Il voto del redattore
- voto
- 3.5/5
- valutazione
- Bello e dannato




Il voto dei lettori
- voto medio
- 3.6/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 24 lettori




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- di Nicolo Donato
- dal 02 07 2010
- genere Drammatico
- tipo Psicologico
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Segreti di famiglia




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- genere Drammatico
- tipo Psicologico
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- genere Drammatico
- tipo Psicologico
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- dal 30 10 2009
- genere Drammatico
- tipo Psicologico
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02 11 2013
Last Days - È meglio bruciare che spegnersi lentamente
di Gus Van Sant
- Dati
- Titolo originale: Last Days
- Soggetto: Gus Van Sant, basato sulla vita di Kurt Cobain
- Sceneggiatura: Gus Van Sant
- Genere: Drammatico - Psicologico
- Durata: 85 min.
- Nazionalità: USA
- Anno: 2005
- Produzione: HBO
- Distribuzione: BIM
- Data di uscita: 00 00 0000
Recensione pubblicata il 20 05 2005
Questa recensione è stata letta 22069 volte
De profundis
di Eduard Le Fou

Ma a partire da Gerry del 2002 (tipico caso di film acclamato all'estero ma invisibile nelle italiche sale), il regista ha deciso di distaccarsi completamente dal sistema produttivo industriale e dedicarsi, seppur con budget ridottissimi, a progetti che lo convincessero appieno e che soprattutto gli permettessero di liberare definitivamente la sua ricerca artistica. La Palma d'oro a Cannes 2003 per Elephant è stato proprio il riconoscimento definitivo all'Autore Van Sant dal festival più prestigioso, dove torna oggi con Last Days.

Ogni tanto si allude a una sua compagna e a sua figlia, ma in verità il film è completamente privo di trama e i pochi dialoghi sono per lo più frutto di improvvisazioni sul set. In sostanza questo e' un film antinarrativo; una finestra sul vuoto esistenziale degli ultimi giorni di Blake-Cobain.
La svolta che ha permesso a Van Sant, per sua stessa ammissione, di intraprendere una volta per tutte la via di un cinema "altro" è stata la scoperta di alcuni autori europei (Bela Tarr, Tarkovskij). Di qui l'adozione di uno specifico stilema espressivo: la dilatazione dello spazio e del tempo, un efficace uso del piano-sequenza e dell'inquadratura fissa, proiettata senza compromessi attraverso la lente deformante e ossessionante del cinema di Hitchcock e Kubrick.

Last Days prosegue la ricerca formale e stilistica iniziata con Gerry ed Elephant. Il pianosequenza, i lentissimi carrelli, la steadycam che marca di spalle e da lontano gli attori, la profondità di campo, sono tutti espedienti finalizzati a cogliere i personaggi, privi di un vero e proprio soggetto da seguire, nella loro spontaneità, nella loro condizione naturale (grande importanza ha infatti la raffigurazione del paesaggio circostante).
Ma si tratta pur sempre di una natura morta, quella ritratta da Van Sant. La dilatazione estrema della sequenza rimanda ad una percezione del tempo che ci sembra familiare non perché coglie la vita nel suo farsi, ma piuttosto perché restituisce tutto il peso della perdita di significato del Tempo, dell'incapacità-riluttanza moderna di coglierne il suo scorrere.


Un'altra nota di merito va a Michael Pitt per la riuscitissima interpretazione nel ruolo del protagonista che si trascina per tutto il film sbiascicando, con il tipico tono nasale del junkie, brandelli di considerazioni e riflessioni incomprensibili, come i pazzi che blaterano ricordi di una vita normale che ormai non è più tale.

Van Sant con Last Days realizza il suo film più ambizioso e radicale, con tutti i pregi e difetti che questo comporta, ma assurge a figura cinematografica che sintetizza al meglio, forse inconsapevolmente, il presente e il passato, il vecchio e il nuovo mondo cinematografico. Se abbandonerà definitivamente i suoi personaggi alla loro irrimediabile e indicibile solitudine e li lascerà comunicare solo attraverso le metafisiche connessioni semantiche proprie esclusivamente dell linguaggio cinematografico, senza estetismi o personalismi, allora ci troveremo probabilmente di fronte al primo definitivo capolavoro del nuovo secolo.
I lettori hanno scritto 16 commenti

- commento anche io penso che lo spirito del film sta tutta nella pudica sequenza quando lui suona e nel fatto che non si vedono mai siringhe entrare in vena. non si può dire "bello" o brutto", va accettato o no

- commento Due palle.

- commento ke intendi dire..scusa??? kurt nnn era solo mika un tossico..

- commento x tracy: se ti riferisci alla recensione, non si parla del vero Cobauìin ma del personaggio Blake, che viene mostrato esplicitamente con tutti i sintomi del nevrotico e del tossicodipendente

- commento film oltre le aspettative, un capolavoro che sicuramente non verra' capito dai soliti personaggi che altro non spaettano che un mito da idolatrare...
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