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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

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  • 3.5/5
  • valutazione
  • Road-movie giallo nascosto dietro una commedia amara, ipnotico ed essenziale. Un ritorno alla grande per Jarmusch che gli è valso il Gran Premio della Giuria a Cannes, con uno strepitoso Bill Murray e un cast da Oscar®.
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 3.1/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 8 lettori
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Info

Broken flowers

di Jim Jarmusch

 
    Dati
  • Titolo originale: Broken flowers
  • Soggetto: Jim Jarmusch
  • Sceneggiatura: Jim Jarmusch
  • Genere: Drammatico - Road Movie
  • Durata: 1h 46'
     
  • Nazionalità: USA
  • Anno: 2005
  • Produzione: Focus Features, Bac films
  • Distribuzione: Mikado
  • Data di uscita: 00 00 0000
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

Fiori rosa, fiori di Jarmusch

di Emanuel Perico

Profonda riflessione sulla solitudine e sul senso della famiglia quella messa in scena da Jim Jarmusch attraverso le straordinarie doti di un Bill Murray in stato di grazia, che in Broken flowers interpreta una specie di "personaggio-sequel" del Bob Harris che avevamo lasciato in Lost in translation, tutto micro espressioni e attese infinite.

La vita piatta di Don Johnston (curiosa assonanza con il bell'interprete di Miami Vice ma anche con il ben più famoso Don Giovanni), fatta di divani e tute da ginnastica sempre uguali, viene sconvolta prima dalla sua attuale compagna che decide di piantarlo in asso, poi dall'arrivo di una strana lettera rosa, anonima e scritta a macchina con l'inchiostro rosso. Da questa misteriosa missiva scopre di essere padre di un ragazzo di circa vent'anni che potrebbe essere sulle sue tracce. Qualcosa cambia in Don e caldeggiato (per non dire quasi costretto) dall'amico e vicino di casa Winston (esilarante l'interpretazione di Jeffrey Wright), appassionato di investigazione "fai da te", intraprende un'avventura a ritroso nel suo passato da playboy incallito, sulle tracce di quattro ex-fidanzate, cercando di far luce sull'arcano fatto.

Ecco allora che da un plot  giallo, il film prende la piega del road movie dove è il rosa a fare da filo conduttore. Ma Don non fa solo un viaggio nel passato; di fatto attraverso le sue vecchie fiamme vede anche un po' di futuro, quello che la sua vita avrebbe potuto essere, una sorta di "sliding doors" alla rovescia. E sono proprio queste ex-fidanzate a delineare la personalità e il carattere apparentemente sciapo di Don, donne interpretate da quattro impeccabili attrici con i volti di Sharon Stone, Jessica Lange, Frances Conroy (indimenticabile nella serie tv Six feet under) e Tilda Swinton. Se poi aggiungiamo i cameo di Julie Delpy e Chloe Sevigny, abbiamo un quadro che si avvicina molto al capolavoro. Ma è il volto di Bill Murray, così immobile eppure così ricco di sfumature, che fa da supporto ideale all'opera pulita e asciutta di Jarmusch il quale, oltre a mostrarci incantevoli scorci di provincia americana, ci trasporta nel ben più complesso senso di smarrimento di un uomo che si crede giunto al capolinea e che viene invece spinto dall'idea di poter essere padre verso un cambiamento catartico.
Sostanzialmente una pellicola a episodi, la cui bellezza non va di certo cercata in una sceneggiatura elaborata ma scoperta pian piano nelle espressioni, nelle parole (soprattutto quelle non dette), nelle luci e nei colori (il rosa soprattutto).


Perché ci si perde in questo film, ed è bello farlo, magari al ritmo della coinvolgente e azzeccatissima colonna sonora che accompagna Don Johnston nel suo peregrinaggio esistenziale.
Gli amanti del finale aperto, ovvero quelli che ancora si stanno chiedendo cosa ha detto Scarlett Johansson all'orecchio di Bill Murray in Lost in translation, troveranno qui pane per i loro denti, a conclusione di una pellicola che non deve dare risposte, ma farci riflettere sulle domande.
Da gustare lentamente, come un bicchiere di cabernet che ci porta un po' di calore e di conforto in questo rigido inverno.

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 2 commenti

 
 
utente
Dudoski
  • indirizzo IP 62.110.10.163
  • data e ora Mercoledì 21 Dicembre 2005 [17:05]
  • commento Cito il redattore:"Un ritorno alla grande per Jarmusch che gli è valso il Gran Premio della Giuria a Cannes, con uno strepitoso Bill Murray". Da vedere.
 
 
 
 
 
utente
Tetsuo
  • indirizzo IP 151.52.5.243
  • data e ora Giovedì 22 Dicembre 2005 [0:28]
  • commento La cosa che mi ha affascinato di più è il senso di completezza di questo film. Il finale è narrativamente aperto, ma psicologicamente chiuso. Don cerca qualcosa ma realizza che non lo può trovare, eppure è tutto attorno a lui, come il rosa che ritrova continuamente, quanti figli avrebbe potuto (o voluto?) avere nel mondo? Con la stessa malinconia Don guarda quelle donne che non potrà più avere, o quel ragazzo che non è probabilmente suo figlio o le rose, avvizzite sotto il peso del tempo. Una perfetta malinconia natalizia. Auguri!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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