasi 400 pagine di romanzo in due ore di pellicola già di per sé non è compito dei più semplici; vi si aggiunga poi la splendida scrittura della Austen, ampiamente descrittiva (soprattutto in senso psicologico) e, in proporzione, scarsamente narrativa, e si capirà come il confronto risulti impari. Se infatti lo script risulta estremamente fedele alla fonte letteraria, rimane sempre l'impressione di una narrazione affrettata e timorosa di non riuscire a dire tutto e a sciogliere ogni nodo prima che il pubblico si stanchi: il risultato è che, benché l'attenzione dello spettatore rimanga ben desta, gli eventi che nel libro coprono un arco di vari mesi qui sembrano concentrati in qualche settimana. Il rapporto tra Elizabeth e Darcy si pone fin dall'inizio come traccia narrativa preponderante, lasciando anche meno dubbi rispetto all'opera della Austen sulla conclusione della vicenda. Rimane così sullo sfondo tutto il resto, in particolar modo il rapporto tra le due sorelle maggiori e quello tra loro e il padre; in un simile contesto i comprimari devono accontentarsi di diventare figurine di contorno, in alcuni casi raffigurate con tratti che sfiorano il macchiettismo. Nel passaggio dalla pagina allo schermo, infatti, si ingrossa sensibilmente la grana di quell'ironia che della Austen rappresenta una precisa cifra stilistica: se da una parte trovavamo un umorismo leggero, pungente, ma sempre piuttosto sottile, ora la ricerca della risata del pubblico si fa più smaccata. Ne fanno le spese, come detto, i personaggi minori, le cui inadeguatezze morali e caratteriali vengono sottolineate anche dall'apparenza fisica (la bassa statura di Collins, evidenziata in occasione dell'incontro con Darcy; la pomposa acconciatura di Caroline Bingley; l'aria da bambinone dello stesso Bingley, decisamente svilito rispetto al romanzo). E se risultano aderenti agli originali i caratteri di Jane Bennet e Lady de Bourgh (una Judi Dench maestosa come al solito, capace di infondere al proprio personaggio una grandissima dignità), quello del signor Bennet risulta sacrificato dal copione, come anche un istrione come Donald Sutherland appare quasi sprecato. Molto difforme, poi, la performance dei due protagonisti: Matthew Macfayden attraversa il film con una faccia da pesce lesso che esclude a priori, se non l'ombrosità, certamente il carisma proprio della figura di Darcy. Se la cava decisamente meglio Keira Knightley, perno della vicenda ed in grado di rendere credibile un personaggio molto dinamico: la nomination all'Oscar appare tuttavia un riconoscimento esagerato, visto anche l'eccesso di smorfie cui si lascia andare (se la bellezza non si discute, la combinazione sorriso-occhi strizzati, dopo la quinta volta, può comunque infastidire un po').

Cosa rimane, dunque? Rimane tutto quello che può metterci il regista. L'esordiente Joe Wright ogni tanto si fa prendere un po' la mano (perché tutti quegli zoom a stringere sui personaggi?), ma dimostra una certa varietà di soluzioni: i piani-sequenza sono sempre ben spesi, soprattutto quello nella scena del ballo, ed è apprezzabile l'utilizzo degli ambienti. Pur senza mai diventare protagonista e rubare la scena (se non nel caso, assolutamente giustificato da un punto di vista narrativo, della visita di Elizabeth a Pemberley), l'opulenza degli interni signorili rappresenta bene, a livello concreto, il formalismo di una società che trova un riflesso caratteriale proprio nell'orgoglio e nel pregiudizio del titolo. Di contro il sentimento, bandito da quei luoghi, si manifesta all'esterno, e Wright sfrutta bene le possibilità offertegli dai bellissimi paesaggi. Anche qui esagera un po' in enfasi (la scena di Elizabeth sulla scogliera, l'incontro finale con Darcy che prelude alla dichiarazione reciproca e che nel libro era molto meno caricato), ma davanti al fascino visivo della pellicola - a proposito, complimenti al direttore della fotografia, Roman Osin - si può anche cedere.

E rimane il rammarico per quanto detto prima, e cioè per un film che, per quanto gradevole, non riesce proprio a rendere giustizia all'opera della Austen.

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 17 commenti

 
 
utente
Luigi
  • indirizzo IP 151.52.108.41
  • data e ora Giovedì 31 Agosto 2006 [1:10]
  • commento Vero, sono gli osannanti sempre e comunque ad avere in pugno la verità. :)
 
 
 
 
 
utente
follettina
  • indirizzo IP 87.10.197.143
  • data e ora Venerdì 08 Settembre 2006 [11:38]
  • commento per la prima volta ho trovato un libro ke non mi ha stancato.......avrei voglia di rileggerlo tante altre volte.e' un libro molto entusiasmante
 
 
 
 
 
utente
vavi
  • indirizzo IP 212.29.148.10
  • data e ora Domenica 12 Novembre 2006 [20:17]
  • commento semplicemente fantastico......
 
 
 
 
 
utente
Vincent
  • indirizzo IP 87.10.192.115
  • data e ora Martedì 21 Novembre 2006 [21:55]
  • commento Keira Knightley ha alcuni pregi, ha il naso antipatico, non sa sostenere un primo piano ma ha dei difetti irrinunciabili, che danno a Pride& prejudice dei meriti non suoi: è assolutamente incantevole.
 
 
 
 
 
utente
flagolina
  • indirizzo IP 82.59.22.57
  • data e ora Giovedì 11 Gennaio 2007 [13:46]
  • commento è 1 film pulito e la parte + bela è l'ultima parte del film che ti lascia in souspanse
 
 
 
 
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