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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 3.5/5
  • valutazione
  • Un film delicato, divertente, semplicemente bello e riuscito. Da vedere
  •  
 
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 3/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 4 lettori
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Info

L'estate di mio fratello

di Pietro Reggiani

 
    Dati
  • Titolo originale: L'estate di mio fratello
  • Soggetto: Pietro Reggiani
  • Sceneggiatura: Pietro Reggiani
  • Genere: Commedia - Psicologico
  • Durata: 80 min.
     
  • Nazionalità: Italia
  • Anno: 2005
  • Produzione: Nuvola film
  • Distribuzione: SelfCinema
  • Data di uscita: 04 05 2007
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

I film che vorrei vedere

di Carlo Griseri

L'anteprima di un film che da due anni non riesce ad arrivare al circuito cinematografico. Una serata in cui regista e produttore di una pellicola delicata e divertente, sicuramente ben fatta e riuscita, sono costretti a chiedere al pubblico di fare da tramite presso amici e parenti per riuscire ad arrivare nelle sale. Tutto ciò, quasi inutile sottolinearlo, mentre nefandezze di ogni sorta (non solo, per fortuna, però…) occupano senza scrupoli e senza apparente fatica gli schermi italiani. Questo il contesto entro cui ho assistito alla proiezione di L'estate di mio fratello, film realizzato per la produzione di Nuvola Film dal regista Pietro Reggiani - all'esordio nel lungometraggio, ma già apprezzato autore di corti. La storia. Siamo a Verona nel 1970: Sergio, 9 anni, è figlio unico e passa le sue giornate a giocare, preferibilmente da solo, immerso nelle sue fantasie (i giochi di una volta sono una delle cose migliori dell'intera pellicola, ti riportano a quando bastava una semplice scala per vivere l'esperienza dello sbarco sulla luna!), felice nella sua ricercata solitudine e delle discrete ma sicure attenzioni dei suoi genitori. La narrazione si svolge durante le vacanze estive nella casa di campagna, dove una domanda innocente ma sconvolgente - "Ti piacerebbe avere un fratellino o una sorellina?" - scatena in Sergio turbamenti nuovi, continue apparizioni di bambini immaginari che rivendicano una volta i suoi giochi, una volta i suoi spazi, una volta i suoi genitori. Un incubo a cui rimediare in qualche modo e al più presto.

E' difficile dire di questo film senza dire troppo, ma cercherò di farlo. Realizzato quasi interamente nell'ormai lontano 1998, il progetto si arenò per la difficoltà del regista di trovare un finale soddisfacente (tra l'altro già girato, con Sergio adulto che racconta in flashback tutti gli eventi, come racconterà Reggiani stesso al termine della visione in un acceso dibattito); questo problema fece perdere l'incasso già sicuro che si doveva a un preacquisto dell'allora attiva Tele+.  Dopo cinque interminabili anni, la soluzione si presentò da sola: per girare le scene di Sergio (interpretato splendidamente, con grande freschezza, da Davide Veronese) cresciuto, niente di meglio che il vero Sergio, invecchiato di 5 anni "naturalmente". E quindi lo stesso Veronese si calò nuovamente nei panni del protagonista per il breve epilogo. Tra gli altri interpreti, oltre a una doverosa citazione per tutti i bambini selezionati e sempre in parte, un paio di righe vanno dedicate a Maria Paiato, poco presente nel cinema ma molto in teatro (recente vincitrice del Premio Ubu come migliore attrice della stagione accanto a Luigi Lo Cascio  e anch'essa presente alla serata-dibattito), davvero notevole nel difficile ruolo della mamma.

Da due anni questa pellicola, si diceva, non trova una distribuzione. Un fatto a dir poco incredibile, considerato poi ciò che di buono ha raccolto in questo lasso di tempo il film, oltre a recensioni quasi sempre positive: una menzione speciale della giuria al Tribeca Film Festival di New York, un'altra menzione tra le opere prime al Festival du Monde di Montreal, il premio di miglior film al Bergamo Film Meeting 2005, il premio del pubblico allo Zion International Film Festival nello Utah.  E poi Veronese vincitore come miglior attore protagonista al Sulmona Cinema Film Festival, e apparizioni varie - sempre apprezzate - a Shanghai, San Francisco, Stoccolma e Copenaghen, tra gli altri. Un film forse nato sfortunato ("Avevamo bisogno di 70 punti per ottenere il finanziamento del Ministero dei Beni Culturali - ha raccontato il produttore Antonio Ciano - e ne abbiamo ottenuti 69!"), ma che con forza e grande dignità ha proseguito la strada tortuosissima verso la sua distribuzione in sala. Ora si rigetta nella mischia con un'iniziativa decisamente lodevole e curiosa, SelfCinema. Si tratta della possibilità concreta, da parte degli spettatori, di scegliere cosa poter vedere in sala. Preacquistando i biglietti del film (L'estate di mio fratello è il primo film del progetto, a cui in caso di successo ne seguiranno altri) si potrà far leva sui distributori a convincerli a "scommettere" su di lui. Per ulteriori informazioni e per le modalità di adesione rimando al sito. "Abbiamo presentato l'idea nelle nove maggiori città italiane - ha spiegato nel corso del dibattito Ciano - e basterà riuscire a vendere entro giugno mille biglietti in ognuna di esse per garantirci una settimana di uscita. In caso negativo, restituiremo a chi ha li versati i 6 euro di quota di donazione e rinunceremo al progetto".

Potrei ribadire ancora quanto sia assurdo che questo film non trovi posto in sala, ma credo sia inutile ("Se fosse un film straniero, sarebbe già uscito: sembra un film francese, esiste un pubblico per film così!", ha detto a fine visione Maria Paiato). Le ultime notizie lo danno in uscita per marzo, e speriamo che sia la volta buona.  Nel mio piccolo, pur avendolo già visto nel corso dell'anteprima gratuita, ho preacquistato un biglietto. Perché sono questi i film che vorrei vedere, e sono sicuro di non essere il solo. Appuntamento in sala!

 
 
 
 
 
 
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