Il voto del redattore
- voto
- 4/5
- valutazione
- Il brivido di vestirsi da uomo per godere del privilegio... di fare il tifo.
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Offside
di Jafar Panahi
- Dati
- Titolo originale: Offside
- Soggetto:
- Sceneggiatura: Jafar Panahi, Shadmehr Rastin
- Genere: Drammatico - Sociale
- Durata: 88 min.
- Nazionalità: Iran
- Anno: 2005
- Produzione: Jafar Panahi, Khiyabane Fereshteh
- Distribuzione: Bolero Film
- Data di uscita: 08 04 2011
Fuorigioco immaginato
di Roberta Folatti
Qualunque cosa ci sia preclusa diventa oltremodo attraente.
I divieti, la censura, le proibizioni hanno sempre scatenato il desiderio di infrangerli. Se in Iran alle donne è vietato andare allo stadio, potrete star certi che la folla magmatica che assite a una partita di calcio non sarà composta solo da uomini. Insomma il calcio è una passione in ogni angolo del mondo, se poi in ballo c’è la Nazionale e un divieto da infrangere un bravo regista ne trarrà una storia divertente, emozionante, emblematica.
Jafar Panahi, autore dei premiatissimi Il palloncino bianco e Il cerchio ha partecipato con questo film al Festival di Berlino 2006, vincendo l’Orso d’Argento. Avrebbe dovuto partecipare all’edizione 2011 come giurato ma al suo posto solo una sedia vuota visto che lui è agli arresti domiciliari in Iran, in attesa della condanna definitiva. Rischia sei anni di carcere e la rinuncia per vent’anni a girare film; malgrado le numerose mobilitazioni in suo favore, il regime sembra deciso a fargli pagare cara la sua libertà creativa.
Offside è l’ultimo film che sia riuscito a realizzare, lui sperava addirittura di poterlo distribuire nel suo Paese data l’impronta umoristica e il tema relativamente leggero. Sarebbe stata la prima volta. Le cose purtroppo hanno preso una piega molto più drammatica anche in seguito alla rivolta sedata nel sangue.
Il dietro le quinte di questa deliziosa commedia può rappresentare un ulteriore stimolo ad andarla a vedere.
Tornando alle protagoniste, queste ragazze probabilmente sentono che andare allo stadio, mischiandosi alla folla che segue con grande pathos la partita, sia un modo per liberarsi dalle mille costrizioni che quotidianamente vengono loro imposte. Travestite da uomo possono urlare, dimenarsi, usare un linguaggio poco “femminile”, lasciandosi andare come non è permesso loro in alcuna occasione (ufficiale). Inoltre, come spiega lo stesso Panahi nelle note al film, siccome nella partita in questione l’Iran si gioca la qualificazione ai mondiali (com’è realmente accaduto), può darsi che queste donne vivano la cosa come l’unica possibilità di un riavvicinamento al resto del mondo, di un’uscita dall’isolamento in cui il regime fondamentalista tiene il Paese.
Al di là di queste considerazioni sociologiche, Offside è divertente perché le ragazze smascherate dal servizio d’ordine nel momento di entrare allo stadio, vengono tenute in una specie di recinto, sorvegliate da alcuni giovani militari. Presto le differenze di ruolo e di genere si attenuano in favore di una più spontanea vicinanza generazionale. Sono tutti giovani, sorvegliate e sorveglianti, e tutti a poco a poco vengono coinvolti dalle tensione e dall’eccitazione per la partita in corso. Quando si delinea la vittoria dell’Iran anche i più controllati cominciano a lasciarsi catturare dall’euforia.
Il finale sarà un’apoteosi di gioia, dimentica delle mortificazioni e della tristezza a cui la dittatura costringe i suoi sudditi. Girato con attori non professionisti, Offside fa intravedere il vero volto del popolo iraniano, pieno di creatività e di spunti positivi. Auguriamoci che Panahi, oltre a non essere imprigionato, possa lavorare ancora, continuando a ritrarre il suo Paese da prospettive non forzatamente omologate.
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