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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Trama

Camaleonte domestico finisce catapultato in un western.

 
 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 4/5
  • valutazione
  • Nel marasma dei film d'animazione, una piccola perla che si distingue per la qualità degli effetti visivi e per il messaggio naturalista.
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 4/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 1 lettore
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Info

Rango

di Gore Verbinski

 
    Dati
  • Titolo originale: Rango
  • Soggetto: Gore Verbinski, James Ward Byrkit
  • Sceneggiatura: John Logan
  • Genere: Commedia - Animazione
  • Durata: 107 min.
     
  • Nazionalità: U.S.A.
  • Anno: 2011
  • Produzione: Blind Wink, GK Films, Nickelodeon Movies
  • Distribuzione: Universal Pictures Italia
  • Data di uscita: 11 03 2011
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

Il buono, il Brutto, il Camaleonte

di Emanuel Perico

Stiamo attraversando tempi in cui tutto è stato detto e fatto. Ciò significa che la differenza la fa il “come”. Tra “Discorsi Regali”, “Volatili Danzanti”, (fregiatisi, chi con merito e chi meno, con la lucente statuetta pelata) e pellicole di ordinaria (per non dire mediocre) fattura, c’è qualcosa che ci fa gridare al miracolo, qualcosa per cui vale ancora la pena sborsare ormai ben oltre otto euro (e se aggiungiamo anche i pop-corn, gli orsetti gommosi e un paio di Ray Ban camuffati da occhiali 3D il budget è quello di un viaggio low cost in aereo).

Rango è uno di questi rari casi. Un petulante camaleonte in camiciola hawaiana é impegnato a creare fantasiosi scenari da film all’interno della sua teca di vetro, in compagnia di un pesce rosso a molla, il mezzo busto decollato di Barbie e il cadavere di uno scarafaggio. Tutto normale (o quasi) fino a qui, sennonché ci accorgiamo che la teca si trova sul cassone di un pickup e in seguito a una brusca frenata viene scaraventata sull’asfalto rovente insieme a tutto il suo bizzarro contenuto.

Qui inizia l’avventura del simpatico rettile la cui curiosità e intraprendenza, ma soprattutto l’incontro con l’intrigante lucertola Borlotta, lo porterà nella misteriosa cittadina di Dirt (ovvero Sporcizia), giù nel Sevaggio West.

Qui il lucertolone viene accolto da una serie di bizzarre creature che non tarderanno a mettere il nostro eroe in seri guai. Ed è proprio nel saloon della città, durante un racconto inventato su come egli ha sgominato una banda di criminali utilizzando una sola pallottola, che decide di darsi l’impavido nome di Rango.

Ma è solo l’inizio perché ben presto verrà a conoscenza dei veri duri del luogo, i brutti ceffi e i piccoli boss ma soprattutto si scontrerà con il sindaco di Dirt, un losco figuro dalle sembianze di una tartaruga e dalla doppia faccia che cercherà di ingraziarsi Rango nominandolo sceriffo, ma che in realtà cerca solo di fare i propri interessi. L’economia della città ruota intorno all’acqua, che all’improvviso smette di sgorgare dalla fonte principale e questa situazione mette gli abitanti in subbuglio e in seria difficoltà soprattutto quando la poca quantità di prezioso liquido rimasta nella banca viene trafugata. Riuscirà il nostro eroe, costruendosi la reputazione con le menzogne, a riportare l’ordine in città, conquistarsi la fiducia della comunità ma soprattutto il cuore della bella Borlotta?

Quesiti che troveranno risposta alla fine di questa epopea western ricchissima di azione, humour ma anche di spunti di riflessione. Strizzatina d’occhio ecologica legata al tema dell’acqua (considerata oggi - non a torto - il nuovo petrolio) e allo spreco che potrebbe compromettere la sopravvivenza del nostro bel Pianeta Azzurro.

Tecnicamente il film è perfetto e l’esperienza del regista Gore Verbinski si respira a pieni polmoni nelle scene d’azione che ci tengono letteralmente con il fiato sospeso. Ma il vero punto di forza della pellicola sono gli incredibili effetti visivi, merito senza dubbio del lavoro sublime realizzato dalla Indusrtial Light & Magic di George Lucas. La sensazione di “polverosità” che si prova guardando il film è talmente naturale che risulta quasi fastidiosa, per non parlare della fotografia e della luce tipiche dei paesaggi di frontiera di Sergio Leone o Sam Peckinpah dai quali si attinge a piene mani.

Rangoè anche ricchissimo di citazioni cinematografiche (farete a gara a chi ne indovinerà di più) che ne fanno soprattutto un prodotto fruibile dai “grandi”, ma la simpatia e la godibilità dei personaggi si faranno apprezzare anche dai più piccoli.

Probabilmente nel doppiaggio in italiano perderemo l’istrionica interpretazione di Johnny Depp (Rango), nonchè di Alfred Molina (l’armadillo investito dall’auto) o di Harry Dean Stanton (Balthazar, la talpa-ladro), ed è qui che risulta difficile comprendere come la presenza della star de I Pirati dei Caraibi possa diventare un elemento di promozione, almeno nel nostro paese, a maggior ragione quando la voce del camaleonte non è nemmeno di Fabio Boccanera, doppiatore ufficiale di Depp. Per cui ci troviamo di fronte ad una doppia fregatura!

Comunque sia, la sottile sensazione di essere presi per il “naso” (leggi altra parola di quattro lettere che inizia per “C” e finisce per “O” - ndr), sentimento alquanto frequente di questi tempi in Italia, viene ampiamente ripagata dalla soddisfazione di avere assistito all’ennesimo passo avanti nel campo dell’animazione digitale, sempre più dettagliata e realistica, che in Rango riesce a creare un feeling a 3 dimensioni ma senza l’ausilio di scomodi e odiosi occhialini.

E soprattutto l’aver trascorso un paio d’ore con il sorriso bello stampato in faccia, non ha prezzo.

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 1 commento

 
 
Luigi Faragalli
Luigi Faragalli
  • indirizzo IP 151.5.148.94
  • data e ora Giovedì 20 Ottobre 2011 [12:39]
  • commento Davvero bello. La scena iniziale del terrario sbalzato in strada credo che sia una delle più spettacolari del moderno cinema d'animazione digitale.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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