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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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  • Un grande incontro fra due maestri
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  • 0.7/5
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Info

Oliver Twist

di Roman Polanski

 
    Dati
  • Titolo originale: Oliver Twist
  • Soggetto: dal romanzo di Charles Dickens
  • Sceneggiatura: Ronald Harwood
  • Genere: Drammatico - Fiabesco
  • Durata: 129'
     
  • Nazionalità: Francia-Gran Bretagna-Rep.Ceca
  • Anno: 2005
  • Produzione: R.P. Films-Runteam II LTD, Etic Films S.R.O.
  • Distribuzione: Medusa
  • Data di uscita: 00 00 0000
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

La strada di Oliver e Roman

di Riccardo Lupoli

Il piccolo Oliver Twist, dopo essere stato allevato in orfanotrofio, si ritrova insieme a tanti altri ragazzini in una casa di lavoro dove la vita è durissima: il cibo scarseggia, i ritmi sono insostenibili e la gestione dei responsabili  è oltremodo repressiva. Scelto come rappresentante dai suoi compagni, una sera, dopo cena, Oliver si fa avanti chiedendo più cibo per tutti. La cosa desta enorme scandalo nel signor Bumble, direttore della casa di lavoro, e nell'intero comitato, cosicché il ragazzino viene etichettato come elemento di disturbo e offerto come apprendista a chiunque accetti di prenderlo con sé. Dopo aver scampato per un pelo un futuro da aiutante-spazzacamino (un lavoro pericolosissimo che ha  già comportato la morte di tanti bambini asfissiati dal fumo),  Oliver viene scelto come apprendista dall'impresario di pompe funebri, Mr. Sowerberry.  Qui litiga e fa a pugni con Noah Claypole, un altro giovane apprendista che lo ha provocato facendo allusione alla morte di sua madre. Punito ingiustamente per quello che ha fatto, Oliver fugge e si incammina verso Londra. Giunto in città allo stremo delle forze, il piccolo orfano incontra Artful Dodger, un delinquentello che gli offre qualcosa per rifocillarsi e un posto per dormire. E' così che l'ingenuo Oliver viene inglobato da una banda di giovani scippatori gestita dal sinistro ricettatore Fagin; qui fa anche la conoscenza del terribile Bill Sykes e della sua  fidanzata Nancy. Ma Oliver scopre definitivamente in cosa consista quel genere di attività solo quando viene arrestato dopo essere stato coinvolto in uno scippo e accusato ingiustamente davanti al magistrato. Il ragazzino riesce comunque a scamparla e gli viene addirittura offerta la possibilità di iniziare una nuova vita  andando a vivere dal signore Bronwlow, la vittima del furto. Più che una nuova vita, pero', ha inizio una serie di difficili avventure in cui Oliver viene lungamente conteso da una parte da Fargin e dalla sua banda di ragazzi timorosi che il bambino possa tradirli spifferando i loro nomi, e dall'altra dall'anziano benefattore Brownlow, deciso a sottrarlo alle angherie della criminalità.
Giù il cappello ancora una volta per il premio Oscar Roman Polanski dedito questa volta a una nuova trasposizione cinematografica del celeberrimo romanzo di Charles Dickens, avventura già intrapresa in passato da un grande del cinema di tutti i tempi come David Lean. La dolce-amara favola degli emarginati della Londra di inizio ottocento, un classico per tutte le generazioni, viene per nulla manomessa ma anzi rappresentata fedelmente e senza inutili virtuosismi dal cineasta polacco; il Polanski regista non prevale sul Dickens narratore, i due vanno a braccetto nel raccontare le vicende del piccolo orfanello, mentre Roman sostituisce con tutta la sua classe la macchina da presa agli occhi del giovane professionista Barney Clark, perennemente conteso dalla strada e dalla colta borghesia londinese, Charles li sostiene,  spiana loro la strada con la sua storia fatta di continui ribaltamenti che a qualcuno potrà sembrare consunta ma che in realtà conserva sempre un ineluttabile fascino. C'è da chiedersi inoltre se la parabola autobiografica di Polanski non abbia visto in questo film la sua naturale prosecuzione: la difficile infanzia non è solo quella del ghetto di Varsavia già raccontata ne Il Pianista, ma può essere ovunque, anche in un'altra epoca e in un altro contesto sociale (tra l'altro, anche Dickens ha avuto un'infanzia difficile). Nell'accostarsi al romanzo, il regista premio Oscar compie scelte di prim'ordine: si affida ad attori eccellenti, eccitandone la personalità e scolpendone l'aspetto anche grazie a bellissime illuminazioni di interni (in questa operazione il grottesco Fagin è il ritratto più azzeccato); ricostruisce egregiamente a Praga una Londra sporca, fangosa, nera di tutto il carbone post-rivoluzione industriale e insolente nell'emarginazione dei suoi bassifondi; rifugge da ogni strascico di bacchettonismo reazionario legato ad una lettura superficiale dell'opera di Dickens con accesa ironia inglese ed un finale giocato con grande maestria e leggerezza nel contempo. Oliver Twist come Pinocchio quindi, romanzi di formazione per tutte le età in cui il cammino di piccoli protagonisti si scontra con mondi inediti e moralità distorte. La bravura di Polanski sta ancora una volta nel trovare una perfetta sinergia  fra quello che si racconta e come lo si racconta, incatenando la narrazione ad uno stile che sa sempre  rinnovarsi senza mai perdersi per strada.

 

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 29 commenti

 
 
utente
gnoma
  • indirizzo IP 87.16.84.110
  • data e ora Domenica 15 Aprile 2007 [19:10]
  • commento ..Ma il bimbetto che fa Oliver sbaglio o è un po'segaligno ed amorfo? bella la recenzione..ma concordo con il fatto che è meglio se più corta..più immediata....come le immagini :)
 
 
 
 
 
utente
Luigi
  • indirizzo IP 151.65.226.203
  • data e ora Domenica 15 Aprile 2007 [20:28]
  • commento Questo è un sito di critica. Se volete recensioni più corte la rete è piena di siti che pretendono di esaurire l'analisi di una pellicola in poche righe. :)
 
 
 
 
 
utente
gnoma
  • indirizzo IP 87.17.205.224
  • data e ora Lunedì 16 Aprile 2007 [16:09]
  • commento ..ma difatti la pretesa di una recenzione è quella.!.:)..se mai si può dire che,(visto che siete abili con le parole) se volete scrivere di più poete, sempre scrivere un libro!...no? :)
 
 
 
 
 
utente
Luigi
  • indirizzo IP 151.65.227.134
  • data e ora Lunedì 16 Aprile 2007 [18:46]
  • commento No. Se vogliamo scrivere un libro, visto che ne siamo capaci, scriviamo un libro. Se vogliamo scrivere una recensione, le scriviamo esaustive, come le trovi sul nostro sito.
 
 
 
 
 
utente
Luigi
  • indirizzo IP 151.65.227.134
  • data e ora Lunedì 16 Aprile 2007 [18:47]
  • commento Analizziamo regia, fotografia, trama, prove degli attori, tutto. Scrivere un giudizio in poche righe su di un film va bene per tv sorrisi e canzoni, non per noi. :)
 
 
 
 
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