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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Locandina
 
 
 
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Trama

Tanti diversi tradimenti.

 
 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 2.5/5
  • valutazione
  • Una comicità a volte scontata per un film che tutto sommato diverte e fa pensare. Lellouche, a sorpresa, più credibile di Dujardin.
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • senza voto
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 0 lettori
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Info

Gli infedeli

di Jean Dujardin, Gilles Lellouche, Emmanuelle Bercot, Fred Cavayé, Alexandre Courtès, Michel Hazanavicius, Eric Lartigau

 
    Dati
  • Titolo originale: Les infidèles
  • Soggetto: Jean Dujardin
  • Sceneggiatura: Jean Dujardin, Gilles Lellouche, Stéphane Joly, Philippe Caverivière, Nicolas Bedos
  • Genere: Commedia - Sentimentale
  • Durata: 109 min.
     
  • Nazionalità: Francia
  • Anno: 2012
  • Produzione: Jean Dujardin, Marc Dujardin, Éric Hannezo, Guillaume Lacroix per JD Prod, Black Dynamite Films
  • Distribuzione: Bim Distribuzione
  • Data di uscita: 04 05 2012
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

I consigli di Dujardin per traditori professionisti

di Ernesto Fanfani

Jean Dujardin torna sullo schermo, dopo il successo di critica e pubblico di The Artist, con una commedia un po’ amara e irriverente. Questa volta si tratta in realtà di un progetto in cui sono stati coinvolti ben 7 registi, uno dei quali è proprio Dujardin. Il film è diviso in “pillole” e lunghi sketch, ognuno dei quali ci porta attraverso un diverso aspetto del tradimento.
Il progetto relativo a questa tragi-commedia, come rivela lo stesso Dujardin, risale a molto tempo fa, tanto che l’idea per il titolo sarebbe venuta all’uscita del film The Departed di Scorsese. Il film in Francia aveva il titolo Les Infiltrés da cui Les Infidèles.

L’uscita del film è stata accompagnata in Francia da forti critiche relative ai poster di promozione, uno dei quali ritraeva per esempio l’attore Gilles Lellouche al cellulare mentre una donna era intenta a praticargli del sesso orale. In Italia di tutti i poster è arrivato solo quello di Jean Dujardin che solleva una donna per le caviglie. A dir la verità i poster saranno anche stati eccessivi ma se non altro davano una perfetta idea del contenuto del film.
Nel primo sketch diretto da Fred Cavayè e intitolato Il Prologo, vediamo i due protagonisti, Dujardin e Lellouche appunto, trascinarsi l’un l’altro in un montaggio dinamico ed efficace attraverso i piaceri della vita notturna.

In realtà ciò che colpisce non è tanto la volgarità di alcune scene quanto l’alternarsi, già in questo primo sketch ma ancor di più andando avanti nel film, di momenti di oscenità assoluta a momenti in cui diventa visibile la solitudine e tutto ciò che il tradimento e la spensieratezza dei personaggi cerca di nascondere. Alcuni sketch, come Lolita o quello diretto da Michel Hazanavicius intitolato La Coscienza Pulita, non hanno quasi nulla di comico. Vediamo solo un Dujardin un po’ sfigato con monociglio che passa una notte nel disperato tentativo di tradire la moglie e, non riuscendo nell’impresa, finisce anche con l’essere deriso dai colleghi di lavoro. Poche risate anche per La domanda che è l’unico segmento diretto da una donna, Emmanuelle Bercot. La coppia tormentata da una domanda appunto è composta da Dujardin e da Alexandra Lumy, sua moglie nella vita.

Le “pillole”, per le quali troviamo il quasi esordiente Alexandre Courtès nei panni di regista, danno al film un ritmo piuttosto veloce. Si tratta di sequenze brevissime (un minuto) di intermezzo tra uno sketch e l’altro, a volte abbastanza cruente, in cui la moglie di turno scopre o è sul punto di scoprire il tradimento.

Queste situazioni limite rappresentano un’ottima prova dei protagonisti e alleggeriscono i toni tenendo insieme una commedia che altrimenti avrebbe rischiato di perdersi nel dramma che scaturisce, nella vita reale, dall’argomento che tratta. Sempre Courtès dirige lo sketch Gli Infedeli Anonimi, sicuramente uno dei più riusciti ed efficaci, in cui finalmente troviamo tutti i mariti che abbiamo seguito nel corso del film,  riuniti per una seduta di analisi di gruppo in cui ciascuno di loro viene messo di fronte alle proprie difficoltà, alle proprie perversioni. Anche in questo momento di confronto vediamo come, insolitamente, in questa commedia luogo comune e ilarità riescano a non escludersi l’un l’altra.

I due protagonisti si danno alla regia nell’ultimo sketch, Las Vegas, che segue per lo più le orme di ciò che lo ha preceduto ma che sorprende (neanche tanto in realtà) con un finale inaspettato. Ciò che più rimane del film è la facilità con cui le storie si intersecano pur non essendo conseguenti, in quanto a trama, ma soprattutto l’impressione che si siano quasi divertiti più loro a girare che noi a guardare.

 
 
 
 
 
 
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